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Autore: imcecy    26/11/2014    1 recensioni
Cece è una ragazza simpatica e solare, con tanti amici e un sogno nel cassetto, fare l'artista. Ma la nostra protagonista ha un passato oscuro che continua a tormentarla, almeno fino a quando non conosce Ian - Sì, proprio il famoso attore e modello Ian Somerhalder - fra di loro nasce qualcosa, qualcosa di intenso, passionale e travolgente, ma...
***
Le citofono e finalmente scende; intorno a noi è tutto buio, le uniche luci in tutta la strada sono i lampioni, le lampade di poche case e i suoi occhi…
(...)
- ehi- mi saluta lei incerta –Cosa c’è?
- Ciao… volevo vederti- rispondo io fermo- devo parlarti.
- Bene allora…- mi incoraggia lei curiosa
- tu che propositi hai fatto per quest’anno?
Lei mi guarda interrogativa per rispondermi:
- Bé vorrei che quest’anno nuovo mi porti un nuovo lavoro… un lavoro per cui sono portata e che mi piaccia davvero- mentre parla i suoi occhi brillano di speranza –sai, un lavoro che abbia a che fare con l’arte…. Perché?
- Perché io quest’anno e tutti gli anni a venire voglio solo una cosa- inizio io deciso- voglio stare con te… solo con te!- dico io tutto d’un fiato convinto.
é la mia prima FF, siate clementi!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Candice Accola, Ian Somerhalder, Joseph Morgan, Joseph Morgan, Nuovo personaggio, Paul Wesley
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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6:00 a.m. Domenica 12 Gennaio.
- Cece? Cece... Cece!!!- urla Larry, guardandomi con rimprovero.
Io come risposta mugugno qualcosa di indefinito e mi giro dall'altro lato.
Sento le coperte che si attorcigliano fastidisamente intorno alle gambe, ma non ci faccio caso.
Praticamente mi sono già riaddormentata, quando sento il materasso abbassarsi sotto il peso del mio coinquilino.
- Ho bisogno di aiuto- mormora lui.
- Mhmm... che ora è?- chiedo con voce sepolcrale.
- Le sei e qualcosa...
- Cosa?!- urlo girandomi verso di lui e guardandolo male -Mi hai svegliato alle sei di domenica mattina?! Ma tu non ci stai con la testa!
- Ho incontrato uno ieri sera al pub e credo di essere completamente cotto!- esclama, ignorando tutte le mie imprecazioni.
- Sono contenta per te, ma credo di poterti esprimere il mio entusiasmo anche fra un'ora... o fra cinque ore!
- Ma ho bisogno del tuo aiuto!- incalza lui con decisione -stamattina lo rivedo... Cosa gli dico? Come mi comporto? E se non gli piaccio?
- Ok, frena! Ho capito mi sveglio...- cerco di fermarlo, mettendomi seduta.
- E se fosse quello giusto? E se fosse uno stronzo? E se fosse fidanzato? Oh, cazzo! Come mi vesto? Ah no, a quello non rispondere... ci penso io!- continua imperterrito, lanciando uno sguardo ai miei pantaloni di felpa verde brillante con delle fragole fucsia disegnate.
- Larry, mi hai fatto venire mal di testa!- lo rimprovero io, per poi deviare di nuovo il discorso su questo fantomatico ragazzo.
Gli do' qualche dritta e cerco di infondergli sicurezza.
Finalmente, verso le sette se ne va dalla mia camera e, nel giro di un quarto d'ora, sono già tra le calde e accoglienti braccia di Morfeo.

8:50 a.m. Domenica 12 Gennaio
Mi sveglio di soprassalto, perchè una massa rossa ha appena sbattuto con forza la porta per entrare:
- Ma che...?
- Buenos dìas!- esclama tutta pimpante Clara.
- Non  c'è bisogno di sfondare la porta!
- Oh, scusa... Ho bisogno del tuo aiuto.- fa lei, spalancando i suoi occhi verdi, contornati da dei grandi occhiali bordeaux.
- Anche tu?- chiedo demoralizzata.
- Si, porque?
- No niente... Che ti serve?- mi rassegno io.
- Un consiglio sull'abbigliamento.
- Perchè, il tema 'Cappuccetto rosso' non si porta più?- chiedo sarcastica, riferendomi al suo cappottino rosso fuoco.
- Ah, ha! Ha parlato il 'Tempo delle mele'!- esclama lei di rimando.
- Touche...- sussuro io, guardomi i pantaloni della tuta che Larry aveva schifato qualche ora prima.
Ritornando a Clarita.
Anche lei ha un appuntamento.
Il suo ragazzo Uruguayano è in città e lei vuole sapere da me come vestirsi per andare a cena in un ristorante importante.
- Non puoi chiedere a Heidi Klum?- domando, indicando ironicamente la camera di Larry.
- No- risponde lei ridacchiando -Mrs. Klum è uscita- riprende reggendomi il gioco.
- Ok, mettiamoci al lavoro!- dico io alzandomi.
Le indico un trucco adatto a tutto e le spiego come mettere bene l'eyeliner: lei è sempre stata una pippa con i trucchi!
Le ricordo di tenere sempre conto del tempo e di arricciarsi i capelli perchè potrebbero gonfiarsi con la pioggia.
"Meglio prevenire che curare!"
Esatto.
Alla fine, facendo il resoconto delle cose che ha nell'armadio, le consiglio un abitino nero - che si sposa benissimo con i riflessi color caramello dei suoi capelli - elegante perchè largo sul corpetto, ma più stretto sui fianchi in modo da renderla più sexy.
Le presto una lunga collana d'argento, per staccare e un fermacapelli simile, per tenere su il ciuffo.
Chiacchieriamo per un altro po', ma nel giro di mezz'ora è fuori da casa mia.
Stavolta mi ci vogliono pochi minuti per riprendere sonno.

11:10 a.m. Domenica 12 Gennaio
Capisco che la mia è una condanna, quando - per la terza volta in un giorno - vengo svegliata dalla potenza di un basso che suona.
Appena una voce acuta intona 'Living easy, loving free...' mi metto di colpo seduta sul letto, per guardarmi intorno frastornata.
Ok, ora mi dite perchè cazzo una canzone degli AC-DC risuona nella mia camera di domenica mattina.
Socchiudo gli occhi preparandomi al peggio e davanti a me c'è una visione paradisiaca.
Ian, vestito con un panama nero, una T-Shirt girgia con lo scollo a V e una giacca di similpelle, sta scuotendo la testa a ritmo.
Ora muoio.
Ha gli occhi chiusi e non si è accorto che lo sto fissando, perciò inizia a cantare il ritornello con un improbabile tono acuto.
-I'm on the Highway to hell, on the highway...- si ferma a metà, notando il mio sguardo.
Arrossisce un po' e quando incontra di nuovo i miei occhi scoppiamo entrambi a ridere.
Subito dopo, si butta di peso sul mio letto.
- Scusa se ti ho svegliato così, ma hai un sonno molto pesante e al sesto tentativo in cui non davi segno di vita... ho dovuto reagire.- fa lui dolce
Io sorrido intenerita e mi scuso a mia volta.
- Ah comuque, carini!- scherza , indicandomi i pantaloni
- Ok, ora mi spiegate tutti cos'avete tutti contro la mia tuta?!
Lui ride e mi da un bacio a fior di labbra.
- Ehm... amore?
- Si?- faccio io guardandolo in attesa.
- Mia madre ti ha ordinato di venire a pranzo da noi!- esclama lui con un sorrisone.
- Ahh, va bene...- affermo, dandogli un leggero schiaffo sulla guancia sinistra.
- Ti amo!- fa lui avvicinandosi alle mie labbra.
- Ruffiano...- ridacchio io prima di lasciarmi trasportare da un bacio, sta volta, tutt'altro che casto.

Per il pranzo indosso degli stivaletti neri, un paio di jeans dello stesso colore e una larga felpa bianco panna.
Mi lego i capelli in una coda alta e sono pronta per uscire.
Andiamo a casa di Ian a piedi, godendoci la passeggiata nonostante una leggera pioggerellina.
Ci fermiamo a vedere le vetrine dei negozi che ci - mi - interessano.
Ok, ammetto di essere un po' tesa, ma appena Ian mi prende la mano tutte le preoccupazioni scompaiono e mi sento sicura... Davvero.

Ian's Pov.
Facciamo un lungo pranzo, durante il quale riusciamo a conversare amabilmente, ma so per certo che mia madre sta studiando attentamente Cece per scegliere una pecca da cui iniziare:
- Ma quindi che lavoro fai?- ci siamo...
- Ehm, bhè... domani ho un colloquio nella galleria d'arte che ha dato quel grande evento ieri sera e ci sono ottime probabilità che mi prendano...- risponde lei tranquilla, incrociando le dita.
- Tranquilla, ti prenderanno di sicuro!- esclamo io sorridendole, lei ricambia ma mia madre torna all'attacco:
-Ah, quindi sei disoccupata... a 28 anni, giusto?- riprende imperterrita.
- ...Si, tecnicamente si, ma...- risponde Cece incerta.
- Mamma lascia stare! Cece non ti premurare di rispondere.- intervengo con voce ferma, per poi buttarla sull'ironico -Si comporta da mamma premurosa!
-Già...- fa mia madre di rimando, non molto sicura della propria risposta.

Per il resto la giornata passa più veloce di quanto mi aspettassi.
Dopo pranzo mia madre ci lascia soli quindi passo il pomeriggio sul divano con Cece a parlare e ridere.
Quando sto con lei non riesco a pensare a nient'altro se non ai suoi occhi blu, ai suoi capelli ricci-lisci con i riflessi rossi, alle sue labbra vermiglie che ti viene sempre voglia di baciare...
La amo!

Cece's Pov.
La odio!
"Adesso non esagerare... odiare è una parolona!"
Ok, forse si... dopotutto ha contrubuito alla cosa più bella e importante del mondo, Ian... ma davvero, non riesco a sopportare Edna e i suoi atteggiamenti da prima donna!
Insomma, ma io che ho fatto di male?
"Molte cose, se vuoi inizio con l'elenco!"
No, grazie... come se avessi accettato.
"Ok.."

Ecco a cosa stavo pensando il giorno dopo, mentre mi dirigevo al bancone dell'Alan Avery Art Company, ed ecco perchè mi ritrovo davanti una massa bianca...
Ma che caz..?
L'impatto è inevitabile e... AHIA!
Mi ritrovo di botto, col sedere per terra!
Alzo lo sguardo per vedere cosa ho colpito e...
-Ma tu guardare dove vai, no?- strepita una ragazza sui 26 anni, mentre si alza da terra.
- Scusa, ero sovrappensiero... ma anche tu, insomma...
- Oh, guarda che casino!- mi ignora lei, osservando tutti i fogli che teneva in mano, sparpagliati per terra.
- Oh cavolo, mi dispiace... e che oggi sono un po' agitata...- cerco di spiegarmi, mentre mi chino a raccogliere le schede.
Ad un tratto vedo davanti a me un paio di mocassini italiani, neri lucidi, di quelli che hanno un prezzo con 4 zeri... Oh cazzo, no, ti prego noooo!
Il fortunato proprietario di tale bellezza si schiarisce la voce, facendomi alzare il viso nella sua direzione.
Ecco lo sapevo... è Xavier Avery.
Grande, GRANDISSIMA figura di merda!!
- Ehm, mi scusi... io stavo aiutando la ragazza con...- inizio io, ma mi interrompe subito.
- Louise torna a lavorare.- ordina con tono fermo alla ragazza, che mi strappa i fogli di mano e se ne va -Signorina Costa mi segua, la prego - si rivolge poi a me, squadrandomi dalla testa ai piedi.
Dato che il suo uffico è al secondo piano, entriamo in uno spazioso ascensore argentato, ricoperto di specchi ed io ne approfitto per darmi una sistematina: decoltè nere, pantaloni dello stesso colore a zampa di elefante e camicetta bianca con una rouche sulla leggera scollatura, chignon basso e un filo di trucco... sono abbastanza professionale no?
"Ma si dai... potevi fare di peggio!"
Taci.
Il colloquio dura meno di cinque minuti: non abbiamo molto da dirci, dopo la serata di sabato. Mi fa frimare un contratto a tempo indeterminato e io credo che fra un po' volerò, tale è la gioia!
- Va bene signorina Costa, può passare questo pomeriggio.- mi congeda il capo, stringendomi la mano.
- Perfetto, grazie mille- lo saluto cordialmente.
- Ma, temo che per il momento ci sia poco da fare: sa, deve arrivare un quadro da restaurare la settimana prossima- aggiunge, mentre mi dirigo all'uscita.
- Non fa niente, troverò qualcosa su cui lavorare!- rispondo entusiasta.
Torno indietro, verso il primo piano - dove ci sono i laboratori - ma uscendo dall'ascensore vado a sbattere, di nuovo, contro qualcosa, anzi contro qualcuno.
Sto per cadere a terra, di nuovo, ma vengo afferrata da delle forti mani, che mi sostengono.
- Scusa!- fa il ragazzo che mi ha salvato dall' ennesima caduta.
Mi soffermo a guardarlo e noto che è davvero bello: ha la carnagione olivastra, dei profondi occhi color ambra e i capelli castani. è abbastanza alto, ma piuttosto magro, dal fisico sembra un ragazzino, ma se lo guardi bene ti accorgi che avrà almeno 30 anni.
- No, figurati... la devo smettere di andare a sbattere addosso alle persone!- rido sommessamente io.
Lui di rimando mi sorride... ed è lì che capisoc che è imparentato con il mio capo: insomma, il sorriso affascinante è di famiglia?!
Bha, meglio evitare altre figure da niente:
- Devo andare... scusa.
- Si certo! Scusa tu.- dice ancora per poi entrare in ospedale.

Esco saltellando dall'edificio e chiamo Ian:
-AMOREEEE!- urlo io, appeno sento il telefono smettere di squillare.
-Sbagliato, ritenta sarai più fortunata!- Mi risponde una voce più chiara, dall'altro lato del telefono.
-Wes!- indovino io sorpresa.
-Esatto... come va?
-Tutto bene grazie... anzi alla grande! Ho una novità, perciò mi potresti passare il tuo fratellone?
- Ah spiacente, è troppo impegnato a sorridere davanti alla telecamera e ad ammazzare 'viaggiatori'...
-Paul, no! NIENTE. SPOILER.- lo interrompo io interdetta, iniziando a canticchiare per non sentire le sue parole.
- Oops, hai ragione scusa! Posso farmi perdonare dicendo ad Ian che hai chiamato?- chiede lui gentilmente.
- Puoi fare di meglio.- affermo io- puoi dirgli di farsi trovare stasera alle otto all'Irish Pub? So che oggi siete impegnati tutto il giorno.
- Certo! Ora devo andare, è stato un piacere sentirti!
-Anche per me Paul! 
- Che ne dici se una sera di queste facciamo un'uscita a quattro?- propone ad un tratto con entusiasmo.
- Perchè no! Adoro Phoebe... parlane ad Ian- rispondo io. Ok, adesso adorare è una parolona contando che l'ho vista solo una volta... ma mi sembrava simpatica, perciò preferisco non demolire le aspettative di Paul
- Perfetto, a presto. Ciao!
- Ciao, ciao!- lo saluto, per poi chiamare i miei e dare loro la notiziona: a 28 ho finalmente un lavoro stabile e tutto grazie alle mie capacità, il mio carisma e... le conoscenze di Leo!
"Non lasciarti condizionare da Edna!"
Uffa!
Ho bisogno di distrarmi...
"Potresti pranzare con qualcuno... Larry?"
No, si vede con il ragazzo di ieri.
"Clara?"
Con lei mi vedo nel pomeriggio: non la voglio scocciare troppo.
"Becky e Sam?"
No, oggi vanno a fare l'ecografia per sapere il sesso... io scommetto su una femminuccia!
"Ok... rimane Chri..."
Non dirlo!
- Ehi ciao!- Fa una vocina alle mie spalle.
Mi giro, salutando la ragazza che prima ho travolto in pieno.
Mi fermo a guardarla meglio: ha i capelli biondi naturali ma schiariti sulle punte, porta un paio di occhiali grandi neri, ai piedi ha un paio di Dr. Martens nere ed è vestita in modo comodo con un paio di jeans chiari e un maglioncino rosso sangue... inoltre indossa un camice:
- Perchè indossi un camice?- chiedo, ad un tratto.
- Piacere Vanessa Louise e il tuo nome è?
- Cece... Cecilia Costa. Sono appena stata assunta, ma tu non hai risposto alla mia domanda...
- Si scusa, tendo ad ignorare le persone... comunque indosso il camice perchè ho un laboratorio.- risponde pacata - Sai, mi occupo dei colori usati nel restauro: devono combaciare con l'originale e non devono avere delle proprietà chimiche troppo invadenti.- spiega dopo.
- Sapevo che c'entrasse la chimica, ma non ci ho mai capito molto!- ridacchio io, strappando un sorriso anche a lei - si vede che lavoreremo insieme allora!
- Perchè tu in quale campo sei?- ehm, domanda retorica Lou.!
- ...Restauro. Mi dovrei occupare della maggior parte dei quadri che arrivano.
- Oh, scusa. è che ti ho vista così elegnate e formale che pensavo fossi una menager o un'organizzatrice di mostre... roba simile!
- Cavolo, lo sapevo... è troppo, vero? è che ho visto il capo così professionale e volevo fare buona impressione!
- Ah non ti preoccupare!- ride lei - è un classico! Il buon vecchio Avery è la professionalità in persona!- sorrido alla sua espressione scocciata e lei aggiunge subito - non dire che l'ho chiamato così!
Chiacchieriamo amabilmente per un'altra decina di minuti, finché non mi viene un'illuminazione e:
- Ehi, ti andrebbe di pranzare insieme così ci conosciamo meglio?- chiedo.
"Cos'è la frase che usi per rimorchiare?"
- Certo, quando?
- Tra mezz'ora?- rispondo ovvia.
- Oh, wow... ok. Torno dentro a prendere le mie cose e andiamo.- dice, per poi rientrare nell'edificio.

Pranziamo in una trattoria che cucina principalmente cibi Bio e non smettiamo di parlare per un secondo.
Siamo molto simili: ci piace la stessa musica, frequentiamo gli stessi posti e siamo tutte e due fissate con Grey's Anatomy!
"Wow, la tua anima gemella.."
Zitta!
"No, tu zitta."
- Eppure sono sicura di averti già visto da qualche parte...- medita lei -Oddio... ma tu sei? No... Oh cazzo- inizia lei. 
Io all'inizio sono confusa, ma ad un tratto lei pronuncia le cinque parole magiche - TU. STAI. CON. IAN. SOMERHALDER.- e vi assicuro, non è una domanda... è un'affermazione. Cazzo, se è un'affermazione!
- Ehm, io... ecco- inizio a balbettare, per poi sussurrare - Si.
-Yeiiiiii!- urla lei, saltando dalla sedia e correndo ad abbracciarmi. 
Subito dopo, si scosta e mi guarda mortificata -Scusa... di solito non faccio così! Io non abbraccio mai.- fa lei abbassando di qualche decibel il tono di voce.
Io le scoppio a ridere in faccia.

Dopo un pomeriggio a fare... nulla, torno a casa e mi cambio.
Indosso dei pantaloni bianchi attillati e un maglioncino nero a maniche corte, col collo alto. Ai piedi metto delle decoltè nere - più alte di quelle di stamattina - e lascio i capelli sciolti, perfettamente disordinati.
Indosso un cappello grigio, afferro la borsa di lana cotta nera e scendo.
Per le otto e cinque mi trovo davanti all'Irish Pub.
Accanto alla porta si staglia nel suo metro e ottanta di èerfezione, un modello dagli occhi azzurri... ma come fa? No, insomma c'è un segreto dietro tanta bellezza o gli esce naturale?
- Signor Somerhalder mi scusi, posso importunarla?- chiedo io, avvicinandomi. Lui si gira verso di me, mostrandoun sorriso stanco, ma sincero:
- Mi può importunare quando vuole... Sei bellissima!
Io accenno un inchino che lo fa ridere e poi entriamo.

Ian's Pov.
Oggi al lavoro ho fatto avanti e indietro per il set... sono stanco morto!
Ma devo dire che appena Paul mi ha detto che avevo un appuntamento con Cece, mi sono come illuminato.
Alle 8 meno qualcosa mi trovo davanti al suo pub preferito e dopo poco arriva anche lei, tutta pimpante.
è bellissima, i suoi occhi emanano felicità e il suo dolce sorriso non può fare a meno che coinvolgerti.

Per tutta la serata ci coccoliamo, parliamo e ci ingozziamo di hamburger... insomma, un paradiso!
Lei sembra brillare di luce prorpia in questo momento: ha preso servizio all'AAAcompany e non fa altro che parlare, sorridere, parlare, scherzare e parlare. Quant'è sexy!
Finita la cena facciamo una passeggiata, ma il freddo e la stanchezza ci spingono a tornare presto a casa.

Appena chiusa la porta Cece si lascia sfuggire un sospiro di sollievo per il caldo emanato dai termosifoni. Ridacchio e la abbraccio da dietro, baciandole il collo.
- Che dici, andiamo a letto?- mormoro io vicino al suo orecchio
- Perchè no?- sorride lei, maliziosa.
Iniziamo a baciarci, salendo le scale e arrivati in camera si separa leggermente da me:
- Vai prima tu in bagno: devo fare una telefonata.
- Certo...- rispondo io, leggermente interrogativo.
- Mio fratello- spiega lei.

Dopo una decina di minuti mi ritrovo a letto, con la schiena appoggiata alla testiera, ad ammirare Cece che si pettina con furia i riccioli, senza smettere di parlare:
- Durante il colloquio sono stata impeccabile... o quasi, ma alla fina la mia sfiga cosmica è tornata e mi sono scontrata, LETTERALMENTE, con un ragazzo della compagnia.
- Ahia!- enfatizzo io strizzando gli occhi.
Lei ridacchia e continua:
- La cosa peggiore è che era di sicuro un parente del capo! Sarà stato il nipote o il figlio...
- Come fai a dirlo?- chiedo incuriosito dalla sicurezza delle sue parole.
- Bé, assomigliava molto a Xavier... aveva il solito sorriso a marchio Avery: affascinante e sfacciato.- spiega lei.
Ok, so che non lo ha detto intenzionalmente, ma cazzo... brucia!
La butto sul ridere, mugugnsndo:
- Anche più affascinante del mio?
- Oh, non essere geloso... il tuo sorriso ha una marcia in più- fa lei avvicinandosi al letto - Il tuo è malizioso, spavaldo, allegro e... sincero!- elenca lei gattonando sul letto e arrivando a due centimetri dalle mie labbra.
la bacio con trasporto, trascinandola sotto di me.

Cece's Pov.
Iniziamo a baciarci con passione e Ian si posiziona sopra di me. Non riesco a trattenere un gemito quando con la lingua scende dal collo alla clavicola.
Ma quando gli sfilo la T-shirt del pigiama, suona il mio cellulare:
- Scherziamo?!- mugugno io.
- Devi rispondere?
- Mi sa di si- rispondo sovrapensiero, osservando dubbiosa lo schermo del cellulare in cui la scritta "Cadetto", è accompagnata da una foto di Stefano che fa la linguaccia - è di nuovo mio fratello... a quest'ora...- lancio un'occhiata all'orologio che segna le 23:47.
Scendo al piano di sotto rispondendo velocemente:
- Cos'è successo? Chi è morto... oh mio Dio, rispondi!!- strepito io tutto d'un fiato.
- Cece, per l'amor del cielo respira!
- Ma... ma, noi ci siamo appena sentiti e poi tu... l'ora tarda... io... Mamma...?- balbetto io, ma lui mi interrompe.
- Ti ho detto di respirare, non di entrare in iperventilazione. Sembra impossibile da credere, ma non ci sono morti o feriti... stiamo tutti bene!
- E allora cosa?- chiedo io, d'un tratto infastidita dall'essere stata interrotta nel momento "Clou" mdella serata.
- Ecco... vedi, è difficile da dire ma...io e Natalie ci siamo fidanzati e ehm... io... come lo dico, non riesco a trovare le parole...
- Stef?
- Si?
- Al vostro fidanzamento ci ero arrivata un paio di giorni fa... inoltre, mi hai appena interrotto mentre... andavo a dormire, perciò trova le parole o ti taglio la lingua!
- Dormire eh?!- mi rimbecca malizioso.
- Parla bastardo!- lo rimprovero io, arrossendo di botto.
- Ok... questo è terrorismo psicologico!- temporeggia lui, io faccio un verso di esasperazione, così lui continua - Natalie è incinta! Aspettiamo un bambino!- fa di getto con voce allegra.
- Wow! Ma come...? 
- Ehm, Cece vedi quando due persone sono adulte e si vogliono bene di solito... fanno quello!
- Stefano!- dico io con rimprovero.
- Quando l'ape si posa sul fiore...- rinizia lui, interrotto dalla mia risata.- ma che te lo dico a fare? Tu eri di là a sperimentare con il tuo bel vampiro...
-Ok, no sul serio... FINISCILA!- mi impongo io, prima di scoppiare a ridere.
Mi complimento con lui almeno un milione di volte: Cazzo, sono contentissima per loro... e per me! Diventerò ziaaaaa!!

Dopo un quarto d'ora, ritorno in camera a dare la buona notizia ad Ian, ma lo trovo addormentato.
è davvero una visione: capelli scompgliati, spalle ricurve, un broncio perfetto... 
Mi accoccolo accanto a lui che, dormendo, allunga un braccio per stringermi.
Spengo la lampada del comodino e gli la scio un tenero bacio sulla guancia, per poi chiudere gli occhi e sognarlo.
***

Ok, ragazzi, scusatemi davvero tanto!
So di essere una stronza perchè aggiorno ogni morte di Papa ( e l'ultimo ha abdicato)...
Mi dispiace tantissimo davvero... è un momento difficile con la scuola soprattutto.
Per favore, fatemi sentire che non vi siete dimenticati della storia... ho bisogno di voi!
per favore RECENSITEEEEE
  
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