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Autore: Old_Memories_of_us    27/11/2014    3 recensioni
Victoria Henderson è una ragazza determinata e spiritosa, pronta a tutto per difendere le persone a cui vuole bene, una di quelle ragazze che non si fanno mettere i piedi in testa da nessuno.
Ashton Irwin è uno dei ragazzi più popolari delle scuola, considerato un ragazzo ribelle che tratta le ragazze come oggetti, ma con il sogno di sfondare nel mondo della musica insieme ai suoi tre migliori amici.
Cosa succederebbe se i due si incontrassero? Victoria darà del filo da torcere ad Ashton? Beh, sta a voi scoprilo.
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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VICTORIA’S P.O.V.

 
Ero, per l’ennesima volta, in ritardo. Possibile non riesca mai ad essere puntuale? Spensi la sveglia che, per un motivo sconosciuto, era suonata 20 minuti dopo, mi scostai velocemente le coperte di dosso, e mi avviai verso il bagno, rischiando di inciampare ad ogni minimo passo. Mentre scendevo le scale a chiocciola per andare in cucina, sentì la porta principale sbattere con un tonfo secco. Perfetto. Mia sorella se ne era andata senza aspettarmi. Sicuramente voleva farmela pagare per essere praticamente sparita la sera prima, senza dirgli niente. A proposito della scorsa sera, ancora non riesco a crederci. Ho sempre sognato un principe azzurro, come quello delle fiabe, e invece ho trovato un ragazzo perfetto in canottiera e jeans strappati. Mi risvegliai dai miei pensieri scuotendo la testa, corsi in cucina, presi una fetta di toast, diedi un bacio sulla guancia a mia madre che continuava a urlarmi cose come “non cambierai mai”, ottenendo in risposta un semplice “è per questo che mi vuoi bene” con tanto di linguaccia, per poi prendere di corsa lo zaino rosso fuoco della eastpack e correre in direzione della scuola. Non appena chiusi la porta, mi ritrovai davanti un Ashton appoggiato con la schiena alla sua enorme Range Rover nera, nella mano destra mostrava dondolando a destra e sinistra il suo iphone, con uno dei suoi soliti sorrisetti sarcastici. Cliccò il tasto centrale, facendo illuminare lo schermo.

« Ti sembra l’ora? Sei fortunata che passavo di qui per caso.. » disse avvicinandosi e cingendomi la vita con le braccia.

« Se questo è il risultato, dovrei fare tardi più spesso » risposi, imitando lo stesso sorrisetto presente sul suo volto.

Con uno scatto fulmineo unì le sue labbra alle mie, in un bacio tutt’ altro che casto. Dopo qualche secondo lo allontanai leggermente, poggiando le mani sulle sue spalle.

« Mi dispiace Casanova, ma non vorrai mica arrivare in ritardo vero? »

Mi guardò mordendosi leggermente il labbro inferiore, per poi seguirmi all’ interno della vettura e avviarci verso la scuola.
Arrivammo circa 10 minuti dopo, meglio non dire che Ashton aveva leggermente superato i limiti di velocità, sotto le mie preghiere e imprecazioni contro di lui, che agitata, continuavo a dirgli di rallentare per paura di fare un incidente, sono paranoica, lo so.
La campanella era appena suonata, così, mano nella mano, raggiungemmo i ragazzi e Sel che erano intenti a chiacchierare tra loro e ad avviarsi ognuno nelle rispettive classi.
Appena ci videro strabuzzarono gli occhi, evidentemente sorpresi. Sel mi guardava con uno sguardo malizioso, che lasciava intendere tutto quello che pensava, mentre gli altri continuavano a passare il loro, dai nostri visi alle nostre mani intrecciate. Calum guardava Ashton sorridente, ed Ash faceva altrettanto, sembrava comunicassero con lo sguardo, tramite un linguaggio che solo loro riuscivano a capire.
Passato qualche attimo di silenzio, mi schiarii la voce.

« Allooora, entriamo? »

Neanche il tempo di dirlo, che Sel mi tirò per un braccio e mi trascinò dentro, con la scusa di non voler entrare tardi, quando in realtà, non gliene era mai importato granchè. Riuscii a malapena a salutare tutti con un gesto veloce della mano e Ashton con un bacio sulla guancia, che continuava a trascinarmi via, sotto gli sguardi straniti degli altri, ma soprattutto quello interessato del biondo.

« La rivorrei intera eh! » sentii gridare da Ashton poco prima che Sel mi trascinasse dietro l’angolo del corridoio, sparendo così dalla loro vista.

Ci fermammo nei bagni delle ragazze, lei si posizionò di fronte a me, puntando i suoi occhi marroni nei miei, del medesimo colore.

« Non credi che oggi sia proprio una bella giornata? »

Sorrise, capendo che stavo provando a cambiare discorso, ma non si arrese.

« Così è per questo che sei sparita ieri sera? » esclamò, continuando ad avere quell’ inquietante sorriso malizioso che aveva da quando mi aveva vista arrivare.

« Probabile.. »

« Vic. »

« Eh? »

« Chupa Vic, chupa. »

Scoppiamo a ridere contemporaneamente, non sarebbe mai cambiata. Mi ricordai solo in quel momento che eravamo nel bagno del primo piano, e la prima ora era già inizia da 10 minuti buoni. Ma a quanto pare, non interessava molto alla ragazza davanti a me.

« Allora, perché mi hai trascinata fin qui? »

« Niente di particolare, volevo chiederti questo. »

Osservai il bagno, le pareti colorate di un rosa smorto, ed un’ unica finestra che dava sul piccolo cortiletto sul retro.

« Fammi capire, quindi, tu mi hai portata.. qui » dissi indicando con le mani lo spazio che mi circondava « solo per sapere se ero con Ashton ieri sera? »

Lei fece finta di pensarci, grattandosi la testa con fare intellettuale.

« Esattamente. »

« SELENA MAR.. »

Mi interruppe mettendomi le mani sulla bocca.

« Inutile che cerci di fare l’arrabbiata, oggi hai gli occhi a cuoricino cara » sussurrò, prendendomi in giro.

Diventai rossa dalla vergogna, guadagnandomi una strizzata di guancia da parte sua.

« Ora è meglio che andiamo, è abbastanza tardino.. » affermò guardando l’orologio che aveva al polso.

Le rivolsi un’ occhiataccia e ci avviammo verso la classe di ballo.
Appena arrivammo davanti alla classe, notammo che la porta era aperta. Strano, solitamente il professore di danza la chiudeva sempre. Guardammo dentro e notammo che i ragazzi e le ragazze erano disposti in due file, una di fronte all’ altra, ma del professore nemmeno l’ombra. Così mi sporsi ancora di più con la testa, Sel sopra di me, fece la stessa cosa.
Ad un tratto qualcuno dietro di noi si schiarì la voce, noi ci girammo lentamente e contemporaneamente, temendo che fosse chi pensavamo, e infatti fu così.

« Cosa state facendo ancora fuori dalla classe?! »

Io e Sel ci indicammo, con una finta faccia stranita.

« Non fate le finte tonte, dico proprio a voi »

« Ma professore, noi eravamo qui dal suono della campanella, solo che lei non ci ha vist.. aspetti, ma lei sta arrivando ora? » chiese con tono indagatore Sel.

Lui diventò rosso, non so se di vergogna o di rabbia, fatto sta che ci ritrovammo spedite dal preside.

« Che irascibile » sbottò la mia migliore amica, guadagnandosi una mia occhiataccia.

Appena svoltato l’angolo, vedemmo che non eravamo state le uniche ad essere mandate dal preside, nelle piccole sedie verde scuro poste accanto alla porta c’era la banda al completo: Luke, Ashton, Michael, Calum e, non ci potevo credere, mia sorella.

« Anche voi qui eh » disse Michael « perché? »

Solo in quel momento notai che erano tutti e cinque sporchi di tinta, e a quanto pare non fui l’unica ad accorgermene.

« Ma che diavolo avete combinato?! » gridò molto delicatamente Sel, ricevendo in risposta uno “shh” dalla vecchia bidella con gli occhiali alla Harry Potter che stava pulendo il corridoio.

« Chiedilo a tua sorella. »

Lei sentendosi tirata in causa alzò lo sguardo. Nei suoi occhi vidi tristezza, ma soprattutto pentimento. Ma pentimento di cosa? Più tardi gli avrei parlato. Abbassò nuovamente lo sguardo, intenta ad osservarsi la grande macchia di tinta verde posta nella parte alta della sua maglietta, stonando altamente con il colore rosa dell’ indumento.

« Piccolo incidente? » tentò di discolparsi.

Michael stava per replicare quando la grande porta in legno si spalancò mostrando il preside, un uomo calvo sulla quartina, che ci invitò ad entrare tutti.
Io e Sel spiegammo il motivo per cui eravamo lì, e appena finito chiese agli altri di fare lo stesso. Michael stava per iniziare a parlare, quando Calum lo precedette, frustato passandosi una mano nei capelli scuri.

« Adesso le spiego brevemente ciò che è successo » iniziò, sotto lo sguardo attento e curioso dell’ uomo davanti a noi « in poche parole: eravamo a lezione di pittura, ad un tratto Michael ci prova con quella Cece del 4° anno, c’è l’ ha presente? Quelle con due tet.. »

« Calum. » lo apostrofò Ashton.

« Mh.. scusate, comunque dicevo, ci provava con questa ragazza, quando ad un tratto Trina » indicò mia sorella « ha versato della tinta gialla in testa a Mike, per un motivo sconosciuto, ed ha iniziato ad urlare cose senza senso, noi, essendo dietro di Michael, siamo stati presi anche noi dalla tinta, mentre lui per vendetta ha fatto quello che vede nella maglietta di Trina. »

Il preside spostò lo sguardo sulla maglia di Trina, spalancando gli occhi, poi si grattò la testa.

« Cosa dovrei fare con voi? »

Iniziò un momento di silenzio, in cui tutti cominciarono ad osservarsi a vicenda negli occhi, preoccupati di quale sarebbe stata la nostra sorte. Non c’è bisogno di dirvi che mi soffermai soprattutto su Ashton.

« Ho deciso. Voi sette starete per una settimana a scuola anche il pomeriggio per dare una mano con le pulizie, adesso andate. »

Prima di uscire, sentì la mano di qualcuno cercare la mia, e appena notai che la persona in questione era Ashton, non esitai nemmeno un secondo a far intrecciare le nostre mani, sentendone il bisogno. Ci sorridemmo a vicenda per poi uscire dall’ ufficio.
Vidi mia sorella iniziare ad andarsene, ma la fermai per un braccio con la mano ancora stretta a quella di Ash.
Lei si girò e mi guardò, prima osservando curiosamente la nostre mani intrecciate, poi guardandomi negli occhi. Diedi un’ occhiata ad Ashton, e lui capì subito.

« Forse è meglio che vi lasci sole » disse lasciandomi un bacio a fior di labbra « ci vediamo a pranzo » mi disse per poi raggiungere gli altri che erano scomparsi appena usciti dall’ ufficio del preside.

Andammo nel piccolo cortile nel retro della scuola, durante le lezioni era sempre deserto se non per qualche ragazzo arrivato in ritardo che decideva di entrare all’ ora dopo o semplicemente per chi non aveva voglia di stare in classe o era stato sbattuto fuori. C’era poco vento, ma sembrava volesse venire a piovere, così mi misi la felpa rossa che avevo legata alla vita.
Lei con uno sbuffo si mise ad osservare i pochi fiori viola presenti nell’ aiuola pur di non guardarmi negli occhi. Le alzai la testa, permettendole di incrociare il mio sguardo.

« Allora Trina, mi spieghi che cosa diavolo è successo? » chiesi facendo arrivare le maniche della felpa fin sopra le mani per riscaldarle e incrociando le braccia.

« Niente Vic, niente, semplicemente non mi andava che quella stesse attaccata a Mike » disse come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

« Ma non ti è passato per la mente che, non so, era una pazzia?! »

Lei di tutta risposta alzò gli occhi al cielo e si andò a sedere sui gradini davanti alla porta che collegava il cortile al corridoio. Alzò lo sguardo è mi osservò dal basso.

« No. »

Mi sbattei letteralmente una mano sulla fronte. Non poteva dire sul serio. Con cautela mi sedetti accanto a lei, poggiandole una mano sulla spalla.

« Senti, so che ti piace Michael » lei provò ad interrompermi « lasciami finire, ma se vuoi, come dire, “conquistarlo”, non credo che questo sia il modo giusto. »

« Oh.. quindi te ne sei accorta? »

« Tesoro, se ne sono accorti tutti tranne lui. »

In risposta ricevetti semplicemente un grugnito. Molto femminile Trina, davvero. Sospirai, allungando le gambe lungo i gradini più in basso.
  
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