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Autore: Ria    30/01/2005    5 recensioni
Hanno affrontato ogni genere di avversario, sconfitto i nemici più forti. Sono stati traditi, hanno ritrovato ritrovato amici, avversari, abbiamo sfide difficilissime. Potrebbero mai Takao e i suoi amici aver paura un torneo come questo? Sì, se è la paura stessa con cui giocano i loro avversari. [NOTA: Il titolo non è un errore, - nè la "punteggiatura" nè l'acronimo inglese - è volutamente scritto così. Il motivo? Beh, leggete e lo vedrete ^o^…].
Genere: Avventura, Generale, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hilary, Kei Hiwatari, Lai, Mao, Mariam, Max Mizuhara, Nuovo personaggio, Professor Kappa, Rei Kon, Takao Kinomiya
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Cap

RIEKKIME!! BUHAHAHA; nn vi libererete mai di me… (Niu T____T!!).

Un bacione a: Meiko, Fire Angel (sul serio ?! Ma ci vivi proprio o abiti in provincia?), Kaho-chan (vedrai, cn qsto nn lo farò ^^), super gaia e tutti quelli che leggono anke senza commy! VVTTB!!!

Ps Chi nn sopporta (nel senso odia proprio) le fic MaxXMariam salti qsto chappy, x la mia salute ^^”! (Allora leggiamolo tutti! NdTutti - >_____<****).

 

 

 

Cap. 15

 

- Insomma, si può sapere dove mi stai portando? – chiese innervosita Mariam

- Tranquilla, dobbiamo solo allontanarci dalla strada; non vorrai che tutti scoprano i nostri segretucci, vero ^^?

- Non dirlo in quel modo, fa rabbrividire. Ed è equivoco.

Dexter sorrise, irritandola ancora di più, finchè si fermò in mezzo a quello che un tempo doveva essere il giardino di un’antica abitazione, ora un’insieme di cespugli e di piante inselvatichiti.

Mariam si portò di fronte al ragazzo, fissandolo tagliente:

- Siamo abbastanza lontani? Cos’accidenti vuoi da me, Dexter?

- Prima cosa, evita di chiamarmi in quel modo, mi infastidisce.

- E come vuoi che ti chiami, “ragioniere”?!

- Delta. Non chiedermi il perché, è così. – lei lo squadrò ormai furiosa:

- Insomma, si può sapere perché mi hai condotta qui?!

Ci fu qualche istante di silenzio, mentre Delta teneva gli occhi chiusi; quando gli riaprì, fissò Mariam senza alcuna espressione in viso, ma questo fece più paura alla ragazza di qualunque altra cosa:

- Voi Saint Shields sapete tutto dei PSO, vero?

- … … Forse. – si limitò a rispondere, senza mutare espressione

- Non mentirmi, mocciosa. – a quel punto l’orgoglio di Mariam prese, come sempre, il sopravvento:

- Sì, è vero, contento bestione? Non siete poi così bravi, se vi siete fatti scoprire da una “mocciosa” come me e dai suoi amici. – punto il dito contro Dexter – Sappiamo del vostro progetto e di ciò che volete fare ai Bit-power; quest’invito al torneo ci ha risparmiato molta fatica. Ti avverto che non abbiamo intenzione di lasciare quelle sacre creature a persone che intendono usarle com’energia!

- E chi sei tu, per decidere questo? – disse tranquillamente Dexter –Sei strana, in fondo i Bit-power non sono venuti da noi di loro spontanea volontà? Perciò il mio Bit è mio e basta, posso farci ciò che voglio. Ma non puoi certo capire… – ora Mariam lo fissava con odio:

- Ma che discorsi! Sei disgustoso!

- Mi considereresti ancor più disgustoso, se sapessi le nostre vere intenzioni.

- Cosa?

- Nulla, nulla… non sono discorsi per bambini, sono venuto qua per una sola ragione. – e così dicendo estrasse un beyblade. “Ma quello… - pensò Mariam – Non è Black2!”

- Sorpresa? – disse Dexter – Sai, il capo mi ha mandato qui per due motivi: il primo era controllare quanto sapevate voi Saint Shields dei PSO, e mi sono accertato che non è un problema; il secondo è questo…

- Fatti sotto! – esclamò lei, estraendo Squalo.

I due lanciarono i loro bey all’unisono, ma il bey di Delta, invece di affrontare Squalo, tentò di colpirla.

- Non mi hai fatto finire, mocciosa – disse – Il secondo motivo è questo: farti capire che i bambini non devono mettere becco nelle faccende dei grandi.

 

*_______

 

Max aveva cercato in ogni angolo della città, ogni posto dove, secondo lui, avrebbe potuto trovarsi Mariam, ma non era riuscito a trovarla; tra meno di un’ora sarebbe stato il tramonto e la febbre cominciava a farsi sentire pesantemente, offuscandogli la vista.

Stava cominciando a perdere la fiducia, anche Draciel, che prima sembrava volerlo condurre dalla ragazza, ora non dava segni di vita. Si fermò un istante, aspettando che la testa finisse di pulsargli almeno un poco; magari si erano tutti sbagliati, magari semplicemente non voleva nessuno intorno e si era trattenuta fuori più del previsto… “No… So bene com’è Mariam: è cocciuta, orgogliosa, ma non farebbe mai una cosa del genere!” – vacillò un istante, faceva fatica a reggersi in piedi;

- Accidenti! Non… non riesco più a… tenere gli occhi aperti… - strinse ancor più forte il bey – Draciel, per favore… Dammi una mano…

Come a rispondergli, il Bit della Tartaruga s’illuminò di un lieve bagliore; in un boschetto, sulle colline dietro a quelle case di periferia, un’altra luce rispose: “Non ci credo…Non può essere!” Max sorrise al suo bey.

- Grazie. – raccolse le forze ancora una volta, seguendo la luce del Bit di Mariam.

 

*______

 

SPRAAAANG!!!

L’ennesimo alberello, troppo sottile, crollò sotto i colpi di Tarantola, il bey di Delta; quel bestione aveva intenzioni serie, non aveva mollato Mariam neppure un istante, sebbene fosse quasi il tramonto. La ragazza si era cacciata in un bel guaio, ma come le era venuto in mente di seguirlo?! Eppure Ozuma l’aveva avvertita, quelli erano tipi che non guardavano in faccia a nessuno (Un incrocio tra quelli della Borg e gli Psico team, x intenderci ndRia – Ammazza! ndTutti).

Approfittando di un istante in cui era sfuggita dal raggio d’azione di Dexter, si nascose tra alcuni cespugli, sperando che se ne andasse: speranza vana.

Stumpf! Qualcuno era appena “atterrato” davanti al suo nascondiglio.

- Cucù ^^ ! - disse tranquillo Dexter – Sei monotona, sai mocciosa? È la quarta volta oggi che usi questo trucchetto… - sogghignò – Certo che siete stati proprio idioti, non avevate capito che vi abbiamo invitati apposta? Prova a riflettere… Un torneo dove sono radunati i migliori del mondo, ma dove mancano personaggi come gli ex-membri della BEGA e c’è invece un gruppo di blader sconosciuti? Mi fate ridere, non solo voi, ma anche loro.

- Loro chi? – chiese lei per prendere tempo; lui alzò le spalle:

- Lascia stare. Piuttosto… - il ragazzo richiamò Tarantola, mettendosi in posizione, mentre Mariam lo fissava spaventata – Tranquilla, voglio solo lasciarti un ricordino, un avviso per te e il tuo capo. Sta ferma…

Ma Mariam, per nulla intenzionata a lasciarsi colpire, caricò fulminea Squalo, facendolo cozzare a mezz’aria con Tarantola, che tornò indietro colpendo di striscio il padrone. Il ragazzo gemette di dolore e Mariam ne approfittò per scappare.

- Maledetta, SE TI PRENDO VEDRAI!!!

La ragazza ora era davvero spaventata, quello l’avrebbe linciata! Completamente terrorizzata, stinse al petto il suo bey, cosa poteva fare? Quasi a volerla aiutare, Squalo si illuminò, cominciando a lampeggiare aritmicamente: stava… chiedendo aiuto? “Squalo…”.

Continuò a correre, ringraziando il suo Bit, ma non vedeva molte soluzioni, se non quella di scappare e farcela da sola. Come sempre.

- Ti ho trovata!

- AH!! – Delta, comparendo all’improvviso, la fece sobbalzare e Mariam scivolò, cadendo in una piccola valle. Atterrò malamente, ma quando si appoggiò alla caviglia urlò di dolore: non riusciva a muoverla! “No!…”

- Sembra che la corsa sia finita, eh? – disse il ragazzo, arrivatole a fianco – Credo proprio che cambierò un poco i miei programmi. Brutta schifosa… Guarda! – ululò, indicandosi il viso – Guarda cosa mi hai fatto! Non ti perdonerò!

Delta si avvicinò pian piano a Mariam, che indietreggiò terrorizzata: quello voleva picchiarla sul serio. Il panico, quella sensazione così orribile d’impotenza, la avvolse completamente, facendola tremare da capo a piedi: “NO, no! Ho… ho paura.. no… Fratellino, ragazzi… No, non voglio! – si strinse un altro po’ al tronco cui si era faticosamente appoggiata – Non voglio io… devo… voglio rivedere una persona…” Già, ma chi? Lo sapeva, oh, se lo sapeva… Ma perché lo stava accettando proprio adesso?! Avrebbe potuto farlo quando erano tornati in quella città, quando l’aveva rivisto, quando stavano passeggiando insieme… Ma era stata troppo orgogliosa, come sempre, anche per ammetterlo a se stessa. “Voglio vederlo! Adesso!” chiuse gli occhi per non vedere la mano di Delta, pronta a colpire:

- MAX!

 

Il biondino stava correndo, praticamente con la forza della disperazione, seguendo la luce indicata da Draciel; era sicuro, si trattava di Squalo! Arrivato nel boschetto, aveva trovato chiari segni di un bey che, con forza mostruosa, aveva distrutto alberi e arbusti. Preso da un bruttissimo presentimento, Max aumentò la corsa, nonostante ormai sentisse la febbre fiancarlo d’ogni energia, finchè giunse ai piedi di un piccolo avvallamento. Guardò di sotto e vide un ragazzo avanzare lentamente: “Dexter dei PSO? Che ci fa qui? – Max voltò appena lo sguardo, scorgendo Mariam – L’ ho trovata! Ma cosa…”.

- Sembra che la corsa sia finita, eh? – sentì dire a Dexter con tono minaccioso – Credo proprio che cambierò un poco i miei programmi. Brutta schifosa… Guarda! – ululò, indicandosi il viso – Guarda cosa mi hai fatto! Non ti perdonerò! – Max vide con terrore che Dexter stava alzando il braccio contro Mariam, cosa voleva fare?! Sentì Mariam urlare:

- MAX!

Senza pensarci, si lanciò lungo la discesa, piombando addosso a Dexter.

 

POW! Mariam sentì il rumore di un pugno fendere l’aria, ma non era stato Delta che l’aveva colpita; senza capire aprì gli occhi, vedendo il ragazzo cadere a terra rovinosamente, mentre Max lo fissava col fiato corto:

- Non provarci… Mai più!

- Max…?

- Mariam! Stai bene?

- Insomma… - il discorso fu interrotto dai lamenti di Delta, che si stava alzando

- Cosa diavolo volevi fare a Mariam?! – chiese Max, furioso; Delta lo fissò, mugugnando:

- Merda… Ho fallito… - e senza dire altro scappò via

- Ehi, fermati subito!!

- Lascia stare, Max… AH!

- Mariam! Cos’ hai?

- La… la caviglia… Devo aver preso una storta… - Max fissò qualche istante la ragazza massaggiarsi l’arto dolorante, poi si inginocchiò porgendole la schiena:

- Forza, sali.

- Eh?

- Non vorrai camminare conciata in quel modo? Su, ti porto da tuo fratello e dagli altri, sono preoccupati ^-^.

 

Max, caricatosi Mariam sulle spalle, cominciò faticosamente ad avviarsi verso casa: la ragazza non era molto pesante, ma la febbre l’aveva reso debole e faticava come non mai.

- Senti Max… - disse ad un certo punto Mariam, interrompendo il silenzio – Perché… sei venuto a cercarmi?

- Ma è ovvio, no? – rispose allegro – Perché ero preoccupato ^^. – Mariam arrossì visibilmente. Max non lo notò.

- Invece… - continuò lei, qualche minuto dopo – Perché… porti la mia bandana al polso? - lui non rispose subito:

- Mi spiace, ma questo è un segreto.

- Come?! – disse lei stizzita – Un segreto?! Non se ne parla, dimmelo!

- He, he no, mi disp.. UH! – all’improvviso Max sentì la testa girargli e vacillò pericolosamente, ma si sforzò di non far cadere Mariam:

- Max che cos’ hai? Scusa, mi sono mossa…

- Tranquilla, è tutto a posto… - ma Mariam, aggrappatasi alla bene e meglio al ragazzo per non cadere, aveva appoggiato una mano sulla sua fronte:

- Ma tu scotti! Che ti è saltato in mente di uscire a venirmi a cercare con la febbre?! E in più portarmi in spalla, mettimi giù!

- Smettila, - rispose, la voce che sia affievoliva a poco a poco - ormai siamo arrivati…

Proprio in quell’istante, sentirono le voci di Takao e compagni, che li stavano chiamando.

- Max! Mariam! – esclamò Hilary – Meno male, vi abbiamo trovati!

-  Ma che ti è saltato in mente, Max?! – chiese Takao furioso – Che cosa pensavi di fare?!ma il biondo lo ignorò:

- Prendi Mariam, Dunga…

- Sorellina! – Jessie aveva quasi le lacrime agli occhi; perfino Dunga sembrava preoccupato:

- Tutto ok?

- Solo la caviglia… - Max tirò un sospiro di sollievo:

- Meno male… che siete arrivati… - e crollò svenuto.

 

*_______

 

Quella sera la casa di Takao era tranquilla molto più del solito: anche dopo che Mariam aveva raccontato agli altri cosa era successo, Hitoshi era riuscito ad evitare che si scatenasse il pandemonio, con la scusa che Max doveva riposare.

Quando Mariam e Jessie entrarono nella stanza dove si trovava il biondino, lui dormiva ancora.

- E’ stato proprio un incosciente – disse sottovoce Jessie – Non capisco proprio cosa gli passa per la testa.

- Neanche io – sospirò la sorella – Per questo voglio che guarisca in fretta, così sarà costretto a spiegarmelo e gli potrò tirare un bel pugno! – il ragazzino sogghignò:

- Sì, come no… - la sorella lo fulminò con lo sguardo e Jessie, un po’ intimorito, uscì dalla stanza.

Mariam cominciò ad asciugare delicatamente il sudore dal viso di Max, mentre le sue parole le rimbombavano ancora nella testa:

 

- Ma è ovvio, no? Perché ero preoccupato ^^.

 

Ripensandoci arrossì un’altra volta e sentì il cuore accelerarle nel petto: perché? Una domanda stupida la sua, se ne rendeva conto, a cui già sapeva dare una risposta.

Smise di passare il panno inumidito sul volto di Max, poggiandoselo in grembo, e cominciò a riordinare i biondi ciuffi del ragazzo, sfiorandoli appena con le dita. Piano piano, senza che per una volta fosse la sua ragione a comandarla, si chinò su di lui, con gli occhi chiusi, lasciando che le loro labbra si sfiorassero. Restò così, immobile, qualche istante, finchè non sentì una mano portarle dolcemente i capelli dietro l’orecchio e, allontanatasi dal volto di Max di qualche centimetro, aprì gli occhi, che si specchiarono in quelli cerulei di lui.

-  O\\\\\\\\O !!?!???!?!

- Ciao ^\\\^. – disse Max tranquillo, mettendosi seduto

- M-ma… e-eri… sv-sveglio O\\\\o?! 

- Già ^^! – lei lo fissò digrignando i denti, rossa come un pomodoro:

- ACCIDENTI A TE! L’ HAI FATTO APPOSTA, SEI UN LURIDO VERM… - lui la baciò un’altra volta, facendola tacere. Stavolta, quando la ragazza si allontanò, non disse niente, fissò solo il futon in silenzio, imbarazzata; Max sorrideva felice:

- Non me l’aspettavo sai ^-^?

- Neanche io, ad essere sincera. – lui la fissò senza capire – Non so perché io….

- Ah, io invece sì! E sono troppo felice ^^!! – lei lo fissò ancora più rossa:

- Perché invece l’ hai fatto tu?

- E’ una domanda un po’ inutile, non credi ^\\\\^?

- …‘\\\\\’ – calò ancora il silenzio – E’ per questo… che oggi sei venuto a cercarmi? E che porti con te la mia bandana – lui sorrise di nuovo:

- Sì ^^. E questa – sollevò la fascia rossa – ormai è un portafortuna.

- Sei stato un idiota ad uscire, lo sai?! Potevi lasciarci le penne!

- Esagerata.

- Dico sul serio! Non si scherza con un febbrone come quello che avevi quando ti abbiamo riportato qui, anche se sei un tipo robusto… - lui le poggiò un dito sulla bocca:

- Ma sto bene. E l’importante è che lo stia anche tu ^-^.

Stavolta Mariam non ribattè; anzi, sorrise al ragazzo, poggiandogli una mano sulla fronte:

- Sembra che la febbre sia calata, ma è meglio se ti riposi.

- Agli ordini, signorina infermiera ^-^!

- Ti credi spiritoso?

- Uhm… Sì ^^! – lei sospirò, prendendo la sua roba:

- Sei senza speranza… - sulla soglia, si voltò appena un attimo, sorridendogli di nuovo – Buonanotte

- Buonanotte!

Mariam uscì e, senza dire più niente, andò di sotto dagli altri.

- Quanto tempo ci hai messo sorellina? – le disse malizioso Jessie – cos’è, hai perso tempo col tuo ragazzo? Guarda che dobbiamo andare! – la ragazza gli si avvicinò e lui credette che stesse per tirargli uno scappellotto, invece lo accarezzò baciandolo sulla fronte:

- Hai ragione, piccolino, scusami ^-^!

- EH O_O? – tutti la fissavano allibiti

- Mariam, che ti prende?

- Hai una faccia…

- Eh, che faccia?

- Così: *-* - disse Daichi, imitando l’espressione trasognata della ragazza

- Ma va, sarà una vostra impressione… *-*. Su, andiamo, Ozuma, ragazzi! Ciao, ci vediamo ^-^! – e uscì tutta pimpante dalla casa, sotto gli sguardi allibiti dei presenti. Solo Ozuma sorrise alzando un sopracciglio: “Ma guarda un po’…”

- Ozuma…

- Cosa c’è, Takao? – il moretto era stranamente serio

- Davvero quelli del PSO Team vogliono utilizzare i Bit-power com’energia?

- … Sì.

- E… c’è dell’altro, vero? – Ozuma lo fissò imperturbabile:

- Credo di sì, ma purtroppo non so nulla. Posso solo dire a tutti voi di stare attenti.

E così dicendo uscì, raggiungendo i compagni e Mariam, che, benché zoppicando, camminava a quasi due centimetri da terra per la felicità.

- Ma cos’ ha mia sorella? – chiese un po’ preoccupato Jessie; Ozuma tornò a sorridere:

- Nulla, puoi stare tranquillo.

   
 
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