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Autore: WhiteWitch    27/11/2014    7 recensioni
[Grantaire-Enjolras]
"Dammi le tue mani, Enjolras, di modo che io possa baciarle e tenerle strette. Voglio aggrapparmi alle tue dita, le tue sottili e bianche dita, ma adesso sono di nuovo sbronzo e tu non mi guarderai nemmeno. Eppure ti sento qui, vicino a me. Oddio, sei qui davvero. Sento il tuo respiro caldo nel mio orecchio, la tua bocca famelica che scava nel mio collo, amami, dolce Enjolras, con i tuoi capelli d'oro e il tuo naso dritto, la tua casacca rossa sul pavimento."
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Enjolras, Grantaire
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La luce del giorno non mi è mai piaciuta.
O almeno, se come me ti ritrovi sempre ubriaco agli angoli delle strade, Parigi che vortica intorno a te senza volersi fermare, nessuno che ti riservi appena più di uno sguardo, beh, allora no che non mi piace. A chi vuoi che importi di Grantaire, del povero Grantaire che muore dalla voglia di sbronzarsi fino allo sfinimento.
Alla mattina il mio primo pensiero è l'alcool e tutti ormai lo sanno. Lo sai anche tu, amico mio. Sai quanto io mi detesti quando ogni giorno prendo la bottiglia e sai anche quanto invece io idolatri me stesso dopo le prime gocce. Basta davvero poco e divento ciò che sono, scettico, ironico, beffardo, indolente. Tutto ciò che tu, invece, non sei.

Enjolras.

Perfino il tuo nome è pura magia. Sentilo, avanti: pronuncialo. Enjolras. Enjolras. Enjolras.
Di solito quando continuo a dirlo tu mi fermi. Diventa una ninna nanna sulle mie labbra, la lingua impastata dal troppo vino che si attorciglia su se stessa e chiede pietà, ma il mio cervello è troppo su di giri per smettere. Enjolras. Enjolras. Enjolras.
Fermami, amico mio, fermami prima che sciupi il tuo nome.
Sigilla le mie labbra con un bacio, ferma la mia lingua con la tua. La mia voce roca non ti darà più fastidio. Fallo e prendimi, prendimi adesso. Tu, che sei tutto, prendi me che non sono niente. Stringimi, dammi le tue mani.
Dammi le tue mani, Enjolras, di modo che io possa baciarle e tenerle strette. Voglio aggrapparmi alle tue dita, le tue sottili e bianche dita, ma adesso sono di nuovo sbronzo e tu non mi guarderai nemmeno. Eppure ti sento qui, vicino a me. Oddio, sei qui davvero. Sento il tuo respiro caldo nel mio orecchio, la tua bocca famelica che scava nel mio collo, amami, dolce Enjolras, con i tuoi capelli d'oro e il tuo naso dritto, la tua casacca rossa sul pavimento.
Le tue gambe avvinghiate alle mie: guardale. Un bel disegno, non trovi anche tu? Ma so che tu non hai tempo per fermarti a guardare. Cerchi i miei capelli con le dita. Prendili, tirali, strappali se credi, non mi importa. Ah, amico mio. Mio Enjolras.
A volte, quando mi sorprendi con la faccia contro il tavolo, la bava alla bocca e una bottiglia vuota in mano, ormai all'alba in una qualche bettola, a volte mi pento. Prometto a me stesso che cambierò, che non toccherò mai più una sola goccia di vino. Sono convinto del mio giuramento mentre tu, in silenzio, mi riporti a casa: so che lo fai per il mio bene, Enjolras, che alla mattina la prima cosa che fai è venirmi a cercare, per assicurarti che io sia ancora tutto intero; e allora provo così tanto ribrezzo per me stesso da voler piangere. Finché sei con me, amore mio, io sto bene.
Mi sento vivo e mi sento sano. Mi sento pulito.

Ma poi tu te ne vai. Tu e la tua rivoluzione. Si impicchi la rivoluzione! Io sono qui, sono qui sempre, per te sono qui quando vuoi e nemmeno te ne accorgi. Dio, quanto ti odio. Sei la persona più orribile e crudele che conosca, ma ti amo. Ti amo e tu lo sai, ma non ti importa. Prendi il mio amore e lo getti nel fuoco, prendi il mio corpo e ne fai quel che vuoi.
Mi piace quando lo fai. Quando fingi che ti importi – e magari in quel momento ti importa davvero – quando mi abbracci e mi sussurri parole all'orecchio. Allora chiudo gli occhi, oh, che brividi lungo la schiena quando sento il tuo corpo contro il mio. Vorrei dirti quanto questo conta per me, quanto spero ogni giorno che tu mi faccia sentire così. Ricordi quella notte, amore? Quando restammo abbracciati e tu dormisti con me, così vicino, così vicino, il petto contro le mie spalle, caldo, le tue mani intrecciate alle mie, il tuo lieve russare così dolce. Piansi, quella notte, piansi in silenzio perché sapevo che all'alba tu ti saresti rivestito e saresti andato via. Oh, mio Dio. Oh, mio Enjolras.
Mi vorresti perfetto. Mi vorresti migliore. Vorrei essere come te, certe volte quasi imito il tuo modo di fare. Gli altri ridono, quel coglione di Courfeyrac e quel damerino mancato di Marius. I tuoi amici. Ridono perché pensano che ti stia prendendo in giro e lo trovano divertente. Non è così, non è mia intenzione essere divertente, io ci provo e ci riprovo, ma non sarò mai come te.
E allora cosa posso fare, se non sollevare una maschera sul volto? Una maschera ubriaca, ridanciana, ilare. Cosa c'è dietro il mio sorriso, chiedi. Perché, Grantaire, perché ridi sempre come un cretino? Se tu fossi un po' più sobrio non dovrei venirti a ripescare nelle fogne ogni mattina.
So che pensi di me. Pensi che io sia un poco di buono, eppure io ti ammiro così tanto! Cosa non farei per te, Enjolras, oh, nemmeno te l'immagini. Morirei per te, morirei con te, mille e mille volte ancora, cento e cento volte morirei se tu volessi amarmi.

Sento i tuoi passi fuori dalla porta. So perché sei venuto: vuoi scusarti. Pensavi che non avessi capito ciò che mi hai detto? Credevi avessi la mente annebbiata come al solito? “Metti giù quella bottiglia, Grantaire! O non sei buono a niente?”. Queste le tue parole. Che rabbia, Enjolras, che rabbia e quanta paura nel mio cuore quando lo hai detto. Ho creduto di averti perso – forse un po' di nebbia nella mia testa c'era – e mi sono spaventato così tanto. Nemmeno hai visto con che sguardo ti ho fissato, sgomento e intristito.
Ma tu sei qui. Non ti scuserai mai, no, ma che mi importa? Nulla importa, sei venuto da me.
Apri la porta e Dio, Enjolras, Dio mio. Mi dici sempre di non imprecare, di darmi un contegno. Mettiti a posto, Grantaire, sistemati la camicia. Pettinati quei capelli, Grantaire, sembri uno scappato di casa.
Perché non mi dici di ricompormi, adesso? Ora che sono qui, in maniche di camicia, lo sguardo basso e i piedi nudi. Perché non me lo dici, ora? Non sono un granché, con la barba nera rasata di rado e gli occhi lucidi per l'alcool, la mano destra che trema, non smette mai, nemmeno quando dormo. Mi hai detto tu che è stato l'oppio a farmi questo.
Tu non hai lo sguardo basso, anzi. Sembri quasi una persona buona, ora che ti vedo bene, con quel sorriso dolce e parole incoraggianti. Chiudi la porta e ti avvicini. Vorrei trattenermi, fingermi offeso, ma la verità è che ogni frase maligna è stata dimenticata.
Allarghi le braccia ed io mi faccio piccolo contro di te. Vorrei sparire. Non mi importa nulla della tua guerra, né del tuo generale Lamarque, che egli sia morto oppure no tu ora sei con me. Con me e nessun altro, almeno per qualche ora.
Mi baci, sì, ti sento. Sento le tue labbra morbide che sfiorano le mie. Succhi la punta del mio naso e risali verso le mie palpebre chiuse. Ti sento sospirare. Le tue mani sfilano la mia camicia dalla testa e in pochi istanti sono nudo davanti a te.
E anche tu sei nudo, quasi non mi sono accorto che ti sia spogliato. Bello, bellissimo, i peli biondi sotto l'ombelibco e le gambe snelle, le braccia forti e il volto di un fanciullo. Se fossi un poeta scriverei di te, se fossi un pittore dipingerei il tuo viso, splendido Narciso, incorruttibile Enjolras.
I tuoi baci si fanno affannosi e ti sento grugnire contro la mia bocca. Mi mordi le labbra e la lingua, con le unghie mi graffi la schiena. Le tue dita rapaci sono incredibili, violente, lasciano lunghe scie rosse sulla pelle. Una solitaria goccia di sangue cola lungo la spina dorsale, fino alle natiche.
Sollevo le mani e ti prendo il viso, lo avvicino ancora, come se non fosse abbastanza. Amore mio, amami come solo tu sai fare. Le tue braccia si avvolgono intorno a me, di nuovo. Mi sento al sicuro, proteggimi da qualsiasi cosa, Enjolras, dalla tua rivoluzione, dal vino e da me stesso.
Non mi impensierisce prenderlo in bocca, lo sai, perché sono consapevole di quanto ti piaccia. E piace anche a me, perché mentre sono in ginocchio tu mi prendi i capelli e mi dici che sono tuo. Nessuno potrà averti, Grantaire: dillo. Pronuncia queste parole, fammelo capire che mi vuoi.
Anche mentre scivoli in me sto bene. Non importa il dolore, è qualcosa che posso ben dimenticare. Fammi tuo, prendimi mentre mi stringo le labbra tra i denti fino a farle sanguinare, la tua lingua sulla schiena e il tuo fiato sulla pelle. Mordimi. Oh, Dio, se esisti e se stai guardando sappi che io lo amo.
Enjolras. Enjolras. Enjolras.
So che non ti piace se grido, temi che qualcuno mi senta. Ma non posso farne a meno, amore, perdonami, ti prego. Mi fai male ma, oddio, è meraviglioso. Nella stanza c'è puzza di sudore e di sesso. Continua, Enjolras, continua e non ti fermare. Non andartene, resta.
Ora tu hai finito ed io sono così felice, così profondamente felice che quasi non mi importa di quanto mi hai fatto male. Se poi mi baci come stai facendo ora io posso anche morire.
Che sappiano questo, che tutti lo sappiano: Grantaire e Enjolras, tra loro c'è qualcosa. C'è qualcosa mentre appoggi la fronte alla mia, ancora ansante e appagato. Sento il tuo sorriso nei baci, sento il tuo respiro che pian piano si rilassa. E sorrido anche io, la fronte corrucciata, gli occhi bene aperti a guardare i tuoi, serrati.
E tu te ne andrai di nuovo, lo sappiamo entrambi. Ma sappiamo anche che, ovunque siamo, c'è un legame. Se moriremo sarà insieme, mio Enjolras, capitano coraggioso, impavido condottiero. Il mio uomo della barricata.

Troveranno i nostri corpi, magari qui al Café Musain, pieni di piombo quando le milizie parigine ci saranno addosso. Arriverò in ritardo come al solito e magari sarò anche sbronzo, ma ci sarò per te. Ovunque sarà, la fine verrà per entrambi, o insieme o niente. Tu non ti arrenderai nemmeno quando te lo chiederanno: stai pur certo che sarò con te, in vita e nella morte.

Enjolras. Enjolras. Enjolras.

   
 
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