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Autore: _Kurai_    28/11/2014    1 recensioni
Manami, entusiasta, tira fuori una torcia dal suo zaino e invita gli altri a sedersi in cerchio, dopo aver spento la luce.
"Posso iniziare io? Ho in mente una storia che vi farà venire i brividi!" e accende la torcia, illuminandosi il volto dal basso, come in ogni maratona di racconti del terrore che si rispetti.
E così tutti si lasciano ingannare dal piccolo, angelico Manami, troppo stupiti dal vederlo animarsi così tanto per qualcosa che non sia il ciclismo. In fondo cosa sarà mai, possono anche accontentarlo ogni tanto.
Non hanno idea di quanto se ne pentiranno, di lì a poco.
Genere: Demenziale, Drammatico, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Team HakoGaku
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Conti alla rovescia e ali spezzate

«Shinkai-san...?»  Izumida cerca di attirare l'attenzione del suo senpai, senza risultati. 
Il rosso, senza battere ciglio, in un attimo si mette pancia a terra e poi inizia a strisciare sul pavimento come un soldato. Si spinge fino al limite della catena, quindi cerca di allungare il più possibile il braccio destro per raggiungere la barretta, nonostante la caviglia incatenata non sia particolarmente entusiasta della cosa. 
Izumida lo ammira profondamente da quando l'ha visto la prima volta, certo, ha deciso di diventare uno sprinter per percorrere le sue orme e lo considera un modello da seguire ma... ecco... sta iniziando a pensare che il colpo in testa abbia avuto qualche strano effetto su Shinkai: come fa a preoccuparsi di una stupida barretta energetica in una situazione simile? 
Nonostante tutto, decide di fidarsi. In fondo, Hayato è sempre così imprevedibile... anche per questo lo stima tanto. Secondariamente, non può fare altro: la porta è troppo lontana per entrambi e nella stanza c'è solo una grossa vasca, qualche mucchio di accappatoi e asciugamani candidi e loro due, seduti sul pavimento in mezzo al vapore.
Una vena si gonfia sulla fronte di Shinkai, la concentrazione è massima. Un paio di centimetri ancora, solo qualche millimetro... il polpaccio lancia urla di dolore ma l'obiettivo è vicino, puó farcela. Izumida osserva la scena con un misto di ammirazione e preoccupazione, quasi si sta dimenticando anche lui di essere incatenato e di avere al collo quell'ignoto arnese inquietante. Shinkai stira ancora di più i muscoli, tende il braccio al massimo, sfiora la confezione della barretta, fa per afferrarla ma gli sguscia via dalle mani, complice il pavimento bagnato. Finalmente alza gli occhi. 
«Touichiro-kun»  Izumida sobbalza, sentendosi chiamare con il nome di battesimo, come il suo senpai fa solo con i suoi coetanei del terzo anno. Shinkai fa un cenno con la testa, indicando la barretta che ha attraversato tutta la stanza ed è atterrata a mezzo metro dal compagno. Un lancio preciso («Aaaabuuu!!!» ) ed ecco che finalmente Hayato la addenta e può affrontare lucidamente la situazione.
Izumida pende dalle sue labbra come se quel morso potesse provocargli un'epifania, e in effetti appena l'altro sprinter strappa con i denti il primo pezzo di barretta alza gli occhi come se avesse avuto una rivelazione «Ma qui c'è qualcosa...»  e srotola dall'interno dell'incarto un quadratino di carta. Impallidisce. 
«Usakichi...» 
«Cosa succede, Shinkai-san?»  il tono di Izumida è di nuovo allarmato, e di colpo riprende coscienza del panico, che serpeggia sul suo petto muscoloso con un brivido ghiacciato.
Senza dire nulla, Hayato mostra una foto del suo coniglietto con una X rossa scarabocchiata sopra. "Se non ti libererai entro un'ora il coniglio morirà."
«Usakichi io non-- non lascerò che succeda!» 
«Avete capito qual'è la posta in gioco? Il tempo passa e quei collari esploderanno tra un'ora... anzi, cinquanta minuti...bzzz»  
Una voce confusa e leggermente disturbata, che proviene da una pila di asciugamani a pochi passi da Shinkai. Il ragazzo allunga la mano, tasta nel mucchio e tira fuori uno stupido walkie talkie da bambini, che emette un vago ronzio.
«COSA? Shinkai-san... ha detto che esploderanno... ABUUUUU?!» 
I muscoli perfettamente delineati e il suo allenamento non servono a nulla in una situazione simile. Izumida inizia istericamente a tirare, maneggiare e muovere su e giù il collare che indossa, sperando che possa cedere, chissà come.
«Conoscete Battle Royale?»  Di nuovo la voce, ora più divertita. «L'unico modo per disattivare quei collari è che uno di voi due muoia, o che uno di voi due trovi la chiave nascosta in questa stanza... ma così appena la serratura interna scatterà l'altro collare esploderà comunque!»  qualche secondo di silenzio, come se volesse registrare le reazioni alle sue parole. Izumida è impallidito fino ad assumere il colore delle piastrelle, mentre lo sguardo di Shinkai è fisso verso una lucina rossa che si intravede dalla grata del condotto dell'aerazione. Anche i suoi occhi luccicano di uno strano bagliore rosso, come se avesse già tacitamente raccolto la sfida. 
«Non sentite il vostro cuore che batte forte ora? Non sta battendo nel vostro petto fino a fare male? Anche il mio batte forte... non vi sembra di rendervi conto solo adesso che siete vivi?» .
Shinkai rivolge lo sguardo prima al suo kohai -che sta per avere una crisi di nervi, a giudicare dall'espressione- poi alla foto e al piccolo walkie talkie ronzante, quindi sospira e si porta le mani alla fronte: chi li sta torturando così? Come può essere che solo uno di loro due può sopravvivere? E mentre loro sono lì, cos'è successo agli altri? 
Si sente come quando voleva smettere di gareggiare per aver accidentalmente ucciso la mamma di Usakichi, spuntata all'improvviso da dietro una curva. Non gli si può chiedere una scelta simile... "Juichi... tu cosa faresti?" pensa tra sè, sperando in un'illuminazione. Ora come ora, vorrebbe solo fuggire da quella scelta, fuggire dalla sua testa, fuggire da quel luogo dove gli si chiede di scegliere tra sé stesso, una persona a cui tiene e una piccola creatura con cui si sente già in debito. Ma non può perdere la calma. Addenta di nuovo la barretta energetica, stavolta con rabbia.
«Ci stai guardando, vero?» 
Nessuna risposta. Non può fargli scoprire così facilmente le sue carte.
Sospira di nuovo.
«Touichiro-kun... dobbiamo cercare la chiave, non credi?»  vorrebbe mettergli una mano sulla spalla e rassicurarlo, come ha già fatto tante volte in precedenza, ma non può arrivarci neanche volendo. Dà uno strattone nervoso alla catena, cercando disperatamente qualcosa a cui appigliarsi per non perdere la calma. Izumida si fida profondamente di lui, non può permettersi di vacillare.
«Shinkai-san, noi usciremo entrambi da qui, vero?»  
«Ovviamente, dobbiamo tornare dagli altri. Ci riusciremo tutti e due, fidati di me»  sorride, sebbene lui stesso non abbia idea di cosa fare. 
«Ok, abu!!! Dove può essere una chiave qui dentro?»  pensa ad alta voce Izumida, rinfrancato dalla sicurezza apparente del senpai. 
«Abbiamo poco tempo, dobbiamo pensare lucidamente... oppure buttare tutto all'aria nel modo più rapido possibile»  afferma Shinkai con la sua migliore espressione risoluta, e inizia a setacciare a tappeto la sua parte di stanza, nel raggio consentitogli dalla catena. Touichiro lo imita, senza pensare al fatto che la chiave è una sola e la scelta è solo rimandata. 
Poco distante da lì, davanti allo schermo di un computer portatile, qualcuno li osserva sorridendo.
____
Non gli sembra nemmeno di aver pedalato davvero per quei due isolati: è come se il suo corpo l'avesse fatto indipendentemente dal suo cervello, troppo impegnato ad ancorarsi disperatamente a qualsiasi barlume di razionalità. Ha ancora stampata in mente l'immagine di Arakita privo di sensi sorretto da Fukutomi, e continua a guardarsi intorno spasmodicamente alla ricerca di qualcuno, di un telefono pubblico, di qualsiasi cosa. Ma la zona, tanto gremita di spettatori e fans durante il giorno, sembra essersi totalmente svuotata. Non un'anima viva, non una luce accesa, e in un attimo è già davanti al ryokan. Una grossa falena svolazza intorno alla luce sulla porta d'ingresso, proiettando la sua sagoma tremolante sul muro. Toudou ha un brivido, mentre abbandona la bicicletta contro la parete esterna. La hall continua ad essere deserta e l'unico rumore sono le lancette dell'orologio, che ingaggiano una gara con il battito del suo cuore, arrivando miseramente seconde.
"Calmati, calmati, andrà tutto bene."  continua a ripetersi. 
Vorrebbe che ci fosse Maki-chan con lui, adesso. Quando il suo team conta su di lui ed è solo a sostenere il peso delle loro aspettative e delle loro speranze averlo accanto, nonostante sia un avversario, lo fa sentire come se potesse scalare la vetta di qualsiasi difficoltà. Ma ora deve concentrarsi sul compito che gli ha dato Fukutomi. Deve chiamare gli altri, cercare qualcuno dello staff tecnico, un telefono, qualsiasi cosa... ogni pensiero si accavalla con mille altri mentre sale le scale a due a due: prima di svegliare chiunque vuole recuperare il suo cellulare e chiamare un'ambulanza, ma ad attenderlo c'è un'altra amara sorpresa.
La maniglia della porta va su e giù a vuoto e la chiave non gira nella serratura, come se ci fosse qualcosa a bloccarla. Può essere possibile che Izumida, Shinkai e Manami siano tornati in stanza a dormire e li abbiano chiusi fuori? Comunque non c'è tempo da perdere: dopo aver bussato piano il climber inizia a battere i pugni sulla porta e a chiamare forte i suoi compagni. Nessuna risposta. Quel silenzio inizia a spaventarlo sempre di più, così inizia a bussare forte e chiamare aiuto in tutto il corridoio. Non gli interessa che gli avversari sappiano quello che è successo a questo punto, ci sono cose più importanti della tappa finale dell'Interhigh. 
Ma il silenzio è sempre più assordante, nessuno risponde alla sua richiesta di aiuto sempre più disperata. Sembra che siano tutti spariti nel nulla. Avvantaggiarsi dell'assenza di rumore è sempre stato il suo punto forte, ma solo ora comprende fino a che punto il silenzio può generare terrore.
"Che cosa sta succedendo? Perchè tutto questo sta accadendo a noi? Qualcuno si sta accanendo contro l'Hakogaku?"  pensa, cercando di farsi venire in mente la mossa successiva.
Dopo qualche istante non trova soluzione migliore che uscire di nuovo. Sicuramente nei dintorni riuscirà a trovare almeno un telefono pubblico... il tempo passa troppo veloce e non ha idea delle condizioni di Arakita, ha già perso troppi istanti preziosi.
Toudou esce di nuovo in strada, sbattendo la porta dietro di sè. Sul selciato, una grossa falena giace immobile, con un'ala spezzata. 
______
«Sono passati quasi quaranta minuti, forse avrei dovuto darvi qualche indizio? Forse... ma ci sareste arrivati troppo in fretta»  la voce riemerge dal ronzio. «Devo farvi presente una cosa: in questa stanza c'è anche un altro oggetto che può aiutarvi a uscire da qui. Ed è vicino, più vicino di quanto credete.» 
«Non hai altro da dire? Perchè ci stai facendo questo? E come faccio a sapere che Usakichi è ancora vivo?»  Shinkai sbotta nel microfono del walkie-talkie, frustrato per la ricerca infruttuosa. 
Di nuovo nessuna risposta.
Se continuano a non trovare nulla perderà tutto, moriranno tutti e tre. Ma deve andare oltre, deve pensare in fretta.
E gli viene in mente, di colpo. Perchè non ci ha pensato prima? Ci ha passato una buona parte della serata in fondo, immerso fino al mento a godere del sollievo che l'acqua tiepida regalava ai suoi muscoli provati da due giorni di continui e logoranti sprint. Come ha fatto a non pensare alla vasca?
La catena sembra di colpo più leggera e Hayato avanza sicuro fino al bordo. Guarda giù, tra il vapore e le bolle, e lo individua.
Un bagliore metallico. Un oggetto indubbiamente più grande di una chiave.
«Shinkai-san... hai trovato qualcosa, abu?» 
«Sì, ma non riesco a capire cos'è, l'acqua è troppo scura»  risponde il rosso «devo immergermi» .
Hayato spera che la lunghezza della catena gli permetta di raggiungere il fondo, e senza pensare immerge prima la testa e le braccia, puntando sicuro verso il vago riflesso argenteo sul pavimento della vasca. Uno, due, tre tentativi: per quanto ci provi, l'oggetto sembra farsi più lontano ogni volta che cerca di prenderlo.
La riserva d'aria nei polmoni inizia ad esaurirsi: ancora l'ultimo tentativo, deve provare un'ultima volta. La catena alla caviglia gli impedisce di darsi una spinta sufficiente, mentre il collare inizia a comprimergli dolorosamente la gola, che inizia a bruciare. Apre gli occhi, concentrandosi solo sull'obiettivo sfocato davanti a lui.
E infine, chiude le dita della mano destra su quella che sembra un'impugnatura.
Sottile. Metallica. Pesante. Ha capito.
Avrebbe dovuto immaginarlo.
Esce fuori dall'acqua tossendo e gocciolando, gli occhi totalmente coperti da un ciuffo di capelli bagnati appiccicati alla fronte.
Izumida abbassa lo sguardo e si immobilizza sul posto.
La mano di Shinkai sta stringendo una pistola. 

 

Ebbene, è finito anche questo. Mi diverto proprio a torturare il mio team preferito, eh? Beh che dire, grazie a Palketta per la recensione e a tutti quelli che sono passati di qui e che stanno seguendo questa storia, voglio bene a ognuno di voi çAç <3
Al prossimo capitolo!

_Kurai_

   
 
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