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Autore: semplicementeme     31/10/2008    2 recensioni
Aveva deciso di partire per dimenticare.
Aveva deciso di partire per non soffrire.
Aveva deciso di partire per trovare, finalmente, un po’ di pace.

Vi siete mai chiesti cosa sarebbe successo se al posto di Flanny fosse partita Candy?
***ON LINE: VI capitolo***
Genere: Romantico, Malinconico, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Candice White Andrew (Candy), Terrence Granchester
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Capitolo IV

Era arrivata. Finalmente il suo viaggio si era concluso. La lunga traversata che l’aveva ricondotta in Europa era terminata. Erano approdati in Inghilterra, al porto di Londra. Lo stesso porto che l’aveva vista anni addietro protagonista di uno straziante addio con il suo grande amore.

Inesorabilmente i ricordi di Candy tornarono indietro e poi, dalla fine di tutto, tornarono al presente ed ancora a quattro anni prima. A quella traversata che le aveva fatto conoscere un ragazzo molto somigliante al suo Anthony. I ricordi si rincorrevano senza sosta mentre cercava di mettere ordine nella sua mente.

Strinse il cappotto nero che avevano in dotazione tutte le crocerossine. Un cappotto di una lana grezza e ruvida. Si accucciò meglio nella grande, e calda, sciarpa arancione – regalo di suor Maria il Natale precedente. La croce rossa di stoffa era bene in vista sul braccio destro.

Scese, con Evelyn, dal peschereccio che le aveva prelevate dalla corazzata che le aveva accompagnate fino al largo del porto di Londra. Erano da poco passate le sedici. Meno di due ore e sarebbe scattato il coprifuoco.

La sua compagna di viaggio si guardava intorno incuriosita, era la prima volta che si trovava a Londra. Era la prima volta che lasciava gli Stati Uniti. Per lei era tutto nuovo. I suoi grandi occhi castani erano rapiti dalla vita di quel porto.

Un porto che restava comunque vivo nonostante gli attacchi dell’aeronautica tedesca. Il Barone Rosso era la fonte di maggiore preoccupazione per tutti gli aviatori, e non solo. Era un pilota eccezionale. Aveva buttato a terra più di sessanta aerei e sembrava imbattibile, sicuramente ne avrebbe buttati giù molti altri. Gli attacchi su Londra divenivano sempre più frequenti e la gente iniziava a lasciare la città, ma il porto… il porto restava sempre il fulcro di tutto.

Candy guardava la gente come in trance. Non ascoltava i rumori. Non percepiva gli odori. Era immobile. Ferma. Persa. Ancora una volta era tornata a quei giorni, a quando erano stati Stear ed Archie a venirla a prendere appena giunta sul suolo britannico, ma stavolta… stavolta era diverso.

Era partita in silenzio. Senza dire niente a nessuno, lasciando solo poche righe al suo tutore e alle due direttrici della casa di Pony. Poche righe per spiegare tutto.

- Candy… Candy, mi stai ascoltando?

La bionda fu strappata dai suoi pensieri dalla voce di Evelyn che le parlava al quanto preoccupata.

- Scusami. Ero soprappensiero. Cosa mi stavi dicendo?

La compagna di viaggio la guardò seriamente, poi scosse il capo e rispose.

- Sei perennemente con la testa tra le nuvole. Per caso, sei così anche a lavoro? Ti stavo chiedendo se almeno tu, che già sei stata a Londra, hai idea da che parte andare per il St Mary ‘s Hospital.

Candy si guardò attorno come in cerca di un indizio. Poi la vide. Una piccola osteria. Da quella parte era il centro storico di Londra. Dovevano andare a destra se volevano raggiungere l’ospedale.

- Sai Ev, anche a lavoro, spesso, mi capita di essere con al testa tra le nuvole, ma fino adesso non ho mai ammazzato nessuno quindi puoi stare tranquilla. Il mio lavoro lo so fare. Adesso seguimi. Per arrivare in ospedale dovremo fare un bel po’ di strada.

Candy sorrise incoraggiante all’amica. Prese la borsa da viaggio che aveva seco ed iniziò ad incamminarsi verso la strada maggiormente trafficata. Evelyn restò ferma un attimo, era incredibile: Candy riusciva ad alternare momenti di tristezza a momenti di allegria, ma si chiedeva fino a che punto questa allegria fosse vera. Cosa nascondeva quella ragazza dal nome Catherine House? Perché si faceva chiamare Candy? E come mai era stata già a Londra?

Le due ragazze camminarono per le vie della città in fretta. Era tardi. Meno di un’ora e sarebbe scattato il coprifuoco. Da quanto camminavano? Era possibile che fosse già passata un’ora dal loro sbarco? Candy avanzava in fretta. Le nuvolette bianche che uscivano dalla sua bocca erano segno evidente del freddo che c’era nella capitale del Regno Unito. Si guardava indietro, Evelyn la seguiva con qualche difficoltà. Decise di rallentare il passo, ancora pochi minuti e sarebbero arrivate.

- Coraggio. Manca poco.

Prese dalle mani della compagna la borsa con dentro gli effetti personali e ricominciò la sua marcia.

- Candy, ti prego. Lascia, posso benissimo portarla. Tu hai la tua.

- Evelyn, manca meno di un’ora al coprifuoco. Voglio arrivare il prima possibile all’ospedale. Sei stanca, lascia portare a me la tua borsa. Coraggio, un ultimo sforzo e dopo potremo riprendere fiato.

Il tono da autoritario era diventato, con il proseguire del discorso, più dolce e comprensivo. Candy rivedeva nella sua compagna di viaggio Annie. La stessa delicatezza e fragilità. Aveva voluto bene a quella ragazzina di poco più di quindici anni da subito.

Meno di dieci minuti dopo si ritrovarono di fronte ad un’imponente costruzione di Paddington, quello era il St Mary ‘s Hospital. Un edificio che contava almeno quattro piani, sul lato principale erano presenti più di trenta finestre. All’entrata principale svettava, sul piccone più alto, la bandiera del Regno Unito, a mezz’asta in segno di rispetto per i morti causati da quella guerra. I mattoni rossi risaltavano nella nebbia di Londra.

Candy ed Evelyn si guardarono un po’ più serene. Erano arrivate prima del coprifuoco.

Volevo ringraziare di cuore Kaoru che trova sempre due minuti per me. Volevo rispondere anche al tuo dubbio, se ho deciso di prendere una pausa è anche perché gli impegni sono troppi ed il tempo è poco. Appena sarò più libera, comunque, tornerò a scrivere. Per adesso, però, stai serena, staremo insieme per almeno altri tre mesi! Se non di più!

   
 
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