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Autore: Diana_1997    29/11/2014    1 recensioni
Leggo tanto di ragazze autolesioniste,così con questa storia ho provato a mettermi nei loro panni. Ho provato a scrivere di loro. Però qui non si parlerà solo di autolesionismo, ma anche di violenze, droga, di alcool e degli effetti che questa può avere. Si parlerà di un amore negato fino all'impossibile, della voglia di cambattere per esso. Si parlerà di delusioni, di rabbia e della voglia di mettercela tutta. Spero la seguiate,spero che vi piaccia e spero sopratutto di farvi emozionare.
PS: Questa storia è presente anche sulla mia pagina facebook rigardante gli One Direction.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Liam Payne, Niall Horan
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1


Ci troviamo in un paesino vicino Londra. Io sono Diana, ho 16 anni e sono quella che gli altri chiamano "sfigata". La bilancia è il mio grande nemico, anche anche se, non ho amici. Troppo brutta, troppo insicura,troppo grassa per averne. Sono sola. Sola al mondo. Mia madre è morta, beveva. Un giorno il suo cuore non ha retto più. E così addio. Mi ritrovo ad abitare con mio padre,abusa di me. La prima volta fu a 10 anni. Era il mio compleanno, iniziò con i complimenti poi le cose si fecero serie. Mia madre sapeva di tutto questo,ma non ha mai fatto niente. Cosa poteva mai fare? Lei aveva già i suoi problemi con l’alcool e la droga. A malapena vedeva, la droga le aveva rovinato la vista. Nell’ultimo periodo della sua esistenza mi presi io cura di lei. Io doveva prepararle da mangiare, io dovevo lavarla, io dovevo essere la madre e lei la figlia. In effetti era sempre stato così.
Erano le sei di mattina e mi ero appena alzata.Erano appena teminate le vacanze cos' mi affrettai a prendere l’autobus quando sulla soglia della porta quello che doveva essere mio padre mi tirò per un braccio.
-Dove vai? mi chiese. Gli puzzava l’alito di alcool ed erano solo le sei di mattina.
-A scuola risposi
Mi sorrise. Sapevo cosa volesse significare quel sorriso.
-Ti prego lasciami. Devo andare a scuola. dissi agitata
Il postino mi salvò. Bussò alla porta ed io ne approfittai per scappare. Avrei tanto voluto andarmene e non tornare più. Ma lui mi avrebbe cercata, trovata e picchiata a sangue. Ho solo sedici anni eppure mi sento vecchia. Vecchia dentro, consumata.
Presi l’autobus che dopo una ventina di minuti mi portò a scuola. Non era cambiato niente. Da una parte c’erano gli emo, i popolari, i secchioni e dall’altra parte le matricole. E poi c’ero io. Io che non facevo parte in nessuna di queste categorie. C’ero solo io. Io e la mia insicurezza, io e miei segreti. Io e la mia lametta e i miei tagli nascosti da un maglione lungo. Non bussate alla porta del mio cuore. Non troverete i giardini fioriti . Troverete solo un luogo vuoto e abbandonato. Sapete, a volte le persone fanno schifo. Non parlo mai di questo, con nessuno. Con chi dovrei parlarne? La mia storia è incisa sui miei polsi. Tocca agli altri saperla leggere. I miei tagli sono quelle urla che nessuno sentirà mai.

La campanella suonò. Erano già entrati tutti. Era rimasto solo un banco vuoto, infondo all’aula ovviamente rotto. Mi sedetti, presi le cuffiette e per un po’ fui felice. Vidi venire James verso di me.
James era il classico stronzo della scuola. Quello amato da altri stonzi come lui e odiato da tutti gli altri.
- Hey, depressa i tuoi amici emo ti stavano aspettando, volevano tagliarsi con te.
Nella classe ci fu un boato. Iniziarono tutti a ridere. Sentivo il loro divertimento entrarmi dentro, attraverso i tagli che avevo sul corpo. Erano come veleno.Feci finta di niente, come se non lo avessi sentito. Come le se parole di ‘Adele’ fossero più forti. Come se la musica fosse più forte di tutto quello.
Al mio non dire nulla si arrabbiò. Prese le cuffiette con forza dalle mie orecchie. Abbassai lo sguardo, ancora una volta feci finta di niente. Voleva farmi reagire. Scaraventò le cuffiette fuori dalla finestra. Un’auto, me le frantumò.
-Perché non la lasci in pace?
Dalla soglia della porta si sentì una voce. Aveva un accento strano. Non era inglese.
-Lasciala in pace imbecille.
James si voltò di scatto. La sua mascella si tese tutti sapevano che non era una buona cosa.
-E’ tu chi sei?' si arrabbiò
Il ragazzo entrò. Era biondo, occhi azzurri, bellissimo.
-Sono Niall. E tu sei un coglione.

CONTINUAA..
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Questo è il primo capitolo. COme ho già detto nella trama molte volte leggo di ragazze che si fanno del male. Così in questa FF voglio provare a mettermi nei loro panni. Voglio capire cosa provano loro.
Spero vi piaccia. Fatemi sapere cosa ne pensate con un commento qui sotto.
   
 
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