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Autore: ___Page    29/11/2014    4 recensioni
Quella storia, la storia di come la mia sfolgorante carriera è cominciata è stata raccontata così spesso dai giornali che non la sento più mia e, quando la racconto a qualche talk show, mi sento come un pappagallo che ripete a memoria.
La sola cosa certa è che è iniziato tutto per caso, all’addio al nubilato di Kaya, in quel locale, durante la serata karaoke.
Stavo cantando, questo è abbastanza ovvio, che cosa non ricordo.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Margaret, Nami, Nico Robin, Trafalgar Law
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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BLEEDING LOVE





La vita è imprevedibile.
Questa frase mia nonna Nyon me l’ha sempre ripetuta e me la ripete spesso ancora oggi.
È uno dei suoi cavalli di battaglia insieme a “Mangia che ti vedo dimagrita”, “Non fidarti mai troppo dei ragazzi” e “Il segreto per dei buoni ravioli sta tutto nel ripieno”.
La vita è imprevedibile e se c’è qualcuno che lo sa bene, quel qualcuno sono io.
Se dovessero chiedermi come sono diventata una cantante e volessi essere sincera, la mia risposta sarebbe “Non lo so”.
Quella storia, la storia di come la mia sfolgorante carriera è cominciata è stata raccontata così spesso dai giornali che non la sento più mia e, quando la racconto a qualche talk show, mi sento come un pappagallo che ripete a memoria.
La sola cosa certa è che è iniziato tutto per caso, all’addio al nubilato di Kaya, in quel locale, durante la serata karaoke.
Stavo cantando, questo è abbastanza ovvio, che cosa non ricordo.
Koala dice che era “Lollipop” di Mika e della sua memoria mi fido.
Fatto sta che stavo cantando, senza inibizioni anche grazie all’alcool e uno dei due fondatori della Laboon Records mi ha sentita e, dopo avermi intercettata a fine serata e avere indagato sul colore dell’intimo mio e di tutte le mie amiche, mi ha allungato un suo biglietto da visita e mi ha proposto di recarmi ai loro uffici il lunedì successivo.
Da allora ho pubblicato con loro due album, scalando le classifiche, diventando un’artista di fama internazionale, ottenendo un successo impressionante in tutto il mondo.
Un’altra massima della nonna è “La fama è un’arma a doppio taglio”.
E anche questa verità la conosco bene.
L’ho imparata a mie spese, pagando caro ogni tentativo di fingere di essere una persona qualunque, di tornare per un attimo una ragazza come tante con un’improvvisa voglia di caffè al caramello.
E mentre sei lì, in fila, schiacciandoti la coppola sulla testa per celare il volto con la visiera di stoffa, i soldi già pronti in mano, uno dei tuoi tanti fan ti si avvicina e te lo chiede.
Anzi no, non lo chiede.
Lo afferma.
Ad alta voce.
-Ma tu sei Lily Amazon!-
Lily Amazon, il nome d’arte che io ho preteso, scelto aprendo a caso il dizionario dei nomi per due volte consecutive.
Mi ripeto spesso che sarebbe potuto venire fuori qualcosa di molto peggio.
-Mi spiace no! Le somiglio ma non sono lei!-
-Ma sì invece! Ti riconoscerei tra mille! Ehi ragazzi c’è Lily Amazon!-
Una frazione di secondo e l’assalto comincia e ti ritrovi a dispensare sorrisi e firmare autografi, senza neppure il tanto agognato caffè.
Andò così anche quel giorno, me lo ricordo fin troppo bene, ma avevo dormito poco, ero stanca e quella bevanda non era una semplice voglia ma una necessità.
Ricordo che negai più del solito, ricordo che arrivai quasi al punto di cedere al fastidio e rispondere male a quel ragazzo se solo non fosse intervenuto lui.
Dal nulla, apparve proprio dal nulla, al mio fianco.
Giacca e cravatta e auricolare bluetooth all’orecchio destro sembrava davvero una guardia del corpo e una di quelle con cui non vale la pena provare a insistere.
Le sue iridi grigie gelavano il sangue a metri di distanza ma quando le posò su di me non c’era nulla di glaciale nel suo sguardo, solo un guizzo d’intesa che colsi e ricambiai, accompagnandolo con un pallido sorriso.
-È tutto a posto?- domandò freddo e distaccato, riuscendo ad allontanare i miei troppo esaltati fan con un’impassibile e seria occhiata e accompagnandomi poi fuori dalla caffetteria.
-Grazie- sospirai, mentre lui toglieva l’auricolare e lo metteva in tasca.
-Non dovrebbe pensarci il tuo agente al tuo caffè?- domandò, facendomi sospirare di nuovo.
-Avevo voglia di uscire e fare due passi- ammisi.
Fu allora che lo vidi per la prima volta, il suo ghigno.
Quel ghigno capace di fermarmi il cuore.
-Dura la vita da star eh- commentò, facendomi sorridere un po’ malinconica.
-Ci sono i suoi momenti no!- affermai con un’alzata di spalle -Beh non voglio farti fare tardi, ovunque tu stia andando così ben vestito!- aggiunsi, scostandomi la frangetta dalla fronte a indicandolo con la mano aperta e il palmo rivolto verso l’alto.
Andava in ospedale, a un simposio, un noiosissimo simposio al quale non poteva mancare e, senza un apparente motivo, mi invitò ad accompagnarlo.
E io, senza un apparente motivo, accettai.
E al di là della meravigliosa notizia che il bar dell’ospedale faceva anche il caffè al caramello, fu uno splendido pomeriggio.
Per questo alla fine di tutto gli chiesi di lasciarmi il suo indirizzo e gli feci inviare un badge che gli consentisse l’accesso al backstage del mio prossimo concerto.
Badge che, contro ogni mio pronostico e realistica aspettativa, lui usò.
Quella sera compresi di avere trovato un amico fidato a cui potermi appoggiare nei momenti difficili.
Un amico al pari di Koala.
Un amico che riusciva a farmi sentire una ragazza come tante, che riusciva a regalarmi una quotidianità da tempo dimenticata.
Quando mi guardava lui non vedeva Lily Amazon ma solo Margaret.
E sotto il suo sguardo attento e all’apparenza freddo, Margaret si sentiva speciale.
-Margaret?!-
La voce di Robin, la mia agente, mi riscuote e risveglia dai ricordi.
Lei è una delle poche persone che ancora mi chiama così e per questo le sono grata.
-Sei pronta?!- domanda, materna come sempre.
Io annuisco, nonostante lo stomaco mi si chiude all’istante.
È un anno che sono sparita dalle scene, un anno che non tengo un concerto, un anno che non si sente parlare di me se non per chiedersi che fine ho fatto.
Un anno che mi è stato necessario per capire cosa voglio, un anno nel quale ho lottato per riappropriarmi della mia vita, senza riuscirci.
Di fronte alla consapevolezza che il tempo non avrebbe lenito nemmeno una delle mie ferite, mi sono buttata a capofitto nel lavoro, accettando di incidere il mio terzo disco che sarà anche l’ultimo della mia carriera.
Questa, ora lo so, non è la vita che voglio ed è meglio fermarmi ora che sono ancora abbastanza giovane da rifarmene una.
Anche se, certo, la vita che vorrei, non mi è comunque concessa.
E stasera sono qui a cantare il primo singolo del mio ultimo album, quello che gli da il titolo, quello che è un perfetto sunto dei dodici mesi appena trascorsi.
Oggi, il giorno esatto del mio ultimo concerto un anno fa.
Quel maledetto ultimo concerto alla fine del quale il mio cuore ha smesso di battere.
Mi alzo dalla poltroncina con un fruscio della gonnellina a pieghe bianca che indosso.
 Mi sarei potuta presentare anche in tuta ma, per un qualche motivo, mi sono voluta vestire bene anche se sono in radio.
Per la Thousand Sunny è stato un vero affare ottenere l’esclusiva in diretta della presentazione del singolo.
A parte quando l’ho provato e inciso, stasera è la prima volta che lo canto, conscia di avere un pubblico immenso ad ascoltarmi.
Seguo Robin, che cammina pacata e serafica come sempre, verso la sala di registrazione, dove il segnale ONAIR è momentaneamente spento, mentre passa una canzone di un paio di anni fa.
Sono le nove di sera e, se non fosse per questo “evento” come è stato definito, il mio ritorno sulle scene anche se solo per un unico altro anno prima di lasciare del tutto, l’audience sarebbe decisamente meno della metà in questo momento.
E non è un caso che a intervistarmi e presentarmi ci sia proprio una delle DJ di punta della RTS, Nami Cocoyashi.
La guardo oltre il vetro, le cuffie intorno al collo e i capelli rosso fuoco raccolti per tenere le orecchie libere.
Solleva lo sguardo mettendoci a fuoco e alza una mano per salutarci mentre io e Robin ricambiamo con un sorriso prima che io mi avvicini alla porta, ticchettando appena con i tacchi dei sandali sul pavimento.
Entro nella stanza e afferro la mano che Nami mi allunga, non come se si stesse presentando ma come se stesse silenziosamente salutando una vecchia amica e tutto questo mi fa sentire a mio agio, aiutandomi a rilassarmi.
Mi accomodo di fronte a lei e indosso le cuffie, godendomi le ultime note della canzone che precede la mia tanto attesa intervista.
Vedo Nami prepararsi di fronte al microfono, prima di fare un cenno al tecnico, un omone con i capelli azzurri e il ciuffo a banana, per tornare in onda.
-E questa era l’intramontabile “Fashion of his love” di Victoria Cindry che sarà nostra ospite settimana prossima! Buona sera a tutti, sono le ventuno e zero zero e state ascoltando RTS! Abbiamo qui con noi un’artista che ha fatto parlare molto di sé negli ultimi mesi! La sua storia è ben conosciuta, in cinque anni e con due album è diventata una delle cantanti di punta della Laboon Records e un’artista di fama mondiale! Questa sera, in esclusiva per noi, ci presenterà il primo singolo del suo nuovo e, a sorpresa, ultimo album! È qui con noi Lily Amazon! Ciao Lily!-
-Ciao Nami!- saluto, fingendo una spigliatezza che non mi appartiene da molto tempo ormai.
-Come stai?-
-Non c’è male, grazie! E tu?!-
-Io sto bene, grazie! Allora, parlaci un po’ di questo album! Sei sparita per un intero anno per prepararlo e il mondo è rimasto scioccato nello scoprire che sarà l’ultimo della tua carriera!-
-Lo so, è stata una decisione difficile e molto ben ponderata ma sono davvero felice di essere riuscita a prenderla e di questo devo ringraziare la mia agente Robin e i miei amici più cari che mi hanno aiutata a riflettere sulla mia vita!-
-Ah non so se i tuoi fan saranno altrettanto grati a queste persone!- mi fa notare con una smorfia che mi strappa una piccola risata -Dunque Lily, oltre alla tua assenza dalle scene ci sono altri elementi che fanno sospettare che per te questo album sia il più importante di quelli che hai scritto…- lascia la frase come in sospeso, attenendo una conferma.
-È così!- annuisco io.
-È perché lo consideri il tuo canto del cigno?!-
Osservo qualche istante la mia interlocutrice, prima di prendere un profondo respiro infossando per un attimo gli occhi nella superficie del tavolo davanti a me.
-La verità Nami è che io ho intenzione di continuare a comporre e cantare per me stessa- ammetto sincera -Quindi no, non lo considero il mio canto del cigno. So che per il pubblico non è facile capire ma ciò che io desidero è una vita diversa da questa frenesia che la fama porta con sé. Ciò che desidero è qualcosa di molto più semplice, quotidiano… normale ecco! Una vita in cui la musica torni a essere un hobby e una passione da trasmettere ai miei figli!- mi fermo qualche istante per riordinare le idee -La ragione per cui mi sono presa tanto tempo per lavorarci è che questo album è un po’ la traduzione in note di me stessa e delle mie esperienze fino ad ora. C’è tutto, dai ricordi di infanzia alle difficoltà dell’adolescenza fino al successo inaspettato e alle delusioni amorose…- abbasso la voce su queste ultime parole, facendo quasi fatica a respirare ma mi impongo di restare calma.
Sento lo sguardo di Robin fisso su di me, per incoraggiarmi e supportarmi.
Lei sa quanto per me sia difficile.
-Tutto ciò che aiuta a crescere insomma!- concludo, tornando al mio solito tono vivace.
-È uno splendido progetto!- commenta Nami, annuendo.
-So che può sembrare poco innovativo ma il punto è che tutto quello che è contenuto nell’album sono mie esperienze personali al cento per cento- spiego ancora -Mi ci sono messa in prima persona-
-E questo è molto bello perché difficilmente artisti del tuo calibro hanno il coraggio di scoprirsi tanto. Da questo però deduco che la canzone che ci canterai dal vivo questa sera non parli di un’esperienza particolarmente felice, visto il titolo-
Mi stringo nelle spalle, ostentando noncuranza.
-Beh la vita è anche questo no?! Sai come si dice?! Se non uccide fortifica!- affermo convinta, sorridendo più falsa di giuda.
Nami mi sorride ma dal suo sguardo sospetto abbia capito che in realtà sto soffrendo perché cerca di trasmettermi conforto e sostegno.
-Molto bene Lily! Io ti ringrazio ancora di essere qui con noi stasera, ti faccio l’in bocca al lupo per questo tuo ultimo anno come cantante e devo ammettere che sono anche io molto curiosa di sentire questa canzone!- riprende, portando a termine l’intervista prima della mia esibizione in diretta.
-Grazie a te Nami! È stato un vero piacere!- rispondo, prima di togliermi le cuffie e spostarmi verso un altro microfono pendente.
Ho chiesto io di poter cantare in piedi, lo preferisco e hanno predisposto il tutto.
La cosa splendida è che questo microfono da sulla vetrata, consentendomi di ammirare le luci che illuminano Raftel e di isolarmi da tutto e da tutti.
Indosso le altre cuffie in tempo per sentire Nami che mi presenta.
-Signore e signori, Lily Amazon con il suo nuovo singolo “Bleeding love”- 
 
[Bleeding love – Leona Lewis]
 
Se non uccide fortifica.
Sì, è vero.
Peccato che io mi stia dissanguando da ormai un anno.
L’intensità di quello che provo non è diminuita di una sola tacca da quando mi sono innamorata di lui ad oggi.
Non mi ero mai sentita così prima in vita mia, mai.
Avevo già avuto delle storie, affrontato delle batoste ma non mi ero mai sentita come se qualcuno mi avesse rubato il cuore, per conservarlo prima e calpestarlo poi.
 
Closed off from love
I didn't need the pain
Once or twice was enough
And it was all in vain
Time starts to pass
Before you know it you're frozen
 
Forse ho sbagliato io, è stata colpa mia, mi sono lasciata andare troppo e troppo in fretta.
In fondo più di una persona mi ha messo in guardia, le uniche che non mi hanno dato contro dicendo che stavo perdendo la testa sono state Robin e Koala.
Ma cosa ne vogliono sapere tutti gli altri?!
Se non hanno mai provato niente del genere, dovrebbero solo stare zitti.
Ero indifesa, disarmata, sarebbe stato impossibile non innamorarmi perché gli è bastato uno sguardo per rapirmi l’anima.

 
But something happened
For the very first time with you
My heart melts into the ground
Found something true
And everyone's looking round
Thinking I'm going crazy

 
Ho provato a lottare, ad oppormi.
A ignorare i battiti accelerati del mio cuore, il respiro affannato, l’adrenalina nelle vene alla sola idea di vederlo.
Ci ho provato ma è stato tutto inutile, così come era inutile cercare di resistere alla voglia di vederlo e stare con lui.
E mi bastava.
Mi bastava davvero, la sua compagnia, il suo odore di menta nelle narici, il timbro della sua voce mai sarcastica con me.
Fino a quella sera almeno.
 
But I don't care what they say
I'm in love with you
They try to pull me away
But they don't know the truth
My heart's crippled by the vein
That I keep on closing
 
Quella sera a casa sua, dopo il cinema, non mi ricordo neppure perché siamo saliti da lui, forse io dovevo fare pipì.
È tutto confuso e sfocato fino al momento in cui mi sono sdraiata sul suo letto, perdendo lo sguardo sul soffitto.
Lui mi osservava appoggiato allo stipite della porta con quel suo diabolico ghigno, che era di scherno per tutti tranne che per me e un pensiero mi aveva colpita.
Sono sempre stata curiosa.
-Come si fa l’incisione per aprire il petto?!-
Così, dal niente.
E lui non si era sorpreso, o almeno non lo aveva dato a vedere, mi conosceva già fin troppo bene.
 
 
You cut me open and I
Keep bleeding
Keep, keep bleeding love
I keep bleeding
I keep, keep bleeding love
Keep bleeding
Keep, keep bleeding love
 
Si era avvicinato sedendosi sul letto accanto a me, posando una mano al lato del mio viso e fissandomi con un’intensità da togliere il fiato prima di appoggiare un polpastrello in mezzo ai miei seni, lo sterno lasciato libero dal top piuttosto scollato, e tracciare una linea da lì fino all’ombelico.
Più tagliente di un bisturi.
E io ero rimasta immobile a farmi trapassare dal suo sguardo, senza riuscire a credere che nei suoi occhi vi fosse il mio stesso agognato desiderio, e avevo smesso del tutto di lottare diventando sua per davvero, in tutto e per tutto.
 

You cut me open
 
E quella sera ho iniziato a sanguinare.
 

Trying hard not to hear
But they talk so loud
Their piercing sounds fill my ears
Try to fill me with doubt
Yet I know that the goal
Is to keep me from falling
 
Sì mi sono persa, mi sono persa in quei suoi occhi di ghiaccio, ho perso la testa e il cuore e non glieli ho voluti chiedere indietro.
Mi sentivo viva, come mai prima, felice, come mai avrei osato sperare.
E non era il fatto di sentirmi così amata, quanto il fatto di essere capace di amarlo così tanto.
Amarlo mi dava la vita.
Se si trattava di lui non riuscivo a essere lucida e razionale e mi davano così fastidio i commenti di quelli che non ci vedevano niente di buono nella nostra relazione, tenuta nascosta ai più.

 
But nothing's greater than the rush that comes with your embrace
And in this world of loneliness
I see your face
Yet everyone around me
Thinks that I'm going crazy, maybe, maybe
 
 
E mi diede ancora più fastidio dover ammettere che avevano avuto ragione.
Ma come avrei potuto immaginarlo?! Come avrei potuto calcolare lei?!
Una moglie, sposata da giovane senza la testa sulle spalle, durante una missione umanitaria.
Un matrimonio avventato ma che entrambi volevano far funzionare, fosse anche solo per senso del dovere.
E lei che tornava dall’Africa esattamente un anno fa, il giorno in cui mi ha confessato tutto per poi lasciarmi.
Una lacrima mi solca la guancia, a ricordarmi che dopo un anno non è cambiato nulla.
 

But I don't care what they say
I'm in love with you
They try to pull me away
But they don't know the truth
My heart's crippled by the vein
That I keep on closing
 
 
Il mio cuore continua a sanguinare a ogni battito e mi domando come faccio a essere ancora viva.
Ogni volta che chiudo gli occhi sento le sue braccia che mi stringono e il suo respiro a farmi rabbrividire e darmi la pelle d’oca.
Sento le sue labbra marchiarmi la pelle e le sue mani coccolarmi e scaldarmi.
Sento il suo corpo schiacciato contro il mio, impegnato ad amarmi.
Vedo il suo viso perso a contemplarmi.
E il mio cuore sanguina un altro po’, al ritmo dei battiti che accelerano di fronte a quella visione.
 
 
You cut me open and I
Keep bleeding
Keep, keep bleeding love
I keep bleeding
I keep, keep bleeding love
Keep bleeding
Keep, keep bleeding love

 
Lo voglio così disperatamente, nonostante tutto il male che mi ha fatto e mi sta facendo.
Perché so che non ha mai voluto ferirmi intenzionalmente e so che il bene che può farmi sarebbe mille volte più potente del dolore che provo ora.
Perché io lo so, lo so che mi amava davvero.
Che forse mi ama ancora.
Come io amo lui.
E non mi vergono di essere qui a scoprirmi, davanti a milioni di ascoltatori, a cantare tutto il mio dolore, a mostrare le mie cicatrici.
Non mi vergogno di amarlo ancora così tanto.
Non me ne vergognerò mai.
 
 
You cut me open
 
 
And it's draining all of me
Oh they find it hard to believe
I'll be wearing these scars
For everyone to see
 
 
Sento l’emozione crescermi dentro, fino quasi ad annodarmi la gola ma la ricaccio indietro lasciandomi assorbire dalla musica, smettendo di pensare e permettendo alle sensazioni di fluire in me insieme alle note.
Non penso più ma non cambia niente.
Lo so, l’ho sempre saputo che stasera avrei cantato solo per lui.
 

I don't care what they say
I'm in love with you
They try to pull me away
But they don't know the truth
My heart's crippled by the vein
That I keep on closing
 
 
E domani, o più tardi già questa sera, tornerò a sorridere, a essere forte.
Ora voglio solo lasciarmi sopraffare.


 
You cut me open and I
 
 
Come se lui fosse ancora qui a farmi sanguinare il cuore.
 


Keep bleeding
Keep, keep bleeding love
I keep bleeding
I keep, keep bleeding love
Keep bleeding
Keep, keep bleeding love
You cut me open and I
 
Keep bleeding
Keep, keep bleeding love
I keep bleeding
I keep, keep bleeding love
Keep bleeding
Keep, keep bleeding love
You cut me open and I
Keep bleeding
Keep, keep bleeding love
 


-E questa era “Bleeding love” il nuovo eccezionale singolo della splendida Lily Amazon…-
Riapro gli occhi, puntandoli sul vetro della finestra e trovandoli pieni di lacrime che scorrono anche sul mio viso e che subito asciugo, prendendo un profondo respiro per calmarmi.
Sono così stanca e provata.
Mi passo una mano sul viso prima di togliere le cuffie e avviarmi per uscire, salutando Nami con un cenno che subito ricambia e avvicinandomi a Robin.
Scosta il cellulare dal viso e copre il microfono con il palmo della mano.
-Usopp dice che c’è un problema con la macchina- mi comunica riferendosi al marito di Kaya, che fa l’autista e che chiamo solo quando non me la sento di girare in macchina da sola.
Stasera è stata Robin a impormelo, il rischio che il tragitto da casa alla radio fosse invaso da fan era alto e muovermi senza nessuno sarebbe stato imprudente.
La fama è un’arma a doppio taglio.
-Scendo a vedere cos’è, tu perché non aspetti nel salottino?- dice, indicando con un cenno del capo la stanza in cui ero poco fa, prima di voltarsi e avviarsi a passo sicuro, parlando con Usopp al telefono.
Le sorrido finché non mi volta le spalle, ma dentro vorrei urlare o mettermi a piangere perché l’idea di restare da sola con me stessa ora mi terrorizza.
Ma non ho alternative e così mi avviò con passo lento verso il salottino in penombra.
La vetrata è ampia e l’illuminazione dei palazzi circostanti è sufficiente per distinguere almeno le sagome senza accendere la luce e così mi porto verso una delle poltroncine godendomi il buio che mi permette di celare il mio stato d’animo almeno agli altri.
Sospiro posando il mento su una mano, cercando qualcosa a cui pensare per tenere la mente impegnata.
-Sei stata splendida-
Sgrano gli occhi e trattengo il fiato mentre mi alzo in piedi e giro di scatto verso il punto da cui quella voce è giunta alle mie orecchie.
Non può essere…
La luce si accende con un lieve schiocco dell’interruttore e mi sento attraversare da una miriade di emozioni che mi rimescolano dentro quando lo metto a fuoco davanti a me.
Il cuore pompa a velocità raddoppiata e la testa mi gira, obbligandomi a cercare un sostegno nel divanetto a cui mi appoggio con le gambe.
È qui.
È davvero qui, nella stessa stanza con me.
Deglutisco a fatica resistendo all’impulso di correre tra le sue braccia, come se gli ultimi dodici mesi non ci fossero mai stati.
Ma non devo cedere, non posso, fa già abbastanza male così.
-Cosa fai qui?- domando, nascondendo come meglio posso l’emozione nella mia voce malferma e stringendo spasmodicamente i pugni.
Avanza verso di me e io mi sento pietrificata.
È bellissimo.
Con quel suo sguardo grigio e penetrante, le basette a delineare la sua mascella squadrata, i capelli corvini scompigliati, l’anello d’oro al lobo dell’orecchio sinistro e le sue labbra così invitanti, di solito piegate in un ghigno ma ora serie, coerenti con l’intensità dello sguardo che mi sta rivolgendo.
Persino lui, il freddo e distaccato cardiochirurgo, non riesce a celare l’emozione che prova nel rivedermi dopo tutto questo tempo.
-Stavo venendo da te e ti ho sentita alla radio, così sono venuto qui. Devo parlarti- afferma.
Il suo tono è fermo ma non c’è traccia di autorità o determinazione, due caratteristiche che da sempre lo contraddistinguono.
È calmo, speranzoso, quasi supplice.
Ma io non lo posso fare, non posso stare qui ad ascoltarlo.
Non voglio stare male di nuovo.
-Devo andare- affermo muovendomi rapida verso la porta, lo sguardo fisso dritto davanti a me, concentrata per riuscire a passargli accanto.
Lo supero decisa e lui rimane immobile.
Ma gli basta la sua voce per fermarmi.
-Bibi è partita per una nuova missione umanitaria- mormora e io mi blocco sul posto, sussultando.
Mando giù e mi passo una mano sul volto.
-Mi dispiace…- soffio a fatica e con il groppone.
-Non è vero, non mentirmi- mi fredda e un attimo dopo le sue mani mi afferrano per la vita e mi fanno voltare verso di lui.
Mi ritrovo tra le sue braccia, i palmi posati sul suo petto, gli occhi fissi nei suoi.
No, ti prego no!
Non posso farlo, non posso cedere, perdermi in lui solo per dirgli di nuovo addio quando lei tornerà!
Non ce la faccio!
-Margaret…-
-Law ti prego- lo imploro, mentre una lacrima trova una via d’uscita e mi graffia la guancia.
Porta il palmo sul mio viso e lo asciuga, per poi posare entrambe le mani ai lati del mio collo e accarezzarmi la mandibola con i pollici.
Mio malgrado chiudo gli occhi.
-Ascoltami per favore-
Come se fosse necessario, sono già irrimediabilmente persa.
-Ti ricordi quando ti ho detto che vi somigliate, tu e Bibi?-
Stringo i baveri della sua camicia, sopprimendo i singhiozzi, sentendo il viso contorcersi in una smorfia sofferente.
Perché mi sta facendo tutto questo?!
E perché io non riesco a scappare?!
-Non è stato un errore sposare lei. L’errore è stato non capire che in realtà stavo cercando te- continua a parlare senza lasciarmi andare.
Socchiudo gli occhi lucidi di lacrime a quelle parole.
-Non voglio stare a sentire quest…-
-Non sto mentendo!- esclama, facendomi ammutolire -Lo sai che non mento mai. È la verità, non sono mai stato così per lei. Nella nostra relazione sono stati più i mesi di lontananza che altro eppure non mi ero mai sentito così vuoto, devastato e spento come nell’ultimo anno. Non avrei mai dovuto lasciarti. Cazzo Margaret, sono morto dentro quella sera!-
I miei occhi ora sono completamente spalancati e mi accorgo che la mia bocca è schiusa a cercare più ossigeno.
-Lo dici ora perché lei non c’è!- protesto, rifiutandomi di cedere -Cosa succederà quando tornerà fra sei o nove mesi eh?! Come la metti con il tuo senso del dovere?!-
-Non succederà niente, Margaret! Ho firmato le carte del divorzio oggi pomeriggio!-
Boccheggio senza fiato e senza parole.
Cos’ha detto?!
-Per questo stavo venendo a casa tua-
-Perché avete…-
-Non aveva senso continuare, per nessuno dei due. Lei è più felice in Africa, non le importa nient’altro e d’altra parte non la biasimo. Non mi ama perché dovrebbe rinunciare alla sua vocazione per me? Quando io poi non voglio lei ma qualcun altro?-
Mi sento le gambe molli, intorno a me tutto prende a vorticare.
È tutto vero?!
Se è un sogno non voglio svegliarmi.
Si accorge della mia poca stabilità e torna a cingermi per la vita, stringendomi più forte e io lo lascio fare.
Non chiedo di meglio che annegare in lui in questo momento.
-Lo so che non è tardi, l’ho sentita la canzone, lo so che era per me!- continua senza darmi il tempo di riprendermi, per paura che io scappi -Dammi una seconda occasione! Non sono tornato per ferirti di nuovo, sono tornato per curarti!- afferma e poggia un dito all’altezza del mio ombelico, accarezzandomi con il polpastrello fino in mezzo ai seni e mozzandomi il fiato.
Lo sento il suo tocco attraverso il cotone sottile e aderente del mio abito.
Sento qualcosa gonfiarsi dentro di me, il sollievo pervadermi.
È tornato davvero.
Ha scelto me.
Cocenti lacrime tornano a rompere gli argini ma stavolta sono di gioia e mi apro in un sorriso, incapace di resistere oltre.
“Non fidarti mai troppo dei ragazzi”.
Così mi ha sempre detto la nonna.
Ma lui non è un ragazzo qualsiasi.
Ci conosciamo l’un l’altro meglio di quanto conosciamo noi stessi e so che non mente, glielo leggo negli occhi.
Mi avvicino e annullo la distanza tra le nostre bocche, baciandolo di nuovo, dopo tutti questi mesi.
Il suo sapore mai dimenticato torna vivido sulle mie labbra mentre le sue mani accarezzano la mia schiena e mi stringono possessive.
“La fama è un’arma a doppio taglio”.
Sì, ma se non fossi diventata famosa non lo avrei mai incontrato e solo lui, lui che mi completa, può farmi davvero felice.
Se non fossi diventata famosa ora non sarei qui ad affondare le dita nei suoi capelli e mordergli le labbra, mentre lui mi accarezza facendomi fremere e ridisegna il contorno delle mia bocca con la punta della lingua.
Forse era destino.
Forse per questo non ho mai smesso di sperare, non mi sono mai rassegnata, non ho voluto dimenticarlo.
Non ho sbagliato!
Ci separiamo mantenendo le fronti a contatto e lo osservo sorridere, sorridere davvero, veramente felice.
E io piango, singhiozzo e rido, stringendomi a lui, riempiendomi gli occhi di lui.
Mi sento di nuovo viva, di nuovo completa.
“La vita è imprevedibile”.
Sì, anche questo è vero.
Ma non mi fa paura se lui è con me.
Perché, tra le sue mani, il mio cuore non sanguina più.
 
  
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