Fear to Trying
- Friends and Videogames -
Alle
sette e mezza, Frank era già pronto e faceva zapping
televisivo,
stravaccato sul divano nero del loro salone, in attesa di Marnie.
Scott sedeva sulla poltrona affianco, continuando a leggere il
giornale, e gettando un'occhiata a Frank di tanto in tanto.
All'ennesimo
sbuffo proveniente dal ragazzo, l'uomo parlò “Ah,
le donne...”
Frank
alzò i sopraccigli “Puoi dirlo forte.”
“Però,
Marine non è una di queste, fidati. Anzi, a volte sono io il
ritardatario.” rise l'uomo. Ed, infatti, poco dopo
arrivò la
ragazza, vestita e pettinata di tutto punto.
“Sono
pronta.” esclamò, mettendosi di fronte a Frank e
sorridendogli.
Il
ragazzo alzò lo sguardo e la osservò da capo a
piedi. Non si era
abbordata come solitamente le ragazze fanno quando devono uscire, era
vestita normalmente con dei jeans ed una camicia a quadri rossi di
flanella. I capelli erano sciolti e risentivano della treccia portata
tutto il giorno, ricadendole ondulati fin sotto il seno. Non aveva
trucco sul viso, ma le ciglia sembravano più lunghe di come
se le
ricordava.
Frank
spense la televisione e si alzò dal divano, tirandosi un po'
su i
pantaloni neri che aveva addosso, con due enormi buchi sulle
ginocchia.
“Frank!” lo chiamò sua madre, con uno
strofinaccio in mano, intenta ad asciugarsi le mani “Fa'
attenzione
con la macchina.”
“Tranquilla
Linda! I maschi sono geneticamente portati per la guida, al contrario
di voi donne...” e fece l'occhiolino a Frank, che
ghignò in
direzione della madre, che aveva uno sguardo di sfida nei confronti
di Scott.
“Andiamo.”
disse il ragazzo, sfiorando la spalla di Marnie, che prese il suo
cappotto dall'appendiabiti e lo seguì sul vialetto.
Linda
Iero aveva una Ford nera dell'88, appartenuta a suo padre, Nonno
Iero. Frank ci era molto affezionato e cercava di trattarla al
meglio, e non solo per il ricordo legato al nonno, ma anche
perché
era l'unica macchina della famiglia, fino ad allora.
Marnie
entrò in auto e si legò la cintura di sicurezza,
dopo aver poggiato
il cappotto sui sedili posteriori, e tamburellò con le dita
sulla
ginocchia, guardandosi intorno.
“Hai
così poca fiducia di me?” gli chiese Frank,
vedendola con la
cintura.
Lei
sorrise, imbarazzata “In realtà, ho il terrore dei
mezzi di
trasporto.”
Il
ragazzo sgranò gli occhi, mentre partì alla volta
di Casa Rush “Sul
serio?” - la ragazza annuì - “Beh, te la
farò passare io!”
“Va'
piano, per favore.” esclamò, bianca come un cencio
e beccandosi
un'occhiataccia “E guarda la strada.”
Casa
di Nonna Way era a poco più di dieci minuti d'auto da casa
Iero ed
era situata su un grande prato all'inglese verde scuro, ben curato e
con dei rovi di rose rosse, che si stavano appassendo un poco,
tendendo al nero. Marnie guardò la casa. Era grande e su due
piani,
bianca come la maggior parte delle villette di quel quartiere, ed
aveva delle grandi finestre sparse qua e là. Si avvicinarono
alla
porta e Frank suonò il campanello. Dopo poco, li venne ad
aprire
Mikey, che gli sorrise e gli fece entrare. L'interno della casa,
poté
notare Marnie, profumava di rose e di cibarie cotte al forno. Frank
le aveva spiegato, durante il breve tragitto, che Nonna Way era di
origini italiane ed aveva il vizio, o la fortuna, di preparare pranzi
per un esercito intero, ma pretendeva che venissero consumati tutti e
senza fiatare.
“Beh,
allora sono stata fortunata: non mangio da questa mattina!”
gli
aveva risposto, e si era beccata un'occhiata di rimprovero, che poi
si trasformò in un dolce sorriso.
Arrivati
al salone, Gerard e Ray stavano giocando alla Play Station
in
un gioco che aveva a che fare con pistole e bombe, di cui Marnie non
capiva nulla. Appena la videro, i due misero in pausa il gioco e la
salutarono, sorridendole affettuosi.
Lei ricambiò il sorriso e
si sporse un po' sulle punte per trovare la figura di Nonna Way a
qualche parte della casa.
“E'
in cucina...” esclamò Gerard, posandole un braccio
dietro la
schiena ed accompagnandola “Ovviamente!” rise poi.
Superata
la sala da pranzo già apparecchiata a dovere,
l'accompagnò verso
una piccola cucina, dove si affaccendava una donna a tirare fuori una
teglia dal forno, dove dentro c'erano delle lasagne un po' pallidine.
Gerard
la richiamò “Nonna, sono arrivati.”
Elena
Lee Rush si voltò, non prima di aver posato la teglia su un
bancone
ed essersi tolta i guanti da cucina.
“Oh,
finalmente! Frankie, sei sempre l'ultimo! Ma oggi ti
perdono...”.
Nonna Way era una donna minuscola, che si muoveva e parlava
velocemente. Se non fosse per le rughe ed i capelli di zucchero
filato, non sembrava un'anziana.
“Scusa, Nonna Way.” borbottò
il più basso dei ragazzi, ma venne scansato malamente da
Elena, che
si avvicinò a Marnie, aguzzando la vista e rivelando due
occhi
castani.
“Tu
devi essere Marnie, dico bene?” disse la donna, prendendole
entrambe le mani tra le sue. Nonostante non erano più
giovani e con
le vene in evidenza, avevano una stretta vigorosa e la pelle morbida.
“Sì,
signora.”
“Elena.
Dio buono, avevano detto carina, ma mica così
carina...”
borbottò l'anziana, lanciando un'occhiataccia ai nipoti.
“Sono
sicura che abbiano comunque esagerato...” sorrise la ragazza
ai
suoi amici “Ha bisogno di una mano?”
La
donna agitò le mani “No no, ho fatto
già. Andatevi a sedere, vi
porto le lasagne in un attimo.”
I
ragazzi si precipitarono a sedersi ai loro posti, già pronti
a
leccarsi i baffi per le prelibatezze di Nonna Way. Solo Marnie non
andò a sedersi, e rimase affianco alla donna per aiutarla
nei
piatti.
“Siediti.”
le ordinò Elena, dolcemente.
“Insisto.
Lei fa i piatti, ed io li servo.”
“Che
tu sia benedetta, ragazza. Se aspetto uno di quei caproni di
là...”
e fece ridere la ragazza, mentre tagliava due fette di lasagna e le
posava in due piatti, afferrati poi da Marnie, che li portò
in
tavola.
“Nonna,
sai che siamo imbranati in cucina.” esclamò Mikey,
ringraziando
poi la ragazza per il piatto.
“E
poi...” continuò Ray “Le donne sono nate
per cucinare...”
“E
le mani per dare schiaffi, Toro!” lo rimbeccò
Nonna Way,
riempiendo altri due piatti. Si levarono delle risate fragorose.
Marnie
servì gli altri due piatti a Frank e Ray, rivolgendosi poi a
questo
“Non pensavo che avevi delle idee sessiste...”
“Non volevo
offendere nessuno!” si scusò il ragazzo, alzando
le mani, di cui
una già brandiva una forchetta.
Nonna
Way ne riempì altri due e Marnie, dopo averli presi, ne
posizionò
uno a capo tavola, ed una davanti a se, affianco a Frank.
La
donna si sedette a tavola “Beh, buon appetito.” ed
i ragazzi si
fiondarono sulle lasagne.
“Come
sempre, buonissime Nonna Way!” esclamò Frank, con
la bocca piena.
La
donna gli sorrise, ma Gerard aveva da ridire “Sarebbero
ancora più
buone col ragù, ma il nostro piccolo Frankie ha un rapporto
conflittuale con la carne.”
“Sei
vegetariano?” gli sussurrò Marnie, gustandosi le
sue lasagne con
le zucchine. Il ragazzo annuì, per poi rivolgersi all'amico
“Se a
Nonna Way non crea problemi, vedi di non averli tu!”
Elena Lee
s'intromise, per calmarli un pochino “Vedete di finire tutto,
perché poi c'è il polpettone ed il dolce.
Frankie, per te c'è il
pasticcio di patate.” e gli sorrise, dolcemente “Ma
vedi di
pulire la teglia.”
“Sarà
fatto!” ghignò il ragazzo.
Finirono la loro porzione di lasagna
e Nonna Way si alzò da tavola, per poter raccogliere i
piatti
sporchi, ma fu anticipata da Marnie che, con uno scatto, le si mise
affianco, dicendole dolcemente di andare dal polpettone e che ci
avrebbe pensato lei.
“Marnie,
così farai rimpiangere ancor di più la nonna di
non aver nipoti
femmine...” scherzò Gerard, dando uno schiaffo
alla mano del
fratello posata sul tavolo, seduto di fronte a lui.
“Ehi,
con queste ci suono!”
La
ragazza rise, mentre raccattava i piatti sporchi “Nella mia
città,
facevo volontariato in un centro anziani e ad un canile... Mi viene
naturale.” ed andò in cucina.
“Perché
non sono un cane?” sospirò Gerard, beccandosi un
calcio allo
stinco ed un'occhiataccia da Frank.
Marnie
tornò con dei piatti fumanti e straboccanti di polpettone.
Dopo
averlo servito ai ragazzi, tornò col pasticcio per Frank ed
altri
due piatti di polpettone, per lei e Nonna Way.
Finito
il pranzo, i ragazzi si buttarono sul divano, per riprendere la
partita alla Play che avevano interrotto prima,
mentre Elena e
Marnie li guardavano, non capendo nulla di quello che stavano
facendo.
La
ragazza era seduta a terra affianco a Frank, tra le gambe di Ray, e
vedeva dal basso Nonna Way che cercava, inutilmente, di capire lo
scopo del gioco “Gerard, ma perché sei andato a
destra e non a
sinistra?”
Il
nipote sbuffò, non staccando gli occhi dallo schermo
“C'era la
freccia, nonna.”
“Fate
giocare anche Marnie.”
Ray
le abbassò il joystick e glielo mise in mano
“Prova.”
“No
no, grazie. Non so nemmeno come si prende in mano questo
coso.”
replicò la ragazza, ridandolo all'amico.
Elena
Lee si alzò dalla poltrona, mettendosi una mano dietro la
schiena e
facendo una smorfia di dolore “Ragazzi, io vado a dormire.
Posso
contare su di voi per i piatti?”
Marnie
scattò in piedi “Certamente. Vuole che
l'accompagni?”
“Grazie
cara, saresti molto gentile.” e si incamminarono, con i
ragazzi che
la salutarono, rimanendo con lo sguardo però sul televisore.
Marnie
accompagnò la donna nella sua stanza da letto e
l'aiutò a
stendersi. La stanza era grande e ben illuminata dal pallore lunare
del New Jersey, dallo stile antico ma elegante, come la donna. Elena
sospirò quando si stese sul letto e pregò la
ragazza di abbassarle
le tapparelle, cosa che fece immediatamente.
“Sei
molto gentile, Marnie.”
“E' il minimo che posso fare per
ringraziarla del pranzo squisito.” le sorrise la ragazza,
accettando l'invito della donna a sedersi sul suo letto. Le prese le
mani nelle sue e ne accarezzò i dorsi; Elena aveva le dita
fredde.
“Sei
una cara ragazza, Marnie, e sono felice di averti conosciuta.”
“Il
piacere è stato mio. Ora, è meglio che
riposi.”
“Hai
un animo così puro, è sprecato per questo mondo,
bambina mia.” e
la donna le strinse di più le mani “Tu illumini le
vite degli
altri, senza che tu te ne renda davvero conto.”
Si
ritrovò a sorride imbarazzata “Grazie
davvero.” e la lasciò
riposare.
Tornata
al piano di sotto, vide i ragazzi agitarsi per cose che lei non
capiva. Ray aveva preso il posto di Nonna Way, mentre Frank aveva
preso il posto del primo, affianco a Mikey. Gerard sedeva su una
poltrona, di fronte a quella di Ray.
Marnie
si sedette a terra, poggiando la schiena su un piccolo spazio vuoto
di divano, affianco alle gambe di Frank.
“Davvero
non vuoi provare?” le chiese Frank, porgendole il joystick.
“Non
sono capace.” gli disse, mordendosi il labbro.
“Non
hai mai giocato ai videogame?” chiese Mikey, sconvolto. La
ragazza
scosse il capo.
Frank
alzò la gamba sinistra e le circondò le spalle
con entrambe la
gambe, abbassandole il joystick fino alle sue mani, ed indicandole i
tasti con un dito “Allora, il quadrato è per
correre, il cerchio
per camminare, la croce per fermarti ed il triangolo per sparare. La
elle per ricaricare e la erre per lanciare una granada. Tutto
chiaro?”
“Sembrerebbe
di sì.” ed alzò lo sguardo verso il
ragazzo “Lo scopo di tutto
questo?”
“Uccidere
i tedeschi!” urlò stralunato Gerard, ghignando
divertito.
“Ah,
quindi è ambientato nella Seconda Guerra
Mondiale...” dedusse la
ragazza.
“Bingo!”
esclamò Frank, sorridendole “Ora sei un soldato
americano e devi
combattere in una foresta della Norvegia, raggiungendo il luogo
sicuro che si trova sulla mappa, in basso a destra.”
“Ok!”
esclamò la ragazza, stringendo le mani intorno al joystick
“Sono
pronta!”
Frank
le posò una mano sulla spalla “Attenta agli
scontri. Se sei
ferita, devi trovare delle cassette di pronto soccorso per curarti,
altrimenti morirai se subirai altri colpi...”
“Ricevuto!”
disse la ragazza, mordendosi il labbro ed avviando col tasto
“start”
il gioco. Fece un respiro profondo ed iniziò a correre come
una
matta col suo soldato americano.
“Attenta
a quello a destra!” le urlò Ray, facendola
spaventare.
“Che
devo premere?” gridò, presa dal panico.
“Triangolo!
Triangolo!” l'aiutò Mikey.
Aveva
ucciso il suo nemico, ma l'aveva sparata un paio di volte. Lo schermo
stava iniziando a bordarsi di rosso ed a pulsare, come un cuore.
Continuò a correre, spostandosi a destra e sinistra col
cursore,
mentre i ragazzi le indicavano gli obbiettivi. Però era
molto
ferita, e non riusciva trovare una maledetta cassetta del pronto
soccorso.
“Eccola!”
esclamò Frank, dandole una botta col ginocchio
“Scusa!” si
affrettò a dire “Alla tua destra.
Destra!”
Finalmente,
Marnie la vide e corse verso di essa, nemmeno fosse un oasi in mazzo
al deserto. Peccato che, un soldato tedesco nemico le sparò
due
colpi, uccidendola proprio di fronte alla sua fonte di salvezza.
Un
grosso “sei morto” campeggiava
sullo schermo e fece
smorzare tutta l'euforia che si era creata tra i ragazzi.
Marnie
incassò la testa nelle spalle
“Scusatemi.” mormorò,
mortificata.
I
ragazzi scoppiarono a ridere, piegandosi addirittura in due dalle
risate.
Frank
le diede una piccola pacca sulla spalla “Per essere la prima
volta,
te la sei cavata bene.”
La ragazza gli sorrise, riconoscente,
gli passò lo joystick e si alzò in piedi
“Vado a lavare i
piatti.” e si allontanò, per andare in cucina.
“Aspetta!”
le gridò da dietro Frank, mollando l'oggetto a Mikey
“Ti do una
mano.”
Marnie
gli sorrise, per poi dargli un pugnetto affettuoso sul braccio
“Tu
non fai i piatti.”
“Ehi, non mi hai ancora visto all'opera con
queste belle manine...” esclamò il ragazzo,
agitando le dieci dita
davanti a se.
La
ragazza gli diede delle lievi pacche sulla schiena, porgendogli poi
un canovaccio “Io lavo, tu asciughi?”
Passarono
alcuni minuti in silenzio, dove si sentiva solamente il rumore
dell'acqua mossa dalle mani di Marnie e quello del canovaccio che
sfregava sui piatti puliti.
“Hai
dei bei amici.” disse improvvisamente la ragazza.
Frank
sorrise, imbarazzato “Grazie, ma credo che da oggi siano
anche i
tuoi. Gerard invita da sua nonna solo gli amici stretti.” le
spiegò, poggiando un piatto asciutto su una mensola.
“Sono
davvero gentili, ma quelli sono i tuoi amici, non i miei.” -
Marnie
si morse un labbro - “Dovrò farmi dei miei. Non
voglio starti
sempre tra i piedi.”
Frank
lasciò perdere il piatto che aveva in mano e si
voltò a guardarla
mentre si torturava il labbro inferiore coi denti “Marnie,
non mi
stai tra i piedi, anzi sei molto discreta come persona, forse anche
troppo.” asciugò il piatto e lo posò
sulla mensola “E domani ti
siedi affianco a me sul pullman.” le sorrise poi.
Finiti
di lavare i piatti, tornarono nel salotto, dove vennero informati
dagli altri di aver superato due missioni mentre loro non c'erano.
“Cazzo,
volevo farla io quella dopo la Norvegia.” borbottò
Frank,
buttandosi sul divano, e strappando di mano a Mikey il joystick .
“Ehi!”
protestò questi “Stavo vincendo!”
“Se
se...” replicò Frank, piegandosi in avanti e
continuando a giocare
al posto dell'amico.
Marnie si sedette a terra, affianco alle
gambe di Frank, che le rivolse un piccolo sorriso, non staccando
però
gli occhi dallo schermo. Dopo aver finito la missione, le porse il
joystick “Vuoi giocare?”
La
ragazza lo prese in mano e lo guardò negli occhi, sollevando
le
spalle.
“Non
ricordi i tasti?” chiese, stupito. La ragazza scosse il capo,
facendo ridere di gusto gli amici.
Frank
sospirò e la circondò nuovamente le spalle con le
sue gambe,
rispiegandole da capo tutto. Quando avviò il gioco, Marnie
sembrava
più sicura della prima volta, infatti riuscì a
destarsi meglio tra
i nemici e riuscì ad ucciderne alcuni senza che i ragazzi
glieli
indicassero. Riuscì anche a trovare una cassetta del pronto
soccorso.
“Adesso
ti fai vedere, razza di balorda?” grugnì la
ragazza, facendo
ridere a crepapelle i suoi amici.
“Sta'
entrando nell'ottica del giocatore.” esclamò
Gerard, battendosi
una mano sulla coscia.
Quando
riuscì a finire la missione, Marnie alzò le
braccia, soddisfatta
“Ho vinto! Ho vinto!” beccandosi dei sorrisi.
Continuarono
così per un po', facendo a turno delle missioni,
finché Mikey non
alzò gli occhi verso l'orologio “Cazzo,
è già mezzanotte
passata!”
“Merda,
domani c'è scuola.” grugnì Gerard,
spegnendo la Play Station
“Ritiriamo la bancarella, ragazzi!”
Aiutarono
i due Way a raccattare la loro roba, ed a togliere le ultime cose
sulla tavola, come il porta pane e la tovaglia. Quando fu tutto
apposto, uscirono dalla casa ed i Way la chiusero, tanto la Nonna
aveva le chiavi e l'avrebbe riaperta da dentro.
“Beh
ragazzi, ci vediamo domani!” esclamò Ray, agitando
le chiavi della
macchina in una mano.
“Grazie
di essere venuti.”
Marnie
sorrise a Mikey, e lo strinse in un abbraccio “Grazie a
voi.” poi
passò a Gerard e strinse anche lui. Salutò anche
Ray con un
abbraccio e, augurando la buonanotte, si mise in macchina aspettando
Frank. Il ragazzo si fermò a parlare un po' con i suoi
amici, poi
raggiunse la ragazza in macchina e guidò fino a casa.
Tornati
a casa, si precipitarono a dormire, ma prima che Frank potesse
entrare nella sua stanza, venne fermato dalla voce di Marnie. La
ragazza si torturava le dita delle mani e sembrava imbarazzata.
“Dimmi.”
la incalzò il ragazzo, dolcemente.
Lei,
senza dire niente, lo abbracciò, sussurrandogli
nell'orecchio
“Grazie di tutto.”
Il
ragazzo le sorrise, dopo aver sciolto l'abbraccio, e le
scompigliò i
capelli “Di niente, pulce!” e, dopo essersi
augurati la
buonanotte, entrarono nelle loro rispettive stanze da letto.
Frank
si tolse la felpa nera con foga, calciandola con un piede, e si
sedette sul letto per togliersi le scarpe ed i pantaloni. Il suo
sguardo si posò sul suo comodino, più pieno del
solito. Aguzzando
gli occhi, vide un libro azzurrino, nuovo di zecca e con sopra un
fiocco rosso elaborato. Lo prese in mano, osservandolo per bene. Era
il nuovo libro di Harry Potter, Harry Potter e l'Ordine della
Fenice. Lo guardò, stranito, per poi alzarsi ed
uscire dalla sua
stanza.
Andò
alla porta di quella di Marnie e bussò piano, stringendo
ancora tra
le mani il tomo. La ragazza gli venne ad aprire subito, guardandolo
confusa.
“E'
successo qualcosa, Frank?”
Il
ragazzo si grattò nervoso la nuca, cercando di non far caso
che lui
fosse solo in pantaloni. I suoi occhi vagarono per la figura della
giovane, che aveva addosso una maglia enorme e sformata dei Pink
Floyd che le arrivava fino a metà delle cosce nude.
“Credo
che questo sia tuo...” borbottò poi, porgendole il
libro “Scott
deve aver sbagliato stanza...”
Marnie
gli sorrise, lasciando la porta aperta e dirigendosi verso il suo
letto. Frank fece un passo all'interno della stanza, ancora vuota e
priva di personalità, se non per la libreria piena di libri,
tra cui
anche i primi quattro di Harry Potter.
“Quello
è il tuo, la mia copia ce l'ho.”
esclamò piano la ragazza,
agitando il suo libro dell'Ordine della Fenice.
“Ma
io...” iniziò a dire il ragazzo, ma fu bloccato da
una mano di
Marnie che gli si posò sulla spalla nuda. La ragazza aveva
le mani
calde che, in confronto alla sua pelle fredda, sembravano carboni
ardenti.
“Mio
padre fa spesso sorprese di questo genere, ti abituerai anche
tu.”
Il
ragazzo si morse il labbro, imbarazzato “Dovrò
ringraziarlo
domattina...”
La
ragazza annuì, radiosa. Frank le augurò
nuovamente la buonanotte e
tornò alla sua stanza. Si tolse le scarpe ed i pantaloni,
posò il
libro sul comodino e si coricò nelle coperte. Sorrise lieve
nel
vedere quel libro, e si addormentò.
Salve!
Sì, per vostra sfortuna, sono tornata, e per di più con un nuovo capitolo! Ovviamente, spero che vi piaccia e che mi facciate sapere cosa ne pensate... Non ho molto da dire su questo capitolo, se non che lo trovo un po' "smorto"... Sì, è il termine giusto!
In realtà, volevo farlo un po' più lungo, ma aggiungendoci metà del capitolo successivo, quella prima metà mi sembrava incompleta senza la seconda, ed ho voluto evitare di aggiungerla perché altrimenti il capitolo sarebbe stato davvero eccessivamente lungo e vi volevo risparmiare il supplizio... PER ORA!
Queste settimane sono passate un po' così, ma sono state rallegrate dall'album di Frank, Stomachaches, arrivato un paio di giorni dopo aver pubblicato il capitolo precedente. Chi mi segue su Instagram, può saperlo perché ho pubblicato una foto per vantarmene! Ah-ah-ah!
Oggi, invece, sono un po' giù di morale... Mi sento una falsa a dare felice degli auguri di compleanno ad una persona di cui non può fregarmene di meno e che ho visto per tre minuti. Almeno, mi ha portato il dolce, mio padre.
Cambiamo argomento! Vorrei ringraziare le persone che hanno letto il capitolo e Not_Lollipops per avarlo recensito!
Come sempre, non so quando ritornerò ad aggiornare, ma spero di avere in questo lasso di tempo delle vostre opinioni a proposito di questo capitolo. Anche delle offese gratuite mi vanno bene!
Io me ne torno a drogarmi di Shepherd of Fire dei Sevenfold, cosa che faccio da questa mattina alle undici... Mia madre mi ha preso per pazza!
Vi lascio i miei contatti alla fine, come ogni volta!
Vostra, Lu.
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