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Autore: vivajackson99    29/11/2014    1 recensioni
Dal testo:
“-Hey Annabeth!!- disse percy.
-Ciao Testa D’alghe!-rispose la ragazza che accompagnava Alice.
-Aspettate un attimo. Ma voi due vi conoscete!?- dissi irritata per il semplice fatto che nessuno mi stesse dicendo cosa cavolo stavano facendo.
-Ceerto. Io e Annie eravamo d’accordo di portarvi tutte e due al campo-mi rispose Percy sorridendo.
-Ora Chirone vi spieghera tutto quello che...
-Aspetta ma tu dici quel Chirone quello dei miti greci!?!-disse sbalordita estupita alice.
-Precisamente- rispose Annabeth sbuffando.
-Quindi voi volete dirmi che gli dei, i semidei, le creature mitologiche...ESISTONO!?!?!- chiese speranziosa.
-Si esistono. E voi due siete figlie di una dea o un dio greco- spiegò percy allargando di più il suo sorriso, se si può fare.
-Se,se. E sentiamo...tu di chi sei figlio- domandai sarcastica
-Io sono il giovane figlio di Poseidone, dio del mare, e lei è figlia di Atena, dea della saggezza.- disse recitanto Percy e poi dando un veloce bacio sulle labbra ad Annabeth.
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La storia è abbientata un anno e mezzo dopo la famosa guerra contro Gea. I nostri eroi sono miracolosamente sopravvissuti e ora dovranno affrontare una nuova missione con due nuove compagne. ATTENZIONE: NIENTE SPOILER.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Leo Valdez, Nico di Angelo, Nuova generazione di Semidei, Percy Jackson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~~p.o.v. lauren

-Accetto- dissi sorridendo con gli occhi ridotti in due fessure. Avevo battuto Percy diverse volte, ma in quei casi lui mistava aiutando a impare l’arte del combattimento. Non stava combattendo come se fossi una professionista, ma come una ragazzina incapace di combattere. Ora non mi darà tregua. Un combattimento quasi alla pari.
-Ovviamente in questo scontro non ci saranno sconti per te cara Laury!- esclamò Percy sorridendo malizioso. Ecco! Come pensavo lui darà il meglio di sè e io devo fare lo stesso. Però... Aspetta! Come mi ha chiamata!? Laury? Da dove lo ha pescato questo nomignolo? E poi come osa darmi un nomignolo? Lo guardai truce e lui mi rispose con un sorriso vittorioso stampato in faccia. Non gliel’avrei data per vinta!
Alzai la spada scontrandola contro quella di Percy, riservando un sorriso di sfida al ragazzo. Fu lui ad attaccare per prima facendo ruotare la spada nella mia direzione. Per poco non mi colpì alla spalla sinistra ma io prontamente lo bloccai. Attaccai con un affondo, che lui bloccò. Continuammo così per non so quanto tempo. Affondo, difesa, attacco, parata, stoccata, affondo, fendente, difesa. Non ne potevo più, ero sfinita e cominciavo ad ansimare per la stanchezza. Percy invece non era per niente stanco e stavamo combattendo ormai da minuti, o erano ore?
All’improvviso mi venne un’idea. Mentre combattevamo, sollevai una mano all’altezza della mia testa. Subito delle nuvole nere si crearono sopra di noi. Percy non se n’era neanche accorto quindi mi fu facile sollevare la mano, per poi puntarla contro di lui. Un fulmine parti dalle nuvole andando a finire ai piedi di Percy che indietreggiò per lo spavento. Me ne approfittai, ovviamente. Ruotai su me stessa ferendo Percy sulla pancia e poi con un calcio sul petto lo feci finire col sedere per terra, mentre la spada gli volava vi adalle mani, per poi scomparire l’attimo dopo. Con un gesto delle mani feci andare via le nuvole, richiusi la spada nel fodero e andai incontro a Percy.
-Ti ho fatto tanto male?- chiesi poi ingenuamente accovacciandomi accanto a lui, che alzò la testa per guardarmi.
-Non tanto... e poi con l’acqua guarisco subito.-ansimò lui tenendosi il punto ferito. Lo aiutai ad alzarsi e lui accettò aggrapandosi a me, perchè non ce la faceva da solo.-Andiamo... al lago delle canoe.- ansimò lui piano. Annuì e lo trasportai fin lì lasciando che si accasciasse a terra. Mise una mano  all’interno dell’acqua che subito si arrampicò sul suo braccio per poi curare la ferita. Si sedette sull’erba e mi guardò -Hai barato-disse soltando incrociando le braccia ed alzandosi. Roteai gli occhi e scrollai le spalle.
-Sapevo che in questo scontro avrei perso, così ho deciso di evocare un fulmine. Tutto qui.- dissi soltando, con leggerezza.
-E da dove l’hai imparato?- chiese lui stupito.
-“Ci sono riuscita una volta. Ci riuscirò anche questa volta” mi dissi a me stessa. Alla fine ci sono riuscita, no?- ribattei guardandolo torva. Lui rimase imbambolato per diversi secondi- Terra chiama Perseus. Terra chiama Perceus. Mi senti? Dobbiamo parlare della corsa delle bighe!?- dissi sventolando la mano davanti alla faccia di Percy dopo molti secondi . Lui si riscosse, passandosi la mano tra i capelli e mi guardò come a dire “non ho capito. Puoi ripetere?”Sbuffai sonoramente alzando gli occhi al cielo.-Ho detto... parliamo della corsa delle bighe?-  chiesi ancora un po’ infastidita.
-Ooh... si certo.- lo aiutai ad alzarsi e poi mi mise un braccio sulle spalle.-Per prima cosa dobbiamo fare il bozzetto della biga. Io ho già una mezza idea su come farla. Che ne dici di farla blu con delle onde ai lati e un tridente davanti?- chiese lui tutto sorridende. Alzai un sopracciglio e mi misi con le braccia conserte.
-Per me va bene. Ma io ho un’idea migliore.-dissi sorridedo di sfida. Lui si mise in posizione di ascolto e io continuai a parlare.-Bhe... possiamo mettere come hai detto tu, le onde ai lati della biga, ma sul davanti voglio messa una bella folgore bianca. E non so... potremmo mettere che le onde circondino la folgore, come se tra di loro ci fosse un accordo, un patto. Come se stessero collaborando.- dissi con le mani ancora alzate. Percy mi stava ancora guardando e poi sorrise.
-Ma tu sei un genio Lauren. Sai disegnare vero?- chiese lui.
-Ma certo che so disegnare! Perchè me lo chiedi?- domandai non capendo il motivo di quella domanda.
-Così mi disegni il bozzetto della biga!- restai a bocca aperta e poi annui lievemente.
-Ti posso fare una domanda?- lui annui e domandai -ma le bighe sono già pronte o le dobbiamo costruire noi?- “ma come mi è passato in testa di dire una domanda così stupida che mi frullava dalla testa già da un po’ di tempo?” mi diedi mentalmente dell’idiota e mi morsi il labbro preoccupata. Percy scoppiò in una risata fragorosa e io che lo guardavo cercando di rimanere seria. Appena finì lui mi guardò strano, forse cercando di capire se stavo scherzando o meno.
-Oh piccola! Ma non sai proprio niente.- “Piccola? Io non sono piccola”
-Piccola!?- esclamai stupita e guardandolo furente. Lui ignorò la mia esclamazione e continuò il suo discorso.
-Le bighe sono già state costruite dai figli di Efesto, poco tempo fa. A noi spetta solo decorarle e migliorarle. Tutto qui.- disse lui sorridendo. Io lo guardai male e filai dritta verso la cabina di Zeus, ma Percy mi bloccò per il polso.-Dove vai?- chiese confuso.
-Me ne torno in cabina.- dissi infastidita liberandomi dalla sua stretta e continuando a camminare.
-Vieni con me nella fucina e creiamo la biga più bella di tutte. Daii.. per favore.- giunse le mani e mi fece gli occhi da cucciolotto bastonato. In un primo momento volevo andarmene e lasciarlo lì impalato, ma poi non resistetti.
-Ok, ok va bene. Vengo!- poco dopo mi ritrovai stritolata in un abbraccio soffocante. -Percy... soffoco!-
-Scusa.. scusa.- disse lasciandomi respirare, sciogliendosi dall’abbraccio.-Allora... andiamo?- disse sorridendo indicando la fucina alle nostre spalle. Sbuffai sonoramente. Non lo sopportavo.
-Andiamo!- risposi con un sospiro rassegnato mettendo il muso. Lui mise il braccio sulle mie spalle e si abbassò fino al mio orecchio. Io ero molto più bassa di lui quindi lui si doveva chinare. Si avvicinò al mio orecchio e mi sussurò -Sai che sei proprio carina quando fai il broncio.- spalancai gli occhi mentre sentì le guance andare in fiamme, segno che ero arrossita. Gli diedi un pugno sulla testa, felice, imbarazzata e arrabbiata allo stesso momento.-Ahio... ma che ti ho detto?- pigniucolò lui massaggiandosi il punto dolente.
-Niente, niente.- dissi sventolando la mano ed anvasare a passo spedito verso la fucina.-Forza! Abbiamo una biga da fare!- dissi allegra.-Forza! Uoviti testa d’Alghe!- Sentì lo sbuffo di Percy e li si che sorrisi vittoriosa.

p.o.v. alice

Dopo che mia sorella mi trascinò via dalla sua imbarazzante figuraccia che aveva fatto con Lauren, si fiondò nella cabina di Atena e poi scese le scale che ci portavano nei laboratori dei figli di Atena. Si sedette su una sedia con la grazia di un elefante e appoggiò la testa sulla scrivania davanti a lei.-Io e la mia boccaccia!- mormorò lei piano contrariata, abbastanza forte che io lo petessi sentire. Risi piano e poi mi avvicinai a lei posandole una mano sulla spalla.
-Hey Annabeth, tutto bene?- chiesi premurosa. Lei alzò la testa e annui, per poi voltarsi a guardarmi.
-Quindi... vuoi partecipare veramente alla corsa delle bighe?- annuì -Bene. Ho già un progetto pronto. Vorrei un tuo parere.- cercò tra una pila di fogli li vicino e poi ne uscì uno. Era un progetto di una biga. La biga era tutta di color oro. Sul davanti si stagliava una civetta, simbolo di Atena. Le ruote erano di un grigio metallo rinforzzate. Molto semplice.
-È bella ma...- lasciai la frase incompleta cercando di capire cosa mancava.
-Ma..!?-chiese Annabeth impaziente di sentire la risposta.
-Annie...  l’altro simbolo della dea Atena non è l’ulivo?- chiesi esitando, insicura se fosse giusto o meno. Lei annuì e sospirai di soglievo.-Bhe... pensavo che sotto la civetta potremmo far rappresentare la pianta di ulivo, i cui rami poi si diramano per tutta la biga. Che ne dici?- spiegai io indicando poi i punti sulla pergamena. Aspettai impaziente la sua risposta, con un sorriso stampato in faccia, mentre lei elaborava la mia idea. Poi scrollò le spalle.
-Si può fare!- disse annuendo. Io saltai sul posto e abbracciai Annabeth, che ne era rimasta stupita. Poi ricambiò l’abbraccio e mi accarezzò i capelli. Dopo di che ci separammo e lei mi sorrise maliziosa.-Bene. Al lavoro allora. Andiamo a chiamare la truppa di Atena. C’è un mucchio di lavoro da fare!- esordì lei allontanandosi e dirigendosi verso gli altri laboratori. Io sbuffai frustrata. Mi attendeva un duro lavoro.

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Passammo  intere giornate conficcate nei laboratori della casa di Atena a lavorare. Quando ne uscivo fuori sembravo quasi una zombi.
Erano passati quattro giorni dalla mia discussione con Nico e lui ancora non si era fatto vedere o forse non si voleva far vedere. E io ci stavo male.
Uscì ancora una volta dalla casa di Atena, stanca per il duro lavoro. Sentì la conchiglia annunciare l’ora di pranzo e io insieme a tutti i mie fratelli ci dirigemmo in sala mensa.Vidi Percy e Lauren uscire dalla cabina di Poseidone. Era da tre giorni che quei due non si separavano, credo che stessero preparando la biga nella cabina di Poseidone ed erano aiutati da Jason. Lui non partecipava ma dava il contributo per sorella, che lo ha pregato per un giorno intero. Entrarono in sala ridendo e scherzando, per poi separarsi e andare ognuno al suo tavolo. Poco dopo anche Jason andò al tavolo dalla sorella. Vidi anche Leo entrare, mentre lanciava occhiate alla figlia di Zeus intenta a parlare col fratello. Quel figlio di Efesto è proprio cotto.
Neanche a pranzo Nico era venuto. I sensi di colpa riaffiorarono... ma non devo pensarci! Sua sorella era al tavolo da sola e, da quando il fratello non si era fatto più vivo, ogni tanto mi lanciava occhiate sospettose e io subito mi voltavo. Offrì una parte del mio pasto a mia madre Atena e incominciai a mangiare in silenzio. Dopo un po’ mi alzai e andai verso la cabina di Atena, insieme ai mie fratelli, per ricominciare i lavori.
Stavo parlando con Max, uno dei mie fratelli, con cui avevo legato di più. Era molto carino. Aveva un anno in più di me, poco più alto di me, magro ma muscoloso. Aveva  i capelli biondo cenere, gli occhi grigi e l’espressione di chi la sapeva lunga, in pratica di un intelligentone. Mi stava spiegando le mosse più impensabili da fare mentre mi trovavo su una biga. Ero così assorta nell’argomento che nemmeno mi accorsi che qualcuno ci stava seguendo, fin quando non mi sentì chiamare.
-Alice!-mi voltai e mi ritrovai di fronte Hazel, e la sua massa di capelli ricci, che mi guardava con i suoi grandi occhi dorati. Deglutì a vuoto a disagio e poi mi ripresi.
-Che c’è?- chiesi gentilmente. Lei mi sorrise e mi indicò con la testa Max. Rimasi interdetta per un po’, ma dopo alcuni secondi afferrai il concetto.- Max puoi lasciarci sole un attimo. Ne riparliamo dopo, da dove avevamo interroto. L’argomento è molto interessante- gli dissi sorridendo. Lui mi sorrise a sua volta e mi salutò mentre si allontanava. Mi voltai verso Hazel -Allora?- chiesi ora che eravamo rimaste sole. Lei si limitò a farmi il gesto di seguirla e ci avviammo verso i campi di fragole. Dopo diversi minuti di silenzio, per me frustranti, finalmente parlò.
-Volevo parlarti di quello che è successo tra te e mio fratello. Non so molto di ciò che è successo l’altro giorno e visto che lui non me ne ha parlato volevo saperlo da te. Dopo che ve ne siete andati dall’arena cosa è successo?- chiese lei mentre camminavamo. Mi bloccai sul posto con gli occhi sbarrati. Lei si voltò verso di me, regalandomi un sorriso affetuoso. Non credo che sarei riuscita mai a dire ciò che è successo con Nico proprio a le, sua sorella! Non ce la facevo! Cosa dovevo fare? Hazel come se mi avesse letto nel pensiero aggiunse -A me puoi dirlo. Non ti giudicherò. So che in parte la colpa è di Nico, quindi...!-lasciò in sospeso la frase mettendo sottinteso che dovevo contunuare. Presi un lungo respiro e poi buttai fuori l’aria con un sospiro.
-Okay. D’accordo.- sospirai io chiudendo gli occhi per poi riaprirli determinata a dirle tutto. Le raccontai tutto, della chiaccherata sulla spiaggia fino alla sgridata di Nico nel bosco. Abbassai la testa, poi lei mi mise una mano sulla spalla e io alzai gli occhi per vedere lei che sorrideva.
-Vedi mia cara, Nico è sempre stato così. Di fuori appare scontroso, freddo, suscita timore e inalza barriere di impassibilità. Però ha un animo buono. È gentile, onesto, fedele e molto genereso. Lui mi ha riportato in vita dal regno dei morti e mi ha accolta come sua sorella. Solo che ancora soffre molto.- disse lei poi diventando pensierosa.-Sai della faccenda di sua sorella vero?-chiese lei dubbiosa. Annuì lievemente e lei continuò -Tutte le persone a lui care sono morte oppure si sono fatte male per colpa sua o almeno così la pensa lui. Io non la penso così. Riufita l’Amore delle altre persone per paura di perderle o di essere rifiutato. È questo il fatto.- lei sorrise e io la abbracciai.
-Grazie Hazel. Di tutto.- dissi dopo un po’ realmente sincera. Mi era servita molto questa discussione, per capire meglio tutta la faccenda di Nico. Lei rise.
-No. Io ringranzio te.- disse lei ridendo ancora.
-Perchè mi ringrazi?- chiesi confusa separanomi dall’abbraccio.
-Lo scoprirai.- disse allontanandosi e lasciandomi sola nel campetto di fragole.

p.o.v. lauren
Tre giorni! Tre giorni interi passati a costruire e decorare una biga. Però ero contenta del quasi risultato finale. L’unico problema era Percy. Continuava a parlare, parlare, parlare. Per di più sempre della stessa cosa. E inoltre non faceva quasi mai un bel niente. Sempre seduto sul divano di pelle blu del suo salottino personale. E Io facevo tutto il lavoro sporco. Se non ci fosse stato mio fratello ad aiutarmi credo che invece di ritrovarci con una biga montanta e un Percy sano, ci saremmo ritrovati con una biga incompleta e un Percy carbonizzato oppure strozzato.
Ora stavo andando nelle stalle con Percy per scegliere i due cavalli che dovranno trainare la biga.L’unica cosa che mi interessava veramente erano i pegasi. Percy voleva come uno dei due cavalli il suo pegaso Blackjack, quindi toccava a me decidere l’altro. Ha detto anche che il cavallo scelto poteva diventare il mio cavallo personale e che potevo cavalcarlo e che lui mi avrebbe insegnato. Che bello! Non vedo l’ora!
Arrivai davanti alle stalle tutta sorridende. Percy si avvicinò a un cavallo tutto nero con le ali grandissime. E cominciò a parlarci come se il cavallo petesse capire.
-Hey Blackjack, come va la vita qui?- chiese Percy al cavallo che nitrì felice. -Sono contento che stai bene. È da un po’ che non facciamo un volo noi due eh?- continuò Percy. Blackjack nitrì e annui col capo facendo ondeggiare la criniera nera. -Facciamo un volo allora!- disse Percy accarezzando il cavallo. Io continuavo a guardarlo a bocca aperta non sapendo se fosse stupido o si immaginasse le cose.
-Ehm... Percy? Lo sai vero che un cavallo non ti può capire vero?- domandai seriamente preoccupata. Lui solo in quel momento mi degnò di un’occhiata e poi sbarrò gli occhi e si sbattè una mano sulla fronte.
-Oh Lauren scusa. Non te lo detto!- disse lui con voce colpevole, per poi ricomporsi e sorridermi accarezzando il cavallo.-Io riesco a capire quello che dicono i cavalli, perchè sono stati creati da mio padre Poseidone. Ti sarò sembrato un po’ pazzo.- disse lui cominciando a ridere.
Io restai per un po’ a bocca aperta e per diversi secondi non riuscì a fare altro che dire cose tipo “oh”, “ehm”,“si” e altri monosillabi che non fecevano che ottenere un alzamento di volume della risata di Percy. Finalmente mi ripresi dallo shok e cominciai a ridere anche io. Via via la risata andò scemando, mentre Percy ancora col fiatone cercava di creare una frase completa.
-Allora... lo vuoi scegliere... il cavallo... o no?- mi chiese lui tra un ansimo e l’altro. Io annuì con ancora la mano sulla pancia. Camminai tra le altre stalle guardando i pegasi che avevo davanti. Subito dopo la stalla di Blackjack se ne trovava una con dentro un cavallo alto e possente, con il pelo marrone e la criniera e la coda nera. Guardai la targhetta appesa al muro e lessi il suo nome: ‘Turbine’. Il pegeso è bello, ma la preferirei femmina. Passai avanti e ne trovai un’altro. Aveva il pello marrone con grosse macchie bianche sulla groppa e sulla schiena, e la criniera e la coda erano bianche. Il nome era Rugiada. Nemmeno questa mi convinceva anche perchè poi mi lanciò un’occhitaccia nitrendo infastidita come se gli stessi invadendo lo spazio personale. Io indietreggio intimorita.
-Quello é il cavallo che usano di solito i figli di Afrodite. Vanitosa come loro.- disse Percy guardando  Rugiada mentre accarezzava distrattamente Blackjack. Passai avanti e finalmento lo trovai. Un pegaso col manto completamente bianco e la criniera bianca sul giallo pallido. Il nome era Crystal. Ci calzava a pennello. Mi avvinai a lei che subito mi sbattè il muso contro il petto nitrendo felice. Guardai Percy per avere una conferma e lui mi sorrise.-Crystal non è mai stata domata da nessuno. È uno spirito libero. Non ha mai fatto così con nessuno. Le piaci. Non serve una persona che capisca quello che dicono i cavalli per capirlo.- disse lui sorridendo- se è questo il cavallo che hai scelto allora andiamo a fare un giro.- annuì aprendo il portone di legno per far uscire Crystal, che uscì trottando aggrazziata intorno a me.-Ti aiuto a salire.- Percy mi aiutò a salire in groppa a Crystal.
-Cosa devo fare per salire in volo?- chiesi a Percy impaziente. Lui rise divertito e poi scosse con la testa.
-Niente volo per ora. Prima impari a cavalcarla qui a terra, poi in cielo.-disse lui serio. Io sbuffai e mi aggrappai saldamente al collo di Crystal.-Digli di partire-
-Ok...- dissi annuendo- Parti! Vai! Al galoppo!- urlai e Crystal parì subito al trotto e poi cominciò a correre nela piattafoma addetta alla corsa per le bighe. Io ero al settimo cielo. Mai mi ero sentita cosi bene. Stavo provando emozioni indestrivibili. Sentivo il vento fresco e leggero accarezarmi il viso e ridevo. Ridevo quasi avevo la gola secca. Poi vidi Percy farmi segno di fermarmi e io gridai -Oh... ferma!- solo dopo mi sono resa conto di aver parlato come i cawboy dei film wester che di solito vedevo con mia madre e arrossì un po’.
-Bene.. vedo che ci sai fare. Vediamo in cielo come te la cavi.- lui salì in groppa a Blackjack e si librò in volo mentre mi gridava.-Devi solo parlarle.-gridò per poi volare in cielo assieme al suo cavallo. Guardai Cristal che voltò il capo verso di me e io deglutisco.
-Allora...- dissi scandendo bene ogni lettera - Ti va di fare un volo noi due?- domandai mentre Crystal nitrì annuendo con la testa.- Bene..- dissi.-Allora partiamo! Segui Percy.-

ANGOLO DELLA RITARDATARIA: salve popolo di EFP. Sono tornata! Non ho molto tempo, se non pubblico in fretta la mia amica mi uccide. Dico solo che il capitolo è più lungo del solito e che solo nel prossimo capitolo ci saranno delle novità, o forse no. Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Lasciatemi qualche recensione, vi supplico. A presto.

   
 
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