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Autore: Knuckster    30/11/2014    6 recensioni
Evento Argus. Il fenomeno che ha sradicato dal suolo di Mobius un'intera civilizzazione, che ha intrappolato il Clan di Nocturnus nei meandri di Twilight Cage, che ha sconvolto il mondo come lo si conosceva in maniera del tutto imprevista. Ma è davvero solo questo? Sonic the Hedgehog e i suoi compagni, per la prima volta, si ritrovano ad affrontare forze universali ed eterne molto più grandi di loro. Un gruppo di membri eletti di un pericoloso Cenacolo sta preparando il terreno per l'arrivo della misteriosa entità Argus... ed una cosa è sicura: dopo il suo avvento, nulla sarà più come prima.
Sonic e il suo gruppo hanno davvero quello che ci vuole per fermare questa nuova immortale minaccia?
01/03/2019 - STORIA COMPLETATA. A partire da adesso, ci sarà una revisione completa, capitolo per capitolo, con correzioni al contenuto e al layout, riassunte volta per volta in note a piè pagina. Grazie di cuore a tutti coloro che hanno seguito questa storia gigantesca per tutti questi cinque anni!
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sonic the Hedgehog: A Blue Bolt Saga'
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Legacy of Argus Logo

Noi (Terza parte)

    Le decisioni non ponderate, prese per istinto o per foga del momento, molto spesso sono quelle di cui ci si pente più in fretta e per uno come Knuckles the Echidna si tratta di pane quotidiano. Così poco abituato a riflettere sulle sue decisioni, una volta imbattutosi in quel grosso uovo appoggiato al Master Emerald, il suo primo pensiero fu di darlo via in qualche modo, di lasciarlo perdere o magari di abbandonarlo da qualche parte. Non era qualcosa che lo riguardava, in fondo, perché avrebbe dovuto preoccuparsene? Erano affari di chi lo aveva lasciato lì del tutto incustodito.

    Fu solo per pura curiosità di scoprire da dove fosse venuto che decise di metterlo momentaneamente al sicuro, ma sapeva che non ci sarebbe voluto molto prima che avesse perso interesse e se ne fosse liberato in qualche modo. Fu solo per pura coincidenza che si ritrovò a scoprire la sua vera natura. Era lì, che sfogliava le pagine del libro scritto da suo padre, sforzandosi di decifrare le parti più illeggibili, quando si era imbattuto in quel disegno così lampante nella sua precisione: un grosso uovo con macchioline marroni sparpagliate sul guscio. Era una rappresentazione così nitida e accurata che sembrava quasi una fotografia. Ciò che, però, aveva colpito di più Knuckles, con la stessa intensità di un fulmine, era la didascalia che recitava “uovo di echidna”.

    Non era necessario altro per il guardiano. Si alzò di scatto e corse verso il locale nascosto nell’altare. Fu così rapido a scendere le scale e a correre verso l’ingresso che gli venne quasi subito il fiatone. L’uovo era ancora lì dove l’aveva lasciato, comodamente posato sul giaciglio di paglia e avvolto nella sua vecchia coperta. Si ritrovò spontaneamente a tirare un sospiro di sollievo, dopodiché, senza neanche pensarci, rovistò alla ricerca della sua lampada ad olio. La accese e regolò la fiamma in modo che non fosse né troppo alta né troppo bassa, quindi avvicinò il vetro all’uovo, nella speranza che il calore generato lo scaldasse almeno per quanto potesse bastare a tenerlo tiepido.

    Aveva una girandola di pensieri in testa così fitta da non riuscire a trovare neanche il punto di inizio per districarli. Sapeva soltanto che se davvero avesse buttato via quell’uovo, non se lo sarebbe mai potuto perdonare. Non gli interessava più sapere da dove venisse o come ci fosse arrivato lì, tutto ciò che importava era che lì dentro stava crescendo qualcuno come lui, un suo simile, un essere vivente che avrebbe avuto il potere di non farlo più sentire l’ultimo. Knuckles non si rendeva conto che la rapidità con cui lo aveva implicitamente accettato e con cui aveva acconsentito di prendersene cura era opera del suo inconscio che finalmente aveva trovato una speranza a cui aggrapparsi. La stessa speranza che tanto aveva cercato nel corso della sua vita: quella di non essere più solo o, per meglio precisare, l’unico.

    Uscì dalla sua rudimentale abitazione, sorridendo senza neanche accorgersi di farlo, quindi risalì gli scalini dell’altare per tornare a dedicarsi al libro. Neanche riusciva a ricordarsi da quanto e per quanto era stato occupato ad esaminarne il contenuto in ogni piccolo risvolto. C’erano più informazioni lì dentro di quante ne avesse mai trovate altrove e pensava che non fosse un caso il fatto che l’autore fosse suo padre Locke.

    Impiegò i successivi dieci minuti a leggere le pagine successive all’illustrazione che aveva trovato. Da quanto aveva capito dalle scritte che non erano state cancellate o distorte, suo padre aveva stilato un’accurata descrizione del ciclo di vita dell’echidna, dal momento della schiusa a quello della maggiore età. Era difficile ricostruire intere frasi, ma da alcune parole chiave si poteva comunque dedurre il contenuto.

    Andando avanti tra i capitoli, con maggiore foga e curiosità, Knuckles si imbatté in un paragrafo che, incredibilmente, era rimasto quasi del tutto immacolato… e non riusciva a credere ai suoi occhi quando si rese conto che parlava del Master Emerald.

“…esistito fin dalla notte dei tempi, ma estorto con la forza al Clan di Knuckles in epoche ormai dimenticate. Il Master Emerald fu riconsegnato ai suoi legittimi proprietari da un misterioso sconosciuto, apparso una notte alle soglie del villaggio di Pachacamac. Lo straniero maneggiava un bastone grazie al quale era in grado di padroneggiare antichi poteri strettamente collegati alla natura dei sette sacri smeraldi del Clan. Era a conoscenza della millenaria litania utilizzata per risvegliare le energie sopite del Master Emerald e dichiarò di essere il discendente di chi, in tempi remoti, lo aveva creato per controllare le energie degli smeraldi grazie a quello stesso bastone.

Il Clan di Knuckles espresse la sua gratitudine allo straniero per aver riportato a casa la loro più antica reliquia, nel suo legittimo posto accanto agli altri sette sacri smeraldi. Questi chiese soltanto una cosa in cambio: poter rimanere tra di loro, nel loro villaggio, per continuare a studiare i fenomeni che collegavano il Master Emerald alle altre gemme. La richiesta venne accolta, anche se con notevoli perplessità da parte di Pachacamac.

Quando le perplessità si trasformarono in sospetti e il Capo Pachacamac si rese conto che l’intento dello straniero era di esercitare le sue arti magiche per assoggettare il potere non solo del Master Emerald, ma anche dei sette smeraldi, il consiglio del villaggio decise di cacciare lo straniero e di bandirlo per sempre. Se mai avesse tentato di avvicinarsi nuovamente al villaggio, sarebbe stato sottoposto ad esecuzione.

Lo straniero si sarebbe ripresentato tempo dopo, ma con intenzioni molto più bellicose di quanto si potesse immaginare. Aveva radunato sotto la sua guida valorosi seguaci echidna, guerrieri di ogni sorta, attratti dal potere delle sue arti. Aveva assemblato con la sua tecno-magia degli infaticabili soldati di metallo, che avrebbe battezzato Gizoidi, e che, insieme ai suoi seguaci, avrebbero formato il Clan di Nocturnus. L’ormai, appuntato Lord, Pir’Oth Ix avrebbe mosso guerra contro il Clan di Knuckles per il possesso delle gemme più potenti del pianeta.”

    Knuckles si ritrovò a leggere più e più volte quel passaggio. Non riusciva a capire cosa lo turbasse di più, tra le tante informazioni che aveva assorbito da quelle pagine. Forse era il fatto che, stando a quanto ricostruito da suo padre, Lord Ix, la stessa echidna responsabile del suo rapimento tempo prima, la stessa che aveva combattuto con Sonic a Twilight Cage1, aveva a che fare con la creazione stessa del Master Emerald. O forse era la consapevolezza che la sua brama di potere risaliva a millenni prima e che, a giudicare da quanto accaduto, anche a distanza di molto tempo non si era ancora placata. Il fatto che con Sonic e gli altri lo avessero sconfitto era decisamente rincuorante, ma Knuckles si chiedeva quanti altri misteri perduti nel suo passato sarebbe stato costretto a scoprire.

1In Sonic Chronicles: The Dark Brotherhood (2008)

    Tutti quei racconti, tutti quegli eventi antichi… sarebbe dovuto essere stato suo padre a narrarglieli, non avrebbe mai dovuto venirli a scoprire in quel modo, da solo, tramite un tomo polveroso. Confuso e disorientato per quanto poco aveva scoperto di sapere riguardo ad un compito sul quale era improntata la sua vita stessa, chiuse con un colpo secco il libro e lo scagliò lontano, senza ritegno. Poi si ritrovò con la testa tra le mani a rimuginare in silenzio mentre studiava i solchi negli scalini in discesa che aveva di fronte.

    Qualche minuto dopo, una lieve folata di vento gli passò accanto e si ritrovò sotto lo sguardo canzonatorio di Sonic.

    - Come butta, Knuckles? - domandò, con il solito tono scherzoso e confidenziale.

    - Sei l’ultima persona che ho voglia di vedere adesso - rispose l’echidna, in maniera scontrosa.

    - Partiamo già con il piede sbagliato, vero? Non ti agitare, sono solo venuto a vedere come te la passi, dato che hai così gentilmente declinato il mio invito di ieri -

    - Te l’ho detto. Avevo da fare -

    - Oh, certo. Sono sicuro che si organizzano un sacco di eventi mondani da queste parti -

    - Piantala! - sbottò Knuckles, per niente dell’umore giusto per farsi prendere per i fondelli - Se sei venuto a rompere le scatole, tanto vale che giri i tacchi e te ne vai. Non sono dell’umore per darti retta oggi! -

    Quindi si alzò e diede le spalle al riccio, prendendo inspiegabilmente a fissare il Master Emerald. Sonic inarcò un sopracciglio, completamente ignaro di cosa prendesse al guardiano, ma lo conosceva abbastanza da capire che non era il caso di insistere.

    - Datti una calmata, ho capito l’antifona - disse il riccio, alzando le mani in segno di difesa - Dato che anche tu sei stato un bersaglio di quei pazzi del Cenacolo, credevo ti interessasse ancora sapere che cosa gli frulla in testa. Di solito sei il primo a menare le mani quando si tratta di farla pagare a chi ti pesta i piedi -

    - Non è questo il caso - commentò Knuckles, laconicamente.

    Era come continuare a sbattere la testa contro un muro di mattoni, con la differenza che la testa di Knuckles era molto più dura. C’era qualcosa che non voleva dire e, probabilmente, Sonic non sarebbe riuscito tanto presto a fargli sputare il rospo.

    - Va bene, Knux. Come preferisci - concluse, sfiduciato - Se dovessi cambiare idea, hai ancora la ricetrasmittente di Tails, sai come trovarci. Sarebbe il caso, comunque, che nessuno di noi rimanesse solo, considerando quanto sta accadendo -

    Il suono della parola “solo” ebbe un effetto portentoso e immediato su Knuckles. Anche se Sonic non poteva vederlo, dato che gli stava ancora dando le spalle, l’echidna si morse il labbro, come evidente segno dell’orda di dubbi e indecisioni che lo aveva appena assalito. In un solo istante, ripercorse con la mente tutti i giorni solitari che aveva trascorso su Angel Island a fare la guardia al Master Emerald, come sanciva l’antico dovere che gli aveva insegnato suo padre. Quindi si soffermò a pensare a tutte le avventure e tutte le sfide che, a volte anche suo malgrado, si era ritrovato a vivere dopo aver conosciuto Sonic e Tails. Ripensò a tutte le volte in cui avevano fatto squadra, in cui avevano affrontato insieme pericoli tra i più variegati… e poi il suono della parola “solo” cominciò a gravare su di lui come un quintale di macigni piombatigli addosso.

    - Aspetta! - esclamò infine il guardiano, voltandosi di scatto e fermando Sonic appena in tempo prima che schizzasse via.

    I due si guardarono per un attimo, l’uno in curiosa attesa, l’altro ancora combattuto tra l’indecisione e la convinzione. Alla fine, Knuckles scrollò le spalle, andò a recuperare il libro che aveva lanciato via, si sedette sul pavimento in pietra, incrociando le gambe, e invitò Sonic a fare lo stesso. In circostanze normali, il riccio blu non sarebbe stato così accondiscendente, ma aveva intuito che, forse per la prima volta, il buonsenso di Knuckles aveva avuto la meglio sulla sua testardaggine e sul suo caratteraccio… e non si poteva certo lasciar sfuggire quell’occasione.

    Il guardino si prese il tempo necessario per raccontare tutto quanto. Rivelò a Sonic il fatto che Shade era rimasta con lui per diverso tempo dopo la loro avventura a Twilight Cage, prima di ammalarsi. Gli disse della sua improvvisa scomparsa e di ciò che lei gli aveva detto su Loranna Valley. Quindi mostrò a Sonic il libro che aveva trovato in quella biblioteca abbandonata, specificando, anche se con una punta di difficoltà, che l’autore era quasi certamente suo padre.

    - Ecco che cosa ti frullava in testa ultimamente! - ebbe da dire Sonic al termine del racconto, ma, per una volta, senza ironia nella voce - Mi sembra assurdo che tu non sapessi dell’esistenza di questa città. Tuo padre non te ne ha mai parlato? -

    Knuckles abbassò improvvisamente lo sguardo, chiaro segnale che era stato toccato un tasto sbagliato in lui. Nonostante questo, si dimostrò comunque bendisposto a continuare a confidarsi in tranquillità.

    - Non vedo mio padre da quando ero un marmocchio. Mi aveva sempre detto che, come parte dell’addestramento dei guardiani, sarebbe arrivato un momento in cui me la sarei dovuta cavare da solo. Mi ha sempre insegnato tutto quello che sapeva, con l’obiettivo di farmi prendere il suo posto un giorno. Quello che non sapevo… è che quel giorno sarebbe arrivato molto presto. Anche se… aveva detto che sarebbe tornato -

    - Fammi capire - incalzò Sonic, quasi del tutto incredulo - Tuo padre ti ha lasciato qui, dicendo che sarebbe tornato… e poi non l’ha più fatto? -

    - E’ quello che ho detto! -

    - E tu non hai mai pensato di andare a cercarlo? -

    - Il mio compito era di rimanere qui a sorvegliare il Master Emerald. E’ l’insegnamento più importante che mi ha lasciato e non potevo deluderlo -

    - Ma ti ha detto che sarebbe tornato! - insisté il riccio - Che motivo avrebbe avuto di dirtelo, se aveva già intenzione di lasciarti a cavartela da solo? -

    - Non lo so! - sbottò Knuckles, infastidito - La parola delle echidna è un impegno. Se ha detto che sarebbe tornato, lo avrebbe di sicuro fatto. Probabilmente gli è successo qualcosa e questo libro è il primo indizio in anni che sia mai riuscito a farmici capire qualcosa -

    Sonic guardò con apprensione il grosso tomo rilegato, convenendo implicitamente con Knuckles sul fatto che potesse davvero essere una buona pista su cui si potesse lavorare.

    - Sarebbe utile cercare di scoprire quando lo ha scritto - propose Sonic - Se lo ha completato dopo che se ne è andato da qui, forse è ancora in circolazione, da qualche parte nei pressi di quella città -

    - E’ troppo rovinato per essere stato scritto allora - replicò Knuckles - Secondo me risale ad ancora prima della mia nascita. Credo che abbia voluto ricostruire tutta la storia delle echidna, dalle origini ai giorni nostri. E’ troppo malridotto per poterne trarre informazioni più chiare, ma ho trovato qualcosa di sbalorditivo riguardo ai Nocturnus e persino al Master Emerald -

    Il riferimento al Master Emerald riportò improvvisamente la mente di Sonic a quanto era successo il giorno precedente. Leggermente infastidito per essere costretto a riprendere per la terza volta una storia così complicata, si preparò a vuotare di nuovo il sacco, perlomeno sicuro che Knuckles sarebbe stato molto più propenso a credergli di Shadow.

    - Dato che ti sei perso la riunione a casa di Amy, ci sono un paio di cose che dovresti sapere anche tu -

    Come Sonic aveva previsto, Knuckles non mise neanche per un secondo in dubbio tutto ciò che Seth gli aveva rivelato sulle origini dell’universo e dei Chaos Emerald. Forse perché era abituato a credere a tutto ciò che gli si diceva, forse perché era un racconto che, in qualche modo, lo toccava da vicino, il guardiano prese immediatamente per oro colato ogni singola parola riportata da Sonic, cosa che a quest’ultimo non poté fare a meno di far tirare un sospiro di sollievo.

    - Roba da far girare la testa, eh? - disse, nel constatare l’aria di incredulità dell’echidna.

    - Così ci sarebbero sette smeraldi su ogni pianeta - ricapitolò - E secondo questi psicopatici ci sarebbe una specie di dio onnipotente che dovrebbe arrivare a darci una sculacciata cosmica per il modo in cui è stato ridotto questo. Bè, spero che il primo sia Eggman. E’ colpa sua se siamo arrivati a questo punto! -

    Sonic decise di sorvolare con eleganza sul fatto che, se non fosse intervenuto lui, Mobius e la Terra non sarebbero mai diventati la stessa cosa, quindi preferì soffermarsi su un altro particolare al quale non aveva mai pensato.

    - Tutto questo sembra convincente, ma effettivamente non spiega alcune cose - continuò il riccio, in tono pratico - Come faceva ad esempio Gerald Robotnik a sapere dell’esistenza dei nostri Chaos Emerald? E poi non ho idea di come si incastri il Master Emerald in tutto questo! -

    - A questo ha già risposto mio padre - rispose pronto Knuckles - Stando a quanto ha scritto qui dentro, il Master Emerald è stato creato artificialmente per controllare i poteri dei Chaos Emerald. E, inoltre, chi lo ha creato ha in qualche modo a che fare con Lord Ix -

    Sonic riuscì difficilmente a dissimulare la sua sorpresa, anche se era in parti uguali mescolata ad una sorta di fastidio irritato.

    - Le cose si fanno sempre più contorte - commentò, visibilmente seccato - Mi sembra di stare a partecipare ad un gioco a premi dove tutti conoscono le risposte tranne me -

    - Mio padre mi ha sempre detto che facciamo tutti parte di un quadro molto più grande di noi, ma che possiamo solo concentrarci su quello che è alla nostra portata -

    - Sembrano parole uscite da un biscotto della fortuna! E che cosa vorrebbe dire? -

    Knuckles si alzò, con un fuoco determinato che divampava nei suoi occhi.

    - Che quello su cui dobbiamo concentrarci adesso è scovare quei farabutti e spiegare loro cosa ne pensiamo di Argus e di tutte le loro follie! -

    Sonic gli sorrise di rimando, contento di vedere che stessero di nuovo parlando la stessa lingua. Si mise in piedi a sua volta e gli parlò in tono deciso.

    - Sono contento che tu sia dei nostri, nonostante tutto quello a cui hai da pensare. Che cosa ti ha fatto cambiare idea? -

    - Ho cominciato a cambiare idea da quando sei venuto la prima volta a rompermi le scatole quassù - replicò Knuckles, con un ghigno - Ormai non posso più pretendere di fare tutto da solo, soprattutto se si tratta di una situazione del genere. E poi, come hai detto, sono sempre il primo quando si tratta di farla pagare a chi mi pesta i piedi -

    - Lieto di averti rinfrescato la memoria, testa dura - disse Sonic, senza sforzarsi di nascondere la sua contentezza.

    - Ah! -

    A Knuckles era appena tornata in mente un’altra cosa e, dato che aveva deciso finalmente di aprirsi e di accettare la collaborazione con Sonic, pensò che sarebbe stato anche il caso di essere sincero al cento percento.

    - Ci sarebbe anche un’altra cosa -

    Senza anticipare nulla, guidò Sonic fino al suo rifugio scavato nell’altare in pietra. Oltrepassarono l’ingresso squadrato e Knuckles, senza proferire parola, indicò l’uovo di echidna che riposava tranquillo sul suo letto di paglia.

    Sonic guardò prima l’uovo e poi guardò Knuckles.

    - Knux! - esclamò - Sei diventato mamma! -


    - Vi ho convocati qui perché ho qualcosa di molto importante di cui parlarvi -

    Come un comandante che controlla il rigore dei suoi soldati, Seth era piantato di fronte a quelli che chiamava “suoi confratelli”, a squadrarli uno dopo l’altro con aria seria e autoritaria. Erano tutti e tre ordinatamente in fila, silenziosi e rigidi come se fossero stati fatti di pietra. Erano abituati a quelle strane retate da parte del loro Gran Cerimoniere, per cui erano consapevoli che il modo migliore per rendere veloce il tutto era attendere e assecondare le sue richieste.

    Drake era perfettamente a suo agio in quella situazione dal sapore di compostezza militare, ma lo stesso non si poteva dire di Getara e Levine. Il primo era con le braccia conserte, attento ma con espressione infastidita. La seconda, invece, continuava a spostare il peso del corpo da una gamba all’altra, palesemente noncurante e quasi annoiata.

    - E’ richiesta la mia presenza altrove, quindi andrò via per un po’ di tempo -

    A differenza delle altre riunioni di quel tipo, in cui solitamente Seth si limitava a sottolineare la necessaria dedizione che tutti loro dovevano avere per il Cenacolo, quella particolare rivelazione fu accolta con più sgomento di quanto accadesse di norma.

    - Ti sembra il momento di andare a fare una vacanza? - domandò Levine, stando però attenta a non suonare troppo puntigliosa.

    - Non si tratta di niente di tutto questo! - replicò lo sciacallo - Intendo andare a trovare un vecchio amico, il cui aiuto sarà notevolmente prezioso per prepararci all’arrivo di Argus. Nel frattempo, affiderò a qualcun altro l’incarico di occuparsi della faccenda Sonic. Voi dovrete essere a sua disposizione e obbedire ciecamente alle sue istruzioni. Al mio ritorno, vorrò vedere quel riccio morto! -

    - Ci hanno provato in molti a farlo fuori - commentò Getara - Credi che sarà all’altezza? -

    - Non lo credo, ne sono sicuro. I suoi metodi di azione sono molto particolari, per cui vi chiedo di fare come vi dirà in tutto e per tutto, senza opporre resistenza -

    Le ultime parole furono particolarmente marcate. Forse era un caso che Seth le avesse pronunciate guardando dritto in direzione di Drake, ma quest’ultimo decise di non farci caso. Avrebbe comunque seguito scrupolosamente gli ordini, non c’era dubbio alcuno.

    - Quando arriverà il momento in cui sarà tutto pronto, vi contatterà tramite un suo incaricato. Non agisce mai in prima persona, quindi avrete a che fare con lui -

    I tre membri del Cenacolo, per quanto fossero di opinioni discordanti circa a quanto avevano sentito, annuirono comunque all’unisono con un cenno della testa. Per Seth fu abbastanza.

    - Lasciamo che quella fastidiosa spina nel fianco si goda i suoi ultimi giorni di vita -


Una piccola pausa è doverosa considerando l'entrata in scena di due nuovi protagonisti provenienti da un tempo lontano e, allo stesso tempo, del tutto nuovo.

03/12/2014
Sonic Origins: Frenesia futura (Prima parte)
   
 
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