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Autore: Rain_Flames    30/11/2014    4 recensioni
Niall Parker è il più giovane allenatore ad aver sconfitto ben due Leghe con l'utilizzo di soli tre pokémon.
Ora ha ventidue anni e per uno strano scherzo del destino deciderà di ricominciare tutto da capo per ritentare l'impresa con la Lega di Hoenn.
Quali saranno i suoi nuovi compagni di viaggio? Ma soprattutto quali nemici sarà costretto ad affrontare?
***dal primo capitolo***
[...]
Avevo soldi e fama, ma mi mancava tutto il resto. La frenesia, la voglia spasmodica di arrivare subito al top, non mi avevano fatto apprezzare la Regione: di tutti i posti in cui sono stato vi assicuro che non ne ricordo chiaramente nemmeno uno.
A che cos'era servito quindi stare su tutti i notiziari? A niente, tutti si sono subito scordati di me ed io sono rimasto con un pungo di mosche in mano.
C'è da dire un'altra cosa, amo i pokémon, li trovo dei compagni di viaggio stupendi ma non posso dire altrettanto delle persone: quelle tradiscono e tramano alle tue spalle e quando non riesci a fidarti nemmeno del tuo migliore amico, capisci che forse hai sbagliato qualcosa.
[...]
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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A trip through the truth

 

 

 

 

Chapter II

 

 

 



Mentre i miei due amici erano al centro medico ne approfittai per fare un giro nella cittadina, anche se non c'era niente di particolare da vedere. Si poteva proseguire verso nord dove il sentiero era chiuso per chi come me, non sapeva nuotare e non aveva pokémon in grado di usare surf fino alla riva opposta; oppure si poteva percorrere la strada tradizionale lungo il percorso 102.

Così tornai quasi subito al Pokémon Center ringraziai per le cure e ripresi il cammino.

Passai l'intero pomeriggio su quel tratto di strada, ritenevo che l'allenamento fosse essenziale e gli avversari non dovevano mai essere una sfida troppo semplice, altrimenti si poteva incappare in errori di distrazione. Fui molto fortunato a tale proposito, incontrai persino dei giovani allenatori con i quali mi cimentai per provare la nostra forza. Mi sembrava davvero di essere tornato indietro alle prime lotte, era strano non poter usare subito mosse potenti, ma capivo perfettamente che sia Dratini che Torchic avevano bisogno di tempo per apprendere nuove mosse ed io per capire quale fosse la strategia migliore da utilizzare con entrambi.

Sconfitto l'ultimo Bullo decisi di inoltrarmi nel sentiero per trovare un posto tranquillo in cui fermarmi per farli riposare. Trovai un passaggio praticamente intoccato e percorrendolo arrivai fino ad una fonte d'acqua. Pensai fosse il posto perfetto, così diedi loro delle bacche per farli riprendere e anch'io mi concessi un po' di riposo seduto su una roccia vicino al laghetto.

Stavo spazzolando il giovane pulcino che allegramente si era accovacciato tra le mie gambe godendosi il massaggio, quando dal nulla spuntò un Ralts.

Ero euforico, quello era esattamente uno degli esemplari che avevo scelto di portare con me nel mio viaggio. Oltre a trovare la sua evoluzione finale meravigliosa, era uno dei pokémon psico più forti in circolazione, questo anche perché erano soggetti particolarmente versatili: potevano persino imparare mosse di tipo acqua, fuoco, erba, ghiaccio ed elettro.

«Torchic sei pronto?» sibilai al mio nuovo amico che subito si era messo di fronte a me impaziente di combattere.

«Per prima cosa indeboliamolo, colpocoda» gli ordinai, ma non arrivò nemmeno a fare un passo che una ragazza sbucò all'improvviso «Fermo!!!» mi urlò parandosi davanti al Ralts.

Bloccai subito l'attacco di Torchic un po' deluso dal fatto che non fosse un pokémon selvatico e mi alzai in piedi.

Osservai la ragazza che mi stava di fronte, i lunghi capelli rossicci erano così chiari che assomigliavano quasi ad un arancione, mentre i grandi occhi nocciola restavano attenti e vigili su di noi. Era alta quasi quanto me, ma quello che mi colpii fu il suo abbigliamento e il suo modo di fare -aveva qualcosa di selvaggio-. Indossava un abito bianco a maniche lunghe che le arrivava fino al ginocchio e sopra di esso una specie di gilet verde, il collegamento fu immediato: doveva essere una pokéfanatica. Vedendo il pokémon a cui si affiancava, assomigliava molto ad un Kirlia.

«Scusa non pensavo avesse un allenatore» ammisi.

«Non mi appartiene infatti, ma non puoi catturarlo» esclamò facendogli scudo con il suo corpo.

«Ok, ok... stai tranquilla» risposi cercando di calmarla «non sono una minaccia e non voglio problemi».

Restammo in silenzio qualche minuto, io non sapevo cos'altro dirle e lei non voleva decidersi a parlare.

«Io sono Niall comunque, piacere» asserii porgendole la mano. La ragazza si ritrasse ma non capivo di che cosa avesse paura «Sono così spaventoso?» le chiesi non riuscendo a trattenermi.

«No,» pigolò non troppo convinta «ma perché sei qui?»

«Stavo cercando un posto in cui far riposare i miei pokémon e accamparci per la notte magari, ti sto creando qualche problema?» domandai scrutandola.

«No...» sussurrò così piano che feci fatica a sentirla «ma solo per questa notte, domani devi andartene».

«Ad una condizione» decretai vedendo comparire un'espressione stupita sul suo volto «Tu sei?»

«Kira» disse abbassando lo sguardo.

«Bene Kira, a te e al tuo amico andrebbe di fermarvi a mangiare qualcosa con noi?» le proposi sperando di riuscire a farmi dire dove avrei potuto trovare altri Ralts nella zona.

Vidi che era piuttosto scettica ma anche se un po' restia alla fine accettò l'invito e si sedette di fronte ai miei due pokémon.

Il grande zaino che portavo sempre con me, oltre ai cambi e ai generi di prima necessità, conteneva molti alimenti in scatola, oltre ad un piccolo fornello da capo nel caso in cui la pioggia mi impedisse di fare un piccolo falò.

Per questo motivo raccolsi un po' di legna nei dintorni e accesi un fuocherello stando ben attento che le fiamme non divampassero ed infine mi misi a cucinare.

Niente di particolare in realtà -con prodotti in scatola non si potevano fare miracoli-, ma sperai di conquistarmi la sua simpatia chiacchierando nel frattempo; impresa che si rivelò inutile in quanto continuava a rispondere usando monosillabi.

Usai il solito metodo delle pokémelle per capire i gusti del pokémon psico e scoprii che i sapori amari erano i suoi preferiti, guardandolo di certo la sua era una natura cauta. Scelsi dal contenitore un Poffin fatto con le baccafrago e glielo porsi, sebbene con molta diffidenza alla fine lo accettò e si sedette a consumare il pasto tranquillo. Ridacchiai divertito quando assaggiato il panino spalancò gli occhi e si mise a mangiare con foga.

«Vedo che gli piace» sorrisi alla ragazza «e a te? Non è niente di speciale, se non ti va puoi non...»

«È buonissima» mi interruppe «Grazie».

«Figurati... mi piace cucinare, ho imparato un sacco di piatti particolari nei miei viaggi.» spiegai contento nel vedere quanto i miei piccoli amici stessero apprezzano i Poffin «Tu sei una pokéfanatica?»

«Scusa?» chiese guardandomi male.

«Non intendevo offenderti!» precisai subito «Solo... sei vestita come un Kirlia pensavo...»

«Io sono un Kirlia» esclamò come se fossi stupido a non capirlo da solo.

Questa volta fu il mio turno di guardarla di traverso «Sei una ragazza».

«Certo che lo sono,» disse estremamente convinta «ma questo è mio fratello e mamma è una Gardevoir».

Ok, era matta da legare... o forse aveva solo voglia di scherzare, anche se mi sembrava estremamente seria.

«Ceeerto» celiai divertito provando a stare al suo gioco «e tua madre non si arrabbierà se ti troverà qui con me? Un allenatore...»

«Tu sei diverso» affermò scrollando la testa «tratti i tuoi pokémon con attenzione e gentilezza. Siete partiti solo oggi ma Torchic si è già affezionato molto a te, sei un bravo allevatore».

«Come fai a sapere che sono partito oggi?» chiesi stupito da quella sua risposta.

«Me lo hanno detto loro mentre raccoglievi la legna» si giustificò indicando il drago e il pulcino.

Era in grado di capirli davvero? Pensai che avesse sicuramente tirato ad indovinare, insomma non era difficile da capire che fossi passato da poco dal laboratorio di Birch.

«Oh, e che altro ti hanno detto?» domandai per vedere fin dove si sarebbe spinta in questo gioco. Era sicuramente una ragazza sopra le righe.

«Dratini dice che prepari i Poffin migliori di tutta Kanto» sorrise.

La guardai aggrottando le sopracciglia, distratto solo per un attimo dal suo sorriso così spontaneo, poi finalmente un lampo di genio «Capisco mi hai riconosciuto. Sì, sono Niall Parker».

«Sei famoso?» provò a chiedere curiosa.

«Per aver battuto le prime due leghe con soli tre pokémon.» dissi «Per questo sai da dove provengo».

«No» affermò facendo ondeggiare il capo «me lo ha detto lui» concluse indicando il cucciolo di drago.

Restai a guardarla sempre più stupito, sarebbe stata una fantastica attrice a mio parere.

L'idea che lei potesse davvero capirli era assurda, ma ero curioso di sapere cosa si sarebbe inventata per convincermi. Dovevo solo chiederle qualcosa che potevo sapere solo io.

«Se quella che dici è la verità per te non sarà difficile sapere qual'è l'ultimo Pokémon contro cui ci siamo battuti a Kanto» esclamai innocentemente.

Dopo qualche suono emesso dal draghetto rispose convinta «Psyduck».

«Con quale mossa l'abbiamo battuto?» azzardai cercando di mantenere il controllo.

Esitò qualche secondo guardando in direzione del drago e poi si rivolse nuovamente a me «Nessuna, era confuso e si è sconfitto da solo».

Restai a fissarla immobile, poi con uno scatto nella sua direzione la sovrastai senza toccarla.

«Chi diavolo sei?» ringhiai «Che cosa vuoi da me e perché mi stai seguendo?»

Era decisamente allarmata dal mio improvviso cambio d'umore, ma questo non le impedì di rispondermi a tono.

«Sono Kira, io da te non voglio proprio niente, sei tu che sei nel mio territorio» ribadì alzando la voce.

«Come fai a comunicare con Dratini?» chiesi allora senza perdere la mia posizione.

«Sono cresciuta con i pokémon è normale che riesca a capirli» disse alzando le spalle.

«Anch'io sono cresciuto con loro, ma fino ad ora sono state conversazioni a senso unico» risposi stizzito.

«È sempre stato così da che ne ho memoria» ammise facendo un passo indietro per prendere distanza dal mio corpo.

«È assurdo» borbottai.

«Non mi interessa quello che pensi» rispose fredda «è meglio che me ne vada ora» affermò cercando di allontanarsi.

Non potevo lasciarla andare, avevo troppe domande per la testa e pretendevo delle risposte: di cose strane nei miei viaggi ne avevo viste molte ma questa... questa le superava tutte.

Mi mossi nuovamente nella sua direzione e la trattenni per il polso.

«Lasciami andare» pigolò spaventata.

«No, prima...» iniziai a dire ma fui interrotto bruscamente dalla comparsa di una Gardevoir che si frappose tra noi. La mia mano liberò istintivamente la presa e arretrai allargando le braccia per difendere i miei due amici da un possibile attacco.

«Come ti chiami ragazzo?» sentii prepotentemente una voce nella mia testa. Guardai Kira ma ben presto capii che era l'ultima arrivata a parlarmi usando probabilmente i suoi poteri psico.

«Niall» risposi leggermente a disagio dalla situazione.

«Hai cuore» percepii nuovamente «e sei disposto a sacrificarti per i tuoi Pokémon, sento che sei quello giusto».

«Prego?» chiesi non riuscendo a seguire il discorso.

«Dammi la mano» esclamò porgendomi la sua. Non sapevo chi delle due guardare sinceramente.

La ragazza sembrava essersi tranquillizzata dal suo arrivo ed io iniziavo a pensare di aver perso qualche rotella.

Eseguii l'ordine con diffidenza e appena entrai in contatto con la creatura fui pervaso da una sensazione di calma interiore che non avevo mai provato in vita mia.

I miei occhi si chiusero senza che io potessi fare niente per evitarlo e restammo così per qualche attimo durante il quale come un flashback, vidi scorrermi la vita davanti: rividi il sorriso di mio padre e percepii il profumo al gelsomino di mia madre. Sembrava mi stesse leggendo dentro e se devo essere sincero non mi andava di condividere con degli estranei il mio passato, del resto sarebbe inutile negare che la cosa non mi scosse. Iniziavo a capire sempre meno da tutta questa situazione ed io odiavo non capire.

La voce del Pokémon tornò prepotente nella mia testa scuotendomi dal torpore con cui i ricordi mi avevano avvolto «Ora capisco molte cose.» disse quasi contenta da ciò che aveva visto «Porterai con te Kira lungo il tuo viaggio e insieme riuscirete laddove altri hanno fallito» sentenziò con un tono che non ammetteva repliche.

«Io dovrei fare cosa?» domandai incredulo.

«È lui mamma?» sentii chiedere alla ragazza «Posso andare con lui? Davvero?» continuava a ripetere saltellandole intorno.

Indietreggiai sempre più confuso aggrottando la fronte «Io non capisco» ammisi non trovando altre parole.

«Mamma mi lascia partire per conoscere Hoenn a patto che ci sia tu con me…» mi rispose Kira «per sicurezza».

«Mamma?» ripetei cercando di uscire da una spirale caotica che mi impediva di ragionare lucidamente.

«Gardevoir è mia madre» mi spiegò allora la ragazza «te l'ho detto prima, ma senza il suo permesso non sarei mai partita» disse sorridendo e affiancandola per abbracciarla.

«Quando hai detto di essere cresciuta con i pokémon intendevi proprio “con” loro?» domandai sgranando gli occhi.

A quel punto la creatura dalle sembianze umane mi porse nuovamente la mano e questa volta con molta più titubanza accettai il contatto.

Una sequenza di immagini mi scorse velocemente davanti agli occhi senza che io potessi chiaramente distinguerne i particolari, quando staccai la mano mi sembrava che niente fosse cambiato ma il pokémon si affrettò a spiegare «Questi sono tutti i miei ricordi. Ti prego di aiutare e prenderti cura di Kira» disse dolcemente.

«Io non... non riesco a capire» esclamai per l’ennesima volta ed effettivamente non riuscivo ad avere memoria di tutto ciò che secondo lei mi aveva trasferito.

«Non ti preoccupare ricorderai tutto a tempo debito, è importante che vi conosciate prima. Inoltre se venissi subito a conoscenza di alcuni particolari sono sicura fraintenderesti molti eventi. Le cose non sono mai come possono sembrare, l’unica cosa che puoi fare è non dubitare mai del tuo istinto» sentii dirmi.

«In che cosa la devo aiutare?» domandai ormai rassegnato che non avessi possibilità di sfuggire a questo compito.

«Anche questo lo scoprirete lungo il viaggio, ci sono cose che anche mia figlia è meglio non conosca per ora. Non ti mentirò, non sarà facile ma sono sicura che questo percorso farà crescere entrambi e alla fine di tutto, sarai in grado di ritrovare te stesso» aggiunse.

Presi dei respiri profondi chiedendomi se quello che stavo vivendo fosse davvero reale o un sogno, ma non riuscivo proprio a rendermene conto.

«Posso venire con te?» domandò Kira speranzosa e per la prima volta qualcuno stava chiedendo la mia opinione.

Annuii con il capo e ancora prima che le rispondessi a voce mi sentii stringere in un abbraccio per il quale avvampai immediatamente, insomma… non me lo aspettavo.

La ragazza si staccò raggiante e si rivolse a quella che mi ero rassegnato considerare sua madre, o perlomeno colei che l'aveva cresciuta fino ad ora. Riuscire a venire a capo di questo mistero era probabilmente uno degli obiettivi del nostro viaggio. Forse Gardevoir sperava che riuscissi a trovare i genitori biologici della ragazza, o magari che riuscissi a farle conoscere il mondo prima di tornare a vivere con lei. Più provavo a pensarci più sentivo i sensi confondersi, perciò rinunciai in partenza a rispondere subito a queste domande.

Certo che avere una compagna di viaggio era l'ultimo dei miei pensieri quando ero partito al mattino, ma speravo sinceramente che le cose andassero in maniera differente dalle volte precedenti. Forse essendo allevata da un pokémon mi sarei trovato meglio che con una persona normale -beh, ammettiamolo, strana era strana-.

«Mi mancherete davvero tanto» la sentii dire al Gardevoir e anche se mi stava dando le spalle potevo intuire la sua commozione dal tono e dal tremolio della voce.

«Davvero? Ralts per te va bene?» chiese ad un tratto rivolgendosi al piccoletto che ci aveva fatto incontrare «Mamma dice che può venire con noi» esclamò eccitata verso di me.

«Cosa?» domandai non riuscendo a seguire il discorso che per metà avveniva solo nelle loro teste.

«Se catturi Ralts potrà fare il viaggio assieme a noi ed io non dovrò separarmi dal mio fratellino» sorrise contenta «a lui va bene».

«Ti va davvero di fare questo viaggio?» dissi al pokémon chinandomi verso di lui.

«”Ra-Ralts!”» rispose sicuro annuendo.

«Allora ci vuole una pokéball speciale» affermai andando in direzione del mio zaino. Rovistai qualche secondo e infine estrassi una Premier ball «Pronto?» chiesi prima di azionare il meccanismo di cattura. Appena avuto il suo consenso premetti il pulsante e un fascio di luce rossa lo avvolse risucchiandolo nella sfera poké. Come di consueto ci furono tre oscillazioni, dopodiché il breve segnale sonoro ci fece capire che la procedura era andata a buon fine.

Lo lasciai uscire immediatamente e porsi la Premier ball alla ragazza «Avrai bisogno di un pokémon per seguirmi» le feci notare.

«No, sono sicura che Ralts è in ottime mani e poi io ho un altro amico di cui occuparmi» disse rendendomi un po' curioso.

A quel punto Gardevoir consegnò a Kira un uovo e lei tutta contenta lo strinse al petto materna «Tutto quello che viene realizzato attraverso l'amore è un dono, lo so.» esclamò accarezzandolo per poi abbracciare nuovamente sua madre «Anch'io, salutami il branco e di loro che ne avrò cura».

Tutta la scena mi ricordò molto l'arrivederci che diedi a Dragonaite al mattino. Capivo come si sentisse e non potevo fare a meno di pensare che forse avevamo in comune più di quanto avessi voluto ammettere.

«Direi che quando sei pronta possiamo partire» dissi pensando di riorganizzare mentalmente il viaggio: in due saremmo stati decisamente più lenti perciò dovevo rivedere i percorsi e… ma chi se ne frega… intanto dovevamo raggiungere Petalipoli prima che fosse troppo tardi e cercare una sistemazione per la notte. Se il giorno seguente Kira non si fosse rivelata un'allucinazione data da qualche fungo di Paras mi sarei preoccupato di rivedere le mie priorità. Nonostante tutto pensai che la sua capacità di saper parlare con i Pokémon mi sarebbe tornata utile in più di un'occasione… sempre che senza Gardevoir ne fosse ancora in grado -visti gli sviluppi avevo ancora qualche dubbio a riguardo-.

«Sono pronta» esclamò troppo velocemente per i miei gusti.

Aveva una specie di sacca in cui aveva riposto con cura l'uovo e qualche altro effetto personale, ma a parte questo nient'altro.

La guardai e la mia occhiata probabilmente fu molto eloquente perché mi rispose ancora prima che potessi fargli qualunque domanda.

«Sono stata allevata dai Pokémon, quello che vedi è tutto ciò che ho» ammise senza alcuna vergogna.

Controllai l'ora sul PokéGear erano appena le diciotto e trenta «Si prospetta una serata di shopping» annunciai non troppo entusiasta della cosa.

«Buon viaggio» sentii la voce di Gardevoir nella mia testa «Kira è giovane e ha ancora molte cose da imparare, cose che io non ho potuto insegnarle. Sei il primo umano di cui mi fido, credimi era destino che vi incontraste».

«Non vorrei deludere le vostre aspettative, ma non ho proprio niente di speciale» confessai atono.

«Ho visto il tuo passato e posso chiaramente vedere il tuo futuro. Io so che non ci deluderai. Hai la possibilità di ricominciare da zero non sprecare quest'occasione. Il bene genera bene» affermò la creatura e in qualche maniera volli credere alle sue parole.

«Ci rivedremo presto» annunciai abbozzando un sorriso.

«Andiamo?» domandò la ragazza stringendosi al mio braccio. Erano gesti a cui non ero abituato e il leggero imbarazzo che mi accompagnava in questi momenti ne era la prova.

Pigolai un «Sì» e facendo rientrare tutti i miei amici nelle rispettive sfere mi incamminai verso il sentiero tra la boscaglia da cui ero arrivato.

Camminammo per un po' in silenzio, non sapevo bene cosa dire e il suo costante contatto mi destabilizzava leggermente.

Il Campione della Lega di Kanto e di Johto, che reagiva come un adolescente alle prime armi solo perché una ragazza lo stava tenendo a braccetto: ma dove siamo finiti? «Niall datti un contegno ti prego!» pensai seriamente preoccupato.

«Hai freddo?» mi decisi a chiederle «Stai tremando».

«Un po', ma sto bene grazie» rispose prontamente «è solo che…»

«Che?» la spronai.

«Non mi sono mai allontanata dal branco da sola. Ho aspettato per anni questo giorno e adesso che sta succedendo davvero… ho paura» ammise.

Mi fermai e la feci staccare delicatamente dal mio braccio, così facendo vidi chiaramente lo smarrimento sul suo volto. Non so quanto quello sguardo influì sulle mie decisioni future, era come guardarsi allo specchio e capii che mai e poi mai l'avrei lasciata sola facendole passare quello che io avevo già provato con la perdita dei miei genitori.

Feci scivolare lo zaino sul davanti e aprendolo cercai al suo interno. Poco dopo estrassi una delle mie felpe e gliela posai sulle spalle. Infilò piano le braccia e rimase a guardarmi in attesa, così agganciai la zip e lentamente alzai la fettuccia per chiuderla. Era decisamente larga per lei ma ci si accoccolò sorridendo radiosa.

«Non devi avere paura» esclamai recuperando un po' della mia antica sicurezza «Ora siamo noi il tuo nuovo branco» le spiegai «qualunque cosa accada ci saremo».

«Grazie!» disse abbracciandomi con le maniche della maglia che penzolavano dalle sue mani di almeno una decina di centimetri.

Non riuscii a trattenere una risata nel vederla «Sbrighiamoci o il market chiuderà e sarai costretta ad indossare abiti due volte più grandi di te fino a domani».

«Va bene Niall» rispose allegra e molto più serena dopo le mie parole.

Tornammo a camminare, in un quarto d'ora al massimo saremmo arrivati alla nostra meta.

«Mi piacerebbe sapere qualcosa di più di te» dissi tranquillo «Con chi ho il piacere di condividere questo nuovo viaggio?»

La ragazza ci pensò un attimo «Mi chiamo Kira e sono stata allevata da Gardevoir» esclamò.

«Qualcosa che non so?» celiai.

«Ho diciotto anni circa, mese più mese meno» disse alzando leggermente le spalle.

«Tutto qui?» chiesi.

«Non mi è mai servito altro finora» si giustificò «e tu?»

Pensai per qualche secondo a cosa poterle raccontare di me.

«Mi chiamo Niall Parker, vengo da Kanto…»

«Qualcosa che non so?» ridacchiò facendomi il verso.

Risi anch’io coinvolto dalla sua allegria per poi proseguire «Ho ventitre anni, i miei nonni dirigono una pensione ed io abito con loro. Sono diventato famoso -se così posso dire- per aver sconfitto ben due Leghe con soli tre Pokémon e per motivi troppo lunghi da spiegare sto ritentando l'impresa, solo che questa volta ricomincio dalle basi».

«Mi dispiace non lo sapevo» disse all'improvviso «ti rallenterò e basta» concluse mortificata.

«Tranquilla» la rassicurai «il tempo non mi manca».

«Sicuro? Io… beh, io posso parlare con i Pokémon forse riuscirò ad aiutarti almeno un po'» affermò speranzosa.

«Certo ne sono sicuro.» le sorrisi scorgendo le luci della città poco più avanti «Siamo quasi arrivati, per prima cosa ti porterò al Market. Ti lascerò sola per qualche minuto, mentre tu proverai un po’ di vestiti io porterò tutti i nostri piccoli amici al Pokémon Center. In queste strutture ci sono delle infermiere che si prendono cura dei nostri compagni di viaggio e si assicurano di rimetterli in forma».

«So che cos’è un Centro medico» mi rassicurò.

Più tardi avrei dovuto assolutamente farmi spigare quanto selvaggia fosse stata la sua vita fino ad ora.

Annuii distrattamente con la testa «Questo vale anche per l'uovo, sarebbe meglio farlo vedere per assicurarci che sia tutto a posto».

«Va bene, mi fido di te» pigolò anche se vedevo che era leggermente combattuta nel separarsi dal dono che le aveva affidato sua madre.

Le spiegai che la Regione aveva diversi climi, perciò era necessario che rinnovasse il suo guardaroba in modo che non soffrisse il freddo o morisse di caldo quando avremmo attraversato il deserto a nord di Ciclamipoli, l’importante era comunque che fossero tutte cose comode. Così facendo arrivammo alle porte della città, controllai sulla mappa dove fossero gli edifici che ci interessavano e a passo sicuro mi diressi nella giusta direzione.

Entrammo nella struttura e ricambiai il saluto del commesso «Buonasera, siamo ancora in tempo per qualche acquisto?» chiesi cortesemente.

«Certamente» esclamò accondiscendente «Come posso esservi utile?»

«Alla mia amica servono dei nuovi vestiti,» spiegai al venditore «stiamo per fare il viaggio dell'intera Regione. Io torno fra cinque minuti».

«Molto bene» affermò il giovane «Mamma!» chiamò «Puoi venire ad aiutarmi?» poi si rivolse a Kira «Lei sarà molto più utile di me nel consigliarti cosa indossare».

Uscii velocemente dal Market e mi diressi al Pokémon Center, parlai con l'infermiera Joy e lasciai i miei amici nelle sue mani. Avevo visto che c'era una pensione ai margini della città così mi recai subito ad affittare una camera per la notte. Pagai la caparra e mi diressi nuovamente in paese per aiutare la ragazza negli acquisti.

Appena entrai il giovane mi venne incontro «Credo ne avranno ancora per un po’.» celiò «Ti serviva qualcos'altro?»

«Direi di sì.» ammisi «Mi servirebbe uno zaino comodo per lei in cui poter portare anche un uovo pokémon, hai qualcosa?».

Lo vidi pensarci su un attimo e poi si illuminò «Forse in magazzino, torno subito».

Nel frattempo feci avanti e indietro per gli scaffali prendendo i beni di prima necessità da aggiungere ai miei.

«Kira» dissi avvicinandomi ai camerini.

«Sì?» esclamò uscendo con addosso un paio di short bianchi, dei leggings dello stesso colore, una maglia verde con corpetto rosso e un giacchetto di jeans sempre bianco.

«Dalla faccia del tuo ragazzo direi che questi sono approvati» ridacchiò la donna.

«Il mio cosa?» domandò la giovane.

Cercai di cambiare subito discorso sperando di non essere arrossito per il fraintendimento, mentre la signora andava allegramente a prendere degli altri capi d'abbigliamento «Ho prenotato una camera per questa notte, appena abbiamo finito qui andiamo a prendere gli altri».

Annuì con il capo e si sistemò la giacca «Come facciamo a trasportare tutte queste cose?» mi chiese indicando quello che avevo sistemato sul bancone.

«Al Centro Medico per pokémon c'è un sistema in cui puoi depositare i tuoi oggetti e prelevarli in un'altra città» le spiegai.

«Un po' come il teletrasporto?» chiese curiosa.

«Sì, il principio è quello» affermai.

Il giovane commesso mi portò uno zaino perfetto per trasportare l'uovo nel quale iniziai a sistemare i nuovi acquisti della ragazza. Vagai con lo sguardo sul bancone e notai una bandana rossa piuttosto carina, l'aggiunsi al resto e pagai tutto con la carta di credito, poi insieme a Kira uscimmo salutati calorosamente da madre e figlio.

«Come posso ripagarti?» chiese.

«Ci penseremo più avanti tranquilla» la rassicurai, i soldi non erano un problema per fortuna.

«Insisto» rispose «Gardevoir mi ha sempre insegnato ad onorare i miei debiti. Che cosa posso fare?»

Restai piacevolmente colpito dai valori che sembrava aver appreso nonostante non vivesse nella civiltà.

Ci pensai un attimo «Potresti essere la mia consulente Pokémon» proposi allora.

«Davvero?» domandò sorridendo «Che cosa devrei fare?»

«Mi aiuterai ad allevarli e farai da traduttrice» le spiegai «inoltre mi insegnerai tutto quello che hai imparato grazie al branco, ti va?»

«Affare fatto!» esclamò stringendomi la mano.

Prelevammo Dratini e gli altri e la portai subito alla pensione.

«Avevano solo questa stanza, spero non sia un problema per te» dissi aprendo la porta.

La camera non era grandissima ma aveva due letti singoli posizionati piuttosto vicini, un armadio in legno, una piccola scrivania sulla quale c'era una televisione, un mini angolo cottura, la porta dietro la quale c'era il bagno e infine un'ampia vetrata che dava su un terrazzino. Niente di particolare ma per una notte era più che sufficiente.

«Hai fame?» le chiesi.

«Non molta in realtà» ammise sedendosi su uno dei letti mentre ne tastava la morbidezza.

«Facciamo così» proposi «mentre fai un bel bagno rilassante preparo qualcosa da mangiare per noi e per i pokémon, se poi non avrai ancora fame non c'è alcun problema. Lo shampoo, il balsamo e tutto il resto li trovi nello zaino che ti ho dato prima, fai pure con calma io qui ci metterò un po'».

«Niall» richiamò la mia attenzione dalla soglia «Grazie… grazie di tutto».

«Passeremo assieme tanto tempo» constatai «meglio andare d'accordo fin da subito» le sorrisi.

Lei annuì velocemente e poi scomparve dietro la porta. Qualche minuto dopo sentii l'acqua iniziare a scorrere e così mi concessi di sdraiarmi per un secondo sul mio letto.

Questa era una giornata che difficilmente avrei dimenticato.

Mi riscossi subito dai miei pensieri e feci uscire i miei amici dalle loro sfere, mi assicurai che stessero bene e infine iniziai a cucinare per tutti.

Dopo una mezz'ora buona Kira uscì dal bagno con dei pantaloncini sportivi e una canotta a spalle larghe in cotone bianca con delle scritte rosse, mentre i suoi capelli erano ancora avvolti in un asciugamano.

«Non ho mai fatto un bagno con l’acqua così calda. La città ha i suoi benefici» celiò strofinandoli per farli asciugare.

«Per molti aspetti immagino di si, ma deve essere fantastico vivere a stretto contatto con i pokémon e la natura» dissi convinto.

«Se hai un buon riparo anche i giorni di pioggia sono magici» affermò sedendosi di fronte a me «Che cos'hai preparato di buono?»

«Tramezzini, qualcosa di leggero.» risposi «Per loro invece Poffin» dissi indicando i tre che se ne stavano sul terrazzo a mangiare e guardare il tramonto.

Kira scoppiò a ridere e io la guardai perplesso «Torchic è davvero spiritoso» si giustificò dando un morso alla cena.

«Già tu riesci a capirli» affermai «devo ancora abituarmici scusa».

«Sappi solo che stanno apprezzando le tue doti culinarie» ridacchiò «e anch'io» affermò dando un altro morso al suo pasto.

La ringraziai e appena finito il panino decisi di andare a farmi una doccia. Quando mi rivestii indossai un paio di pantaloncini corti e una maglietta nera non troppo aderente per stare comodo. Infine lascia che i capelli si asciugassero da soli -tanto non sarei mai riuscito a domarli comunque-.

Uscii dal bagno e trovai Kira seduta sul terrazzo con indosso la felpa che gli avevo prestato prima di arrivare in città, mentre se la chiacchierava allegramente con i miei compagni di viaggio e accarezzava delicatamente l'uovo.

«Disturbo?» chiesi raggiungendoli e sedendomi per terra a mia volta.

«No tranquillo» esclamò la ragazza «Dratini ci stava raccontando di come hai fatto per insegnargli ad usare tuononda» rise «È riuscito davvero a paralizzarti?»

«Oh sì!» esclamai ricordando l'episodio «Sono rimasto bloccato per una decina di minuti, ma l'importante è che abbia capito come fare quella mossa» risposi accarezzando il drago lungo la schiena.

«Dice che un pochino gli manca sua madre» pigolò Kira.

così lo presi in grembo e lo coccolai un po', riservando lo stesso trattamento a Torchic, mentre Ralts aveva preferito accoccolarsi tra me e la giovane.

«Lo capisco» bisbigliai guardando le prime stelle comparire nel cielo sempre più scuro.

Restammo in silenzio a contemplare chissà cosa, quando mi ricordai della bandana rossa che recuperai allungandomi verso la giacca che avevo appoggiato sulla sedia «Questa è per te» dissi andandola a recuperare.

«Per me?» chiese stupita.

Annuii e la lasciai sistemarsi i capelli.

«Che carina! Grazie» esclamò abbracciandomi istintivamente e devo ammettere che mi stavo già abituando a queste sue calorose dimostrazioni d'affetto, non c’erano secondi fini. Kira era una ragazza affettuosa ed espansiva.

Restammo a chiacchierare per qualche ora di cibi e di cosa ci piacesse o meno per conoscerci un po' meglio, fino a che i miei occhi non ebbero serie difficoltà a rimanere aperti da soli.

«Sei stanco?» chiese premurosa.

«Leggermente» ammisi strofinandomi le palpebre con pollice e medio della mano sinistra «è stata una giornata particolarmente intensa».

«Andiamo a dormire?» sorrise.

«Andiamo a dormire!» le sorrisi a mia volta annuendo.

Avvolgemmo l'uovo in una calda e morbida coperta e feci rientrare i Pokémon nelle loro sfere per farli riposare meglio, poi ci coricammo ognuno nel rispettivo letto e spensi la luce. Nel giro di qualche minuto crollai esausto facendomi avvolgere dal buio.

Mi risvegliai dopo un paio d'ore e lei non era più lì.

Che fosse davvero solo un’allucinazione?

Cercai con lo sguardo la figura di Kira nella stanza e la trovai -nuovamente avvolta nella mia felpa- sul terrazzo, appoggiata alla porta finestra.

«Tutto bene?» chiesi avvicinandomi.

«Non sono abituata a dormire su un materasso» pigolò dispiaciuta «e soprattutto non sono abituata a dormire da sola».

«Ma ti si stanno chiudendo gli occhi» constatai, era davvero stremata.

Annuì e per poco con cadde a terra addormentata, fortunatamente i miei riflessi pronti l'afferrarono prima che potesse farsi male.

La presi in braccio e la riportai nel suo letto, ma appena provai ad adagiarla sotto le coperte sbuffò stingendomisi contro con più forza. Stava dormendo ma nonostante i miei tentativi, non riuscivo a farla staccare.

Ancora stanco e arreso all'idea di dormire con un koala -praticamente-, unii i due letti e facendo piano mi sistemai più o meno al centro, mentre la ragazza dormiva beatamente avvinghiata al sottoscritto. Io non ero più in grado di prendere sonno e continuavo a torturami con domande e castelli in aria a cui nessuno avrebbe dato importanza. Nessuno tranne me probabilmente.

Il fantasma di Lauren era costantemente nella mia testa e mi veniva istintivo mettere a confronto ogni singolo istante, gesto e parola che Kira mi rivolgeva. La mia migliore amica era l'unica misura che conoscevo sull'ipotetica bilancia della vita. È sempre stato un amore a senso unico, non ho mai visto nessuno al di fuori di lei e mi chiedo sinceramente come abbia fatto a non accorgersi mai di niente. Forse voleva semplicemente non vedere, esattamente come io non volevo parlare.

Col senno di poi, capisco benissimo che la mia fosse più un ossessione che amore. L’avevo così tanto idealizzata nella mia testa da renderla perfetta: talmente speciale da essere irraggiungibile. La possibilità di ricevere un suo rifiuto mi ha sempre bloccato dal dichiarami, questo perché le cose sarebbero inevitabilmente cambiate e se fosse andata male? Io non volevo perderla, così avevo stupidamente pensato che se avessi battuto anche la Lega di Johto riconfermando le mie abilità e aumentando il mio prestigio, forse mi avrebbe notato. Ed invece al mio ritorno mi annunciò felicemente il suo fidanzamento con Shannon.

«Sono un genio… già» sospirai tra me e me.

L'istinto di protezione che mi era scattato dentro quando Kira mi aveva confessato di avere paura però, non lo avevo mai provato nemmeno con Lauren: lei non ne aveva bisogno, si è sempre saputa difendere da sola.

Ero rimasto molto colpito anche dall'atteggiamento della ragazza nei miei confronti. Se in un primo momento era sta timida e remissiva, nel momento in cui Gardevoir le aveva detto che sarebbe potuta partire con me, si era immediatamente animata, e avevo visto nei suoi occhi qualcosa che non riuscirei a definire bene a parole. Era aspettativa, gioia, un'attesa ripagata in qualche modo.

Come potessi essere io la persona di cui sua madre aveva deciso di fidarsi invece era ancora un mistero per me. Non riuscivo a capacitarmi realmente del ruolo che avrei avuto nella sua vita e probabilmente avevo sottovalutato la situazione. Voglio giustificarmi dicendo però che non c'era confusione nelle mie scelte: quello di aiutarla era un desiderio nato spontaneamente nel momento in cui Gardevoir mi aveva preso per mano la seconda volta. Non credo fosse stata in grado di manipolare i miei pensieri, ma forse semplicemente tutto quello che mi aveva trasmesso e che avrei scoperto a poco a poco, mi facevano pensare che valesse davvero la pena aiutare e sostenere Kira in questo viaggio.

Ed era strano sentirla così vicina adesso. Non ci conoscevamo ancora -non abbastanza per dormire assieme abbracciati in questo modo almeno-, ma era completamente rilassata, il sorriso non le si era spento nemmeno dopo essersi addormentata, sembrava sentirsi protetta e rassicurata da questo contatto.

Era davvero carina.

Per quanto tentassi di non pensarci, mi risultava impossibile perché lei era lì: un piccolo miracolo cresciuto tra i pokémon, allevata senza conoscere i peccati dell'uomo. Senza l'invidia, senza l'odio, pura ed innocente come un fiore appena sbocciato.

Il silenzio a volte è, peggio del rumore che, perlomeno copre il brulicare delle idee;
che di notte vengono, che di notte affollano, col loro brusio il cervello e lo martellano;
e fanno sembrar difficile anche ciò che non lo è, e fanno sembrare enormi anche le cose minime;
così guardo te che dormi accanto e penso, che miracolo, vedi a volte accadono.

Kira si mosse appena cercando una posizione più comoda, io restai fermo per evitare di svegliarla e lei si accoccolò contro il mio petto appoggiando la testa alla mia spalla. Il collo era dolcemente solleticato dal suo tiepido respiro. La regolarità di quest'ultimo e la tranquillità che le leggevo in viso non poté infine far altro che rilassare anche me. Sorrisi e le posai un bacio leggero sul capo prima di decidermi a chiudere gli occhi.

«Parker sei fregato» suggerì una vocina nella mia testa, ma decisi di non darle ascolto pensando a quale fantastica storia avrei potuto raccontare una volta tornato a casa.

Niall & Kira

 


Angolino dell'autrice

Holaaaa!!!
Eccomi qui con il secondo capitolo :D
Voglio ringraziarvi tutti di vero cuore!!!
Sono davvero felice che vi sia piaciuto il primo e spero proprio che anche il secondo sia di vostro gradimento ^^
Ringrazio: Ronnie92, Dark Legend Trainer, DauntlessBadWolf, Pevensie, Principe Dracula, Kogami_Enforcer, Claire Watson e Viola Lagonigro per aver commentato e/o inserito la storia tra i preferiti/ricordati/seguiti ^^
Un grazie anche a chi legge restando in silenzio, spero di essere così brava un giorno da strapparvi una piccola recensione **

Come ho già detto mi piace molto chiacchierare, perciò se avete domande o volete anche solo fare due parole mi trovate su
Facebook oppure su Ask (non l'ho mai usato molto in realtà, ma sarebbe un buon modo per iniziare) ^^
Vi auguro una buona giornata e una buona domenica :)
Fatemi sapere cosa ne pensate *-*

Anche in questo capitolo ho inserito una parte di testo con:
"Me la caverò" di Max Pezzali - Il mondo insieme a te - 2004

A presto ^^
Un bacione, Rain

Nel prossimo capitolo...
  
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