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Autore: even_if_it_rains    30/11/2014    2 recensioni
San Valentino. Hogwarts. Next generation.
Chi scommette che succede un casino?
Genere: Comico, Commedia, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Missions
 
Sono già tre giorni che nell’aria c’è qualcosa di strano. Davvero strano. C’è sempre quest’atmosfera di gioia mista ad eccitazione, una strana combinazione che porta ad una strana elettricità. Un mix potenzialmente letale. Sarà che è quasi San Valentino, sarà che oltre la metà delle persone con cui io ho contatti e che mi gironzola intorno con queste sensazioni da ‘pace e gioia ai cuor’ è fidanzata e non vede l’ora di festeggiare, ma i corridoi, le sale, i dormitori di Hogwarts, e persino le aule dei sotterranei durante le lezioni di Piton, pullulano di gente entusiasta. I miei vari cugini non sono esclusi, ovviamente. Mai nessuno che mi risponda qualcosa di sensato, ultimamente. Da casa, invece, mi arrivano lettere quasi ogni due settimane, come al solito, ma nell’ultimo periodo c’è stato un incremento spaventoso. Da Victoire soprattutto, che mi manda questi continui poemi in cui mi descrive i suoi appuntamenti con Teddy, nei minimi particolari. Non che mi crei problemi ma, Merlino, ho anche altro da fare, io! Per esempio cercare di strappare un appuntamento ad una certa persona…
Anche da parte della famiglia sono aumentate, e a  quanto mi è parso di capire dall’ultima lettera di mia mamma, sono tutte versioni ricorrette da lei di quelle che mi voleva mandare papà, piene di accenni e gelosia tipicamente paterna riguardo le mie relazioni, visto che è tempo di festeggiamenti per ogni coppia felice che si rispetti. Motivo per cui, all’ultima lettera, ho risposto ai miei di mettersi l’anima in pace e farsi una bella vacanza per passare un San Valentino decente e per mettere fine a questo stress continuo (per me e anche per loro). Gli altri tre anni non si preoccupavano così tanto. Anche Al è completamente su di giri, nell’ultimo periodo. Chissà. È per questo che mi sto intrufolando da lui, nonostante sia nei sotterranei. Ci ho fatto l’abitudine. Insomma, essere la migliore amica di due Serpeverde fa comodo, in queste situazioni. Sicuramente è in sala comune con tutti gli altri, a progettare piani malefici da attuare per rovinare il 14 febbraio a tutte le coppiette che non gli stanno simpatiche. So tutti i suoi orari. Ecco perché so che tra esattamente tre minuti uscirà dai dormitori per andare in biblioteca a ripassare per la lezione di Trasfigurazione di giovedì. Ed ecco perché sono qui fuori che lo aspetto. Sarà un attentato degno di James Bond! Non ho idea di chi sia, effettivamente, ma una volta ho sentito mia madre parlarne con papà, senza che lui ci capisse una sola parola. L’unica che ho capito io invece, è stata ‘spia’. Meno di dieci secondi. Nove, otto, sento qualcuno che si alza, sospira e saluta, sette, gente che gli risponde, sei, una voce dice qualcosa, cinque, lui ride e quattro: risponde, tre e si avvicina alla porta, due, la apre, uno, esce e… “Che stai facendo, Rose?”                                                                                                                              
Il mio piano barra effetto a sorpresa barra soddisfazione per essere la degna erede di quel tale Bond barra futura Auror di successo è andato a farsi un giro. “Ti stavo cercando, Alb.” So che odia quando lo chiamo così. Ora mi urla contro… “Ah. Dimmi.”… Tutto qui? Sul serio?
“Voglio sapere che ti prende!” strillo. Lui abbassa lo sguardo, fino ad allora in adorata contemplazione del nulla più completo presente sul soffitto. Alzo la testa per osservare il punto che interessava tanto a mio cugino e poi, appurato che, a parte qualche crepa presente da almeno due secoli, non c’è niente di interessante, lo riporto sul suo viso. “Perché, che mi prende?”                                                                                 
Sbuffo. “Esattamente questo. Parli senza cognizione di causa e in modo assolutamente insensato. Non mi ascolti più quando ti parlo e se permetti vorrei sapere se è colpa mia che ti ho fatto qualcosa o se sei tu che sei improvvisamente diventato più idiota del solito!”
Sorride stile pesciolino affumicato che non si sente più il cervello, fissando i suoi occhi verdi su di me: “Oh, Rosie, sapessi!” dice, senza smettere un attimo di sorridere. Aggrotto la fronte, dubbiosa. “Ho trovato… aspetta, vieni via di qua!” aggiunge, trascinandomi nell’angolo opposto, proprio sotto una rampa di scale. Se si gira e ci decapita sappiate tutti che è stata colpa sua. “Ho trovato… credo, almeno, non ne sono sicuro, potrebbe anche non essere… sai, non si è mai certi di queste cose ma, ecco, potrebbe essere, ci spero, capisci...”                                                                                          
“Al!” sbuffo esasperata.                                                                                                                                                                                        
 Interrompe il suo delirio: “Cosa?”                                                                                                                                               
Arriva. Al. Punto.” 
“Okay. Il punto è, Rose…” Fa un bel respiro. “Il punto è che mi sono innamorato. E credo sia la persona giusta. Lo credo davvero.”  E ricomincia a sorridere da idiota. Ma adesso inizio anch’io. “Ommioddio, davvero? Che bello, che bello, che bello!” saltello intorno a lui, felice alla vista della mia reazione.
“E… e… la conosco, questa persona?”                                                                                                                                          
Al diventa di dieci colori diversi, per poi fermarsi ad un rosso tutt’altro che normale, ma sempre meglio del viola melanzana. “Ehm… sì.”
“E…?”
“E?” 
Gli schiocco le dita davanti agli occhi: “E chi è, Al!”                                                                                                              
“Non te lo posso dire…”                                                                                                                                                                      
 Lo guardo delusa: “Perché no? Sono la tua migliore amica! A Scorp l’hai detto?”                                                      
“N-no, ma-ma lo sa lo s-stesso” balbetta Al in difficoltà.
 “Vi ha scoperti mentre facevate la coppietta?” ridacchio. Lui diventa ancora più rosso e annuisce, rimanendo in silenzio.                                                                              “Okay, be’, tanto San Valentino è tra poco, scoprirò comunque chi è la fortunata… O sfortunata, dipende dai punti di vista” lo punzecchio. Lui sorride debolmente.    “Anche io… ecco… Vorrei riuscire a strappare un appuntamento ad una certa persona…” sospiro. Al torna a guardarmi con gli occhi che brillano. Con gli occhi che brillano? “Davvero?” chiede.                                                                                                                                                           
  Annuisco cercando di rimanere sul vago: “Sì… da un po’, in effetti, ma… evidentemente non se ne è mai accorto, o mi avrebbe detto qualcosa… credo.” Mi pare ovvio che non posso andare lì e dirgli che si tratta del nostro migliore amico condiviso, o gli spiffererebbe tutto, ne sono sicura. Anche se poi non cambierebbe tanto, perché in questi giorni le sto provando tutte per fargliela capire, ma è ancora più stordito del solito (come tutti, ultimamente) e non afferra le mie… ehm, avances. Comunque, preferirei farglielo sapere io, se capite che intendo. Quindi evitiamo di raccontare tutto al mondo intero.                                                                “Chi è?” mi chiede, ma vedendomi titubante annuisce un paio di volte, e poi mi fa: “D’accordo. Me lo dirai un’altra volta. Be’, che aspetti? Vai a trovarlo, no?”             Sorrido e lo abbraccio. “Ti voglio bene, Al!” Lui ricambia e mi saluta. Mi sa proprio che vado adesso a trovare il mio Valentino. Tanto ho un’ora buca.

È stato sconvolgente. Gli ho chiesto davvero se potevamo fare un giro la sera di San Valentino, una delle nostre solite uscite di sera (l’infrazione delle regole non è un problema per noi, nemmeno per me, nonostante mia madre una volta abbia detto qualcosa il cui significato era ‘meglio morti che espulsi’), solo noi due però. Il dialogo è stato qualcosa di impressionante, davvero. Non credevo che ne fossimo capaci. È andata più o meno così: io gli ho chiesto se gli andava. E lui che ha fatto? È diventato color prugna e poi ha balbettato: “S-scusa Rose, m-ma non p-posso a San V-valentino…”                                                                                                     “Hai già un appuntamento?” ho chiesto, delusa.                                                                                                                 
E lui: “C-cosa? Ah. Sì.”                                                                                                                                                                             
E poi: “A-adesso devo a-andare. Devo ri-ripassare per l’interrogazione d-di Pozioni.” E se n’è andato.                        
Ma non ha fatto i conti con Rose Weasley. Perché Rose Weasley, questa sera, la sera di San Valentino, ha una nuova missione da James Bond (che spera andrà meglio dell’ultima), ovvero: seguire il suo migliore amico barra ragazzo che le piace per scoprire chi è l’arpia che le ha soffiato da sotto il naso il suo                     quasi – fidanzato barra tipo di cui parlava prima. Sono le nove e mezza della sera di San Valentino, e dato che io alla considerevole età di quattordici anni (e da sempre) sono ancora single, cosa che comporta una seria possibilità di rimanere zitella a vita, ho deciso che sprecherò qui il mio tempo, anziché farmi bella ed entrare nella sala comune sperando che tutti i ragazzi presenti (single e non) cadano ai miei piedi. Questo perché so che tanto non succederebbe. Ma comunque. Dove accidenti sta andando quell’idiota? Mi sta facendo fare il giro dell’intero parco a piedi! Un po’ di pietà, insomma! I miei poveri piedi… sono già stanchi per il mio faticosissimo allenamento di Quidditch! E so che voi direte ‘Che diavolo c’entra? A Quidditch si vola’, ma i miei piedi mi fanno male lo stesso, okay? Oh, c’è qualcuno. In riva al lago. Che carini… cioè, voglio dire, sarebbe più carino se al posto della tipa, lì ci fossi io, ma vabbè. Sono carini comunque. Il mio migliore amico è di una sfumatura indefinita di rosso che ha preso il posto della pallidità bianco latte che ha di solito. Mi nascondo dietro innumerevoli cespugli, alti fino a non so dove, di preciso, ma sono alti. Davvero tanto alti. Eh, ma così non ci vedo niente, però! Mi avvicino un po’ di più per trovare un nascondiglio migliore e vedere chi è la persona su cui devo vendicarmi. Okay, i Grifondoro dovrebbero essere leali e fedeli e buoni e gentili, ma soltanto qualche lombrico nelle coperte…   Voglio la musichetta in sottofondo! Dico, avete mai visto qualcuno più bravo di me negli inseguimenti? Certo che no. Riesco a vedere un po’ meglio… la tipa ha i capelli corti e neri, sparati in aria… chi è che ha i capelli così? Ora si alza. È alta come Scorp, anzi un po’ di più. Quasi non sembra una ragazza.                             “Scusa, sono in ritardo” dice il mio migliore amico. Lei scuote la testa: “Non c’è problema, tranquillo.”            
No, aspetta un attimo. Che diavolo… Quella è la voce di Al. Quello è Al. E… e ora, si stanno… Ommioddio, si stanno baciando! Ma che… perché non me l’ha detto nessuno?? Idioti.                                                                  


*Sei tu l’idiota, Rose. Non ti sei accorta dei segni…                                                                                                                          
I segni, dici? Stupida vocina, ma quali segni?                                            

I segni del loro… amouuuuur…                                                                                                                                                            
Zitta.                                                                                                                                                                                                                                                          
Lo sai che stai parlando da sola, vero Rose?                                                                                                                                                                                              
Appunto. Non è sano.                                                                                                                                                                                                                                          
Allora tu non sei sana, giusto? Giusto?                                                                                                                                                                              
Ho detto zitta.                                                                                                                                        
Sei in trance, Rosie. Occhio a non farti beccare. Occhio all’equilibrio…                                                                                                                                                         
Cosa?*
                                             

“Rose? Rose, stai bene?”                                                                                                                                                           
 “Ti prego, apri gli occhi!”                                                                                                                                                                    
Li apro davvero a quella richiesta, e vedo Scorp e Al chini su di me, con le facce preoccupate.                                      
“Stai bene, Rosie?” chiede mio cugino, vedendo la mia faccia sofferente. È notte, vedo il cielo punteggiato di stelle dietro la sua testa… O forse sono solo davanti ai miei occhi, quelle lucine… “Che cos’è successo?”                           
“Abbiamo sentito un rumore e ci siamo girati. Abbiamo visto che eri tu ed eri caduta. Hai sbattuto la testa…” spiega Scorp aggrottando la fronte. “Ma cosa ci facevi tu qui a quest’ora?”                                                            
 “Eh… sapessi!”                                                                                                                                                                                  
 Missione uno: fallita. Missione due: fallita. Missione tre: cambiare lavoro. 


CIAO! (I'M BACK!!)

Lo so, è una pazzia, un'idiozia e un sacco di altre cose che finiscono con "ia"... ma non potevo resistereee!!
Vi basti pensare che quando ho scritto "questa cosa", Scorpius e Al nemmeno li shippavo!! (adesso sì :3)
Tutta colpa di una maledetta fanart trovata per caso e salvata sul computer perchè mi piaceva il TITOLO!! (rendiamoci conto...)
Cooomunque (perchè il "cooomunque" ci sta sempre e cooomunque, vero Anna?), non ho molto altro da dire (grazie al cielo, perchè già ho faticato così con l'HTML (ODIO l'HTML), figuriamoci se dovevo fare un elenco lungo magari come quello dell'altra volta...), quindi vi saluto!
Se la storia vi è piaciuta lasciate una recensione, se non siete... okay, la smetto di copiare Favi (non si era capito che sono una sua fan, nooo!!)...
Un bacio a tutti,
Even <3
   
 
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