Mostro.

È successo di nuovo.

Un'altra volta, l'ennesima. Si sono rifiutati di curarlo.

Non ha nemmeno la forza per protestare o lamentarsi. L'unico posto che considera sicuro gli è stato negato, più e più volte.

Ricorda perfettamente il sorriso di sua sorella Lamy quando non stava troppo male, e riusciva a trovare il coraggio per fingere che andasse tutto bene, stesa nel letto di un ospedale che odorava di disinfettante e gigli. Ma anche lei è morta. Come i suoi genitori, e tutti gli abitanti di Frevance.

Già, ma nemmeno la sua città ha più la dignità di un nome. È conosciuta solo come White City, come se le case stesse fossero solo una malattia, e non segni di civiltà duratura nel tempo.

È proprio vero, la paura del contagio demonizza le persone. Non sono più umani, ma esseri mostruosi e grotteschi, bestie accecate dal terrore della malattia.

È la cosa che più odia al mondo: quella luce folle negli occhi di tutti quando associano le sue macchie bianche al virus letale, quelle grida stridule, che non tentano di mascherare nemmeno davanti agli occhi di un bambino o al grilletto di un uomo disposto a tutto pur di salvare il suo fratellino adottivo.

Si gira a guardare il suo benefattore: è seduto a gambe incrociate con una mappa in mano.

- Law, il prossimo ospedale è a un'ora da qui. Bisognerà che ci mettiamo in viaggio al più presto, prima che le tue condizioni peggiorino!

Si volta con un sorriso, allargato ancora di più da quelle spesse strisce di rossetto.

- Cora-san, posso fare una domanda?

L'uomo tace e annuisce, il sorriso non si è ristretto di un solo molare, ma la luce negli occhi è diversa, più grave.

- Certo.

- Non hai paura del contagio?

Corazon si alza in piedi con calma e si spolvera tranquillamente i pantaloni, poi si accende una sigaretta e aspira una grande boccata.

- Non credo proprio che sia una sindrome infettiva. Se lo fosse, mio fratello e io saremmo già malati da tempo, non credi?

- Non funziona così questa malattia, Cora-san! Si trasmette di generazione in generazione e.. - la contraddizione viene bloccata da un'alzata di mano di Ronzinante.

- E poi, mi interessa molto di più che tu guarisca.

Silenzio.

Corazon sorride di nuovo, un sorriso più largo e caldo questa volta.

Anche Law sorride.

- Grazie.

Non vuole andare in un altro ospedale. Si è stancato di tutti quegli sguardi di disgusto. Però si fida di quell'uomo dalla felicità perennemente dipinta sul volto, e sa che potrà sempre contare su quegli occhi carichi di affetto.

Si porterà dietro quel sorriso per sempre. Se l'è promesso ormai da mesi.

* ANGOLO AUTRICE *

Salve a tutti!

Questa è la mia prima fanfiction nel fandom One Piece, e mi sono subito buttata su uno dei miei personaggi preferiti, Trafalgar. Ho deciso di ambientarla nel passato, perchè questi ultimi capitoli del manga mi hanno segnata fortemente. Spero non sia troppo penosa!

Per quanto riguarda l'ultima frase, ho deciso di seguire la teoria secondo cui il Jolly Roger di Law sia ispirato al sorrisone che Corazon gli ha mostrato in punto di morte. Non so se sia vero – probabilmente non c'entra niente – però ho voluto metterlo lo stesso ;)

In un impeto di follia ho deciso di pubblicarla, spero con tutto il cuore che vi piaccia!
A presto

Izzie :)