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Autore: kamony    30/11/2014    11 recensioni
Com’era il giovane ed acerbo Harlock prima di diventare il cupo e ramingo pirata, silenzioso e devastato dal rimorso, che solca lo spazio a bordo dell’Arcadia?
Questa è la storia dei suoi albori, di come sia diventato il Capitano di una delle 4 navi Death Shadows con motori a dark matter. Di come si sia guadagnato questo ruolo, della sua bella amicizia con Tochiro Oyama, come ha conosciuto e conquistato il suo primo grande amore... e molto altro ancora!
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harlock, Nuovo personaggio, Tochiro
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'ACROSS THE UNIVERSE'
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Dov’eravamo rimasti? Ah sì! Harlock era stato (costretto) gentilmente invitato a dare lezioni di volo a Maya!

Ben ritrovati e buona lettura! :)

 

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-7-

COME UN FIORE D’ACCIAIO

 

A partire dalla loro prima lezione di volo Harlock aveva chiaramente capito che c’era qualcosa che non quadrava.
Alla terza i suoi dubbi divennero certezze e si contrariò non poco.
Erano appena partiti e Maya come sempre era silenziosa, cercava di fare la scolaretta modello. In realtà era troppo diligente e anche fin troppo brava e veloce  nell’apprendimento. Il Falco sopportava bene e in silenzio tutto, tranne le prese di giro, così quel giorno decise di farle un bello scherzetto.
Fino a quel giorno avevano sempre navigato in modalità
standard e non molto lontano dalla Terra, Harlock sapendo di doverle insegnare a guidare, voleva procedere con calma ed introdurre la navigazione a propulsione fotonica un poco alla volta, ma le cose erano cambiate.
Così prima della partenza aveva impostato, a sua insaputa le coordinate di traiettoria, ed ora stavano effettuando il solito volo di routine, quando all’improvviso, senza nessun preavviso, Occhio di Falco azionò a tradimento i motori fotonici. La navetta schizzò alla quasi velocità della luce, lontanissimo, in un’orbita ostile del sistema planetario Luvia
*1 in cui erano molto frequenti piogge di asteroidi.
Arrivati a destinazione, Harlock disinserì i motori a propulsione fotonica e lasciò i doppi comandi, quindi si stravaccò letteralmente sul seggiolino incrociando le gambe e mettendo le mani dietro la testa, a mo’ di cuscino. Pareva rilassato e bello spaparanzato come se fosse su un divano.
Maya si girò di scatto “Ehi ma che fai?” gli chiese agitata non capendo il motivo di quel gesto.
“Nulla” fu la sua criptica risposta, che intanto osservava placidamente lo scenario al di là del vetro della navetta.

La ragazza stava per dire qualcosa ma si rese conto che sulla loro traiettoria stava piombando a tutta velocità un asteroide della grandezza di un isolotto, contro cui si sarebbero certamente schiantati se non si fossero mossi al più presto per schivarlo.
“Muoviti! Prendi i doppi comandi, dobbiamo evitarlo!” gli disse terrorizzata, fissando l’enorme corpo celeste così simile ad un
pezzo di roccia, che si avvicinava loro minaccioso.
Lui non le rispose, né si mosse di un millimetro rimanendo comodamente stravaccato sul seggiolino.
Oh ma allora? Sei impazzito?” chiese ancora Maya sempre più impaurita e molto contrariata dal suo atteggiamento “Intendi farci ammazzare?” aggiunse agitatissima, e ora che gli era preso?
Lui si girò serafico e la squadrò con un occhiata molto decisa e sicura.
“No, e proprio perché non sono uno scemo, non muoverò un dito” le comunicò freddo, determinato e per nulla preoccupato. Sapeva ciò che stava facendo, non era né pazzo, né scriteriato.
Si sentì presa in trappola, ma non ci fu il tempo né di riflettere, né di fare altre considerazioni, doveva agire e subito!
Sterzò bruscamente in velocità e scansò abilmente l’asteroide, quindi riprese la rotta, ma non fece neppure in tempo a fare un sospiro di sollievo perché purtroppo, quasi subito, una fitta pioggia corpi celesti più piccoli si abbatté proprio davanti a loro. Maya questa volta fu proprio presa dal terrore allo stato puro e cercò di gridare, ma l’urlo le morì soffocato in gola. Non ci fu neanche il tempo di sfogare la paura perché era certa di schiantarsi e probabilmente di morire, quando Harlock, lesto come un fulmine, riprese i doppi comandi.
Con rapida e consumata abilità fece fare alla navetta una sorta di slalom dalla precisione millimetrica, scansando a pelo ogni corpo celeste che andava loro incontro. Talvolta fu costretto a fare delle manovre brusche e molto complicate, alcune delle quali misero addirittura sottosopra la navetta, facendole venire la nausea. Appena scongiurato il pericolo, Occhio di Falco azionò nuovamente i motori ad energia fotonica e rientrò velocemente nell’orbita terrestre. Quell’imprevisto aveva cambiato le cose, e decise che era meglio tornare alla base.

A Maya ci volle un po’ per riprendersi dallo choc, anche perché si era perfettamente resa conto di essere stata scoperta e non fiatò più. Il suo sguardo si perse oltre l’esterno della navetta mentre la sua mente stava raccogliendo le idee. Non voleva esporsi, attendeva una contromossa di Harlock e comunque era ancora molto turbata per ciò che era accaduto e per lo scampato pericolo.
Si fermò un attimo a riflettere e ne convenne che lui le stava sempre un passo avanti. Era intelligente e molto accorto, oltre che evidentemente qualificato, e molto impavido. Per metterla con le spalle al muro aveva fatto un bell’azzardo. Maya non avrebbe mai immaginato che avrebbe potuto avere una reazione così drastica, le sembrava un tipo molto riflessivo, pacato, probabilmente si era sentito preso in giro e aveva reagito male. Era evidente che fosse uno con cui c’era poco da scherzare, lo aveva decisamente sottovalutato.
All’inizio presa dall’euforia che non l’avesse tradita, aveva pensato di tenerselo buono, di nascondergli la verità e di poterlo in un certo senso contenere e forse anche gestire, per poi indirizzarlo verso la soluzione più comoda per lei. Aveva pensato di fargli credere di essere una che impara in fretta, facendo grandi progressi in poco tempo, così che lui pensasse di averle insegnato a pilotare velocemente e bene, per poi toglierselo dalle scatole, ma le era andata male.

In già soli tre giorni che aveva passato a stretto contatto con il Falco, Maya aveva capito che, nonostante l’aria impertinente e talvolta guascona era decisamente un tipo tosto, determinato e molto deciso: un leader.
Inoltre per lei era stato davvero difficoltoso averci a che fare e non perché fosse sgarbato, o incostante, tutt’altro, ma piuttosto perché la sua sola presenza la distraeva di continuo e questo non le piaceva proprio per niente.
Quando le spiegava le cose e i vari metodi di pilotaggio, lo faceva con estrema calma e pazienza, il suo tono era suadente e musicale, il timbro della sua voce aveva un colore caldo, carezzevole ed era anche fin troppo gradevole da ascoltare. Harlock era cortese e disponibile e nonostante a volte scherzasse, o fosse ironico, alla fine stava sempre abbastanza sulle sue. A parte ciò era estremamente piacevole seguire i suoi insegnamenti sempre accurati e precisi. Insomma era decisamente bravo e molto portato ad addestrare. In realtà lei a volte s’incantava proprio, anche se si guardava bene da farglielo capire. Le pesava come un macigno ammetterlo, ma quel tenente era bello e pericolosamente fascinoso. Lo era al punto da darle quasi sui nervi, perché minava il suo autocontrollo. Non avrebbe dovuto in alcun modo essere attratta da lui. Era il nemico, era la summa di tutto ciò contro cui andavano i suoi ideali e suoi principi, era il più sbagliato che potesse incontrare, eppure, nonostante facesse fatica ad accettarlo, c’era qualcosa in lui che la attraeva magneticamente. Non era solo per via che fosse slanciato, atletico, con un portamento quasi regale, bello nei lineamenti del viso, con uno sguardo così profondo che avrebbe addirittura ammaliato un cieco, gentile, educato, a tratti ironico, decisamente impertinente e sicuramente accattivante.  
C’era qualcosa di più.
Aveva come un’aura naturale che catalizzava l’attenzione su di sé. In lui riconosceva senza ombra di dubbio il carisma del capo. Un leader nato, seppure atipico perché sembrava che non avesse bisogno di imporsi, ascoltarlo e seguirlo veniva quasi naturale a lei, come probabilmente a chiunque avesse a che fare con lui. Una sorta di incantatore alla cui malía era quasi impossibile resistere.

 

Essendosi totalmente immersa in questi pensieri non si era resa conto che erano già in fase di atterraggio. Aveva istintivamente lasciato i comandi a lui senza neppure quasi rendersene conto.
La navetta toccò terra dolcemente, quindi Harlock aprì il portellone e da gentiluomo quale comunque era, l’aiutò a scendere come faceva sempre.
Si trovarono così uno difronte all’altra.

Lui la guardava severo. Maya invece era ancora scombussolata.

“Credevi che non me ne sarei accorto? tagliò corto accigliato incrociando le braccia al petto “Pensi che sia proprio uno stupido? Uno che puoi prendere in giro a tuo piacimento?” le chiese adirato.

Ma davvero le dava quell’impressione? Questa cosa lo faceva incupire moltissimo.

Mentre faceva queste considerazioni improvvisamente si rese conto che era molto pallida, e aveva gli occhi meno vivi del solito, lo notò perché tremava appena. Aveva ancora la paura in circolo e pareva quasi assente. Come se avesse la mente altrove.
Improvvisamente si sentì un verme. Per placare il suo orgoglio ferito di maschio raggirato, si era comportato come un deficiente e le aveva fatto prendere un coccolone. Non era da lui fare certe spacconate, anche se tutto era stato calcolato nei minimi dettagli e sapeva di poter prendere la situazione in mano come e quando avesse voluto, in totale sicurezza per entrambi.

Stava per chiederle come stesse, ma lei lo precedette.
Improvvisamente si era come risvegliata e la rabbia, che si era sostituita alla paura, la fece sbottare.
“Mi domando che cosa possano avere visto in te per ritenerti un buon pilota!”.
Quelle parole colpirono Harlock come uno schiaffo in pieno viso.
“Ti pare serio giocare così con la morte?”.

Era furente perché si era spaventata, ma anche e soprattutto perché si era fatta scoprire, spingendolo a comportarsi in modo sciocco e azzardato.
Harlock non accettò di buon grado le sue parole.
Ma quale gioco? Era tutto calcolato, l’ho fatto decine di volte come addestramento, potrei farlo anche ad occhi chiusi cosa credi?” le rispose contrariato, mica era uno sprovveduto!
Poi aggiunse “Il punto è che hai mentito ancora una volta. Giochi a fare la dissidente spruzzando vernice su cose e persone come se facessi chissà quale gesto importante, mentre probabilmente sei solo troppo annoiata, volevo solo darti una lezione” ammise sinceramente infastidito. Sapeva di essere in torto ma gli veniva naturale difendersi e non cedere, era troppo orgoglioso.

“Tu credi che sia tutto un gioco? Credi questo?” gli rispose severa, quasi con dispiacere. Era ciò che pensava di lei? Che fosse una ragazzina viziata e annoiata?
“Guardati intorno. Fotografa con la mente questi posti perché tra un po’ potresti anche non vederli mai più!” aggiunse accorata indicando la natura che li circondava. “Sei un cieco! La tua coscienza è anestetizzata e la tua mente intorpidita è foraggiata dalle false informazioni che la Gaia Sanction distribuisce con sapienza. Tu, mio padre, tutti voi siete solo burattini a cui stanno sapientemente tirando i fili e neppure ve ne rendete conto!” sbottò arrossendo in volto, per via dalla foga che stava mettendo nel dire ciò che le stava così a cuore.

Harlock la guardava e dovette ammettere che quanto meno fosse appassionata e che forse non era mossa dalla noia ma da una sincera e vera dedizione ad una causa, in cui evidentemente credeva molto.
Era interdetto. Un po’ era ancora infastidito, un po’ era ammirato dalla determinazione di lei, e un po’ era decisamente cotto, perché poteva fare lo gnorri quanto voleva, ma non gli avrebbe dato così fastidio essere raggirato da lei se quella ragazza non le fosse piaciuta parecchio.

E non era per via che fosse bionda con gli occhi azzurri, una bocca da urlo e avesse un corpo armonioso.

Era diversa.
Non era la solita sciocchina che ancheggiando pensava solo ad enfatizzare le labbra con il rossetto, o a mostrare tette e gambe, per esercitare il suo potere sul maschio di turno. Non era neppure di quelle che facevano gli occhi dolci a destra e sinistra, perché in cerca di un
fidanzato. Men che meno sembrava il tipo da godersi l’attimo nel nome del divertimento spensierato.
Era luminosa.
I suoi occhi erano il riflesso di un’anima chiara, cristallina e avevano una profondità dove bastava un attimo e ti ci perdevi affogandoci dentro. Certo, era anche molto sveglia, determinata e volitiva. Tutto ciò non faceva che aggiungere fascino a questa creatura così eterea, ma così risoluta, una sorta di fiore d’acciaio. Bella e dolce, ma anche decisa e forte. Un contrasto così affascinante che lo aveva imbrigliato fin dalla prima volta che l’aveva vista.

“Ė vero, so guidare quella navetta. Che credi? Ciò che faccio non è un passatempo, a volte è pure pericoloso! Ė capitato di fare azione di disturbo alle vostre esercitazioni di pace proprio con queste navette. Ci hanno speronato e una volta ci hanno anche sparato, sappilo” gli disse con veemenza riportandolo bruscamente alla realtà.
Quelle parole furono un altro schiaffone che gli arrivò in pieno viso, scuotendolo.
Possibile? Da quando protestare era diventato fuori legge al punto di rischiare di uccidere degli innocenti? E perché questa organizzazione era così mal vista dalla Gaia?
Un sacco di domande cominciarono a turbinargli veloci nella mente.

“Ti levo dall’impiccio. Dirò a mio padre che sei stato un mostro di bravura e che sono già pronta per l’esame. Così tu te ne andrai per la tua strada e io per la mia” concluse irritata. Anche Maya era fin troppo infastidita dal suo comportamento e faceva fatica ad ammetterne il reale motivo, che deliberatamente ignorava.
Ad Harlock che volesse liquidarlo così, su due piedi, non piacque proprio per niente anzi lo indispettì a tal punto da fargli avere una reazione piuttosto contraria a quello che era il suo reale sentire del momento.
E chi ti dice che io non gli dica tutto della tua manfrina?” la sfidò.
Il fatto, per stupido che fosse, era che lui non voleva smettere di vederla e si stava letteralmente aggrappando alle funi del cielo.
“Cos’è questo, un ricatto?” chiese lei fissandolo malissimo.
Lui sospirò e abbassò la testa sbirciandosi imbarazzato la punta degli stivali. Ma che diamine stava facendo?
“No” rispose alzando di nuovo lo sguardo incrociando quello ceruleo e costernato della ragazza. “Senti io non voglio guai. Sono stato praticamente costretto a darti queste lezioni, quindi troviamo un accordo per rendere credibile questa cosa e facciamola finita. Di certo non puoi andare da tuo padre e dirgli che in tre giorni hai imparato a pilotare. Non è uno stupido mangerebbe subito la foglia”.

Aveva ragione lui, su questo Maya non poté far altro che convenirne.

“Quindi che vorresti fare?” gli chiese lei incrociando a sua volta le braccia al petto. Era appena più sollevata, sembrava rinsavito, stava ragionando, poco prima lo avrebbe preso volentieri a sculacciate come si fa con i bambini bizzosi.
“Intanto potrei insegnarti a volare ancora meglio di come sai già fare potrei insegnarti qualche trucchetto interessante” propose incerto, perché quello che stava per aggiungere colse lui per primo di sorpresa, ma non poteva e non voleva tornare indietro “E poi… insomma, potremmo cogliere l’occasione per passare del tempo insieme buttò lì casualmente.
A che pro scusa?” chiese lei scattando immediatamente sulla difensiva.
E ora? Questa novità che significava?
“A nessun pro!” saltò su lui come punto da un’ape.
Mamma mia era una cosa così abominevole per lei passare del tempo insieme a lui? Lo doveva proprio ritenere una brutta persona!
Ma poi perché le stava facendo una proposta del genere?

“Ė chiaro che dobbiamo portare avanti la commedia delle lezioni e magari potresti anche parlarmi di ciò che fai e del perché lo fai, così magari potresti illuminarmi, dato che non fai che ripetere che sono cieco, eccetera eccetera” disse velatamente polemico.

Ecco, la scusa giusta per potersi perdere in quegli occhi blu l’aveva forse trovata.
Inaspettatamente lei acconsentì. Harlock aveva toccato il tasto
giusto. Avere la possibilità di spiegargli che cosa stesse facendo e perché lo stesse facendo, fu la molla che la spinse ad accettare la sua proposta. In cuor suo voleva convincerlo della validità della causa che perorava e chissà, magari avrebbe anche potuto convincerlo delle sue ragioni. Lui non poteva saperlo ma c’era anche qualche militare che face parte attivamente della Gea Free.

“Va bene, si può fare, però devi darmi la tua parola d’onore che non dirai mai niente a mio padre” gli disse seria.
Harlock la guardò intensamente per qualche secondo, mettendola anche fortemente a disagio, perché i suoi occhi erano come sonde dell’anima che scavavano a fondo. Poi sospirò e le disse: “Mi dispiace darti questa pessima impressione, ma per me era implicito che non avrei parlato, credevo che l’avessi capito…” disse crucciato senza smettere di fissarla.

“Sembrava che ti divertissi a tenermi sulla corda”.
Non era stupida, si rendeva conto che al momento fosse sincero, ma era anche conscia che precedentemente fosse stato volontariamente ambiguo.
Lui girò la testa guardando oltre. Era stato scoperto. Dopo qualche secondo tornò a guardarla.
“Ė vero. Non lo nego. Ero adirato per la figura poco edificante che mi hai fatto fare. Ho solo giocato un po’, ma non avrei mai fatto nulla che potesse metterti nei guai. La vita è tua e ritengo che ognuno sia perfettamente libero di fare le sue scelte come vuole e come meglio crede. Non potrei mai intromettermi nelle decisioni altrui, posso giudicare delle motivazioni soprattutto se riguardano un ideale”. Le spiegò molto sinceramente. Certo non poteva dirle che forse si era comportato in quel modo perché lei le piaceva molto e perché per la prima volta aveva trovato una ragazza che non gli sbavava dietro come una lumaca. Cosa che tra l’altro, lo aveva completamente spiazzato, oltre che molto stuzzicato, perché non era abituato a questo tipo di situazione.

Maya lo aveva ascoltato e aveva notato che sembrava quasi mortificato, le ricordò un po’ uno scolaretto che si giustifica per non aver terminato i compiti a casa.

Capì, ma in un certo senso già sapeva che era leale, infondo avrebbe potuto tradirla mille volte e non l’aveva mai fatto. Era anche conscia che ciò che gli aveva fatto passare lei, doveva essere stato veramente umiliante per un militare come lui, ma nonostante ciò non l’aveva smascherata. Doveva riconoscere che alla fine non era neppure così orgoglioso, o dispettoso come poteva sembrare a tratti. Certamente non aveva un carattere troppo malleabile, ma sotto, sotto, doveva essere una bella persona. I suoi occhi erano lo specchio di un’anima nobile e anche molto appassionata.
Le parole che aveva detto sulla sua libertà di scelta le erano molto piaciute.
“Mi dispiace averti messo in difficoltà” ammise scusandosi “Non era una cosa personale contro di te. Devi capire che non potevo farmi scoprire, o a mio padre sarebbe venuto un infarto. Ti chiedo scusa” poi sospirò forte.
Doveva dirglielo?
Era molto combattuta a riguardo. Lui era e restava
il nemico e se gli faceva un certo tipo di confidenza poteva essere molto pericoloso ed anche incosciente. Era indecisa. Ma era anche conscia che prima o poi ci sarebbe arrivato da solo e forse si sarebbe sentito nuovamente tradito. Allora che fare? Era un bel dilemma.
Il cuore le diceva:
fidati! 
La ragione di rimando le rispondeva:
Attenta, non farlo!
Maya era una ragazza piena di passione, giovane e molto fiduciosa nel mondo e negli altri. Voleva cambiare il futuro e migliorare le cose, ma soprattutto voleva davvero con tutto il cuore fidarsi di lui.

Così agì d’impulso.
“Io sono il contatto Gea Free nella base. Sono io che passo tutte le informazioni riguardo le Death Shadows, se quel giorno mi avessero presa, i miei compagni avrebbero perso il punto di riferimento più importante qui dentro. Dovevo per forza scappare, in qualsiasi modo, e con qualsiasi mezzo, per questo sono stata sleale con te e ti ho spruzzato di vernice”.
Lui la guardò basito. Dapprima le sue scuse gli avevano regalato un momento di piacevole sorpresa, ma ora questa confessione lo aveva totalmente spiazzato.
“Ti rendi conto di che cosa mi stai dicendo?” le chiese accigliato, ma anche preoccupato “Non mi puoi dire queste cose, così, come se niente fosse!”.
Era matta? E ora lui che avrebbe dovuto fare?

Maya lo fissò molto seria “Se mi devo fidare di te devo farlo fino in fondo. Non ci può essere una mezza misura! Siamo nemici Harlock questo è chiaro. Tu stai da una parte della barricata e io dall’altra, il punto è: sapremo conciliare questa cosa, oppure saremo costretti a stare costantemente in guardia l’uno dall’altra per tutto il tempo che ci servirà per portare in fondo questa commedia?”.
Lo stava letteralmente mettendo alla prova. Harlock era strabiliato. Di solito era lui, che faceva quel genere di cose invece questa volta i ruoli si erano totalmente invertiti.

Era perplesso confuso e… ammirato! Ma non fece in tempo né a dire, né a fare altro.
“Pensaci e riflettici bene. Mi sono messa totalmente nelle tue mani, più di quanto non la fossi prima, anche se a dire il vero, hai sempre avuto il coltello dalla parte del manico e lo sai. Quindi devi deciderti tenente. Se mi vuoi tradire fallo entro le prossime quarantotto ore. Fallo onorevolmente, vieni a casa mia e racconta tutto a mio padre. Se invece pensi davvero ciò che mi hai detto, allora ci ritroveremo ancora una volta qui, all’hangar per fare una nuova lezione di volo, e come mi hai promesso mi insegnerai a perfezionare la mia tecnica di guida. E magari forse passeremo anche del tempo insieme e io ti spiegherò le mei ragioni su ciò che faccio e il perché. La scelta è solo tua”.

Detto ciò, senza attendere risposta, si girò per andarsene. Doveva farlo perché era troppo turbata dalla decisione folle che aveva appena preso: tutta istinto e niente cervello. I suoi capelli si mossero appena seguendo i suoi movimenti.
Harlock rimase fermo a guardarla che si allontanava, mentre nella sua testa il caos era imperante.

 

Glossario:

1 LUVIA: Sistema planetario inventato da me, nome inventato da me, in spagnolo e significa pioggia. Essendo inventato di sana pianta è vicinissimo alla Terra e viene raggiunto quasi simultaneamente grazie alla velocità fotonica

MOTORE A PROPULSIONE FOTONICA: cioè va quasi alla velocità della luce e ciò in pratica significa che da Marte alla Terra, con navette classe A3 ci si mette circa un’ora di tempo, considerando che la distanza tra i due pianeti varia in continuazione, quindi una volta sarà un po’ meno di un’ora una volta un po’ di più, eccetera. Per queste informazioni già presenti nel capitolo precedente ringrazio Angelfire123 per la sua consulenza fantascientifica e per il calcolo matematico della distanza variabile. Grazie!!!

 

 

 

 

 

 



 

 

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MA CIAO!!!! Come promesso rieccomi ad ammorbarvi con le mie elucubrazioni mentali sul giovane Harlock! Sono quasi puntuale sulla tabella di marcia, quindi d’ora in poi si torna al postaggio settimanale con forse qualche sorpresa :) vedremo! Ringrazio tutti voi per la pazienza e ringrazio ovviamente chiunque passerà a leggere e commentare! Come ringrazio (ma lo avevo già fatto in via privata) tutti quelli che hanno lasciato messaggi all’avviso sia pubblici che in PM. Grazie :*

 

FUI HARLOCKED Come avrete notato ho cambiato nick name. Era da un po’ che ci pensavo alla fine mi sono decisa. Perché? Mah… per via che comunque Harlockd era nato da una battuta ed è un nick name troppo legato ad un fandom e poi io sono effettivamente divergente, mentre trasversale è una cosa mia e della mia amica Azumi che è anche molto bella, di cui la ringrazio di cuore.
Voi chiamatemi come vi pare a me sta bene tutto! Come il nostro Capitano, sono per la libertà! ;)
I cambiamenti non sono finiti qui, come avrete visto è morto pure l’angolo caffè thé e pasticcini! Rinnovarsi non fa mai male e sono un moto perpetuo sappiatelo :P

 

 

GRAZIE con sincero affetto e gratitudine a tutte le persone (e loro sanno chi sono) che in questo mese si sono fatte sentire, chi un modo chi nell’altro, che sanno alcuni perché e qualche percome della mia assenza, della mia real life, eccetera eccetera (ripeto loro sanno). Grazie sappiate che ho apprezzato OGNUNO di voi! :*

Un saluto particolare alle ragazze di Lucca con cui c’è stata la condivisione di una giornata MEMORABILE!!!! (Con alcune più di una a dire il vero) :D Vi abbraccio! Grazie! :*
Eh sì! Un motivo (bello) della mia assenza è stato il Lucca Comics and Games durante il quale ho cosplayato il nostro amato capitano! Forse prossimamente vi farò vedere una foto, non ho ancora deciso :P

 

QUESTO CAPITOLO è dedicato a me! Perché sono una fottuta araba fenice e nonostante tutto mi voglio tanto bene e risorgo sempre! :D

CURIOSITA’  Questa è all’incirca il tipo di navetta usata da Harlock e Maya per la scuola guida, l’ho vista, mi è piaciuta e la condivido con voi! ;)


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GRAZIE Capitano anche stavolta ce l’abbiam fatta! ♥♥♥

 

 

 

––––•••·.·•••––––

 

Per oggi è tutto.
Buona notte, o Buon giorno a voi!
Passo e chiudo.
Che la pace sia sempre con voi!
Alla prossima volta! =D

  
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