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Autore: Be_Popper    30/11/2014    0 recensioni
Louis era certo di aver perso completamente il rapporto con il collega pattinatore, Harry Styles. Ma poi si sa, l'universo pena sempre a tutto, quando Simon prende Harry per la prossima stagione..
o...
AU in cui i membri dei ONe Direction sono pattinatori
MxM Larry Stylinson Slash | side LiamxDanielle PerriexZayn CarolinexHarry | figureskating!AU
Genere: Fluff, Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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ATTENZIONE: questa storia NON è mia, io l'ho solo tradotta.
questo è il tumblr dell'autrice
questo è il link della storia in lingua originale questo è il permesso dell'autrice


The One That Leads Me On Through


“È stato un buon primo giorno, Tommo!” Louis si guarda in torno nello spogliatoio al suono della voce di Niall, sorridendogli. Si, è riuscito a fare tutti i tripli e non è inciampato nei suoi piedi neanche una volta. Simon ha perfino annuito alla fine del suo esercizio, disincrociando le braccia dal petto. Infatti, non è uno degli allenatori più espressivi, o quello a cui piacciono dimostrazioni di affetto o incoraggiamento, ma è l’unico che è riuscito a far lavorare duramente Louis. Che cerca di fare il suo meglio, pur di vedere l’angolo della bocca di Simon, alzarsi in approvazione. In ogni caso, Louis ha avuto un buon giorno, ed è bello che anche gli altri lo notino. “Grazie Nialler” dice con un sorriso, afferrando la borsa “Vieni da me sta sera? FIFA, birra e puoi stare finché vuoi?” Niall annuisce, tenendogli aperta la porta “Sembra bello” dice, prima di sparire lungo le scale.
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Louis si butta sul divano con un grugnito, appoggiando i piedi sul tavolino da caffè, senza curarsi del “thump” di una pila di riviste cadute sul pavimento. Potrebbe raccoglierle dopo, forse. “Mi manca tanto il burro” mormora Louis e Niall sbuffa “Guarda che tutti noi non possiamo mangiare ciò che vogliamo se dobbiamo riuscire a saltare su quelle lame di metallo” “Non è colpa mia se ho un mostro qui dentro” continua Niall, battendosi una mano sullo stomaco”Ma veramente, Lu, probabilmente le tue sono tutte paranoie. Sono sicuro che mangiare un po’ di burro non ha mai ucciso nessuno” Louis gira la testa ridacchiando, abbassandosi per pizzicare un capezzolo di Niall fra indice e pollice. Louis tiene la sua casa – appartamento, come gli ricordano i suoi amici americani – ridicolamente calda, per compensare il fatto che passi più di otto ore al giorno in un posto congelato come il pala ghiaccio. “E cadere di faccia invece che atterrare nei salti? No grazie” Sta solamente facendo il drammatico. Lui mangia il burro. Lo mette sui toast a volte, o sulle patate, quando le può mangiare. Cioè non molto spesso, ma. Soprattutto nell’insalata. E sul pollo, si, sul pollo è buono. Comunque. “Ma sai cosa intendo” chiede Louis, pungolando le costole di Niall. Lui si gira verso Louis, rimanendo in silenzio per qualche momento, prima di annuire. “Si, lo so. Preferirei non guardare” Louis sospira. Niall gli è stato mandato da Dio, davvero. Il modo in cui capisce quello che dice Louis senza nessuna spiegazione, e il modo in cui ride praticamente a qualsiasi cosa Louis dica. Tutti hanno bisogno di un amico come Niall. Seriamente. Per questo motivo Louis lo butta sul divano lanciandosi su di lui. “Oi! Lasciami andare, stronzo!” Niall lo colpisce sul braccio ma Louis continua ad ignorarlo. Niall smetterà di dibattersi in meno di un secondo, Louis lo sa. “Sono solo coccole, Niall” mormora, stringendo le braccia introno alle spalle di Niall. “Potevi chiedere sai” dice, spingendo il petto di Louis, per trovare una posizione più confortevole. Obbediente Louis si sposta da sopra di lui, tenendo per sicurezza un braccio intorno al petto di Niall. Loro non sono – non hanno qualcosa di sessuale fra di loro. Semplicemente Louis ama le coccole. Molto. Obbligando praticamente tutti a fargliele. Anche il povero Liam che non ama assolutamente il contatto fisico. E Niall si comporta come se non gli piacesse, ma Louis sa se veramente gli da fastidio, e in quel caso smetterebbe. Comunque, rimasero seduti sul divano insieme, Louis con la fronte appoggiata alla spalla di Niall, respirando profondamente. È difficile rimanere sul ghiaccio da solo così tanto tempo. Preferirebbe essere in una coreografia o qualcosa del genere, magari una coppia, se fosse più alto, ma sfortunatamente la sua statura gli permetterà di praticare pattinaggio singolo per il resto della sua vita. O, per lo meno, fino a che le sue ossa glielo permetteranno, fino a che potrà muoversi. Chi lo sa? Comunque, vorrebbe un po’ di contatto fisico regolare, qualcosa in più della regolare pacca sulla spalla di Simon a fine allenamento. “Hai sentito del nuovo ragazzo che arriverà lunedì?” Louis corruga le sopracciglia alzando la testa verso Niall, che lo guarda con un sopracciglio alzato, sorpreso che Louis non ne fosse venuto a conoscenza prima. “Cosa?” Louis si sedette meglio, una mano sullo stomaco di Niall per tenersi in equilibrio “cosa intendi dire, un nuovo ragazzo? Chi cambierebbe allenatore così tardi?” Chi inizierebbe ad allenarsi con un nuovo allenatore poco prima dei Nazionali o dei Mondiali?? Non che Louis pensi abbiano molte possibilità, o meglio, nessuna, considerato che lui pattina per l’Inghilterra e che, l’ultima volta che un uomo ha vinto la medaglia d’oro ai Campionati Mondiali è stata nel 1976, quindi solo una persona potrebbe arrivare quest’anno e Louis – “Hey Tommo, ci sei?” Niall picchietta sulla guancia di Louis, allontanandolo dai suoi pensieri. “Scusa” dice Louis scuotendo la testa “Stavo pensando ai Mondiali. Chi è comunque?” Niall stringe le labbra in una linea, e questo non è mai un buon segno, soprattutto se lo fa uno come lui. “Harry Styles” dice, e lo stomaco di Louis si chiude.
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Il fatto è che, Louis, si sente più a casa sul ghiaccio. Lo sa che è strano e anche abbastanza stupido. Lo sa. Ma questo non lo ferma dal passarci sempre molto tempo. Fin da quando aveva preso un paio di pattini di seconda mano ed era uscito sul laghetto dietro casa, cercando di imitare il salto axel che aveva visto fare a molti pattinatori. Gli sembrava che volassero, ed è per questo che lo amava così tanto. Lo voleva provare. Chi non vorrebbe provare? Comunque, lo ha capito da momento in cui la lama aveva scivolato sul ghiaccio per portarlo al centro del laghetto, lo ha capito dalla prima volta che ha sentito il ghiaccio fin dentro le gambe, braccia, schiena. Era destino. Louis è convinto che solo alcune persone fortunate possano trovare il proprio. E lui è una di loro. È difficile il pattinaggio artistico. Non solo la parte fisica – che, Louis deve ammetterlo, una volta iniziato ad allenarsi seriamente e tornando a casa una notte si e l’altra no ammaccato, ha capito non essere così semplice – ma tutto ciò che lo riguarda. Lo stress delle gare al livello a cui gareggiava, la pressione di andare bene per non apparire un fallimento alla madre che aveva aggiunto alcune lezioni in più per essere sicura che fosse preparato adeguatamente. Era assurdamente difficile, ma gli sforzi vengono sempre ripagati quando, all’età di sedici anni, quando dopo quattro anni di pattinaggio, era arrivato in vetta al podio dei Campionati Mondiali Junior, una medaglia d’oro, pesante, sul suo petto, una memoria fisica per ricordarsi dei suoi progetti, una chance per migliorarsi. Aveva afferrato il nastro con una mano mentre l’altra veniva alzata verso il pubblico, con un sorriso immenso. Da quel momento in poi, aveva qualcosa da dimostrare, e aveva intenzione di farlo. L’anno seguente era il suo anno fra i Senior, con le assegnazioni per il Grand Prix, e questo voleva dire volare. Molti, molti voli. Con aerei, per paesi e motivi differenti. Era stato mandato in Russia e Canada, piazzandosi fra i migliori dieci in entrambi, per poi tornare a casa per i Nazionali. Che vinse, poi i campionati mondiali, dove entrò nei primi venti e, onestamente, questo era molto più di quello che desiderava. La stagione successiva non fu delle migliori. Il Grand Prix andò bene, e arrivò in finale, nonostante i punti non fossero altissimi. La pressione era doppia, tutto insieme, e mentre partecipava ai Nazionali, letteralmente... implose. Corse verso il bordo, infortunandosi un ginocchio, dovendo così evitare la stagione successiva per poter recuperare. Essere diciottenne e dover bloccare così una carriera per un infortunio probabilmente avrebbe spaventato chiunque, ma non Louis, è tenace, e ha lottato per ciò che voleva. Non aveva dedicato sei anni della sua vita a qualcosa, per poi arrendersi così facilmente. Fanculo. Era stato richiesto da Simon dopo il suo rientro, dopo che il dottore gli ha dato il permesso per allenarsi di nuovo. Proprio, letteralmente, era tornato a casa dal dottore, e il suo telefono aveva squillato. In realtà fu alquanto strano, e ora sapendo come è fatto Simon, è sicuro che aveva programmato tutto. Simon è un po’ come un boss mafioso. Gli aveva fatto una proposta: trasferirsi a LA, essere pagato per pattinare e diventare uno dei migliori. Non una scelta così difficile alla fine. La stagione era già avviata quando si era trasferito, e non era il caso di preoccuparsi. Invece, si focalizzò sul riprendersi, imparare di nuovo i salti e le trottole, migliorandole. Lavorò molto. Non sa bene come sia successo, ma lo invitarono ad un tour estivo. Così ci andò. E probabilmente questa è stata una delle prime memorie di Harry da – tranne, no, non lo è, perché si ricorda i Mondiali Junior, aveva guardato giù, alla sua sinistra e aveva un paio di occhi verdi e fossette e capelli, vicino a lui, che sorridevano ampiamente. Questi sono i ricordi che ha di Harry. Poi si sono avvicinati molto, correvano per i corridoi e le camere degli hotel, facendo gare in piscina per rinfrescarsi dalla calura estiva. Accoccolarsi nelle loro cuccette sui tour bus, sussurrandosi cose su casa o confrontandosi sugli altri pattinatori, a cui loro non piacevano neanche un po’. Guardava Harry pattinare come se fosse nato per farlo, ogni notte, mentre camminava come una baby giraffa durante il giorno come se non sapesse mantenere l’equilibrio, nonostante riuscisse a stare su delle sottilissime lame di metallo, sul ghiaccio scivoloso. La sensazione delle dita di Harry conficcate nella sua pelle, la sua voce roca quando Louis spostava la mano sempre più in alto sulla sua coscia, il modo in cui le sue labbra si coloravano di rosso vivo dopo un bacio appassionato di Louis sulle scale, la sensazione dei riccioli fra le dita, soffici come la pelliccia di un gattino o una coperta delle sue sorelline. Quindi, si, Louis ricorda Harry dal tempo trascorso insieme per due estati consecutive, e ricorda sicuramente anche l’improvviso, divorante silenzio radio seguito da nessuna spiegazione.
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La testa gli gira un po’. Si sente ubriaco, in realtà, ma forse è solo perché si è seduto così in fretta, ma questo è un po’ stupido, non è vero? Lui è un pattinatore professionista. Può resistere alla forza di gravità più di un pilota professionista. Astronauta? Qualcosa. Liam glielo ha spiegato una volta, ma lui non prestava molta attenzione. Il punto è: ha delle fottute vertigini e Niall lo sta fissando dalla sua postazione sul divano, le braccia incrociate. “amico, tutto apposto?” Louis sente una mano avvolgersi intorno al suo bicipite e oh, giusto, i suoi occhi sono chiusi, non dovrebbe accadere. “Tutto ok” dice, aprendo di nuovo gli occhi, sbattendo le palpebre un paio di volte. “Ho appena ricevuto una –“ fa un gesto vago con la mano “Mi ha colto di sorpresa”. Niall lo sta ancora guardando come se non ci credesse, ma la cosa bella di Niall e che non ti farà pressione, almeno che non lo reputi strettamente necessario. “Se sei sicuro” dice, stringendo leggermente il braccio di Louis, prima di ritrarre la mano. “Sicuro” dice Louis, prima di stabilizzandosi di nuovo sul divano, chiudendo nuovamente gli occhi, brevemente, prima di guardare Niall di nuovo. “Aspetta, un secondo” dice, alzando una mano “Mi stai dicendo che Harry Styles lascia il suo allenatore di lunga data per trasferirsi a Los Angeles con Cowell?” Niall annuisce “Sembra. Con il ritiro di Aiden, Cowell ha un posto libero e Styles lo ha richiesto” Louis si morde il labbro, qualcosa gli comprime il petto. Non è colpa sua, non lo è, perché lui ha cercato di tenersi in contatto, davvero. Messaggi e e-mail e chiamate di skype, ma si può continuare così se qualcuno neanche ti risponde ad un messaggio?. Settimane di tentativi ignorati, e non che Louis non avesse internet, sapeva che Harry stava bene, solo che – Bene. Quindi, non si parlano da qualcosa come, un anno e mezzo. Va bene. Totalmente bene. Figo anche, super figo. “pensavo foste amici” mormora Niall. “Eravamo, si” risponde Louis, schiarendosi la gola “è difficile, però. Lo sai. Non le stesse gare, e io sono qui e lui li” agita una mano come se quella fosse una spiegazione. Niall, si benedetto, si limita ad annuire. “comunque hai ragione. Sarà bello avere un altro ragazzo” “si, credo” dice Louis, tornando nella sua posizione da coccole. Un braccio di Niall gli avvolge le spalle, e Louis respira, e inspira. Andrà tutto bene.
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Louis è stato con la squadra di Cowell per tre anni. Il suo recupero e riabilitazione non hanno occupato più di una stagione – era giovane, per fortuna, e la caduto non era stata completamente debilitante – gli aggiustamenti e i movimenti gli occuparono tutta l’estate quindi aveva iniziato a lavorare sui suoi programmi. Aveva iniziato un po’ più tardi rispetto agli altri ragazzi, ma non era stato un problema. In ogni caso, quando Louis era arrivato, Aiden era l’unica altra persona allenata da Cowell, e si trovavano abbastanza bene. Non erano legatissimi, ma si potevano fare una bella risata sul cipigli di Cowell o il bidello strano che trascorreva un po’ troppo tempo a fissarli mentre facevano il riscaldamento mattutino. Louis fu triste nel vederlo andare via. Ma lo sa, tutte le carriere devono finire, proprio come tutti gli uomini devono morire, ma. Lui era solo triste. Niall era arrivato la stagione successiva, fresco della sua ultima stagione al livello minore, un terso posto ai mondiali e con lui sono arrivati Liam e Danielle, il team di coppia, e Zayn e Perrie, Ice Dance. Jade e Leigh-Anne sono arrivate la stagione dopo: donne singole, e Jesy come coreografa e progettista, di cui la squadra aveva veramente bisogno. Erano un bel gruppo, quindi è difficile vedere qualcuno sostituito da qualcun’altro. Ma questo è il pattinaggio artistico, no? Sempre in movimento, sempre in evoluzione, e se ci si ferma si viene dimenticati. __ Il lunedì arriva improvviso per Louis, il che sembra stupido, ma l,o fa davvero. È facile perdere il conto dei giorni quando ci si allena cinque ( e a volte sei) di loro alla settimana. Passa la maggior parte dei suoi finesettimana dormendo o facendo pilates, perché non può bere e neanche fare sesso, perciò non ha senso uscire. Aveva pensato una volta di unirsi ad un club del libro o qualcosa del genere, ma quello avrebbe voluto dire leggere, perciò ha rinunciato ancora prima di iniziare. Dedica il suo tempo al suo sport, perché vuole essere il migliore e sa di poterlo fare, perciò non è preoccupato di ciò che si sta perdendo. Anche perché ha molti amici, anche se li può vedere maggiormente in estate. Arriva al pala ghiaccio il lunedì mattina, trovando un enorme, orribile Range Rover nero parcheggiato al suo posto. Beh, non ufficialmente, perché non ne hanno, ma ha parcheggiato li abbastanza a lungo perché tutti sappiano che quello è il suo posto. È l’unico posto dove, se piove e i finestrini sono giù – che è una cattiva abitudine di Louis – i sedili non vengono rovinati. Ed è davvero scomodo che qualcuno gli abbia preso quel posto perché lui vorrebbe far circolare un po’ d’aria. Ma no, bene. Troverà la persona e gli dirà di non parcheggiare più li. O probabilmente farà una scenata con i suoi amici e poi se ne dimenticherà. Borbotta fra se e se mentre guida per parcheggiare un po’ più in la, chiudendo i finestrini. Dubita che pioverà, ma l'America è un po’ strana, e considerando come è iniziato questo giorno, meglio non sfidare il destino. I sta ancora lamentando quando entra nello spogliatoio, lasciando cadere la borsa sulle mattonelle del pavimento incurante del rumore della plastica. Vede qualcuno con la coda dell’occhio e, immaginando siano Zayn o Liam, e dato che tutto quello di cui ha bisogno è sfogarsi con qualcuno, inizia a parlare. “Sai chi guida una Range Rover? Una di quelle massicce e nere che solitamente significa che stanno compensando qualcosa, sai..” ridacchia fra se, si china per aprire la borsa, e continua. “comunque, non è questo il punto, il punto è che cazzo era parcheggiata al mio posto. Ci credi? Voglio dire può essere? Sono qui da tre anni, parcheggio li da due anni e circa undici mesi, è come se fosse il mio posto, no?” Si lascia cadere sulla panca, togliendosi le Toms e tirando fuori le scarpe da ginnastica. Allungamenti e riscaldamento prima, ghiaccio solo dopo la pausa del mattino. Come sempre. Non si aspettava veramente una risposta – la maggior parte dei ragazzi lo lasciano sfogare, ignorandolo – così continua a fare ciò che stava facendo, sciogliendo i lacci delle scarpe, infilandoci le punte dei piedi, senza calzini, come al solito. “Um”, dice una voce, e Louis si blocca a metà, perché lui conosce quella voce. Cristo. Merda. Cazzo “Non hai intenzione di indossare calzini?” Louis chiude gli occhi, inspira, conta fino a tre, espira. Bene. Ce la può fare. È solo Harry giusto? Ha.Ha. Si gira lentamente sulla panca, finendo di infilarsi le scarpe e guarda Harry. E cazzo, Harry è – Harry è lo stesso, i suoi occhi sono ancora quel ridicolo color verde-acqua, la sua bocca ancora radicolarmente rosa, che chiede di essere morsa fino a diventare rossa, i suoi stupidi capelli sembrano ancora stupidamente ricci e morbidi. È alto, come non era prima, e senza maglietta – non era un grande fan dei vestiti, ma la sua pelle, una volta liscia e candida, ora è segnata da simboli che non sembrano significare nulla. Una farfalla? Sullo stomaco, due rondini sul petto, le lettere e immagini che solo – non significano nulla. Almeno non per Louis, e sente qualcosa rompersi nel petto a questa realizzazione. “Non hai sentito Styles?” dice, anche se la sua voce suona strana persino alle sue orecchie, innaturale come non dovrebbe essere, perché è solo Harry. Harry che lo ha reso felice per due estati e poi è sparito dalla vita di Louis. Harry che era troppo occupato per le loro chiamate di skype e le loro e-mail e anche un fottutissimo messaggio. Fanculo. “è quello che fanno i campioni”. Silenzio, l’unico suono è quello dei lacci attraverso i fori delle scarpe e dei loro respiri, un armadio chiuso, passi. Una porta. “E um” Louis salta, si gira verso Harry, sulla porta. Harry non lo guarda, semplicemente si blocca a metà strada, con la mano sulla maniglia. “Um” dice di nuovo, e Louis si irrita, davvero. Ha ottenuto di nuovo di farlo balbettare. Questo non è Harry, e questo non è il modo in cui interagiscono. Questo è sbagliato. “Cosa?” sbotta, e Harry indietreggia, e l’irritazione di Louis scompare e viene sostituita da qualcosa di più freddo, che lo appesantisce. Terrore, forse. Il senso di colpa. Rammarico. “Uhm, la persona che ha parcheggiato nel tuo posto, o quello che è” continua Harry senza guardarlo “probabilmente non sapeva che era tuo”. Louis arrossisce, fissando la borsa. Naturalmente è stato Harry a parcheggiare al suo posto. Naturalmente Harry è arrivato e ha parcheggiato nel primo posto che ha trovato, perché non è segnato, non è nemmeno suo, e lui è un tale stronzo. Alza lo sguardo, apre la bocca per scusarsi, ma Harry già andato. Bene, allora. Un'altra volta.
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L’allenamento, prevedibilmente, fa terribilmente male. L’incontro inaspettato con Harry ha lasciato alterato Louis per tutto il giorno, e ciò che ha davvero bisogno di fare è bloccare Harry, scusarsi, e poi magari chiudersi negli spogliatoi per una sveltina o – aspetta, no, che cosa? Questo è – non è una linea di pensiero adatta a Louis in questo periodo, perché è – bene, per otto mesi all’anno, ha a malapena il permesso di farsi una sega, per non parlare di andare a letto con un’altra persona, sarebbe diverso se fossero sposati. Non che si voglia sposare così presto, o meglio non ora – bene, giusto. L’allenamento è terribile perché la testa di Louis è ovunque, ma non dove deve essere, così cade dal triplo axel, dal triplo toe, apre tutti gli arrivi, e non prende nemmeno in considerazione di provare un quadruplo, perché atterra giusto solo il cinquanta per cento delle volte in una buona giornata, e il suo culo è dolorante e avrà una nuova collezione di lividi domani. E a coronare il tutto, Harry è li nell’ultima parte del suo allenamento, giusto in tempo per vedere la sua spettacolare caduta, sulla schiena, a fissare il soffitto. Sente le lame raschiare sul ghiaccio, fa un respiro profondo e Simon si china su di lui, in silenzio e irradiando delusione, gli offre una mano. Tornano indietro pattinando accanto, la mano di Simon premuta sulla spalla di Louis. Louis si appoggia con forza contro il muro, stringendo con forza le dita intorno al bordo. “sono deluso della tua prestazione”, dice Simon, con voce morbida ma non particolarmente gentile. Non scortese o altro. Ferma, come la sua mano sulla spalla di Louis “Fai meglio domani, so che ne sei capace”. Louis annuisce, tiene la testa bassa mentre raccoglie i copri lama, incamminandosi verso la panchina e sciogliendo i lacci con movimenti automatici. Non guarda Harry salire sul ghiaccio e iniziare a provare, blocca la sua musica fuori dalla mente – Simon lo avrebbe pugnalato con i sui stessi pattini se solo non li stesse indossando – e raccoglie le sue cose, ritornando nello spogliatoio.
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Le sue cadute significano che deve fare un bagno di ghiaccio, che probabilmente è la parte che meno preferisce di essere un atleta professionista. Sa che sono necessari, veramente, ma immergersi nell’acqua ghiacciata per 20 minuti sembra solo crudele. E un po’ suicida, ma lui salta sul ghiaccio con dei coltelli con il cinturino ai piedi, quindi forse non può parlare. Louis e fortunato, perché è riuscito a convincere il suo allenatore che non ne ha bisogno di uno al giorno. Ma oggi non può farne a meno, perciò stringe i denti e si immerge. “pensavo avresti fatto più storie” dice Greg James. Louis si stringe nelle spalle, storcendo la faccia al dolore. Sa che passerà in un minuto, quando perderà sensibilità, deve solo concentrarsi sulla respirazione. “Oggi non sono dell’umore, credo” dice infine, e Greg annuisce, sorridendogli. A Louis piace Greg. È un bravo ragazzo; intelligente e capace, utile per gli scherzi stupidi di Louis. Sta per dire qualcosa, ma la porta si spalanca e Niall entra a grandi passi. “Niall!” tutti sono sempre entusiasti di vederlo. “Greg” Niall lo abbraccia e Louis sbuffa dalla sua postazione nella vasca. Niall non sembra sentirlo, però, o se lo fa lo ignora, e sbatte le ciglia a Greg “Preparami il bagno” “Qualsiasi cosa per te caro” risponde Greg, e lui sente la tensione lasciarlo per la prima volta in tutto il giorno. “prendetevi una camera ragazzi” dice con voce secca, e un sopracciglio inarcato. “Ah, tu mi conosci amico” dice Niall con una risata, chinandosi per lasciare un bacio sulla fronte di Louis “Preferisco avere un pubblico” Louis ride, spruzzandogli un po’ d’acqua e ridendo quando sibila. “stai bene?” la voce di Niall è morbida, Louis lo guarda per un istante. “Si, brutta giornata” dice, e Niall canticchia.
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“Louis, un momento per favore” Come Simon riesca a far sentire la sua voce nonostante il rumore dei condizionatori e dei congelatori, Louis non lo ha mai capito. È come un superpotere. Anche Louis ne vorrebbe uno. Deve aver battuto la testa in una delle sue caduto oggi. “Cosa posso fare, coach?” dice, incammina dosi verso l’ufficio di Simon. Si muove ancora un po’ rigidamente, a causa del bagno e delle cadute, ma non può non andare. “sono sicuro che consoci Harry” dice Simon, indicando le sedie di fronte alla sua scrivania, una delle quali è effettivamente occupata da Harry, che non sta guardando, e che sta invece fissando un paio di strappati – e ridicolamente stretti – jeans neri, tirando un filo. Louis vorrebbe raggiungere la sua mano e intrecciare le loro dita. Non lo fa. “Ci conosciamo” dice, sorridendo a Simon. Louis è sicuro Simon sappia tutto sul loro passato. Non sono molto bravi a mantenere i segreti. Foto, video, cose del genere. Basta, deve essere attento. “bene” dice Simon, accennando alla sedia vuota dove Louis si siede immediatamente “Mi piacerebbe che gli mostrassi i dintorni” Louis si acciglia senza neanche rendersene conto “Come?” “Sai, spiegargli come funziona qui” dice Simon “Sono già stato qui prima” dice Harry, sorprendendo un po’ Louis “Non sono – LA non è nuova per me” Che cosa? Questa è una novità per Louis, che sapeva che prima di un anno e mezzo fa Harry non ci era mai stato, ma gli aveva fatto la promessa di venire a trovarlo e – Giusto. “Anche se fosse vero” dice Simon “è diverso ora. Sei parte di qualcosa di più grande. Una squadra. Aiden se ne andato, il che vuol dire che quello che è stato qui più a lungo è Louis”. Louis annuisce, ma sa che non come se lui fosse il leader, non lo è. Sicuramente non ha firmato per aiutare i nuovi arrivati. Oppure Simon ha dimenticato che è un pattinatore professionista?? “Sono un pattinatore, non una fottuta babysitter” sbotta, e le sopracciglia di Simon si alzano. No,questa è una linea, di grande spessore, disegnata sulla sabbia e Louis l’ha appena superata. Almeno non è arrivato a piedi pari. C’è silenzio, talmente tanto, che Louis si sente soffocare. Si schiarisce la gola, ma sembra lontano, e sospira “ma, in nome di unità di squadra” dice, e può praticamente sentire il sorriso di Simon. “Bravo ragazzo” dice Simon “Va bene, andate. Ho del lavoro da fare” Louis si alza ed esce, senza aspettare Harry. Naturalmente le gambe di Harry sono oscenamente lunghe, e non ci vuole molto tempo prima che gli sia accanto, ma Louis lo ignora ed esce dalla porta riparandosi gli occhi dal sole. “Cristo, mi prendi ogni volta” brontola, e deve trattenersi dal sorridere quando sente ridacchiare Harry accanto a lui. Va bene, può farlo. Lo vuole Simon. In oltre non ci vorrà molto prima che Harry incontri gli altri ragazzi e dovranno uscire insieme, anche con lui. Si volta, una mano sulla cinghia della sacca, l’altra per schermarsi gli occhi. “bene, lo so che oggi non abbiamo avuto un buon inizio” dice, e Harry alza le spalle, che, si, va bene, è meglio di uno sbuffo però, forse. “Ma uh, Cowell ha ragione, no? Così uh uh io” Dio, deve sembrare un’idiota. Harry lo sta sicuramente guardano come se non potesse credere a quello che sta uscendo dalla sua bocca. “mi limiterò a mandarti un messaggio? Ok?” Louis odia il modo in cui la sua voce sia più alta. Si nota subito la sua insicurezza, grazie. “Uhm, si” dice Harry, le mani che cercano qualcosa “vorrei solo trovare il mio telefono” continua. “Ho ancora il tuo numero” dice Louis, senza pesarci ma Harry si blocca, e lui si sente arrossire. Fanculo. Non è mai arrossito così tanto “A meno che non sia cambiato” aggiunge, patetico. Chi tiene il numero di qualcuno che non ti parla da un anno e mezzo? Idioti, disperati e, ovviamente, Louis. “No” dice Harry lentamente, scuotendo la testa “è um, è lo stesso. Ma io – “ le rughette sulla fronte, la bocca pressata e Louis non sa come interpretare tale espressione, perciò lo lascai continuare. “Solo – solo dimmi che sei tu quando mi scrivi, si?” dice con attenzione, come se le parole fossero di vetro, e Louis annuisce, perché lo avrebbe fatto comunque. Si aspetta sempre che la gente lo faccia le prime volte così uno può salvarsi il numero, giusto – oh. Oh. Bene. Questo fa un po’ più male di quanto avrebbe pensato. Louis sente le sue labbra chiudersi in una linea sottile, e annuisce. “Sicuro, ci vediamo” si gira bruscamente sui tacchi e va verso la sua macchina. Getta la borsa nel bagagliaio si siede al volate, inspira, espira e avvia la macchina. Fanculo questo giorno, davvero.
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(Harry è in piedi dietro alla sua Range Rover quando Louis sta andando via, rallenta e abbassa il finestrino. “Styles” dice, urlano sopra alla musica. Non ha voglia di abbassarla, non gli interessa. È la sua macchina dopotutto. “si” Harry si abbassa un po’ per vedere nel finestrino, senza avvicinarsi troppo. “Non parcheggiare più al mio posto” dice Louis, facendogli un saluto con due dita alzate, e se ne va)
  
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