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Autore: Aki_Saiko    30/11/2014    1 recensioni
Autunno:
-Settembre: "Si fermò per riprendere fiato e per realizzare meglio il peso di quelle parole pronunciate con tanta foga e tanta ira, parole che ancora aleggiavano nell’aria come se fossero state nebbia. Gli occhi rossi dell’uno erano puntati in quelli verdi dell’altro, gli sguardi perfettamente intrecciati e i respiri quasi sincronizzati." (OriginalShipping) (Crossover: Free!-Eternal Summer, SPOILER EPISODIO 9 )
*
-Ottobre: "Non ti senti solo, Red? Certo che sì, e nei momenti peggiori i tuoi piccoli amici provano a darti conforto, chi in un modo chi nell’altro. Però non basta mai, no?, perché in fondo a te manca una persona, un persona che sai di aver deluso nel profondo, andandotene." (accenni di OriginalShipping)
*
-Novembre: per concludere, una raccolta dentro la raccolta.
[Parte della serie "A Story to pass Time" ]
Genere: Angst, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Gold, Green, Red, Un po' tutti
Note: Cross-over, OOC, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'A Story to pass Time'
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Personaggi: Gold, Silver, Ruby, Sapphire, Red, Green, Misty, Mei, Hugh, N, Touko (fate un bell'applauso ai protagonisti(?))
Contesto: manga, videogioco e qualcosa di indefinito che sta in mezzo a questi due.
Avvertimenti: Spoiler; OOC; What If?; insomma sono validi tutti gli avvertimenti degli scorsi capitoli della raccolta, dal primo all'ultimo.
Soundtrack: Coldplay- Ink
Note: innanzitutto grazie. Perchè se siete arrivati fin qui, o avete seguito passo passo tutto lo sviluppo di questo progetto assurdo,o almeno vi siete presi la briga di leggere info e/o qualche capitolo. Quando ho iniziato la stesura di December non pensavo assolutamente che sarei arrivata al 30 di Novembre dell'anno successivo con 11 one shot e una raccolta di drabble. Sì, perchè ho voluto concludere con una raccolta di 10 drabble che raccontano un pezzettino in più di ciascun capitolo che ho scritto: siete liberi di leggere o no il loro precedente, a parte pochi casi conoscere il contesto non è strettamente necessario alla comprensione.
Per un po' credo mi prenderò una pausa da efp e dal fandom di Pokémon, perché è innegabile che mantenere un aggiornamento costante al mese sia dura, allo stesso tempo però ne sono estremamente soddisfatta: questo progetto si è rivelato più forte e più importante della mia pigrizia e del mio procrastinare.
Spero vi piacciano queste piccole cosine scritte nel tempo con tanto amore; io dopo una giornata passata in fiera vado a buttarmi sul letto a ronfare per l'eternità (MA MAGARI-)
Arrivederci(?) al mio prossimo folle progetto- perché sì, ho già in mente un'altra raccolta assolutamente malata.
AkiSaiko



 
Ink
 
Winter
 
Svegliandosi quella mattina, Gold si accorse con rammarico di avere un terribile mal di testa e un certo senso di stordimento, come se tutti i suoi sensi fossero offuscati. Non ebbe bisogno di tastarsi la fronte bollente per intuire che gli era venuta la febbre, ma avrebbe sicuramente avuto bisogno di una discreta dose di abilità recitativa per non subirsi una magistrale ramanzina da parte di Crystal per essere stato così sconsiderato da uscire nel mezzo della notte, con la neve, senza giacca e così via.
Mentre si rigirava nel letto, Silver fece la sua comparsa con una pila di coperte in mano. Non aveva un aspetto migliore di quello che doveva avere lui in quel momento.
«Buon Nat... »
Un fragoroso starnuto interruppe il rosso a metà frase, scatenando nel moro un’improvvisa quanto gradita risata.
 
 
***
 
Quando Mei aveva deciso di imbarcarsi in quell’avventura non si aspettava certo che avrebbe affrontato un rinato Team Plasma. Per la verità, non si aspettava nemmeno che avrebbe dovuto vedersela con un leggendario. E di certo, l’ultima cosa a cui avrebbe pensato in quel lontano giorno di primavera era che sarebbe stata salvata da uno dei due Eroi di cui tutti a Unima parlavano.
In ogni caso, scampato il congelamento, le restava ancora da affrontare Gechis. Aveva paura, questo era innegabile –chi, del resto, non l’avrebbe avuta?
Però Hugh l’aveva incoraggiata, aveva creduto in lei e nella sua forza. Forse non era poi necessario dimostrare qualcosa al mondo intero: provare che la sua fiducia non era stata mal riposta sarebbe stato abbastanza.
 
 
***
 
Usare la forza era l’ultima cosa che sperava di dover fare, ma dal momento che il Prof. Oak non le aveva concesso di salire su Monte Argento per parlare con Red, e Green era praticamente sparito, Misty non aveva trovato altra soluzione.
Preparò mentalmente tutto il discorso da fare ai guardiani del passaggio per cercare di proseguire senza causare danni, subito dopo però passò ad organizzare la sua squadra nel caso in cui la situazione l’avesse richiesto. Per quanto ne sapeva erano in due, lei era una, ma lei era una Capopalestra ed era pure determinata: niente l’avrebbe ostacolata.
Quando però, giunta al banco di controllo, vide il caos più totale, la polizia e alcuni del personale che invocavano a gran voce il nome di Oak, cominciò a farsi una mezza idea di dove fosse finito Green.
 
 
 
 
 
 
 
 
Spring
 
Era passata una settimana, e Ruby si era già comprato e finito l’intera trilogia del libro che gli aveva prestato Sapphire.
«Pensavo potessi tenermelo, una volta letto» aveva commentato alla richiesta della ragazza di riaverlo indietro «l’avrei trattato sicuramente meglio di come tu, con la tua mania di piegare gli angoli delle pagine, non avresti fatto».
«Almeno» era stata la replica piccata di Sapphire «io i libri non li lascio a prendere polvere sugli scaffali per tenerli come oggetti da esposizione, intonsi e perfetti!»
Ruby si era offeso a dir poco.
«Polvere? Quale polvere?! Sarebbe una catastrofe se della polvere li rovinasse in qualche modo! Faccio le pulizie almeno tre volte alla settimana, cosa credi?»
Ovviamente la risata che ricevette in risposta non gli fece molto piacere.
 
 
***
 
 
In volo verso la Fossa Gigante, Touko passò esattamente sopra Boreduopoli: lo spettacolo del ghiaccio che ricopriva la città era raccapricciante. Reshiram ruggì di disappunto a quella vista, e la ragazza non poté che essere d’accordo.
Il pensiero che più la faceva stare male, era che in tutto questo c’era anche il contributo di N. Era cambiato, non era più la stessa persona che aveva incontrato due anni prima –come del resto non lo era più nemmeno lei. Cosa è più importante, la verità o gli ideali? Non aveva ancora una risposta, come non l’aveva al tempo del loro primo incontro e per questo era fermamente convinta che il suo viaggio non dovesse ancora terminare.
Qualunque fosse la soluzione, in ogni caso, avrebbe impedito a quel ragazzo di compiere delle azioni del genere.
 
 
 
 
 
 
 
Summer
 
I Pokédex avevano squillato, tutti e dieci, tutti insieme: il desiderio espresso da Emerald era stato esaudito da Jirachi; i Dexholders erano stati liberati.
Nel furore di una nuova battaglia, Gold e Silver si trovarono schiena contro schiena, pronti a collaborare ancora una volta contro un nemico comune, quasi come se nulla fosse accaduto.
«Ah, Silver, quel bracciale che hai al polso... »
«Lo so già. Non so gli altri, ma io ero cosciente quand’ero pietrificato».
“Poteva almeno ringraziarmi allora”, pensò il moro. Ma nonostante tutto, Gold era ben felice di ascoltare di nuovo quella voce dal tono scocciato e tagliente.
 
 
***
 
 
Da un paio di giorni a quella parte, Sapphire aveva iniziato a pensare al momento degli addii, quello in cui sarebbe stata lei a salire sull’autobus diretto all’aeroporto, e non qualcun altro. Dalla mattina del giorno prima, poi, non faceva altro che allontanare dalla mente l’immagine di Ruby che la salutava, di loro due che si separavano. Non lo voleva per niente al mondo.
E quando giunse quel momento, Sapphire non era assolutamente pronta ad affrontarlo. Non ne avevano parlato, non avevano fatto progetti, non avevano fatto nulla: erano stati insieme, e basta.
«Sai, non credo che questa sia proprio l’occasione giusta per affrontare l’argomento» disse Ruby con voce incrinata, facendo cenno alla coda di persone che si accorciava sempre più davanti all’ingresso del mezzo.
«Certo che potresti darti un po’ di contegno» gli fece notare la ragazza, guardandolo negli occhi rossi e leggermente lucidi, la voce rotta e gli occhi già arrossati.
«Senti chi parla di contegno» replicò lui, la prima lacrima che gli scorreva lungo la guancia.
«Oh, ma sta’ zitto» lo fece tacere Sapphire, avvicinandolo a lei per baciarlo.
 
 
***
 
 
Non era colpa sua, assolutamente. Non poteva saperlo. Come si intuisce la possibile morte di un Pokémon senza che qualcuno te lo dica prima.
Non era colpa sua se il Pikachu di Red era morto, e lo sapeva, ma Green si sentiva comunque un peso enorme sulla coscienza. Per cosa poi? Per aver perso ad ogni loro incontro salvo poi pretendere un’occasione di rivalsa?
Era il Campione della Lega, che diamine, sbaragliare ogni sfidante era il suo dovere.
Infatti non era senso di colpa quello, e lo capì, perché Red era scappato via e forse non sarebbe mai più tornato: quello era un senso di perdita.
 
 
 
 
 
 
Autumn
 
Era sempre stato più di un passo avanti a lui, Red, sempre, fin da quando erano piccoli. Un ragazzetto moro e silenzioso che aveva rivelato un talento incredibile per le lotte e per i Pokémon.
Green quel talento l’aveva, ma non in misura così abbondante, e per questo la sola presenza del rivale era bastata al giovane nipote di Oak per desiderare di puntare in alto, sempre più in alto.
Aveva sempre pensato che anche Red avesse lo stesso obbiettivo.
Ma non era così.
Lo conosceva davvero così poco, o c’era dell’altro? Era forse successo qualcosa nel corso di quei mesi che aveva cambiato il ragazzo a tal punto?
Dopo un lasso di tempo che parve interminabile, Green si riscosse e corse fuori dagli spogliatoi e attraverso il corridoio per raggiungere Red.
 
 
***
 
 
Il ragazzo è giovane, ma senti che potrebbe darti del filo da torcere.
Come in effetti fa.
3-0 per lui, non male davvero.
Per la prima volta, la stanchezza che senti dopo una lotta è una stanchezza diversa. Hai perso, ma non te ne rammarichi troppo, e nemmeno i tuoi Pokémon: tutti quanti riconoscete l’importanza che questa sfida ha avuto, indipendentemente dal risultato. È certamente merito di quel ragazzino dai capelli scuri, che non aveva intenzione di aiutarti ma potrebbe averlo fatto.
Gli chiedi se vuole entrare nella grotta che ormai è casa tua. Accetta. Strano, pensavi che se ne sarebbe andato una volta ottenuto il titolo che desiderava. Che persona strana.
  
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