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Autore: Matycchi    30/11/2014    0 recensioni
"Nessuno nasce mostro. In origine siamo tutti umani. Sta a noi decidere se continuare ad esserlo."
Nathan è un ragazzo affetto da psicosi, un disturbo mentale che comporta una severa alterazione dell'equilibrio psichico dell'individuo, con compromissione dell'esame di realtà, frequente assenza di insight, e frequente presenza di disturbi del pensiero, deliri ed allucinazioni.
Dopo aver brutalmente sterminato la sua amata famiglia in un momento di follia, inizierà ad allontanare chiunque da se stesso. Perderà interesse per chiunque, più per paura di far del male che per altro.
L'unica a cui permette di rimanergli accanto, è la sua pseudo madre/psicologa che lo ha preso in cura subito dopo la tragedia. L'unica che conosce la storia e che gli assicura di non finire in qualche ospedale psichiatrico.
Un giorno, arriva un nuovo studente nella sua università. Esso riuscirà a sconvolgere la sua vita. Sotto ogni punto di vista.
Coi suoi modi da duro e il viso da bambino troppo cresciuto, con i suoi sentimenti sinceri riuscirà a far tornare in se Nathan?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo I

-Nathan! Dimitri! Promettete di giocare a nascondino con me appena tornati da scuola?-
I due ragazzi si voltarono verso la piccola bambina castana, incontrarono quegli occhi da cerbiatta e non riuscirono a dirle di no. Come ogni volta. Oramai la piccola Annabelle aveva capito i punti deboli dei fratelli, e nonostante la giovane età riusciva sempre a sfruttarli a suo favore.
Così, anche per quel pomeriggio, i ragazzi dovettero rassegnarsi a rimandare l’uscita con gli amici.


-Nathan! Alzati altrimenti perderai il treno!-

I raggi solari gli trapassarono gli occhi assonnati con prepotenza. Costringendolo a rintanarsi sotto le coperte pesanti. Biascicò qualcosa di incomprensibile contro la fonte di tale fastidio, sentendo poi le coperte che venivano trascinate via. Lasciandolo al freddo e al gelo. Mai come in quel momenti si maledì per la sua pessima abitudine di dormire senza maglia.
 
-Mi hai sentito? Alza quel tuo bel culetto dal letto se non vuoi arrivare tardi!-

Spazientito e rassegnato, si alzò senza degnare di uno sguardo quella che ormai considerava sua madre e si diresse ad occhi chiusi al bagno. Dimenticandosi, come ogni mattina, dello spigolo del mobile a cui diede un colpo col dito del piede. E come ogni mattina, ecco scendere tutti i santi del paradiso e non.
Dopo la solita dose di bestemmie mattutine, finalmente arrivò in bagno dove si fece una doccia veloce per poi soffermarsi a guardare il proprio riflesso allo specchio. Una smorfia nacque spontanea sul suo viso, seguita da un “bleah..” uscito dal cuore.

L’ennesima nottata di incubi non aveva certo aiutato il suo umore, che quella mattina era peggio del solito.
Una volta lavato e vestito, trascinò a fatica i suoi settantatré chili scarsi fino in cucina. Dove trovò la sua pseudo madre/psicologa con problemi mentali peggio dei suoi intenta a cucinare la colazione. Anzi, per rendere meglio l’idea, intenta a non dare fuoco alla casa.
 
Distolse lo sguardo dalla donna e buttò un sguardo all’orologio. Sette meno venti.

-Matil’da-

La donna si girò tranquillamente, facendo incontrare gli occhi azzurri con quelli castani del ragazzo.
 
-Dimmi…?-
 
Il ragazzo le si avvicinò cauto, sorridendole –anche se ghignando sinistramente rende meglio l’idea- le posò una mano su di una spalla e le si avvicinò fino ad appoggiare la fronte su quella delle donna.

-Sono le sette meno venti.-
 
-…sì…?-

-Hai detto che se non mi alzavo subito avrei fatto tardi.-
 
-…uhm…sì…?-
 
-Io per arrivare all’università ci metto dieci minuti e anzi, certe volte mi chiedo pure perché cavolo prendo il treno. Quindi, molto gentilmente, mi spieghi perché cazzo mi hai svegliato alle SEI E QUARANTA?!-

-Ah… Uhm… In realtà io…-
 
Nonostante l’estrema vicinanza, la donna poteva vedere perfettamente lo sguardo omicida del più alto.
 
-Tu COSA?-
 
-Ho… Sbagliato a leggere l’ora… Pensavo fossero le sette e quaranta…-
 
Il ragazzo le serrò la presa sulla spalla, facendole male. Gli occhi del ragazzo si ridussero a due fessure. La donna sentì la paura montargli dentro. Cercò di dissimulare, ridacchiandogli in viso, purtroppo per lei, questo servì solo a farlo incazzare ulteriormente.

-Fammi capire, tu alla veneranda età di--

-AH! Zitto!-

-Sai, potrei ucciderti in molti modi, ma penso che opterò per la tortura.-

-DIMITRI, VIENI QUI BASTARDO!-

-Nemmeno per sogno! Ti ho già chiesto scusa! Non volevo svegliarti! Ho letto male le lancette!-

Era da più di venti minuti che stava inseguendo il fratello. Purtroppo, il suo fisico da pugile in fasce  contro quello del fratello da calciatore, lo penalizzava sia in velocità che in resistenza.
Quindi dovette giocare d’astuzia, bloccandolo nella sua stanza per poi torturarlo a suon di solletico.



Note dell’autrice:

Buonasera a tutti!
Rieccomi qui con una nuova long. Mi sembra quasi impossibile che abbia trovato la forza di iniziarne un’altra! (Ah, tanto per la cronaca, sono bloccata con l’altra, non riesco ad andare avanti D’: )
Diciamo che questa storia mi sta molto a cuore, spero di riuscire a renderla al meglio così come me la sono immaginata!
I due ragazzi nella foto sono i gemelli Nathan e Dimitri. Cioè, nella realtà sono Max e Charlie Carver, ma sono anche i miei adorati presta volto *v*
Spero di riuscire a portare avanti questa storia senza intoppi!
Alla prossima!


Matycchi 

P.S. Vi invito a lasciarmi una recensione e bla bla bla, ormai penso che anche voi ne avrete le scatole piene della solita richiesta x’D
 
P.P.S. Il banner è stato creato da me, se vi piace potete fare un salto sulla mia -nostra, ho una collega x'D- paginetta! Vi lascio il link! Ciau cari
 
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