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Autore: Lullaby1992    30/11/2014    3 recensioni
Una storia scritta per il Kyuubi Contest - Cronache della volpe a nove code, indetta da Supersara.
La volpe non è nata piena di odio. No, lei non sapeva neppure cosa fosse l'odio. Come ogni creatura, nasce pura. Incontaminata da brutti pensieri.
Era come tanti altri un cucciolo, curioso del mondo che lo circonda.
Tuttavia è divenuto il demone dell'odio. Perché? Perché non vi è dolore più grande di quello del tradimento.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kurama, Nuovo Personaggio
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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Ci fu un tempo in cui il chakra non era conosciuto. La manipolazione degli elementi era dominio degli dèi soli.

Gli uomini vivevano di una vita semplice, di quello che riuscivano a guadagnarsi con il sudore della fronte e della schiena.

Tuttavia, la conflittualità era ed è nell'animo umano.

Alcuni di questi, il cui coraggio e capacità di leadership era superiore ad altri, iniziarono a radunare altri uomini, convincendoli a combattere con loro, e per loro.

Quelli che prima erano pacifici uomini, che vivevano di ciò che coltivavano, iniziarono a mutare. Con pietre e bastoni iniziarono a combattersi tra loro.

Perché, in fin dei conti, spaccarsi la schiena per pochi bocconi di cereali, quando potevano rubarlo ai loro vicini?

L'inventiva, la più grande dote umana, fu quindi piegata a quei vili scopi. Artigiani in tutto il mondo scoprirono i metalli, e li forgiarono dandogli forma di coltelli e spade, lance e picche.

La guerra che ne seguì scosse il mondo.

Per anni, forse secoli, gli uomini si diedero battaglia. Per il pezzo di terra più verde, per il corso d'acqua più fresca, per il bosco più lussureggiante. Per potere, per il dominio, per vanità e avidità.

Per un tratto di storia, sembrò che perfino gli dèi, avessero distolto gli occhi da quello scempio, disgustati di aver creato un animale così degenerante come l'uomo.

Poi arrivò lei.

Alcuni dissero che era lei stessa una dea, in spoglie umane.

Altri, mormorarono che fosse un'eletta. Una predestinata. Colei che avrebbe dato una svolta profonda al mondo. Che avrebbe cambiato per sempre tutto.

Alcuni s'inchinarono al suo arrivo, prostrandosi in un profondo rispetto e reverenziale timore. Altri si annichilirono, per paura, ma mormorando maledizioni nell'ombra. Timorosi del cambiamento che essa avrebbe portato, gelosi delle sue doti.

Kaguya. Colei che in futuro chiamarono come 'dea coniglio'.

Scintillante di una bellezza sovrannaturale, calcò i suoi primi passi nel mondo.

I suoi capelli erano chiaro di luna, i suoi occhi, la luna stessa, grandi, profondi meravigliosi e scintillanti come la perla più pura. La pelle era una perfezione che nessun artista avrebbe mai potuto intrappolare in una tela o scolpire in una roccia.

Le labbra, dolci come fragole, la sua voce la dolce musica della natura stessa.

Era impossibile anche descriverla. Sarebbe stato come chiedere a un pittore di dipingere il canto di un usignolo.

Kaguya, camminò in quel mondo di terra e sangue, e ciò che vide fu morte e distruzione in ogni angolo. Ciò che la natura offriva di bello e incontaminato, veniva presto distrutto dall'avidità del cuore umano, corrotto dalla loro sete irrefrenabile di conquista.

Dunque, essa andò sino nella valle sacra dell'albero divino. Esso era conosciuto come 'albero del mondo' ed era considerato intoccabile, poiché anche creature ottuse come gli umani, percepivano il grande potere che esso celava, e lo temevano.

Tuttavia lei, senza paura si avvicinò a questo, scalandone le nodose radici, e allungando la mano, colse senza indugio l'unico frutto che pendeva dai lussureggianti rami.

Rimase solo un attimo a contemplare il fulgore del frutto, che sembrava variare colore ogni istante, ora rosso come fragole, ora scuro e violaceo come una prugna, ora roseo come una pesca.

Poi, lo accostò alle labbra e morse. Il mondo, conobbe la sua svolta.


Nel giro di breve tempo Kaguya assoggettò il mondo al suo volere, aiutata da un fido generale.

Entrambi sognarono sogni di una pace lunga e duratura. Dove tutti avrebbero potuto essere liberi, senza però prevaricazioni.

Kaguya eliminò i fomentatori della guerra, perdonò chi s'arrese e protesse coloro che invece, non desideravano altro che vivere una vita tranquilla.

Finalmente, dopo tanto tempo, il mondo conobbe di nuovo la pace.

La terra rifiorì, sotto le amorevoli cure degli umani, e Kaguya partorì due bambini.

Hamura e Hagoromo.

Il secondo, in particolar modo sembrò ricevere i doni naturali della madre. Non aveva gli occhi bianchi di lei, no, ma aveva comunque parecchie abilità innate che nel tempo scoprì che potevano essere usate con efficacia per piegare gli elementi al suo volere.

Fu in quel periodo, che l'albero di chakra, conosciuto dal volgo come 'albero del mondo', fece la sua comparsa, sotto forma di un terribile mostro.

Kaguya aveva rubato il suo frutto, e grazie al frutto delle carni di lei, il chakra che la donna gli aveva rubato si sarebbe trasmesso per via di sangue anche alla sua prole.

Rivoleva indietro quanto era suo.

Hamura e Hagoromo però lo affrontarono, poiché questo, per riprendersi il chakra stava schiacciando gli umani con lo stesso riguardo con cui un elefante schiaccia le formiche. Hagoromo, con suo fratello però riuscì a tenere a bada la bestia, e lo sigillò dentro di sé, diventando la prima forza portante al mondo.

Poco dopo, sull'onda di pazzia dell'albero, sembrò ripercuotersi anche su Kaguya che Hagoromo sigillò assieme al corpo della decacoda, formando la luna.

Da allora passarono ancora lunghi anni.

A sua volta Hagoromo ebbe dei figli Indra e Ashura. Inventò poi il ninjshu, nella speranza di avvicinare gli uomini gli uni agli altri e creare una pace duratura.

Questi crebbero grandi e forti, imparando quanto il padre gli insegnava, anche se, con il tempo Indra divenne più duro e freddo, mentre fu Ashura a tenere l'amore nel suo cuore, motivo per cui lo scelse come suo successore.

Sentendosi ormai vecchio, e prossimo alla morte, Hagoromo, divise in nove parti il chakra del dieci code, e diede forma e nome ad ognuno di essi.

L'ultimo e più potente a essere creato fu... Kurama.


Kurama aprì per la prima volta gli occhi al mondo, guardandosi intorno, vide altri animali, ognuno con lunghe code, che sebbene diversi nell'aspetto gli uni dagli altri, lui comprese naturalmente essere suoi fratelli.

Nel cerchio formato da queste creature bizzarre, sedeva un qualcuno di diverso.

Un bipede, con uno strano bastone in mano, la pelliccia grigia scura solo sulla sommità di quello che doveva essere il capo, la pelle rosea e delicata. Sebbene raggrinzita per l'età

L'intero aspetto della curiosa creatura apparve fragile a Kurama. Ma sapeva d'istinto che era quella creatura ad averlo creato.

Lui, assieme ai suoi fratelli, lo chiamarono nel modo più spontaneo: Padre.

Tu, invece sarai Kurama” si sentì dire la piccola volpe, che però, come tutti i suoi fratelli era già più grande e alto del suo creatore.

Voi siete i biju, i demoni codati. Ognuno di voi è formato con parte del chakra del dieci code. Ora ascoltatemi, poiché non ho più molto tempo a mia disposizione”

Spiegò loro molte cose, compreso da dove arrivavano e come erano stati creati, e anche alcuni frammenti di profezie che dovevano avverarsi.

Per il resto, li aveva già creati con coscienza di ciò che li circondava, ed essendo creature fatte di pura energia, non avevano alcun bisogno né di mangiare né di bere per sopravvivere.

Li lasciò quindi liberi per il mondo.

Prima che lui morisse però, Kurama si avvicinò ad esso, per osservarlo meglio.

Tu, mio caro, mi dispiace per te, sarai colui che più di tutti, soffrirai. Passeranno anni, secoli prima che imparerai di nuovo a fidarti degli umani...” fu la profezia che gli disse Hagoromo.

Kurama però, subito non gli credette.

I biju si dispersero, girovagarono, curiosando, scoprendo nuove cose e luoghi, interessandosi alla natura e a ciò che li circondava.

Gli altri biju però, non erano poi tanto interessati agli affari degli uomini.

Kurama invece li trovava strani, bizzarri e curiosi.

Passava tempo con loro, talvolta si nascondeva per poterli osservare di nascosto.

Era curioso tanto del cavaliere che si allenava nel prato quanto del contadino che zappava nel campo.

Era vorace di conoscenza, ricolmo di curiosità. Le parole di Hagoromo gli sembravano lontane e vuote. Perché non avrebbe dovuto fidarsi degli uomini?

Colui che lo aveva creato apparteneva a quella razza. Voleva sapere di più su di loro.

Voleva capire i perché e i percome di tutto ciò che gli uomini facevano.

Perché affannarsi tanto nelle loro brevi vite? Perché lavorare? Perché amavano? Perché odiavano?

L'odio era un sentimento ancora sconosciuto a tutti e nove i cercoteri.

Anche durante la guerra che aveva seguito la morte di Hagoromo, i biju non avevano compreso la rabbia di Indra, e avevano concesso spontaneamente il loro aiuto ad Ashura.


Un giorno per cui, molti anni di osservazioni più tardi, decise di avvicinarsi a una ragazzina che stava lavorando in un campo appena arato.

Posso sapere cosa stai facendo?” domandò Kurama.

La volpe era cresciuta molto dalla sua creazione, ma aveva scelto di cambiare la sua forma per rendersi più piccola e potersi avvicinare indisturbata.
“Oh, cielo! Mi avete spaventato... ma... voi siete il nove-code!” la ragazzina sembrava intimorita.

Era vestita di semplici abiliti di tela, i capelli castani, tenuti corti per tenere lontane le pulci, tagliati alla meno peggio, la carnagione chiara e gli occhi scuri vivaci. I piedi nudi, sporchi di fango e terra.

Guarda che mica ti mangio! Sono solo curioso di sapere cosa stai facendo...”

Sono solo un'umile contadina potente Kyuubi... e sto seminando questo terreno di riso”

Ma perché?”

Per... per far crescere le piante e poterle raccogliere. I semi che producono sfameranno me e la mia famiglia per tutto l'anno...”

Ma non potreste semplicemente andare a cacciare o raccogliere semi dalle piante che crescono normalmente? Trovo assurdo vedervi sgobbare per quattro steli d'erba...”

Al che, la ragazzina, non contenne una risatina.

Le domande di Kurama erano tante quante le foglie di una foresta. E la ragazza non aveva tutte le risposte che lui cercava, ma quello sancì l'inizio di quella che poteva dirsi un'amicizia.

La ragazza tentava di fornire risposte alle cose che Kurama trovava incomprensibili nei comportamenti umani, e Kurama invece, offrì alla ragazza la sua amicizia.

Lei lo portò nel suo villaggio, e Kurama la protesse.

Il mondo stava ritornando ad uno stato caotico.

La morte di Indra e Ashura aveva lasciato un grande vuoto, e i loro eredi erano troppo sparsi.

Il chakra stava dilagando nelle dinastie umani. Erano nati i primi ninja.

Si addestravano nelle arti marziali, e stavano scoprendo a sfruttare i poteri derivati dal chakra, creando le arti magiche.

Alcuni di ceti più bassi, offrivano le loro figlie anche solo come concubine per i ninja in visita al villaggio, anche solo nella speranza che queste partorissero figli con il chakra.

Era un potere che tutti desideravano.

Clan di uomini si stavano andando formando, famiglie in cui il chakra scorreva più puro o più forte che in altri.

Questi però stavano iniziando già a marcare i territori, e a contenderseli tra di loro.

Kurama però offrì protezione al villaggio che lo ospitò, e presto questi lo videro come un buon deterrente per le scorribande.

Kunie, si chiamava la ragazza che aveva stretto amicizia con Kurama.

Gli abitanti del villaggio la videro come una portatrice di fortuna, dato che, grazie al suo intervento, Kurama era diventato loro alleato, e ora li proteggeva.

Era una ragazza estremamente semplice.

Viveva in un'umile capanna, assieme ad un'altra famiglia, sperando di riuscire a mettere insieme qualcosa da mangiare tutti i giorni. Nell'unico armadio della casa, di suo c'erano giusto due vestiti. Uno per tutti i gironi e uno per i giorni 'di festa'.

Le scarpe erano un lusso che non potevano permettersi.

Però, il potere, si sa. È pericoloso. Il potere corrompe. E i sussurri d'invidia delle sue coetanee quando gli altri al villaggio iniziarono a donargli vestiti più pregiati, o a chiamarla 'principessa', la riempirono di soddisfazione.

Iniziò a desiderare di più.

E con Kurama poteva ottenerlo.

Cominciò quindi a tramare alle spalle dell'amico.

Per prima cosa, prese possesso del villaggio, autoproclamandosi a capo di questo.
Nessuno ebbe da dire. Era una giovane portatrice di fortuna e proteggeva il villaggio, dunque nessuno si oppose.

Ma ancora non bastava. Minacciò altri villaggi di distruzione per un suo capriccio, se questi non avessero fornito una decima in cibo e altri beni.

Questi, timorosi, cedettero.

Sempre più inebriata da questo potere, quando s'innamorò di un principe estero, vendette la fedeltà di Kurama come fosse una sua dote.

Lo persuase a maritarla, dicendo che se l'avesse sposata, la volpe avrebbe fatto tutto ciò che lei chiedeva.

Kurama invece era ignaro di tutto ciò che accadeva alle sue spalle.

Percepiva che la sua amica era in qualche modo cambiata. Ma, nella sua ingenuità, non poteva comprendere le macchinazioni degli uomini. Per lui, era incomprensibile la menzogna.

Perché dire un qualcosa che non si pensa?

I doppi fini poi, gli sfuggivano proprio.

Era una cosa innaturale.

Kunie, viveva beata e felice. Ogni suo più piccolo capriccio, veniva esaudito con uno schiocco di dita, e non poteva desiderare di meglio.

Non doveva più arrabattarsi per mettere insieme il pranzo con la cena, aveva un uomo bellissimo al suo fianco, e una schiera di servitori che non le faceva mancare nulla.

Tuttavia, fu allora che una donna le si avvicinò come amica.

Le mormorò alle orecchie parole mielate, deliziandola, divertendola, conquistandone la fiducia.

Le fece sapere che un villaggio poco lontano, stava tramando contro di lei, chiamandola “Strega” e volevano fare un colpo di stato, ucciderla per liberarsi di lei.

Questa, rabbiosa andò da Kurama.

Kurama, delle persone vorrebbero uccidermi...” gli disse piangendo dal demone.

E perché mai?” domandò lui.

Sono gelose di me, del mio paese. Invidiano la nostra fortuna”

E cosa posso fare io, per aiutarti amica mia?”

Distruggili, prima che loro possano fare del male a me o ai miei amici. Tu, sei così possente che loro non potranno neppure graffiarti, mentre se si avvicinassero qui, ci sarebbero tanti morti prima di fermarli, e chissà, magari riuscirebbero anche a uccidermi...

Ti prego, possente volpe, vogliono radere al suolo questo villaggio...”

Kurama non era molto convinto, ma lei era sempre stata così garbata e gentile con lui... e non poteva mica permettere alla sua amica di essere uccisa no?

Obbedì a quanto gli chiese la ragazza.

Non pensò mai che potesse essere stato preso in giro...

La notizia si sparse in giro.

La gente prese a temere la volpe, dove prima era benvoluta. Ora era vista come un'assassina.

L'unica che continuò andare da lui era Kunie, e per Kurama, fu la conferma che quella era la sola ragazza che era sua amica.

Masumi però, continuò a mormorare nell'orecchio di Kunie, facendone il suo burattino.

Altri villaggi furono distrutti ad opera di Kurama, su richiesta di Kunie, e presto fu Masumi quella che tutti temevano.

Lei poteva manipolare la comandante della volpe. Lei decideva le sorti di chiunque.


Questo continuò finché le prime rughe non iniziarono a spuntare sul volto di Kunie.

La donna cadde in preda della sua vanità.

Non poteva mica farsi prendere da una cosa patetica come l'età! Non voleva mica invecchiare come tutti gli altri esseri mortali!

Si dice esista un modo per diventare immortali...” le disse Masumi.

Davvero? Quale?”

Kyuubi è una creatura di chakra. E tra di esse è la più potente. Se assorbissi tutto il suo potere, diventeresti così potente da piegare anche il tempo al tuo volere...”

Davvero? Ma come posso chiedere a Kyuubi di darmi il suo potere?”

Oh, ma non devi mica chiederglielo... non te lo concederebbe...”

Diamine! Come posso fare?”

Rubaglielo”

Come?” non esitò neppure un secondo.

Conosco dei ninja, delle persone fidate. Conoscono il modo di assoggettare il potere di quei demoni, ne hanno già catturati alcuni... però Kyuubi è troppo potente. Dovrai fare in modo che cada nella loro trappola... e il suo potere sarà tuo”



Kyuubi, è molto che non ci vediamo. Mi dispiace di non essere più venuta a trovarti...”

Immagino che tu sia molto impegnata... e poi io non ho fretta” gli rispose pacificamente la volpe.

La donna ridacchiò “Beato te, mio caro. Io invece invecchio, e un giorno me ne andrò, mentre tu resterai qui...”

Non è vero, sei ancora in gran forma...” la lusingò la volpe, che però avrebbe voluto poter fare qualcosa per lei.

Che ne dici, passeggi un po' con me?” gli chiese la donna.

Certo...”

La volpe chiacchierò amabilmente con al sua amica, tenendo la sua forma più piccola, di modo che non fosse tanto più grande di un grosso cane o un pony.

Arrivati in una gola, dove le rocce premevano su tutti i lati, Kurama si accorse che qualcosa non andava.

Venne aggredito da molti uomini. Saranno stati almeno una ventina.

Subito credette che fossero lì per Kunie, ma presto si rese conto che questa non stava facendo una piega.

Gli uomini gli legarono catene speciali, che il demone non riuscì a spezzare.

Si accorse dopo che le catene erano ricoperte di glifi. Quelli non erano normali umani. Erano ninja.

Lo legarono, lo immobilizzarono.

Kunie, aiutami...” gli chiese.

Mi dispiace Kyuubi. Ora non mi servi più...”

Mai ferita aveva fatto più male al demone di quelle parole. Mai aveva conosciuto il dolore così da vicino.

Perché mi fai questo?” volle sapere.

Mi serve il tuo potere e questi uomini possono darmelo. Fin ora, sei stato utile. Hai distrutto i miei nemici, mi hai protetto come pochi altri. Solo il sapere che ero protetta dalla tua ombra, tutti si inginocchiavano a me... ma ora... ora io invecchio e non posso fare nulla... ma con il tuo potere... ah! Con il tuo potere posso ottenere tutto!

Non sei stato altro che un simpatico cane che abbaiava al comando del padrone...”

La freddezza di Kunie ferì sempre più nel profondo la volpe.

Non capiva. Lui le era stato amico, aveva fatto tutto ciò che lei chiedeva, aveva protetto ciò che amava e distrutto quello che lei odiava...

Voleva dire che aveva distrutto tutte quelle vite per nulla?

No. Non poteva essere vero. Non poteva essere vero!

L'umanità lo odiava come un distruttore, ma a lui non era importato nulla, perché aveva l'affetto di Kunie, ma ora gli stava davvero dicendo che a lei non importava nulla delle sue sorti?

Gli umani erano così... meschini?

Procedete!” diede ordine Kunie.

I ninja iniziarono a prosciugare il demone del suo chakra, per sigillarlo.

La volpe iniziò a sentirsi perdere, la sua coscienza stava svanendo.

Era afflitto, avvilito, pieno di dolore, tristezza e amarezza.

Era stato così stupido. Si era fidato. Hagoromo però gli lo aveva detto, che avrebbe sofferto per mano degli umani.

Ma lui non credeva che facesse così male, il sentirsi traditi, usati.

Era stato solo un peluches, con cui lei aveva giocato, e ora che non gli serviva più, poteva buttare a suo piacere.

Intanto la volpe si sentiva sempre più persa. Desolata. Sola.

Avesse potuto piangere, lo avrebbe fatto.

La guardò un'ultima volta, cercando di capire. Era lui ad avere sbagliato qualcosa?

Dove aveva mancato? Forse se si fosse comportato diversamente...

Allora, quanto ci vuole?” fu la domanda spazientita della giovane.

I suoi occhi erano freddi, piatti. Non sembrava neppure più avere un'anima.

Qualcosa indignò la volpe. Non aveva neppure la pazienza di attendere che morisse in santa pace?

Maledetti umani! Maledetta la loro vanità, il loro egoismo, la loro sete di potere.

Non sono diversi da Indra, che li vedeva come carne da macello, un arma da usare. Un potere che doveva tenere a disposizione!

La desolazione si trasformò in rabbia, il dolore in odio.

Odiava tutti quei miseri umani!

Un'ondata di potere infranse le catene.

Kunie, si diede subito a gambe.

Maledetti umani, maledetta la vostra stirpe!” ruggì la volpe.

I ninja tentarono di trattenerla, ma questa ritornò alla sua forma originale, e con una zampata li uccise, divelse le rocce, distrusse le loro stupide catene.

Agitò le sue lunghe e potenti code, mandando ondate di chakra.

Le montagne che avrebbero dovuto contenerlo, nella trappola organizzata dai ninja, furono ridotte in briciole, mentre l'ira del Kyuubi si abbatteva su di loro.

Masumi, che era presente, poiché si era messa d'accordo con i ninja per rubare il potere della volpe, era ora furiosa.

Per colpa di quella stupida, il suo splendido piano, era andato a monte.

Stupida! Potevi startene zitta!” le sibilò, prendendola per i capelli, quando questa si diresse verso il villaggio, in cerca di protezione.

Ma... ma...”

Ormai sei inutile stolta!”

La donna, pugnalò con micidiale precisione Kunie, che morì, cadendo a terra, nella polvere che tanto aveva odiato.

Aveva usato il potere di Kyuubi per togliersi dalla terra dove si arrabattava da contadina, e ora, cadeva di nuovo nel fango.

La giusta fine per una persona così superficiale.

Kyuubi vide ciò che accadde, e ulteriormente fu disgustato dalla meschinità umana.

Era stato usato da una persona, manovrata a sua volta da qualcun'altra più furba e più malvagia.

Mai, mai più sarò amico di un umano, mai più mi farò raggirare dalle loro vuote parole, mai più mi mescolerò a questa razza così inferiore e meschina”


Da allora, l'odio della volpe imperversò contro gli umani, mentre Hagoromo, da attraverso i veli del tempo e dello spazio, osservava rattristato il dolore che pulsava in fondo all'odio della volpe.

No, Kurama, mio caro. Un giorno, troverai anche tu, colui che metterà pace alle tue pene, anche se, dovrai essere paziente”

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