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Autore: _Kurai_    01/12/2014    2 recensioni
Manami, entusiasta, tira fuori una torcia dal suo zaino e invita gli altri a sedersi in cerchio, dopo aver spento la luce.
"Posso iniziare io? Ho in mente una storia che vi farà venire i brividi!" e accende la torcia, illuminandosi il volto dal basso, come in ogni maratona di racconti del terrore che si rispetti.
E così tutti si lasciano ingannare dal piccolo, angelico Manami, troppo stupiti dal vederlo animarsi così tanto per qualcosa che non sia il ciclismo. In fondo cosa sarà mai, possono anche accontentarlo ogni tanto.
Non hanno idea di quanto se ne pentiranno, di lì a poco.
Genere: Demenziale, Drammatico, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Team HakoGaku
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Scelte impossibili e sensi di colpa

Nulla è cambiato, fuori dal ryokan.
La realtà è come congelata, tutto è immobile e silenzioso. Toudou si guarda intorno, temendo che qualcuno o qualcosa possa attaccarlo alle spalle. In fondo tutti sono spariti, il silenzio è assoluto, non può chiedere aiuto a nessuno... quale momento sarebbe migliore di questo per metterlo fuori combattimento, proprio ora che è solo e separato dai suoi compagni? 
"No, Jinpachi, è tutto nella tua testa... sicuramente c'è una spiegazione razionale a tutto questo... però forse sarebbe meglio trovare un modo per difendermi" pensa il climber, puntando sicuro verso il capanno delle biciclette. Le road racers sono ancora come le hanno lasciate, ma lui punta ad altro: in pochi minuti ne esce stringendo forte in mano una chiave inglese del 15. Il metallo è freddo e pesante, e gli trasmette insieme sicurezza e un certo senso di ineluttabilità. Qualunque sia la minaccia che incombe, ora sente di poterla affrontare.

Con la mente leggermente più lucida all'improvviso ricorda: dev'esserci un telefono pubblico dalla parte opposta dell'edificio, a pochi passi dalla veranda con il famigerato distributore di bevande. Gli sembra di averlo visto con la coda dell'occhio prima, quando si sono divisi per cercare Arakita e Manami, ma comprensibilmente l'aveva rimosso.
Avanza sicuro lungo il perimetro dell'albergo: ecco la veranda, e laggiù, illuminata da un lampione, la cabina telefonica. C'è riuscito, finalmente! Digiterà il 119, spiegherà tutto e ogni cosa si risolverà. Arakita si riprenderà entro l'indomani mattina (ha la pellaccia dura come un lupo sul serio, quello), Fukutomi sarà fiero di lui e troveranno gli altri pacificamente addormentati nei loro futon. E vissero tutti felici e contenti.

O forse no.

Nel momento in cui passa accanto alla veranda, ecco che la vede.
Una scarpa, che sporge leggermente da dietro il distributore. Lì dietro c'è qualcuno.
Un passo davanti all'altro, poi un altro ancora. La mano con la chiave inglese trema, mentre si avvicina sempre di più. Trattiene il respiro, non sapendo cosa potrebbe vedere. Le scene dei peggiori film horror che ha visto negli ultimi tempi ("dovremmo smetterla di far scegliere i film ad Arakita") si accumulano nella sua mente: cervelli spappolati, budella, gole squarciate... 
Poi oltrepassa il distributore, e lo vede. Manami, seduto per terra, appoggiato con la testa all'involucro di metallo, gli occhi chiusi. Niente materia celebrale sparsa tutt'intorno, niente sangue, niente budella. Sospira di sollievo, poi inizia a scuoterlo per le spalle.

«Ehiiii, Manami!!! Ti sembra il momento di dormire questo?»
«Nh?» il primino si stropiccia gli occhi «Oh, devo essermi appisolato mentre aspettavo che quell'individuo losco se ne andasse, dopo che voi mi avete lasciato indietro»
«Cos... individuo losco? Izumida e Shinkai sono venuti a cercarti, credevo vi foste incontrati!»
«Non li ho visti... sono rimasto indietro perché quando siamo scesi mi sono distratto a leggere un messaggio di Sakamichi-kun... così ho cercato di raggiungervi, ma appena sono uscito qui nella veranda non c'era nessuno. Poi ho sentito un rumore e mi sono nascosto, ho visto un tizio davvero sospetto con un coltello in mano e allora ho deciso di restare qui finchè non se ne fosse andato ma...eheheh, credo di essermi addormentato» si gratta la testa, imbarazzato. Fuori luogo, come al solito.
«Un tizio con un coltello in mano? Ed è entrato nel ryokan?» le visioni agghiaccianti ricominciano a popolare la mente di Toudou, mentre Manami lo fissa ancora mezzo addormentato. «Ora aspe-aspettami qui, de-devo andare a chiamare qualcuno subito, anche Shinkai e Izumida sono in pericolo... devo fare qualcosa---» 

«...Cosa significa che anche Shinkai e Izumida sono in pericolo?» una voce bassa e profonda alle sue spalle lo fa sobbalzare.
«FUKU--- Arakita come sta?»
Il capitano abbassa gli occhi, distoglie lo sguardo, rimane in silenzio.
Non è mai stato uno di tante parole, ma la sua espressione dice più cose di quanto Toudou vorrebbe sapere. Non l'ha mai visto quello sguardo, negli occhi di Fukutomi Juichi. 
«Fuku... io...»
Fukutomi gli dà le spalle, fa segno di seguirlo. I due climber si guardano per un istante e obbediscono, senza dire nulla.
È proprio in quel momento che accade. È un attimo.
Un rumore simile a un tuono, e tutto vibra per qualche istante. 
«Era... un'esplosione?» sbianca Toudou, per poi vedere la sua stessa espressione riflettersi negli occhi del capitano e di Manami. 
_______

«Shinkai-san, quella è...»
«Proprio un bello scherzo, eh? E così ora dobbiamo fare per forza una scelta, vero?» chiede al walkie-talkie, ostinato nel suo mutismo. Le lancette dell'orologio di Hayato sembrano correre al doppio della velocità del normale, come se dovessero fiondarsi con tutte le energie possibili verso un traguardo. Quel traguardo, Shinkai Hayato non vuole raggiungerlo.

Cinque minuti. Mancano appena cinque minuti.
Izumida non sa cosa dire. Sta vedendo la lotta che si combatte nella testa del suo senpai come un film davanti ai suoi occhi, sa quello che sta provando. Non c'è soluzione, non c'è ritorno. A meno che...

I vestiti e i capelli di Shinkai gocciolano ritmicamente sul pavimento. Da qualunque parte la guardi, continua a vedere una sola soluzione possibile. Una sola, anche se non gli piace affatto. Sospira, chiude gli occhi. Alza il braccio e si avvicina la pistola alla tempia.
"Questa volta il BANG non sarà per gioco" pensa.
«SHINKAI-SAN! CHE VUOI FARE? FERMATI, ABUUU!»
«Touichiro-kun, ti affido Usakichi, esci da qui e salvalo da quel bastardo... io mi fido di te»
«No... sono sicuro che esiste un altro modo... se cerchiamo potremmo ancora trovare quella chiave, potremmo...»
«Cosa? Una volta trovata la chiave potremmo usarla per aprire un solo collare, non ricordi? Saremmo punto e a capo, non ci sono alternative!» ribatte Hayato, con la voce che trema leggermente.
«Ma...abu... Shinkai-san... piuttosto spara a me, non potrei accettare di sopravvivere al costo della tua vita... io...»
«CREDI CHE IO POTREI? Non voglio che muoia nessuno, non voglio... con che faccia potrei continuare a vivere, dopo?» le spalle di Hayato sono scosse da un unico singhiozzo, la pistola rimane immobile premuta sulla sua tempia, il dito tremante a pochi millimetri dal grilletto.
«Shinkai-san... tu... sei il mio modello, la persona più importante per me, se è per la tua vita mi sacrificherei mille volte... io sono solo il secondo sprinter in fondo, il più veloce ad arrivare al traguardo devi essere tu. In gara possiamo pedalare vicini per un pezzo di strada, ma poi ogni volta tu acceleri e mi lasci indietro, scomparendo dietro ogni curva. Per quanto io possa allenarmi e diventare sempre più veloce... sei tu quello destinato ad arrivare primo tra noi due, sei tu che devi andare avanti. Io posso anche fermarmi qui, abu.»

Shinkai vorrebbe convincersi che le gocce che percorrono lente e calde le sue guance siano ancora i postumi del tuffo non previsto, ma sa che non è così. In fondo, è un bene che Juichi non sia lì. Ora è ancora peggio, con le parole che gli ha detto Izumida che gli risuonano in testa.
Un minuto, un minuto e basta, e poi sarà il tempo a decidere per loro. Uno stupido minuto, che sulla strada in classifica fa una differenza enorme, ma ora sembra così rapido, così ineluttabile. Un minuto, sessanta secondi e una scelta troppo difficile anche per una vita intera.
La pistola cade a terra con un tonfo sordo.

«Shinkai-san.» Izumida si alza in piedi e attraversa la stanza finchè la caviglia incatenata glielo consente, poi tende la mano verso di lui.
Hayato si alza e avanza anche lui fino a raggiungere quasi il centro della stanza. Allunga la mano, e le loro dita si sfiorano. Uno sforzo ancora e si stringono, come per trasmettersi forza a vicenda. 
Mancano trenta secondi, e qualcosa di freddo scivola nella sua mano da quella di Izumida. Uno sguardo interrogativo, un sorriso triste di chi ormai ha preso la sua decisione.
Hayato apre la mano, e lascia cadere la chiave a terra con un tintinnio che sembra amplificarsi mille e mille volte nelle loro teste.

Venti secondi, e sarà tutto finito.
Nessuno dei due può vincere, questa volta.

Dieci secondi.
"Mi dispiace, Usakichi... anche questa volta ti ho deluso, eh? E... Juichi, Jinpachi, Yasutomo, Manami... scusatemi, avrei davvero voluto pedalare con voi domani e vincere insieme, ma questo... questo è un po' più difficile di superare il trauma del sorpasso a sinistra." pensa Hayato, poi sospira piano. Izumida ha gli occhi chiusi, ma le sue lunghe ciglia trattengono a malapena le lacrime che vorrebbe versare. Niente da fare, è ancora troppo debole, non è nemmeno riuscito ad approfittare dell'ultimo istante per costringere Shinkai a usare la chiave, volente o nolente. Semplicemente, avrebbe voluto che quel momento non arrivasse mai. "Andy, Frank... ci vediamo dall'altra parte."

Tre. Due. Uno. Poi è tutto buio.

Un rumore simile a un tuono, e tutto vibra per qualche istante. 

 
...è andata. Ho avuto feels, un sacco di feels T_T E ho scritto tutto questo con le loro charasong di sottofondo, quindi mi sento una persona ancora più orribile. Anyway, se siete arrivati fin qui grazie davvero per aver seguito questa storia finora! Per me è davvero importante perchè è la prima volta che mi cimento in una long, e mi sta prendendo tantissimo çAç
Grazie ancora a Palketta che ha fatto un'altra volta la cavia di questo mio delirio, a lei dedico questo capitolo in cui ho ucciso senza pietà una delle sue (nonchè mie) OTP, un bel regalo no? Ok, vado a piangere lacrime assolutamente non maschie [cit.].

_Kurai_






   
 
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