The plagues
*Il rimpianto di Thor*
You who I called brother
How could you have come to hate
me so?
Is this what you wanted?
(The plagues – The prince of
Egypt soundtrack)
Ricordo un’ombra. Una vita passata
all’ombra della tua grandezza.
Continuo
a risentire le sue parole.
Possibile
che tutto ciò che mio fratello è diventato sia colpa mia?
A
volte sono convinto che sia così.
Io
non mi sono mai fermato ad ascoltarlo, non mi sono accorto di come cambiava e
non mi sono mai accorto di cosa realmente provasse: se lui era bravo a
dissimulare io ero ancora più bravo a non voler vedere.
Ero
troppo arrogante, presuntuoso e pieno di me per prestare attenzione a chiunque
altro.
Tutto quello che volevo era essere tuo
pari.
Per
me era facile.
Ho
sempre saputo che un giorno avrei ereditato il trono di Asgard e non mi sono
mai fermato a pensare cosa provasse lui che era altrettanto sicuro di non
ottenerlo.
Eppure
devo ammettere che per certi versi le sue capacità sono superiori alle mie.
Senza
dubbio è uno stratega eccezionale ed un abile diplomatico, quando si rende
conto che gli conviene agire con diplomazia e farsi degli amici piuttosto che
dei nemici.
Lo
capisco solo ora: il suo problema non è che si sente inferiore a me, semmai il
contrario.
Lui
si sente superiore e quello che lo fa impazzire di rabbia è che nessuno gliene
da atto.
Quanto
devono essergli sembrate sprecate le sue doti finché era messo in ombra da me?
E
quanto deve essere stato frustrante rincorrere la nostra approvazione per
ritrovarsi sempre con un pugno di cenere in mano?
Io
riesco a capirlo solo ora, dopo che essere esiliato e privato dei miei poteri
mi ha insegnato quanto può essere amaro il gusto della sconfitta, e per questo
motivo non ho provato nessuna soddisfazione quando l’ho riportato ad Asgard in
catene.
Tuo
padre.
Ti ha rivelato le mie vere
discendenze, non è vero?
Per
lui è davvero importante che non abbiamo lo stesso sangue?
O
è solo una scusa per allontanarsi da noi sempre di più e per giustificare i
suoi comportamenti?
Non
credo che lo saprò mai perché anche se lo chiedessi a lui non mi darebbe una
risposta sincera.
Forse
un tempo lo avrebbe fatto.
Mi
sembra terribilmente ingiusto che proprio ora che sarei in grado di capirlo lui
non sia più interessato a parlare con me.
Per
spiegarsi e raccontarsi a me.
Ora
che vorrei ascoltarlo ottengo da lui solo parole di scherno o di disprezzo.
Forse
un giorno troverò il coraggio di chiedergli perdono per come l’ho ignorato
finché non è stato troppo tardi.
Lui
non ammetterà mai che l’ho fatto soffrire, so che non mi darebbe questa
soddisfazione, ma forse capirà e forse, dopo essersi assicurato di ferirmi a
fondo con il suo rifiuto, accetterà le mie scuse maldestre.
Forse
un giorno vorrà di nuovo essere mio fratello.
_________________________________________________________________________________________________________________________________
Cantuccio
dell’Autore
Scusate:
tra università e camurrie varie ho fatto la revisione di questo frammento con
molto ritardo.
Povero
Thor: in questo capitolo mi sembra davvero “un labrador un po’ tonto” come ho
letto da qualche parte XD
Ma
a me piace così: Thor è uno spontaneo che agisce a istinto, senza pianificare e
senza nascondere quello che gli passa per la testa. Per quello c’è già Loki,
giusto?
E
se Thor è un po’ ingenuo e sentimentale non è affatto una nota di demerito.
La
canzone è questa: “The plagues” https://www.youtube.com/watch?v=JUMxgZeK0Qo
Una
curiosità sulla citazione: in tutti i video che ho visto quella parte è di
Loki/Ramses ma io la vedo più adatta a Thor, e questa inversione di ruoli (un
Thor/Ramses ed un Loki/Mosè) era stata prevista da Mitica BEP97 nella
recensione sullo scorso capitolo.
Makoto