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Autore: Smeralda Elesar    01/12/2014    3 recensioni
Premessa n°1: io non so fare i video, quindi scrivo song-fiction.
Premessa n°2: le canzoni del film “Il principe d’Egitto” (Dreamworks Pictures 1998) sono adatte ai personaggi di “Thor”
Qui ci sono tre canzoni per tre personaggi:
River lullaby – Il ricordo di Frigga
“Quando Odino è uscito ti ho preso in braccio.
Eri piccolo, disperato e freddo. Freddo come il ghiaccio. E non avevi neanche un nome”
“-È questo che il tuo cuore desidera, mia regina? Un altro figlio?-
-Sì-“
The plagues – Il rimpianto di Thor
Non credo che lo saprò mai, perché anche se lo chiedessi a lui non mi darebbe mai una risposta sincera.
Forse un tempo lo avrebbe fatto.
Mi sembra terribilmente ingiusto che proprio ora che vorrei capirlo lui non sia più interessato a parlare con me.
Per spiegarsi e raccontarsi a me.
Ora che vorrei ascoltarlo ottengo da lui solo parole di scherno o di disprezzo.
All I ever wanted – La confessione di Loki
“Ebbene, lo confesso.
Confesso che non ho mai voluto conquistare nulla.
Non mi interessava avere veramente un pianeta, una città o un universo da governare, io volevo solo dimostrare che potevo ottenerli"
Genere: Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Frigga, Loki, Thor
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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The plagues

*Il rimpianto di Thor*

 

You who I called brother

How could you have come to hate me so?

Is this what you wanted?

 

(The plagues – The prince of Egypt soundtrack)

 

 

Ricordo un’ombra. Una vita passata all’ombra della tua grandezza.

Continuo a risentire le sue parole.

Possibile che tutto ciò che mio fratello è diventato sia colpa mia?

A volte sono convinto che sia così.

Io non mi sono mai fermato ad ascoltarlo, non mi sono accorto di come cambiava e non mi sono mai accorto di cosa realmente provasse: se lui era bravo a dissimulare io ero ancora più bravo a non voler vedere.

Ero troppo arrogante, presuntuoso e pieno di me per prestare attenzione a chiunque altro.

Tutto quello che volevo era essere tuo pari.

Per me era facile.

Ho sempre saputo che un giorno avrei ereditato il trono di Asgard e non mi sono mai fermato a pensare cosa provasse lui che era altrettanto sicuro di non ottenerlo.

Eppure devo ammettere che per certi versi le sue capacità sono superiori alle mie.

Senza dubbio è uno stratega eccezionale ed un abile diplomatico, quando si rende conto che gli conviene agire con diplomazia e farsi degli amici piuttosto che dei nemici.

Lo capisco solo ora: il suo problema non è che si sente inferiore a me, semmai il contrario.

Lui si sente superiore e quello che lo fa impazzire di rabbia è che nessuno gliene da atto.

Quanto devono essergli sembrate sprecate le sue doti finché era messo in ombra da me?

E quanto deve essere stato frustrante rincorrere la nostra approvazione per ritrovarsi sempre con un pugno di cenere in mano?

Io riesco a capirlo solo ora, dopo che essere esiliato e privato dei miei poteri mi ha insegnato quanto può essere amaro il gusto della sconfitta, e per questo motivo non ho provato nessuna soddisfazione quando l’ho riportato ad Asgard in catene.

Tuo padre.

Ti ha rivelato le mie vere discendenze, non è vero?

Per lui è davvero importante che non abbiamo lo stesso sangue?

O è solo una scusa per allontanarsi da noi sempre di più e per giustificare i suoi comportamenti?

Non credo che lo saprò mai perché anche se lo chiedessi a lui non mi darebbe una risposta sincera.

Forse un tempo lo avrebbe fatto.

Mi sembra terribilmente ingiusto che proprio ora che sarei in grado di capirlo lui non sia più interessato a parlare con me.

Per spiegarsi e raccontarsi a me.

Ora che vorrei ascoltarlo ottengo da lui solo parole di scherno o di disprezzo.

Forse un giorno troverò il coraggio di chiedergli perdono per come l’ho ignorato finché non è stato troppo tardi.

Lui non ammetterà mai che l’ho fatto soffrire, so che non mi darebbe questa soddisfazione, ma forse capirà e forse, dopo essersi assicurato di ferirmi a fondo con il suo rifiuto, accetterà le mie scuse maldestre.

Forse un giorno vorrà di nuovo essere mio fratello.

 

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Cantuccio dell’Autore

 

Scusate: tra università e camurrie varie ho fatto la revisione di questo frammento con molto ritardo.

Povero Thor: in questo capitolo mi sembra davvero “un labrador un po’ tonto” come ho letto da qualche parte XD

Ma a me piace così: Thor è uno spontaneo che agisce a istinto, senza pianificare e senza nascondere quello che gli passa per la testa. Per quello c’è già Loki, giusto?

E se Thor è un po’ ingenuo e sentimentale non è affatto una nota di demerito.

La canzone è questa: “The plagues” https://www.youtube.com/watch?v=JUMxgZeK0Qo

Una curiosità sulla citazione: in tutti i video che ho visto quella parte è di Loki/Ramses ma io la vedo più adatta a Thor, e questa inversione di ruoli (un Thor/Ramses ed un Loki/Mosè) era stata prevista da Mitica BEP97 nella recensione sullo scorso capitolo.

 

                                                                        Makoto

   
 
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