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Autore: ninety nine    01/12/2014    8 recensioni
Un ragazzo che vuole che la sua famiglia sopravviva e una bambina che vuole solo vedere un sorriso sul viso del fratello.
Quattro fratelli e una madre estremamente legati che vogliono solo che gli altri quattro siano felici.
Questo e molto altro è la famiglia Hawthorne..così poco trattata nel libro, ma così particolare.. ho voluto raccontare di loro. Di Gale e Posy, che vogliiono a tutti i costi portare a termine due missioni diverse, ma che in fondo non lo sono poi così tanto!
DAL TESTO:
-Una missione segreta, che così deve restare.-
La bambina annuì e sorrise.
-Però voglio anche io una missione segreta, mamma.
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Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gale Hawthorne, Hazelle Hawthorne, Posy Hawthorne, Rory Hawthorne, Vick Hawthorne
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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NDA: Ho scritto questa storia per il concorso ''Pesca a Prompt (Contest Multifandom a Pacchetti) '' sul forum di EFP e ho deciso di trattare della famiglia Hawthorne perchè la adoro e perchè mi sembravano adatti per scrive di una missione! La storia si articola in due fasi: una poco tempo dopo la morte del capo famiglia, l'altra poco prima della mietitura dei 74° Hunger Games.
Le opinioni sono ovviamente ben accette! <3



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La mia famiglia. Devo mantenere in vita la mia famiglia.

Gli occhi grigi del giovane Gale Hawthorne brillavano nella luce dell'alba mentre scavalcava la recinzione che separava il distretto dai boschi e nella sua mente risuonavano quelle poche frasi.

Sapeva che tutti al distretto avrebbero considerato ciò che stava facendo una follia bella e buona: rischiare di morire nei boschi o peggio, essere scoperti e beccarsi una pallottola in testa per mano di un pacificatore. Ma a lui i boschi piacevano, e dopotutto che alternative aveva?

Vedere la sua famiglia morire di fame lentamente? Non avrebbe potuto. Lo aveva giurato a suo padre, aveva promesso che qualunque cosa fosse successa i suoi fratelli non avrebbero mai sofferto la fame. E lui era un ragazzo de Giacimento: non avrebbe mai infranto una promessa.

Pensò a Rory e a Vick ai loro occhi pieni di lacrime il giorno della morte del padre. Pensò a Posy, a quella sorellina non ancora nata che avrebbe voluto proteggere da tutti i mali del mondo. Infine pensò a sua madre , alla stanchezza che aleggiava perennemente sul suo viso e alla preoccupazione quando vedeva il figlio uscire all'alba per andare nei boschi.

Le sue dita si mossero abilmente nel costruire quella trappola che suo padre gli aveva insegnato poco prima di morire. Non l'aveva mai provata prima, ma forse sarebbe riuscito a catturare qualcosa di più che un coniglio da portare a casa per la cena.

Avrebbe dato qualunque cosa per vedere un po' di entusiasmo su quei visi magri.

Sua mamma gli diceva sempre che era ingiusto che un ragazzo di quattordici anni si caricasse sulle spalle la sopravvivenza di un'intera famiglia, ma Gale sapeva che ci sarebbe riuscito.

Non l'aveva presa come un peso, ma come una sfida. Anzi no, come una missione. La missione che avrebbe dovuto portare a termine per far sì che la gente smettesse di guardarlo con compassione. Per diventare un adulto.

 

 


-Gale, ascoltami, per favore.-

Hazelle aveva intercettato il figlio maggiore nonappena aveva messo piede in cucina.

Gale andava a caccia da alcune settimane ormai e per la donna era sempre più difficile sopportare di fare correre al ragazzo quel rischio, anche se sapeva che il marito gli aveva insegnato sicuramente ad essere prudente.

-Cosa c'è, mamma?-

La donna osservò il giovane che aveva davanti: bello muscoloso, capelli neri e occhi grigi in cui brillava una luce determinata che non si spegnava mai.

-Sei tale e quale a tuo padre.- sospirò -e non solo a livello fisico. Hai la stessa voglia di salvare il mondo intero, di proteggere tutti, di combattere le ingiustizie. Io ti ammiro per questo, ti ammiro per la tua forza, Gale. Ma allo stesso tempo ho paura. Paura che ciò che stai facendo per noi sia una follia che ti porterà a morire, o agli Hunger Games per le troppe nomine, o nel bosco o giustiziato qui, nel distretto sotto gli occhi di tutti noi.

Il giovane abbracciò la madre, poi la guardò dritta negli occhi, di un grigio un po' più chiaro dei suoi.

-Mamma, sai chi considera ciò che faccio una follia? Tutta gli abitanti dellazona ricca del distretto e anche qualcuno del Giacimento. Tutti coloro che non hanno mai conosciuto papà.

Tu lo conoscevi mamma, meglio di chiunque altro. Sai quanto era forte, sai quanto voleva che voi foste al sicuro. Mi ha fatto promettere che , se lui fosse venuto a mancare per qualche motivo, io avrei fatto sì che voi foste sopravvissuti. Me lo ha fatto promettere perché sapeva che ci sarei riuscito. E poi voi non siete i mondo intero, voi siete la mia famiglia.

-Gale, voleva che anche tu fossi al sicuro.

-Farò attenzione mamma, lo prometto.

Così dicendo il ragazzo accarezzò il pancione della madre, che avrebbe dovuto dare alla luce una bambina nel giro di pochi giorni.

-Sei davvero come lui. Sono fiera di te, Gale. Grazie.

-E di cosa, scusa? Considera ciò che faccio come la mia missione!-

 

 

 




TRE ANNI DOPO

 


-Mamma?

La voce di Posy giunse dal piccolo cortile fangoso fuori da casa Hawthorne

-Cosa c'è, tesoro?- rispose Hazelle dalla cucina

- Mamma? Perché Gale non ride mai?-

Piccola, dolce Posy. Aveva solo tre anni, ma sembrava che intuisse le cose meglio di chiunque altro membro della famiglia.

-Vieni qui, tesoro.-

La bambina corse a rifugiarsi nell'abbraccio di sua madre.

-Non mi distrarrai con gli abbracci, mamma. Perchè non ride mai? Non ci vuole bene?-

-No Posy, lui ci vuole bene più di chiunque altro. Chi ti ha detto queste cose?

-Alcuni bambini, i figli del calzolaio mi sembra. Mi hanno chiesto com'era vivere senza papà e io gli ho risposto che io ero felice anche così, perché invece di un papà avevo un fratello-papà, che era anche meglio. Loro mi hanno detto che Gale è antipatico perchè è sempre scorbutico e uccide i conigli.-

Oddio. Ci mancava solo che dei bambini si mettessero a sparlare della loro famiglia ed era finita.

Forse Gale aveva ragione, forse là fuori erano tutti impazziti.

-Posy, tuo fratello ti vuole bene. Ti vuole bene più di chiunque altra persona al mondo. Ma vedi, tesoro, da quando papà è morto Gale si sta impegnando per non farci stare male. Lui vorrebbe che tu riuscissi a vivere come vivono i tuoi amici un po' più ricchi di noi, capito?-

-Ma perchè non lo può fare qualcun altro? Io non voglio che pensino che mio fratello è cattivo e non voglio che si cacci nei guai. Me lo dici sempre anche tu che non dobbiamo cacciarci nei guai. I figli del calzolaio mi hanno anche detto che se lo trovano con un coniglio morto lo uccidono.-

Hazelle abbracciò più forte la bambina.

-Un giorno, qualche anno fa, Gale mi ha detto di considerare ciò che fa come la sua missione, come i giochi che fate voi bambini quando volete riportare un uccellino nel suo nido. Prendila così anche tu, Posy. Pensa che tuo fratello stia portando a termine un incarico di massima importanza, okay? Una missione segreta, che così deve restare.-

La bambina annuì e sorrise.

-Però voglio anche io una missione segreta, mamma. Voglio far sorridere Gale.-

-Oh, Posy. Lui sorride sempre quando tu gli sei vicina!-

Gli occhi di Hazelle minacciavano di diventare lucidi. Sua figlia era così schietta, così candida. Quando la guardava, capiva il bisogno di Gale di combattere per tenerla lontana dalla sofferenza.

-Ma no, mamma. Io voglio che Gale faccia un sorriso vero, di quelli che prendono anche gli occhi e che ti lasciano una bella sensazione dentro per tanto tempo. Io ce la farò, porto sempre a termine i miei incarichi!-

 

 


-Rory! Vick!-

La bimba correva verso il cortile della scuola, dove i suoi fratelli stavano uscendo parlottando con gli amici.

-Ciao, principessina! Cos'è tutta questa fretta? Lo sa mamma che sei qui da sola?- le domandò Rory

-No...- la sorellina guardò il fratello con un sorriso da monella -Ma io avevo una cosa importante da dirvi. Venite, dai!-

I tre si allontanarono dalla folla fino ad arrivare al Prato.

-Oggi ho parlato con la mamma come fanno i grandi, sapete? Di Gale! Noi tre abbiamo una missione da portare a termine!-

-Posy, cosa intendi? Che ti ha detto mamma? C'è qualcosa che non va o è successo qualcosa a Gale?-

Negli occhi di Rory si accese una luce curiosa e preoccupata allo stesso tempo. Si vedeva lontano un miglio che quel ragazzino di undici anni aveva a cuore il fratello maggiore e avrebbe voluto essere come lui.

-Ma no, ma cosa hai capito? La nostra missione sarà quella di far sorridere il nostro fratellone!-

I due maschi la guardarono poco convinti, ma per non deludere la sorellina annuirono.

-Praticamente..-

La bambina si interruppe notando lo scettismo dei fratelli e corrugò la fronte, imbronciata.

-Non mi guardate come se fossi pazza! Non è giusto che nessuno mi prenda sul serio perchè sono la più piccola. Lo fa solo Gale! Se non volete ascoltarmi farò tutto da sola. Antipatici!-

Si alzò e raddrizzò la schiena, ma i suoi occhi grigi erano arrabbiati e pieni di lacrime.

-Ehi principessa! Ferma qua!- Rory si alzò e la prese per una manica, tirandola a terra e facendole il solletico sulla pancia. Anche Vick si unì al gioco e ben presto tutta la tristezza svanì dagli occhi della bimba.

-Allora, raccontaci un po' questa missione segreta, principessa.- sorrise il maggiore dei presenti, infilandole un fiore su ognuno dei nastri che le chiudevano le trecce.

La bambina osservò quei fiori come se fossero la cosa più bella esistente sulla terra.

-Voglio riuscire a far sorridere Gale. Uno di quei sorrisoni che non vedo mai sul suo viso. Così la smetteranno di dire che mio fratello è antipatico e non ride mai! Solo che non so come fare.-

-Principessa, Gale sorride anche solo vedendoti. Vedrai che non avrai problemi a farlo ridere, te lo assicuro. Possiamo organizzargli qualche cosa per il suo compleanno, ti va?-

-Sì!- Posy battè le mani, entusiasta all'idea di festeggiare il fratellone -La prima festa di Gale! Ma lui non deve sapere nulla, ricordatevelo! Missione segreta!-

Così dicendo fece la faccia più solenne che riuscì e tese il mignolino ai fratelli.

Era un gesto abituale nella loro famiglia, che gli era stato insegnato dallo stesso Gale. Era il gesto con cui sigillare una promessa solenne.

-Missione segreta!- sussurrarono insieme.

 





A metà della notte Posy si alzò, attenta a non svegliare la madre, con cui divideva il letto, e si avviò verso il letto di Rory e Vick. Solo Gale dormiva da solo, su un materasso gettato sul pavimento vicino alla porta, in modo che potesse alzarsi e tornare a casa più liberamente senza svegliare gli altri componenti della sua famiglia.

Si avvicinò al più giovane dei suoi fratelli e lo scosse.

-Vick? Vick?-

-Che c'è, princi?-

-Ho un'idea per la nostra missione. Posso entrare? - chiese Posy facendo un mezzo sorriso soddisfatto.

Il bambino annuì assonato e fece spazio alla sorellina, che si accoccolò tra lui e Rory, che nel frattempo si era svegliato.

Per buona parte della notte, nel silenzio della casa si sentì il bisbiglio di tre bambini che avevano un solo obiettivo: quello di fare felice il loro fratellone.

 



Il pomeriggio del suo compleanno Gale rientrò da una giornata nei boschi piuttosto di malumore.

Aveva festeggiato con Katniss, per quanto due come loro potessero apprezzare un compleanno che non fosse quello dei diciannove anni che avrebbe annullato la possibilità dell'estrazione agli Hunger Games. Anche se per entrambi, l'orrore e la paura sarebbe continuato con ile mietiture dei fratellini.

I giochi erano l'unica cosa da cui Gale non avrebbe potuto proteggerli in nessun modo e la cosa lo mandava in bestia.

Quel giorno Gale compiva diciotto anni. Era l'anno della sua ultima mietitura.

Avrebbe dovuto essere felice, ma dentro di sè era preoccupato.

Quello sarebbe stato anche l'ultimo anno in cui avrebbe potuto iscriversi per le tessere e ricevere cibo in cambio. Quarantadue volte ci sarebbe stato il suo nome. Quarantadue. Molte più volte di quelle della maggior parte dei ragazzi del distretto.

Ma non aveva paura per quello. Aveva paura che l'anno dopo sarebbe stato Rory a dover iscriversi per le tessere. E se mai fosse successo e Rory fosse stato estratto, lui non se lo sarebbe mai perdonato.

Non gliele farò prendere. Troverò un modo, caccerò di più, ruberò perfino. Ma mio fratello non prenderà le tessere solo perchè io non ne avrò più la possibilità. E' la mia missione. Loro non potranno essere del tutto al sicuro, ma almeno non gli farò correre rischi supplementari.

Quando arrivò a casa, la trovò stranamente silenziosa.

-Mamma? Rory? Bambini?-

Nessuno rispose.

-Dove siete tutti?-

Non preoccuparti Gale, saranno andati solo da qualche vicino. Non gli sarà successo nulla, di sicuro.

Era una cosa che gli succedeva da quando aveva compiuto i quattordici anni: il giorno del suo compleanno era sempre più teso, sull'attenti. Come se fosse un giorno diverso dagli altri.

Sapeva che la sua famiglia non si poteva permettere un regalo e lui non ne aveva mai pretesi. Anche solo trovare i soldi per farli ai fratellini era difficile, figurarsi se anche lui ne avesse voluti. Era già tanto che accettasse la canzoncina di buon compleanno e una porzione più abbondante di cibo, anche se in fondo gli faceva piacere..

Il ragazzo si cambiò velocemente d'abito, indossando qualcosa di pulito per recarsi al palazzo di giustizia ad iscriversi per le tessere e quindi per portare a casa il cibo a cui davano accesso.

Prima di uscire, lasciò le prede della giornata sul tavolo della cucina, insieme al piccolo formaggio di capra che gli aveva portato Katniss come regalo, nonostante tutte le sue proteste. Alla fine l'aveva accettato, un po' perché anche questo gli faceva piacere e un po' perché un poco di cibo extra non era disdegnato in casa Hawthorne.

Gale pensava sorridendo a quando, anni prima, aveva detto ad Hazelle che ciò che faceva era una missione che lui avrebbe dovuto portare a termine a tutti i costi. Non era cambiato nulla. Lui stava ancora portando avanti la sua missione personale. Katniss gli dava una mano, si davano una mano a vicenda come fanno i veri amici. Era questo Katniss: un'amica che lo faceva sentire meno folle, meno solo in ciò che faceva. Lui avrebbe voluto che fosse anche qualcosa di più, ma sapeva di non dover correre. Non voleva frantumare il bel rapporto che si era creato fra loro e che era tra le poche cose che lo facessero sentire veramente vivo.

Perso nei suoi pensieri si avviò verso la porta. Fece due passi fuori da essa quando una rete piovve su di lui. Il giovane inciampò per la sorpresa e si ritrovò disteso a terra.

Un lampo di dubbio passò nei suoi occhi chiari, paura, sorpresa, curiosità.

Ma, nonappena vide Posy e Vick uscire dai loro nascondigli e Rory arrivare da dove era piovuta la rete, sul viso di Gale si aprì il sorriso che la sua sorellina tanto desiderava.

-Ma pensa un po' se uno il giorno del suo compleanno deve finire imprigionato, piccole pesti!-

Posy gli si avvicinò, raggiante, e lo abbracciò come abbracciava solo il suo vecchio orsetto di peluche.

Gale ricambiò l'abbraccio, sempre con il sorriso sulle labbra, che si trasformò in una risata appena Posy inziò a fargli il solletico.

-Posy..dai..smettila!- rise il ragazzo, cercando di contraccambiare i solletico ma impacciato dalla rete e tenuto fermo dai due fratelli minori.

-Missione compiuta!- urlarono i tre bambini, felici come non mai.

-Sono riuscita a farti ridere Gale! Ho portato a termine la mia missione segreta! Sei felice?-

Sì, lo sono. Sono felice perché finché riuscirete a regalarmi questi momenti e ad essere così gioiosi, significherà che anche la mia missione sta andando a buon fine. Che ci sto riuscendo.

-Ma certo , piccola peste! Io sono felice quando tu sei felice!-

 

  
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