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Autore: Miranh    01/12/2014    1 recensioni
Ciao a tutti! Ecco qui come promesso il terzo libro della saga, che continua la storia da dove l'avevamo lasciata! Qui vedremo i nostri protagonisti alle prese con forse le loro più grandi e difficoltose sfide della vita. Vi saranno difficoltà, ma anche nuove grandi meraviglie. Buona lettura! ^^
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Salve a tutti! Mi scuso davvero per la lunghissima attesa! Vi ringrazio davvero tanto per la vostra pazienza. Da adesso in poi prometto di essere più coerente con le pubblicazioni. Spero che apprezzerete comunque i capitoli che posterò. Un saluto caloroso! 


Capitolo 5. “ Finalmente a casa ”

 

 

<< Padre!! >>

Una gioia immensa e pungente si impossessò di ogni nervo del corpo di Uru, la quale corse più veloce che mai verso l'amato padre.

Entrambi si impegnavano ad accorciare le distanze nel più breve tempo possibile. Da quanto tempo erano rimasti separati? Ma ormai l'unica cosa che contava era di essersi rincontrati. Per qualche secondo tutto il mondo venne messo da parte. La vera luce della savana non era più il Sole, ma l'amore che univa quel padre affettuoso con l'adorata figlia.

Con un un balzo si riunirono in un caloroso abbraccio, finendo per rotolare a terra, fra risate e lacrime piene di felicità.

<< Piccola mia...! >> pianse il leone, tenendola stretta a sé << Sei tornata... Sei di nuovo qui con me...finalmente! >>

Lei sorrise e chiusi gli occhi lacrimanti: << Sì! Sono a casa... Mi sei mancato così tanto >>

Rimasero abbracciati a lungo. La felicità era così grande da soffocare le parole in singhiozzi.

Difronte a quella meravigliosa manifestazione d'affetto nemmeno Kesi e i suoi figli poterono fare a meno di commuoversi. Si erano sì immaginati un re saggio, serio e disinvolto, ma mai avrebbero pensato di trovarsi difronte a un' anima così gentile. Tale padre, tale figlia.

Anche Ahadi era rimasto profondamente colpito dalla tenerezza di quel ricongiungimento, ma l'ansia, che lo pervadeva, gli impediva di muoversi e gli faceva tremare le zampe. A stento riusciva reggersi in piedi.

Mohatu non si era ancora accorto di lui. Per i primi minuti il re non ebbe occhi che per sua figlia. L'adolescente spensierata e ingenua, che partì da quel posto tanti mesi prima, era completamente svanita nel corpo di una splendida ed intraprendente leonessa, che sul manto e nella luce degli occhi lasciava intravvedere i segni di numerose ed assennate avventure.

<< Fatti guardare... >> le disse euforico << Incredibile come sei cresciuta. Sei...sei davvero cambiata in meglio. Non sai quanto mi renda felice vederti sana e salva. Tua madre sarebbe molto orgogliosa di te, come lo sono io >>

<< Grazie, papà >>

Lei sorrise, mentre le lacrime continuavano a solcarle le guance. Si strinsero a lungo, come se avessero il timore di separarsi ancora.

<< Ho un sacco di cose da raccontarti >> disse lei << Ma prima vorrei presentarti qualcuno >> si sciolsero dall'abbraccio e Uru lo condusse verso gli altri.

Mohatu, nell'avvicinarsi, osservò diligentemente i nuovi arrivati, ma quello che più di tutti catturò la sua attenzione fu il leone più grande. Con lui scambiò un lungo e penetrante sguardo. Era maestoso, aveva il corpo robusto, la criniera era lunga e nera, e gli occhi splendevano di un verde intenso... Ma furono proprio quegli occhi, familiari e pieni di emozioni, a colpirlo. Nel cuore e nella mente del re si riaccesero lontani e caldi ricordi.

Si fermò a qualche passo da lui ed ebbe un sussulto.

<< Non è possibile... >> sussurrò.

Uru si voltò a guardare il padre: << E invece è possibile >> gli disse con la voce resa tremula dalla tanta gioia e dal tanto timore.

Ad Ahadi mancava il respiro. Non sapeva cosa fare, né cosa dire. Provò a fare qualche passo avanti, ma si fermò quasi subito, temendo di crollare a terra. Aveva affrontato numerosi pericoli nella sua dura vita, ma mai gli era capitato di dover affrontare una prova così ardua. Quasi tutto quello che aveva vissuto gli sembrò irrilevante, paragonato a questi lunghi e silenziosi istanti. Cercò gli occhi di Uru, sperando di ricavarne conforto. E lo trovò: lei lo guardò dolcemente e fece un cenno di assenso col capo, spronandolo a farsi avanti. Così il leone fece un respiro profondo e provò ad avvicinarsi a Mohatu. Si ritrovarono molto vicini, faccia a faccia. Kesi e gli altri rimasero in attesa di quel che sarebbe successo.

Gli occhi di Mohatu tornarono a farsi lucidi: << Ahadi... >>

Il giovane deglutì. La prima cosa che fece fu di prostrasi in maniera riverente e supplichevole difronte al re, lasciando tutti sorpresi e col fiato sospeso. Perfino Mohatu si stupì di quel gesto.

<> disse Ahadi, mantenendo gli occhi fissi al suolo << Essere tornato qui e rivederti dopo tanto tempo mi rende molto lieto. So di essere stato un grande peso per voi in passato e so anche che per colpa mia avete rischiato di perdere Uru quella notte. Le mie parole e questa posizione pietosa, che ho assunto, non bastano ad esprimere il profondo rammarico che provo in questo momento. Ma non sono venuto per mendicare compassione. Non merito di certo la tua gentilezza. Sono tornato con la speranza di venire nuovamente accolto da te in questa grande terra. Ma se non vorrai accogliermi, potrò capirlo. Mi troverai pronto ad ubbidire al tuo volere. Hai la mia più sincera comprensione e tutto il mio rispetto. Attendo solo un tuo cenno >>

Uru non poté fare a meno di trattenere nuove lacrime all'udire quelle meravigliose parole. Kesi e gli altri rimasero davvero colpiti da quella situazione e pregavano con tutto il loro cuore che Ahadi venisse nuovamente accolto nel branco.

L'espressione di Mohatu si fece seria e rendeva indecifrabile ciò a cui stava pensando.

<< Alzati >> fu la risposta diretta e risoluta che fece sussultare tutti.

Il cuore di Ahadi accelerò i battiti. Senza porre obiezioni si rialzò, mantenendo lo sguardo basso. Non ce la faceva a guardarlo negli occhi. Ma un nuovo ordine di Mohatu lo costrinse a farlo: << Guardami >>

Il giovane si sforzò ed obbedì ancora. Gli occhi penetranti di Mohatu lo resero nervoso. Ma ciò che di più lo turbava era il fatto che il re non lasciava trasparire affatto i propri pensieri. La sua espressione era rigida e salda come una roccia. Tutto quello che Ahadi poteva fare era attendere, ma non ce faceva più a sopportare quell'atmosfera silenziosa.

<< Ti prego, Moahtu... Dì qualcosa >> lo supplicò << Ho bisogno di sapere. Io...non so davvero cosa... >> ma il suo discorso venne bruscamente interrotto da un caloroso ed improvviso abbraccio da parte del re. Tutti rimasero stupiti da quel grande gesto, soprattutto Ahadi.

Mohatu, dopo averlo abbracciato, cambiò espressione e sul suo volto comparve un affettuoso sorriso.

<< Da quando in qua ti ho imposto di rivolgerti a me in toni tanto formali, Ahadi? >> disse il re << Ma dove ti eri cacciato? Ti abbiamo cercato dappertutto! >>

Ahadi rimase sbigottito: << Cosa? >>

Uru sussultò di gioia assieme ai suoi amici.

Mohatu continuò il suo discorso: << Quella notte ci hai fatto stare davvero in pensiero. Eri scomparso senza nessun preavviso... >> gli scese un'altra lacrima << Perché te ne sei andato? Ci sei mancato davvero tanto. Sono contento che tu stia bene >> e lo abbracciò di nuovo.

Ahadi non riuscì a contenere l'immensa gioia provata in quegli istanti. Il re lo aveva accolto di nuovo. Finalmente aveva ritrovato un padre e un branco. Promise a se stesso che mai più li avrebbe lasciati. Si strinse a lui come non mai:

<< Mohatu...! >> pianse << Davvero mi permetterai di stare con voi? Non devo più andarmene? Neanche dopo quello che avete passato per causa mia? >>

Mohatu sorrise di nuovo << Ma certo che puoi restare con noi >> lo guardò seriamente negli occhi << Se lo desideri... bentornato! >>

Ahadi ebbe un sussulto e si gettò di nuovo sul petto del re.

Avrebbe voluto dirgli tante cose per esprimere la propria gratitudine, ma la felicità e i singhiozzi gli impedivano di esprimersi. Ancora non riusciva a crederci. Anche Uru si unì a loro in un affettuoso abbraccio di gruppo.

Laio ed Elvira gridarono di gioia: << Evviva!! >>

Mohatu si concentrò su di loro e con un caldo sorriso domandò: << E voi chi siete? >>

Kesi si fece avanti, chinando il capo in segno di rispetto: << Il mio nome è Kesi e loro sono i miei figli, Elvira e Laio. Siamo molto lieti di fare la vostra conoscenza, maestà >>

<< Pacere di conoscervi. Siete amici di mia figlia? >>

<< Sì, signore >>

Uru si unì al discorso, rivolgendosi al padre con sguardo supplichevole: << Ci siamo conosciuti durante il mio viaggio. Da allora siamo rimasti molto uniti. Purtroppo non avevano un branco a proteggerli, così ho pensato di offrire loro la nostra casa e di accoglierli nel branco. Ora Laio è ferito ad una zampa ed ha bisogno d'aiuto. Ti prego, possono restare anche loro con noi? >>

Mohatu li osservò attentamente. Quello che provò per loro era un sentimento positivo. Gli erano simpatici nonostante li avesse appena conosciuti: << Da oggi in poi questa sarà la vostra casa. Siete i benvenuti >>

I tre sussultarono felici e si inchinarono riempiendolo di ringraziamenti.

<< Avrete sicuramente molte cose da raccontare >> continuò il re rivolgendosi a tutti << Sarò felice di ascoltare le vostre avventure. Ma prima occupiamoci di questo ragazzo >> si avvicinò a Laio e gli offrì sostegno per camminare fino alla Rupe. Il giovane lo ringraziò ancora ed accettò l'aiuto. Uru si voltò a guardare Ahadi orgogliosa: << Alla fine è andata bene >> gli disse affettuosamente << Hai visto? >>

Ahadi annuì. Era da tanto che non si sentiva così appagato. Ora bisognava solo raccontare al re della loro relazione. Ma lasciarono questo passo per un secondo momento. Osservarono l'orizzonte decorato dall'immensa Rupe, che pian piano si avvicinava sempre di più. Finalmente erano a casa.

 

Le leonesse della Rupe erano tornate da una battuta di caccia a buon termine. Fra loro c'era anche Hydo, che aveva contribuito alla cattura di un grosso gnu. I piccoli Kiba e Sangah si affacciarono dalle alte rocce e scesero giù frettolosi per andare in contro ai genitori. Le loro zampette piccole e morbide incrementavano la loro goffaggine e fecero diversi ruzzoloni. Una volta scesi giù, cominciarono a chiedere attenzione: << Papà! Papà! >>

Hydo si voltò: << Figlioli, cosa fate quaggiù? >>

I due cuccioli risero e iniziarono a correre fra le zampe del padre, desiderosi di giocare. Athena li guardò severamente: << Voi due...! Sapete bene che non dovete ancora lasciare le grotte senza permesso >>

Hydo la smentì: << Tranquilla, Athena, non è successo niente di grave. Dovranno imparare prima o poi ad affrontare il mondo esterno. Giusto, piccoli? >>

<< Sì, papà! >>

Anche Helya si unì al discorso: << Potremo portarli a fare una passeggiata. Ormai sono abbastanza grandi >>

Athena sospirò: << E va bene. Dopo il pasto andremo a farci un giro insieme. Ma dovrete stare sempre vicini a noi, d'accordo? >>

I cuccioli saltarono di gioia: << Evviva! Grazie, mamma >>

Il branco continuò il pasto, mentre Kiba e Sangah giocavano tra loro.

Ad un certo punto Sangah, il leoncino bianco, scorse delle figure che si avvicinavano: << Mamma, guarda! Stanno arrivando dei leoni >>

Athena alzò lo sguardo assieme agli altri: << E' Mohatu. E gli altri che stanno con lui? >>

Hydo e Helya si scambiarono un'occhiata: << Non sarà che... >>

Tentarono di osservare meglio. Ebbero un improvviso sussulto: << Ma è Uru!! >>

Tutto il branco si animò di gioia. I cuccioli guardavano i genitori con aria interrogativa. Poi si ricordarono dei racconti che la madre faceva loro di solito: << Uru è la principessa di cui ci avete parlato? >> domandò Kiba.

Athena rispose: << Sì, tesoro! E' tornata finalmente >>

Uru notò i suoi amici da lontano e ne fu felice. Non ce la faceva più a stare lontana da loro. Iniziò a correre di nuovo, desiderosa di riabbracciarli.

Le diedero un'accoglienza molto calorosa e si unirono in tenere effusioni di gruppo, cercando di colmare il tempo che non avevano trascorso assieme. Sfuggì anche qualche lacrima di gioia.

<< Amici miei... Quanto mi siete mancati! >>

Athena strofinò il muso col suo: << Oh, Uru... Ma dov'eri finita? Ti abbiamo aspettata tanto. Pregavo in continuazione affinché arrivasse questo giorno >>

<< Non abbiamo mai smesso di pensarti >> disse Hydo;

Uru si commosse ancora di più a udirli parlare così.

Helya intervenne con un tono gioioso:

<< C'è una bellissima sorpresa, sai? >>

<< Quale? >> domandò Uru, incuriosita. Hydo si voltò e chiamò i suoi figli: << Piccoli! Venite, su >>

I due cuccioli avanzarono timidamente fino ad arrivare al cospetto di Uru e volsero i propri occhioni in alto per guardarla.

Hydo li presentò << Uru, ti presentiamo i nostro figli: questo è Kiba e l'altro dal pelo bianco è Sangah >>

La giovane rimase senza parole di fronte a quelle due piccole meraviglie:

<< Sono meravigliosi! Davvero, complimenti! E' la sorpresa più bella che abbiate potuto fare >> e si rivolse ai cuccioli << Piacere di conoscervi, io mi chiamo Uru. Sono amica dei vostri genitori> >

Sangah domandò: << Mohatu è il tuo papà? >>

<< Sì >>

<< Allora sei la principessa? >> chiese Kiba;

<< Sì. Ma consideratemi vostra amica. Lo preferisco >> e sorrise radiosamente. I piccoli la guardarono meravigliati e sorrisero anche loro: << Sai che sei bella? >> le dissero insieme.

Lei arrossì e li ringraziò. Poi tornò a rivolgersi agli amici: << Anch'io ho qualcuno da presentavi >> e si voltò verso Ahadi e gli altri che stavano arrivando. Gli amici notarono il maestoso leone dalla criniera nera e gli occhi lucenti: << Ha un'aria familiare. L'abbiamo già visto da qualche parte, per caso? >> domandò Helya.

Uru sorrise di nuovo: << Sì. Ora ve ne ricorderete >> e lo chiamò << Ahadi! Vieni! >>

Lui udì il richiamo di Uru ed accelerò il passo. Gli amici si sbalordirono:

<< Ahadi? E' il leone che ti salvò la vita? >> chiese Hydo.

Uru rispose soddisfatta: << Indovinato >>

<< Siete riusciti a rincontrarvi?? >> esultò Helya;

<< Già >>

Athena abbracciò l'amica contenta: << Finalmente! Era ciò che desideravi da sempre >>

Ahadi arrivò e salutò cordialmente gli amici di Uru. Erano dei cuccioli vivaci l'ultima volta che li aveva visti. Ed ora quasi non li riconosceva per quanto erano cresciuti. E non appena vide i due cuccioli provò una tenerezza immensa per loro. Gli amici lo accolsero con gioia, lieti di avere di nuovo alla Rupe il leone coraggioso che salvò la vita della loro amata Uru. Poi, notando che tra i due vi era una certa affinità, domandarono:

<< Per caso state...insieme? >>

Ahadi ed Uru si scambiarono un tenero sguardo ed annuirono. Allora gli altri esultarono a gran voce: << Congratulazioni! >>

Ma Uru li zittì subito: << Sssh! Mio padre non sa ancora nulla >>

<< Ma come? >> si dispiacerono loro.

<< Anche questa sarà una sorpresa >> continuò lei << Ma per il momento è meglio fare le cose con calma >>

Anche Ahadi era d'accordo: << E' già tanto che il re mi abbia accolto di nuovo qui. Per il momento posso ritenermi soddisfatto. Meglio non correre rischi >>

<< E quando penserete di dirglielo? >> chiese Athena;

<< Presto >> rispose Uru << Presto... >>

Zozo volò svelta verso di loro: << Principessa Uru!! Siete tornata finalmente! >>

La giovane sollevò lo sguardo: << Zozo! Che bello rivederti! >>

<> continuò Zozo, volandole attorno << Siete cresciuta splendidamente! Siete ancora più bella di quanto ricordavo! >>

<< Grazie, amica mia >>

Intando arrivarono anche Mohatu assieme agli altri. Fece sdraiare comodo Laio ed incitò Zozo ad andare da Rafiki per chiamarlo. L'intero branco si dispose con curiosità attorno ai nuovi arrivati. Uru li presentò con piacere a tutti, invitando le altre leonesse a rispettarli ed aiutarli, spiegando la loro situazione. 

  
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