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Autore: StormLight94    01/12/2014    7 recensioni
Fanfiction AU.
Pasadena, California.
Sheldon ha ventidue anni, è molto affascinante e all'università non passa inosservato. Ha una fila di ragazze che gli cadono ai piedi e che morirebbero pur di avere la sua attenzione. Nonostante ciò non ha nessuna intenzione di avere relazioni serie, anzi preferisce divertirsi e passare da una festa all'altra con i suoi migliori amici Leonard, Howard e Raj. È un genio, ma prende tutto troppo superficialmente.
Amy si è trasferita da lontano per iniziare l'università e insieme alla sua migliore amica, Penny, dovrà ambientarsi in quella città nuova. È introversa e preferisce un buon libro a una festa sfrenata. Il suo unico interesse è quello di studiare e prendere buoni voti.
Ma cosa succederebbe se due persone così diverse si incontrassero? E se iniziassero a passare molto tempo insieme? Potrebbe andare bene o sarebbe un disastro?
Dal primo capitolo:
"« Tu?! » dissero all'unisono Amy, con un'espressione sconvolta e Sheldon con un'aria sorpresa e leggermente divertita.
Doveva essere un incubo, o una specie di scherzo.
Il tizio più irritante che avesse conosciuto era il vicino di casa della sua migliore amica."
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amy Farrah Fowler, Sheldon Cooper, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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cap2

Capitolo II.
Different.

 

"Se l'universo intero ci ha fatto rincontrare 
qualcosa di sicuro vorrà dire."
  -Ligabue-

 

Amy sgranò gli occhi.
« Che cosa ci fai qui? » chiese quando si fu ripresa dallo shock iniziale.
« Io ci vivo qui. » rispose lui con estrema tranquillità. La squadrò da cima a fondo esattamente come aveva fatto la mattina stessa in università.
Penny li guardò perplessa. « Vi conoscete? »
« Più o meno. » mormorò Amy.
Il destino doveva esserle avverso ultimamente. A quanto pare oltre ad essere il suo vicino di casa era anche diventato un ottimo amico. Fantastico, ora sì che non se lo sarebbe più tolto dai piedi.
« Vuoi entrare o preferisci restare qui fuori? »
Amy dovette pensarci su. L'idea di restare fuori non era poi così terribile dopotutto. Almeno si sarebbe risparmiata di vederlo per tutta la sera.
Penny le lanciò uno sguardo assassino e fu costretta ad entrare.
L'appartamento era più grande di quello di Penny e si chiese cosa se ne facesse di tutto quello spazio un ragazzo solo. Guardandosi bene attorno era convinta di trovare una specie di discarica, in realtà rimase molto sorpresa nel vedere quanto fosse pulito e ordinato. Sembrava quasi maniacale.
« Ehi Penny ciao! »
Solo ora Amy si accorse che c'era altra gente all'infuori di loro tre. Seduti sul divano c'erano altri tre ragazzi intenti a tirare fuori dalle buste cibo d'asporto.
Quello sulla sinistra era piuttosto basso e mingherlino, ma aveva l'aria di uno divertente e sempre con la battuta pronta. Indossava dei jeans e una semplice maglietta colorata. Quello al centro, che aveva salutato Penny, era straniero e si capiva dal colore scuro della pelle e dall'accento indiano. Si ricordò di averlo sentito in macchina qualche sera fa quando era fuori dal locale. Aveva un'espressione tenera e sorrideva con lo sguardo. Sembrava la classica persona sempre di buon umore e ottimista.
Infine quello a destra era bassino, capelli leggermente lunghi e mossi, viso tondo ricoperto da una barbetta incolta. Aveva una felpa scura con le maniche tirate fin sopra i gomiti e dei pantaloni stretti dello stesso colore. Ebbe la sensazione che i suoi occhi brillarono quando incrociò quelli di Penny, ma non ci fece molto caso e decise di concentrarsi sul nuovo gruppo.
Dall'aspetto le sembrarono tre normalissimi ragazzi. Non erano vestiti male, ma nemmeno tirati come se dovessero andare chissà dove. Tutto il contrario di Sheldon che invece aveva dei pantaloni molto stretti che risaltavano le gambe magre e su cui spiccava il marchio di un famoso quanto costoso stilista e una maglia blu scuro a righe a maniche lunghe; e si chiese cosa mai potessero avere in comune loro tre con lui. Loro sembravano gentili e amichevoli, non arroganti e con quell'aria di superiorità che, a quanto pare, Sheldon amava mostrare dato che anche in quel momento non faceva altro che guardarla con quell'aria divertita.
« Chi sei? » le chiese il ragazzo sulla destra vedendola sull'uscio, mentre tirava fuori le vaschette dal sacchetto di plastica.
« Lei è Pigeon. » rispose Sheldon al suo posto.
« Pigeon? » domandò perplesso.
« Mi chiamo Amy. » lo corresse fulminando Sheldon con lo sguardo.
« Ancora non mi avete detto come fate a conoscervi. » domandò nuovamente Penny spazientita.
« Ci siamo visti fuori da un locale la sera del 20 settembre e poi stamattina in università mentre cercava di capire come raggiungere l'aula giusta. Se non ci fossi stato io sarebbe ancora là. » disse mentre prendeva una birra dal frigo.
« Se non ci fossi stato tu ci sarebbe stato qualcun altro. E a dirla tutta non mi sarebbe neanche dispiaciuto. » Amy appoggiò la borsa sulla sedia dove anche Penny aveva messo la sua e gli regalò un'occhiata di sufficienza.
Il ragazzo con la felpa scura rise. « Wow, non avevo mai sentito nessuna rispondergli così. Di solito sembra che stiano per avere un mezzo infarto già dopo il "ciao". »
Sheldon stappò la bottiglia e ridacchiò. « Allora sei stata fortunata ad incontrarmi. Non capita mica a tutte di avere l'onore di essere degnate della mia attenzione. »
« Non farci caso è sempre così, come dire, rompipalle. » continuò  il ragazzo di prima e gli tese la mano.
« Io sono Leonard e loro sono Howard e Rajesh. » li indicò con il dito ed entrambi alzarono una mano per salutarla.
« Allora Pidge ti piace il thailandese? » disse Sheldon con una vaschetta in mano.
« Hai davvero intenzione di continuare a chiamarmi così? »
« Certo. Avevo detto che ti avrei chiamata in questo modo no? »
Capì che non l'avrebbe mai avuta vinta con lui perciò lo ignorò e si sedette su una sedia. Sheldon le allungò una vaschetta e lei la prese con un piccolo sbuffo.
« Così studi biologia. » cominciò Sheldon rigirando il cibo con la forchetta. « Hai l'aria da secchiona. Scommetto che non fai fatica con gli studi. »
« No, infatti. »
« Anche loro due frequentano la nostra stessa università. » disse Penny indicando Sheldon e Leonard con la forchetta.
« Davvero? »
Di Leonard poteva anche crederci, ma Sheldon non la convinceva proprio. Davvero uno come lui studiava in una università prestigiosa come quella?
« Cosa studiate? »
Non che le interessasse particolarmente, ma era curiosa di sapere cosa mai potesse studiare Sheldon. Non c'erano corsi, come dire, "facili", per cui sarebbe stata alquanto scettica riguardo a qualunque tipo di facoltà avrebbe potuto rispondere. Chi lo sa? Magari era stato bocciato innumerevoli volte e la sua testardaggine lo obbligava a restare invece di lasciare tutto e fare qualcos'altro.
« Io sono un fisico. » disse quest'ultimo e Amy non riuscì a trattenersi dal ridergli in faccia.
La guardò non capendo cosa ci fosse di così divertente.
Amy vedendo la sua espressione seria immediatamente si ricompose.
« Stai dicendo sul serio? »
« Sì. Perché tutta questa perplessità? »
« Scusa, ma non sembri proprio il tipo da frequentare una facoltà così difficile. »
Sheldon alzò un sopracciglio. « Stai dicendo che sono stupido? »
« Beh...» Amy si mosse sulla sedia incerta su come rimediare alla figuraccia che stava facendo. Non voleva proprio dirgli che era stupido però, insomma, che non le sembrava il tipo che si trovasse a suo agio tra numeri e formule matematiche.
« Forse non sembra, ma lui è un maledettissimo genio. » intervenne Leonard in suo soccorso.
« Ha una media che rasenta la perfezione ed è il miglior studente dell'intera università. Il tutto facendo il minimo indispensabile e solo quando ne ha voglia. Certe volte lo ucciderei. » aggiunse infine.
Quel ragazzo la stupiva sempre di più. Cioè, andiamo, come faceva ad essere così perfetto? Non solo era attraente come pochi aveva visto, ma aveva anche una vita sociale intensa da quello che era riuscita a intuire e in più ora veniva a sapere che era pure un genio. Non credeva di poterlo pensare, ma era invidiosa di lui. 
« Come mai proprio la Fisica? » continuò Amy smettendo di pensare alle sue fortune che avrebbero soltanto aumentato il suo senso di inferiorità.
Sheldon scrollò le spalle.
« Non lo so. Mi piaceva e basta. »
Scoprì poi che Howard lavorava in un piccolo negozio in cui si riparavano elettrodomestici e altri oggetti elettronici, ma il suo sogno era sempre stato quello di diventare un astronauta. Aveva una grande passione per la tecnologia ed era un grande esperto di computer. Purtroppo per vari motivi dovette lasciare l'Università fin dal primo anno.
Raj, come lo chiamavano loro, invece detestava la scuola e, nonostante potesse continuare la carriera di ginecologo del padre, preferì dedicarsi alla sua passione, ovvero la cucina. Per ora lavorava in un piccolo ristorante, ma stava già progettando di aprirne uno tutto suo.
Infine Leonard era il coinquilino di Sheldon, nonché suo migliore amico e anche lui studiava Fisica. Al contrario di Sheldon che aveva un carattere estroverso ed esuberante, Leonard era molto più chiuso e non amava mettersi in mostra. Non era un tipo loquace, Amy l'aveva capito quella sera stessa dato che lui fu quello che parlò meno di tutti. Sembrava nervoso, ma non riusciva a capire perché. Era come se ci fosse qualcuno lì nella stanza che lo metteva a disagio.

 
La serata fu piuttosto piacevole e Amy rimase sorpresa dalla simpatia di quei quattro ragazzi e dal grande feeling che c'era tra di loro, anche se erano molto diversi l'uno dall'altro sia come carattere che come interessi. Sembrava si conoscessero da una vita e Amy li invidiò per essere un gruppo così affiatato. Avrebbe voluto farne parte anche lei, eppure aveva la sensazione che non sarebbe mai riuscita a integrarsi pienamente, che nonostante ci avrebbe messo tutto l'impegno del mondo sarebbe finita per rimanere un'estranea. Pure Sheldon, che aveva trovato abbastanza irritante all'inizio, era piuttosto simpatico, anche se non perdeva occasione per punzecchiarla e farla innervosire.
« Ragazzi domani devo alzarmi presto, ci vediamo! » disse Raj dopo aver controllato l'ora.
« D'accordo domani sera ci troviamo al solito posto e non fare tardi come sempre. » disse
Howard alzandosi e tirando fuori dalla tasca le chiavi della macchina dopo avergli lanciato un occhiataccia minacciosa.
Sheldon accompagnò Amy alla porta. « Mi ha fatto piacere conoscerti, Pidge. » disse. « Verrai ancora? »
Amy strinse le labbra. « Forse. »
Lui rise. « Okay ti aspetto. Penny è sempre qui a mangiare la sera. »
« La parola "forse" ha un altro significato per te? » chiese acida, ma gli occhi le brillavano per quell'invito.
« Verrai, ne sono sicuro. Ho visto come ti sei divertita stasera. »
Lo guardò di sbieco. Aveva ragione e non poteva negarlo.
« Oltretutto sappi che non accetto un no come risposta. » sorrise, ma non nel solito modo beffardo. Questa volta era sincero e amichevole allo stesso tempo. Amy non riuscì a controbattere, per cui annuì semplicemente e si voltò sentendo poi la porta chiudersi dietro di sé.
Entrò nell'appartamento di fronte per prendere la tracolla con i libri. Penny chiuse la porta e si appoggiò con la schiena ad essa, sorridendole maliziosamente.
« La nostra Amy è stata adocchiata da qualcuno. »
Amy si mise la tracolla sulla spalla. « Non essere ridicola, non sono stata adocchiata proprio da nessuno. »
« Invece io credo proprio di sì. » continuò lei senza perdere quel sorrisetto allusivo.
Amy sospirò e Penny si avvicinò verso di lei di qualche passo.
« Non hai idea di chi sia, vero? »
Amy la guardò confusa. Cosa avrebbe dovuto sapere?
« Lui è Sheldon Cooper uno dei ragazzi più popolari dell'università! Le ragazze fanno la fila per starci insieme e farebbero di tutto pur di avere la sua attenzione! »
La mora la guardò come se si fosse appena bevuta il cervello.
« Okay. E allora? » chiese con aria di sufficienza.
Penny sospirò rassegnata. « Magari potresti provare a farti avanti. »
« Magari non ho nessuna intenzione di farmi avanti. » ribatté Amy. « Penny te l'ho già detto. Non voglio uscire con nessuno, tantomeno con uno come lui! Non è il mio tipo e non lo sarà mai, fine della questione. »
« Come fai a dirlo se nemmeno lo conosci? »
« Perché è così! Finirà col farmi soffrire. »
Voleva dirle che sapeva bene come sarebbe finita perché l'aveva visto un milione di volte accadere a Penny. Non voleva che capitasse lo stesso anche a lei. Illudersi inutilmente e offrire i propri sentimenti a qualcuno che li avrebbe solo frantumati in mille pezzi per poi finire a disperarsi per sere intere in un angolo buio della camera.
« Va bene, se vuoi rimanere sola per sempre, fai pure! » sbottò Penny, ma si pentì subito di quello che aveva detto.
Amy rimase delusa da quelle parole e Penny la guardò afflitta, avvicinandosi per prenderle una mano tra le sue.
« Scusa, io non— »
Amy si sistemò la giacca sotto il braccio e aprì la porta con uno scatto veloce.
« Verrai lo stesso domani sera? » tentò la bionda.
« Non lo so. » sbottò e uscì lasciando l'amica abbattuta e un po' in colpa.
Quando scese per prendere la macchina notò Raj finire una chiamata e avviarsi verso la sua stessa direzione.
Raj la adocchiò e sia affiancò a lei, approfittandone per scambiare due parole.
« Allora come è andata? Ti sei divertita? Siamo sempre così quindi dovrai farci l'abitudine. » sorrise e Amy rimase un po' sorpresa vedendo come l'avesse già inserita nel gruppo, dando per scontato che si sarebbero incontrati ancora.
« Sì molto. Ammetto che siete un po' strani, sopratutto Howard. Mi sembra un maniaco. » ridacchiò ricordandosi di tutti i suoi discorsi sconci che avevano fatto ridere fino alle lacrime Sheldon e Leonard e lasciato perplessa Amy. Raj annuì.
« Oh, lui fa così solo quando non c'è la sua fidanzata. Quando c'è lei è un santarellino. »
« Invece Sheldon che tipo è? Ancora non sono riuscita a inquadrarlo bene. » aggiunse.
« Oh lui è un po' così. Ha l'aria da menefreghista unico, è egocentrico come pochi e a volte si crede dio sceso in terra, ma non è una cattiva persona e per gli amici farebbe di tutto. »
Amy abbassò lo sguardo pensierosa.
« Avrai già capito che è molto popolare tra le donne. Le ragazze cadono ai suoi piedi, ma lui le usa solo per divertirsi, per passare il tempo, non è intenzionato ad avere relazioni serie. Non adesso almeno. Diciamo che è un buon amico se sei un maschio, ma un gran stronzo se sei una donna. »
« Capisco...beh, lo immaginavo. » mormorò Amy.
« Volevo solo avvisarti. Prima che anche tu cominciassi a farci un pensierino. »
« Tranquillo, non ho nessuna intenzione di andarci dietro se è quello che intendi. »
« Non bisogna mai dare nulla per scontato, sai? »

 

~°~

 

Quella mattina avrebbe avuto lezione di matematica. Aveva deciso di frequentare un corso di livello più alto rispetto a quello a cui solitamente si iscrivevano gli studenti del primo anno. Non che le piacesse come materia, ma guardando il programma notò che praticamente in quel corso si sarebbe fatto tutto un ripasso della matematica già fatta al liceo e le sembrò inutile rifare le stesse cose. Almeno lì avrebbe iniziato qualcosa di nuovo e se ci fosse stato qualche riferimento all'anno precedente le sarebbe bastato poco per recuperare.
Era arrivata piuttosto presto e solo qualche banco era occupato da studenti più grandi di lei che leggevano, parlottavano con il vicino o semplicemente se ne stavano per conto proprio.
Quando l'aula fu piena il professore entrò facendo zittire tutti all'istante.
Amy aprì il quaderno su una pagina nuova pronta per prendere appunti quando vide entrare per ultimo una persona fin troppo conosciuta negli ultimi giorni. Appena Sheldon la adocchiò affrettò il passo e si sedette accanto a lei.
« Cosa ci fai qui? » domandò brusca sottovoce.
« Ora non si saluta più? » disse facendo il finto offeso.
« Ciao. Cosa ci fai qui? » ripeté e Sheldon ridacchiò.
« Abbiamo lo stesso corso di matematica. Sei contenta? » chiese ironico.
« Fantastico. Sono felicissima guarda. » borbottò iniziando a scribacchiare quello che vedeva alla lavagna. Se avesse saputo che ci sarebbe stato anche lui avrebbe fatto tutto il ripasso di matematica del liceo, delle medie e già che c'era anche delle elementari.
 Sheldon appoggiò la guancia su una mano e sorrise.
« Non capisco perché tu sia così acida e antipatica con me. »
« Non distrarmi, voglio seguire la lezione. » lo rimproverò.
Sheldon si guardò attorno annoiato poi notò una ragazza alla sua destra che lo fissava ammiccando e con un sorrisetto sensuale. La osservò per un po' poi le fece l'occhiolino scatenando in quest'ultima una risatina.
Amy osservò la scena con la coda dell'occhio e alzò gli occhi al cielo infastidita dal suo provarci spudoratamente con tutte.
Sheldon riportò l'attenzione sulla mora che intanto stava ricopiando un'equazione e pensava a come risolverla.
« Detesti gli uomini in generale o soltanto me? »
Amy sospirò esasperata e appoggiò la penna.
« Credo solo tu. Non sopporto l'idea che tu possa saltarmi addosso da un momento all'altro come fai con tutte le altre solo per cercare di raggiungere le mie tube di falloppio. »
Sheldon cercò di trattenersi, ma scoppiò a ridere attirando l'attenzione dei compagni e del professore.
« Trova che le differenziali siano così divertenti, signor Cooper? »
Sheldon si ricompose subito. « No per niente. A dire il vero mi chiedo perché Leibniz non se la sia spassata con la moglie invece di inventarsi questa roba inutile. » Il professore lo guardò in modo severo. « Se non fosse per la sua particolare predisposizione per la materia, l'avrei già sbattuta fuori dal corso tempo fa. Ora, per cortesia, cerchi di seguire e smetta di distrarre la signorina Farrah Fowler. » Sheldon annuì e aspettò che il professore si girasse.
« Farrah Fowler? Ma che razza di cognome è? » sussurrò cercando di mascherare un sorriso per non farsi beccare.
Amy mise il broncio. « Hai mai sentito il tuo nome invece? Sheldon. È ridicolo. I tuoi genitori dovevano proprio odiarti. »
« Le ragazze lo trovano molto sexy invece. Devi sentire come lo gridano quando sono al massimo del piacere. » disse con esagerata enfasi.
Amy fece una smorfia. « Piantala. Sei disgustoso. »
Dopo quasi un quarto d'ora finalmente aveva cominciato ad interessarsi alla lezione. Ad un certo punto lo vide fissare il suo quaderno con lo sguardo corrucciato.
« Beh? Cosa c'è? »
« Stai sbagliando tutto. Non si risolvono così le differenziali, Pidge. »
Amy osservò perplessa i numeri riempire il foglio, ma non riusciva a capire cosa stesse sbagliando.
« Se procedi così ci metterai il doppio del tempo, oltre che a complicarti la vita inutilmente. » si avvicinò e iniziò a cancellare. « Se invece fai così la risolvi molto più facilmente. » Amy lo osservò mentre scriveva velocemente nuovi numeri, soffermandosi prima sulla mano per poi salire lungo il braccio fino ad arrivare all'espressione concentrata sul suo viso.
« Oh. » si stupì vedendo con quanta facilità aveva risolto un'equazione piuttosto complicata e, sopratutto, come in pochi passaggi avesse reso tutto molto più chiaro. Sheldon inarcò le sopracciglia leggendo l'espressione di puro stupore sul suo viso.
« Pensavi ti avesse mentito Leonard quando disse che sono praticamente un genio? »
Sì, credeva fosse un'esagerazione. Ora però capì che non stava affatto esagerando.
« Vuoi una mano, Pigeon? »
« No, so cavarmela. »
Sheldon sembrò deluso e si girò dall'altra parte. « Come vuoi. »
Amy strinse le labbra e pensò che forse un piccolo aiuto avrebbe potuto chiederglielo. Se in meno di un minuto era riuscita a capire al volo un'equazione piuttosto difficile, in un'ora avrebbe risolto gran parte dei suoi dubbi. Anche perché di quello che il professore aveva scritto alla lavagna non ci aveva capito nulla. Ma che razza di teoremi stava spiegando? Aveva fatto male a non iscriversi al  corso consigliato per le matricole. del primo anno.
« Forse un aiuto non sarebbe male. » mormorò dopo aver sentito il professore parlare di un tipo di teorema che non aveva mai neanche sentito e che dava per scontato che sapessero già padroneggiare.
Sheldon la guardò, visibilmente entusiasta.
« Bene, ma a una condizione però. » alzò un dito « Dovrai venire a mangiare da me tutte le sere con Penny. »
Amy ci pensò su. « D'accordo a patto che non ci provi spudoratamente con me come se fossi l'ultimo essere umano femminile sul pianeta. »
Sheldon rise. « Non ci sto provando con te! »
Amy alzò un sopracciglio scettica. « Ah no? »
Sheldon smise di giocherellare con la penna e si avvicinò lentamente fino ad arrivare a pochi centimetri dal suo volto. « Se ci stessi provando te ne accorgeresti. » mormorò. Amy trattenne il fiato e si immerse nel blu dei suoi occhi. Sheldon si ritrasse, tornando a sistemarsi nel suo posto.
« E comunque anche se volessi non lo farei. Tu sei diversa da tutte le altre. »


Bene bene eccoci con il secondo capitolo! 
Lo so che è ancora presto per chiederlo, ma come sta procedendo secondo voi? Vi piace? Non sapete quante paranoie mi faccio prima di scrivere e pubblicare un capitolo <.<  
Ringrazio tutti quelli che hanno letto e recensito il prologo e il primo capitolo, grazie non sapete quanto mi rende felice <3  Non immaginavo certo che avrebbe avuto tutto questo successo, sono commossa :')
A presto!


  
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