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Autore: Tessa28062014    01/12/2014    4 recensioni
Louis è troppo attaccato a ciò che pensa la gente. Perché non possiamo stare insieme? Fare davvero coming out, una volta per tutte? Perché non riesce a pensare a noi, qualche volta?
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Non-con
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Sono stanco di dover recitare per la stampa e per i fan che non mi apprezzano per ciò che sono davvero, di nascondermi e fingere di essere qualcun altro; stanco di dover stare male ogni giorno, ad ogni ora del giorno.
Sono semplicemente innamorato, e non capisco cosa ci sia di male in questo. Già, lo amo davvero. Amo Louis Tomlinson da ormai tre anni e non so più come andare avanti, né voglio, se deve essere senza di lui.


Scrivo un messaggio a Louis: “Devo parlarti”
“Harry, oggi siamo tutto il giorno ripresi dalle telecamere e, lo sai, i manager non vogliono che stiamo insieme”
“Non me ne frega un cazzo delle telecamere e dei manager, io devo parlarti e se non vuoi credo che lo farò davanti a tutti, magari mentre ci riprendono”
“Va bene, va bene. Ma per favore appartiamoci, perché se ci vedessero potrebbero venire fuori troppi casini”
“A dopo”
Ancora. Louis è troppo attaccato a ciò che pensa la gente. Perché non possiamo stare insieme? Fare davvero coming out, una volta per tutte? Perché non riesce a pensare a noi, qualche volta? Sempre e solo a quello che le persone potrebbero dire.

Poco prima dell’intervista incontro Louis e lo prendo da parte:
-Louis, non ce la faccio più a fingere di essere solo amici. Lo so io e lo sai anche tu che non è così. Io ti amo e vorrei che fossimo felici, insieme.
-Lo so, ma se ci dichiarassimo e la cosa venisse fuori riesci a immaginare quale sarebbe la reazione della gente? Metteremmo a rischio la band, Harry, e questo non possiamo farlo. E se poi ci lasciassimo? Cosa ne sarebbe dei One Direction? Non voglio questo.
-Io voglio solo stare con te Louis, non desidero altro. Tutto passa in secondo piano quando ci sei di mezzo tu.
Come era prevedibile, non riesco a reprimere l’impulso di baciarlo. E’ sempre così, quando me lo trovo davanti, bellissimo come al solito; non riesco a mettere da parte ciò che dice la mia testa, i miei sentimenti hanno sempre la meglio su di essa. E lo bacio. Un bacio veloce, per paura di essere notati, ma comunque pieno di passione. Le nostre lingue si muovono veloci nella bocca dell’altro, spaventate, ma vive. E tutto ciò che provo è felicità, tranquillità, libertà. E amore.
Siamo lontani. Di nuovo. Odio i manager. Odio tutto. Loro non capiscono, non possono capire quanto sia difficile dover affrontare tutto questo. Le persone credono che non abbia problemi, che la mia vita sia perfetta, ma non è così, e preferirei essere un semplice ragazzo inglese, che però può fare ciò che lo rende davvero felice. Proprio così, rinuncerei a tutto pur di averlo finalmente mio.

Finita l’intervista, mi avvicino a lui per abbracciarlo.
Ma arriva il nostro manager, mi porta via da Louis, mi dice ancora una volta che non posso, e non devo, stargli vicino.

Poco dopo ricevo un messaggio, stavolta da parte sua:
“Stasera posso venire nella tua stanza?”
Ovvio che sì, è tutto ciò che desidero. “Ok”
Toc toc.
-Avanti. Vieni, Louis.
Louis entra nella stanza furtivo e si richiude velocemente la porta alle spalle. Si siede vicino a me sul letto e mi abbraccia. Non sa che, facendo così, lo amo ancora di più. Ricambio l’abbraccio, ciò che c’è di più bello al mondo. Un abbraccio, un apparentemente semplice contatto fisico, ma il più significativo, il più meraviglioso. E cosa c’è di più fantastico di appoggiare la testa sul suo petto? Di sentire il suo profumo penetrarti nel naso e riscaldarti corpo e mente? Cosa c’è di più rilassante di percepire il tocco delle sue mani sui tuoi capelli riccioli e scompigliati?
-Harry, senti, ci ho pensato davvero. Non me la sento di mettere a rischio tutto. Noi possiamo stare insieme così, come adesso. Quando le telecamere non ci vedono possiamo fare ciò che vogliamo. Ma non quando ci vede il mondo intero. Io credo che se venisse fuori ciò che proviamo davvero cambierebbero troppe cose: tante persone ci abbandonerebbero, e non solo le fan. Ogni volta che litigheremmo l’intera band ne risentirebbe, sarebbe triste per colpa nostra, li condizioneremmo tutti, e non è il caso. Almeno finché abbiamo questo successo non ci possiamo permettere di rovinare tutto.
-Non capisco come tu possa riuscire a mettere da parte ciò che proviamo solo per quello che potrebbe succedere. Non ti basta sapere che ti amo e che ci saremo sempre l’uno per l’altro, per essere felice? Abbiamo ancora due anni per stare lontani, ma quando finalmente sarà scaduto il contratto con la Modest potremmo davvero uscire allo scoperto. La situazione che c’è adesso è assolutamente stupida e insensata. Tutti notano che ci evitiamo, e che questo cambiamento è stato repentino. Tutti sanno che ci controllano, che ci obbligano a comportarci in un certo modo, a dire certe cose.
-E’ davvero così chiaro?..
-Sì Louis, lo è.
Louis è a sedere sul mio letto, con la testa bassa e i suoi occhi azzurri colmi di lacrime, che cadono sul letto rapide e continue. Non posso fare altro se non piangere, anch’io. Ed è così strano! Il pianto ti libera e ti fa sentire meglio, ma al contempo ti senti infantile ed è come se nessuno potesse aiutarti, potesse riuscire a reprimere la tristezza che ti sta invadendo il corpo.
Lo abbraccio, ancora. Louis continua a singhiozzare.
Non capita spesso che io mi senta così triste, o che pianga. Tutto quello che voglio, però, è che lui sia felice, e vederlo così mi fa sentire una merda, uno schifo, un ‘nessuno’, che non è riuscito a farlo sentire bene.
-Harry, lo so a che cosa stai pensando.- Tira su con il naso. -Non è colpa tua se sto così. Tu fai sempre il possibile. E’ solo che sono anch’io stanco di recitare sempre per la gente. Credo che nessuno ci conosca davvero. Vorrei solo che tutti ci apprezzassero per come siamo in realtà, vorrei poter essere sempre me stesso.
E abbassa di nuovo la testa.
Gli prendo le mani. Sono fredde e cerco di scardargliele, agitandole contro le mie. Poi, la mia mano va a finire sulla sua guancia e la accarezza, dolcemente, con amore. E dopo ancora, arriva il momento che tanto aspettavo. Louis si avvicina e io chiudo gli occhi. Sento il suo respiro sulle labbra, che attendono impazienti l’arrivo di quel bacio. Si sposta. Mi sussurra all’orecchio: ‘Ti amo. Per sempre.’
E poi eccole; quelle labbra, le più morbide e dolci che abbia mai assaporato. Le prime, ovviamente, che assaporo con quell’amore che solo un innamorato perso almeno quanto me può percepire. La sua lingua e la mia combaciano perfettamente, e con loro i nostri corpi.
Louis adesso è a sedere sul letto appoggiato allo schienale, e io sono davanti a lui con le gambe sui suoi fianchi. I baci, che cominciano lentamente e dolcemente, si accendono sempre di più, fino a diventare carichi di passione, di voglia; le nostre lingue esplorano la bocca dell’altro con impazienza, si agitano, i suoi denti mordono il mio labbro inferiore, che dopo, a sua volta, succhia il suo. Le mie mani cadono sulla sua schiena, l’accarezzano dolcemente, fino a che quella dolcezza non basta più e comincia la passione, e così le mie unghie graffiano il suo corpo. Anche lui è più eccitato, sembra volermi almeno quanto io voglio lui. Le sue mani cadono sui miei fianchi, accarezzandoli con dolcezza. Finiamo per fare l’amore. Io sopra e lui sotto, come spesso capita. Ma a me piace. Louis ansima lentamente e io velocemente e mi fermo a baciargli il collo, ma non solo. Lo bacio ovunque: sulla schiena, sul petto, sulla pancia e scendo sempre più giù.
Adesso lui è sdraiato sul letto e io sono sopra di lui, la mia testa si muove poco sotto la sua pancia.
Era tanto che non riuscivamo a stare insieme per così tanto tempo consecutivo. Ormai è passata circa un’ora da quando è entrato nella mia camera, ed è un miracolo che nessuno ci abbia ancora trovati, e fermati. Non capita così di rado che i manager o gli altri ragazzi ci trovino mentre siamo insieme. E ora è tutto così bello e liberatorio.
Ci rivestiamo, poi io mi appoggio sul suo petto e lo tocco con tutta la dolcezza di cui dispongo. Louis mi accarezza i capelli, districandoli con le sue dita affusolate.
Ma quella pace non dura più di pochi minuti, quando Zayn entra nella mia stanza senza neanche bussare e ci vede abbracciati sul letto.
Si chiude la porta alle spalle dopo aver controllato se qualcuno stesse arrivando dal corridoio.
-Ragazzi, quante volte ve lo devo dire che se continuate a stare insieme i manager se la prenderanno con voi? Ve lo ripetono ogni giorno che dovete evitarvi e non dovete minimamente considerarvi, e per riuscirci fino in fondo dovete farlo anche quando non ci sono le telecamere. Io sono comprensivo e vi capisco, ma voi capite me. Così facendo ci mettete a rischio, tutti, per un amore che non potrà mai venire fuori. Perché, lo sapete anche voi, non potrete mai uscire allo scoperto.
E se ne va, sbattendosi la porta dietro. Louis si allontana immediatamente da me e fa per rimettersi le scarpe, ma lo fermo.
-Louis, dove stai andando?
-In camera mia; hai sentito quello che ha appena detto Zayn? O sei sordo per caso?
Sempre così, quando Louis è triste finisce sempre per incazzarsi e trattarmi male, come se fosse mia la colpa, come se fossi io ad avergli rovinato la vita innamorandomi di lui e lui di me.
-Louis, ti prego. Resta ancora un po’ con me. Sto male anch’io, sai? Forse anche più di te. Zayn sa quello che proviamo, non lo direbbe mai a nessuno. Resta, ti prego.
-E’ tardi. Devo andare, Harry. A domani.
E conclude così. Mi accascio sul letto, stanco e distrutto.

Era ovvio che qualcuno ci avrebbe trovati, che avrebbe interrotto ciò che di più bello era successo nella mia giornata. Ma tanto va sempre in questo modo.

Domani abbiamo un’esibizione, canteremo Little Things. E’ una delle canzoni che preferisco tra quelle che abbiamo scritto dal 2011. Ogni volta che devo cantare il mio pezzo del brano mi emoziono, soprattutto se penso a Louis. A volte, durante i concerti, mi fermavo a pensare a lui e mi dimenticavo delle parole, così mi mettevo a ridere e chiedevo scusa, nonostante molti non capissero che non era soltanto un vuoto di memoria; il punto è che Louis per me è più importante delle canzoni, della mia carriera, della gente e delle loro parole.
Oppure capitava che dicessi “I’m in love with Lou”, o “And all his little things”. Molti se ne sono accorti e hanno realizzato diversi video su internet in cui facevano vedere scene di questo tipo. Li ho visti anch’io e li capisco, perché anche secondo me ciò che proviamo è evidente, ed è per questo che non trovo alcun problema che nascerebbe se noi ci dichiarassimo. Sarebbe tutto così perfetto. Io e Louis potremmo stare insieme in pubblico come una vera coppia, potremmo baciarci, quando e dove vogliamo, per sempre.
Mi addormento.

La mattina suona la sveglia alle 9.00. Ho dormito appena sei ore. Mi vesto, indossando una maglietta che lasci scoperti i tatuaggi che ho sul petto e sulle braccia, quelli che si completano solo con la presenza di Louis. Sono bellissimi.
Vado al piano di sotto a fare colazione e trovo tutti seduti. Tutti tranne lui. Mi siedo anch’io e mangio quello che c’è sul tavolo, anche se è poco, visto che lo stomaco mi si è già chiuso. Louis manca per tutta la colazione, poi decidiamo di salire sul pullman ed è lì che lo vedo comparire, gli occhi arrossati e circondati da occhiaie. Ok, significa che non ha dormito. Forse non aveva sonno. Ma gli occhi rossi? Ha pianto? Sembra di sì. Perché? Possibile che fosse per ieri sera? Sembrava così deciso ad andarsene che non credevo avrebbe pianto. Comunque fosse stato, sarebbe bastato chiamarmi e io sarei immediatamente andato da lui. Lo avrei consolato. Avremmo potuto dormire abbracciati, come facevamo ai tempi di X-Factor, in cui ancora non esisteva la certezza di ‘Larry’ e nessun manager si metteva mai fra di noi.
I miei pensieri vengono interrotti dall’arrivo di Niall, che mi prende per un braccio e mi guida dentro al pullman. Solo allora mi rendo conto di essermi fermato appena dopo aver visto passare Louis.
Entro nel veicolo e sento parlare Louis e Liam di una ragazza, ma ancora non ho capito chi. Fino a quando non sento Liam: “La tua ragazza, Louis.” E allora capisco. Eleanor. E’ la copertura che ha Louis per dimostrare alla gente di essere eterosessuale. O almeno, questo è quello che voglio credere io. Non può amare due persone contemporaneamente, me e lei, e io non voglio neanche immaginare a quale potrebbe essere la mia reazione se amasse veramente lei e io fossi uno scherzo.
Sento dire che Eleanor sarà presente oggi all’esibizione, ciò significa che sarà con noi tutto il giorno. E forse anche la notte. La mattinata non poteva cominciare in maniera peggiore. Mi unisco al gruppo e noto che Louis mi evita completamente, molto peggio del solito. Non riesce neanche a guardarmi negli occhi.
Cosa ho sbagliato, stavolta?

Arriva il momento dell’esibizione. Cantiamo Little Things e stavolta mi concentro soltanto sul testo della canzone e cerco di non pensare a Louis; potrei sbagliare le parole, come al solito, e i manager potrebbero incazzarsi davvero con me. Non credo sia il caso.

Finita l’esibizione ci ritiriamo dietro le quinte e, mentre cammino, mi sento trascinare indietro da qualcuno.
-Scusa se te lo dico così, di fretta e in modo piuttosto scortese, ma io ci ho pensato e credo sia meglio che la nostra storia finisca. Per davvero, però.- Non ho neanche il tempo di dire qualcosa, che Louis se ne è già andato. Non so dove.
Ancora non credo di aver realizzato bene le sue parole. Non ne capisco il motivo. Tutto ciò che abbiamo fatto fino ad ora, i nostri sentimenti, buttati via, al vento. Immaginavo che prima o poi sarebbe arrivato questo momento e lo temevo con tutto me stesso. Era già capitato qualche volta che Louis mi avesse detto una cosa del genere, ma nessuna di queste volte era stato tanto serio e convinto di tale decisione. Stavolta era davvero finita. Almeno per lui. Io, comunque, non avrei potuto fare più di tanto. Avrei potuto chiedere spiegazioni, e sicuramente l’avrei fatto il più presto possibile, ma io dicevo sempre che la sua felicità era più importante della mia, e in effetti era così, solo che pensavo che avremmo potuto condividere la felicità insieme. Evidentemente lui non era del mio stesso avviso. E l’avrei accettato.
Con tristezza.
Con delusione.
Con il cuore spezzato.
Ma l’avrei accettato.


Passano i minuti; gli altri se ne stanno insieme a chiacchierare. Anch’io sono con loro, ma solo fisicamente. Nella mia mente c’è un punto fisso: Louis.
Speravo davvero che sarebbe potuto tornare da me a rimangiarsi tutto ciò che aveva detto, e ovviamente l’avrei perdonato.
Ma non sapevo che presto avrei ricevuto una notizia che avrebbe distrutto le poche speranze che mi rimanevano.

Quando arriva il momento di tornare all’hotel, noto Louis ed Eleanor mano nella mano poco più avanti a me.
Ormai l’ho ‘accettato’, dato che sono anni che va avanti così. Lei mi odia, probabilmente perché immagina che ci sia qualcosa fra me e il suo ragazzo. Qualcosa che, però, lui ha distrutto definitivamente poche ore fa. Ora avrebbe potuto finalmente stare tranquilla. A differenza mia.
Camminare, adesso, richiede al mio corpo uno sforzo maggiore del solito. Sento le gambe pese e stanche. E lo sono anch’io.
E’ proprio per questo che, appena arrivato in camera, mi butto sul letto, addormentandomi all’istante.

Mi sveglio. Sono le 1.00 di notte.
Capibile, mi sono addormentato alle 20.30; chissà che cosa mi era preso. Probabilmente la stanchezza che mi porto dietro da mesi ha avuto il sopravvento.
Mi metto a sedere sul letto, con la schiena appoggiata al muro. Un brivido mi percorre l’intera spina dorsale, un po’ per il freddo, un po’ per essermi finalmente reso conto fino in fondo del significato delle parole di Louis. Adesso davvero non sarebbe più venuto a trovarmi nella mia camera, come aveva fatto appena la notte scorsa.
Non credo che troverò mai qualcuno che riesca a farmi dimenticare del mio amore per Louis, qualcuno che mi faccia stare bene anche senza di lui, che prenda il suo posto. Da una parte ne sono felice; non voglio dimenticarmi di quello che c’è stato fra di noi, almeno per ora, dato che lo amo ancora. D’altronde, però, non posso neanche impiegare il resto della mia vita pensando a lui. Mi ha rifiutato ed è bene che lo accetti il più presto possibile.
I miei pensieri vengono interrotti, ancora, ma stavolta dall’arrivo di Liam in camera mia, gli occhi che brillano dalla gioia.
-Harry, scusa se ti disturbo a quest’ora, solo che ho una notizia che non può aspettare neanche un minuto di più! A proposito, come mai non sei venuto di là con noi? Abbiamo parlato e mangiato qualcosa. Non fare sempre così, dai. Comunque, tieni qua.- Mi porge tremante un biglietto che teneva nella mano sinistra e che io non avevo nemmeno notato. Non credo di avere il coraggio di guardare. Tuttavia, la curiosità prende il sopravvento e mi ritrovo a leggere quel biglietto bianco, al cui centro ci sono due nomi, una data e un’ora, un luogo e il mio nome. Un invito ad un matrimonio. Il matrimonio di Louis e Eleanor. Mi sento mancare ed è una fortuna che sia a sedere con la schiena ben attaccata al muro.
-Non è bellissimo?- Esclama Liam, gli occhi stavolta colmi di lacrime. -Era così tanto che volevo si sposassero, ed ecco finalmente il momento migliore della sua vita! Non vedo l’ora che lo dica al mondo intero. Finalmente la smetteranno con questa stronzata della vostra storia d’amore che, ammettiamolo, non è mai esistita.- Non dico nulla, mi limito a fissare il biglietto in preda al panico, così Liam riattacca a parlare. -Dai, Harry, vai a far loro i complimenti, tanto sono entrambi nella stanza di Louis. Ma almeno bussa, perché probabilmente rischieresti di interrompere un momento intimo.- Ride. -Ora devo andare di là a dare la notizia ai manager, ci vediamo più tardi, eh?- Se ne va chiudendosi la porta alle spalle.

Da quando ho ricevuto quel biglietto, diversi minuti fa, non mi sono mosso di un centimetro, e non accenno a farlo. Sono troppo scioccato. Ora, almeno, so per certo che non aveva la minima intenzione di tornare a chiedermi scusa. Non mi sarei illuso.
Qualche minuto dopo mi sdraio sul letto in preda alla disperazione più totale e mi abbandono al sonno.

La mattina dopo vengo svegliato da diversi colpi piuttosto forti alla porta della mia camera.
-Harry, forza! Siamo già tutti pronti, qua fuori. Datti una mossa.- E’ Niall.
Mi infilo i primi pantaloni che mi capitano sotto mano e la prima maglietta che noto nella valigia. Una stupida maglietta su cui c’è scritto ‘Real love is forever’; non potevo trovarne una più inadatta. La solita merda.
Ancora assonnato esco dalla camera, trovandomi davanti gli altri membri della band impegnati ad ammirare l’anello di fidanzamento di Eleanor.
Porca puttana, me ne ero già dimenticato. Come cominciare la giornata in maniera peggiore? Adesso mi sento un peso nello stomaco ancora più forte di quanto non fosse ieri. Vorrei avere io la fortuna di sposare Louis, e di portare un anello regalatomi da lui sull’anulare della mia mano sinistra; sarebbe bellissimo. Ma decisamente impossibile.

La giornata trascorre piuttosto lentamente, fra risate generali e sguardi rapidi da parte di Louis. Quando finalmente Eleanor se ne va, lo chiamo da parte.
-Non potevi almeno dirmelo di persona che avevi intenzione di sposarla? E, poi, credo che fosse da tempo che pensavi di farlo; perché, allora, l’altro giorno hai lasciato che succedesse tutto?
-Non sapevo quale sarebbe stata la tua reazione e, a dire la verità, la temevo. Comunque sia, fattene una ragione; adesso sono totalmente impegnato con Eleanor e devi lasciarmi in pace.- Se ne va, evitando di rispondere alla mia domanda.
Fa sempre così, quando non sa cosa rispondere. Se era davvero quello che voleva, perdere del tutto le distanze con me, allora lo avrebbe avuto.
Adesso mi sento male, sia fisicamente che psicologicamente. Nonostante voglia convincermi che ce la farò a superare il rifiuto da parte di Louis, in cuor mio non ne sono così sicuro. Ne devo parlare con qualcuno; è strettamente necessario, oserei dire indispensabile. Devo piangere, sfogarmi, struggermi, ma devo farlo con qualcuno che mi capisca e che non mi giudichi. E adesso sono lontano da casa, non posso dire tutto a mia madre o a qualche mio familiare. Devo trovare una persona che potrebbe darmi una mano, ma che si trovi nei paraggi. Liam; no, meglio di no. Lui non ha mai creduto alla storia fra me e Louis e se glielo confermassi...non riesco ad immaginare quale potrebbe essere la sua reazione. Zayn; lui conosce già i miei sentimenti, ma odia il fatto che possa pensare di ammetterlo al mondo, mettendo così a rischio lui e l’intera band. Rimane Niall; giusto! Lui potrebbe davvero consolarmi: con me è sempre stato particolarmente gentile e comprensivo..

-Niall, scusami, hai un po’ di tempo? Dovrei parlarti.
-Oh, Harry. Certo! Dimmi tutto.
-Possiamo andare in un posto un po’ più riservato?- Intorno a me si affollavano i manager e gli altri ragazzi con degli amici.
-Sì, sì, ovvio.
Ci spostiamo in un parco giochi poco lontano, e ci sediamo su una panchina di ferro dipinta di verde.
-Insomma, Harry, qual è il problema?
-Sei l’unico con cui posso parlare di questa cosa. Ti prego, non giudicarmi e non reagire male a ciò che sto per dirti. Per me non è così semplice.
-Non ti giudicherò, sei uno dei miei migliori amici! Sono pronto a tutto.- Dice sorridendo.
-Sono innamorato di Louis.- Decido di dirglielo chiaramente, senza troppi giri di parole.
-Harry, sei serio?
-Mai stato più serio di adesso.
Vedo la sua espressione cambiare da sorridente a incredula. Non è un buon segno, non esattamente.
-Quant’è che lo sai?
-Circa tre anni, ormai.
-E perché non me l’hai mai detto?
-Mi dispiace tanto. Liam non lo sa ancora, e Zayn non lo saprebbe se non l’avesse scoperto da sé l’anno scorso.- Lo vedo davvero turbato, così continuo. -Niall, so che per te è scioccante, ma io non sapevo con chi parlarne.
-Harry, stai tranquillo. Sono felice che tu me l’abbia detto, questo significa che ti fidi di me. Io non ti tradirò mai, ti voglio un bene infinito. Però, prima di poterti aiutare, devo capire alcune cose.
-Grazie mille. O mio Dio, non credevo che avresti reagito così bene. Chiedi tutto quello che vuoi.
-Prima di tutto, lui lo sa?
-Sì, certo. E fino a qualche giorno fa le cose andavano alla grande, nel senso che spesso ci vedevamo e stavamo insieme. Ed Eleanor era sempre stata la sua copertura. Almeno, così credevo. Credevo anche che lui, alla fine, avrebbe scelto me. Ma adesso ho capito che in realtà ero io la seconda scelta. E la verità è che sto davvero male da quando hanno deciso di sposarsi.
-Harry, oh Dio, non puoi immaginare quanto mi dispiace. Io, però, credo che neanche Louis stia passando un così bel periodo; lo vedo triste e davvero molto demoralizzato e, ora che mi hai detto tutto, credo che il suo stato d’animo possa essere ricollegato a ciò che è successo fra di voi.
-Davvero lo credi? Probabilmente è soltanto in ansia per i preparativi del matrimonio.
-Non penso proprio. Secondo me è davvero giù per com’è finita la vostra relazione. Perché non gliene parli? Chiedigli perché non è felice, ora che finalmente dovrebbe esserlo, dato che sta per sposare la donna che sostiene di amare.
-Non voglio essere rifiutato una seconda volta. Ci sto già abbastanza male. Però la speranza che ciò che dici sia vero mi spinge a chiedergli spiegazioni, sul serio.
-E allora fallo, che cosa aspetti Harry?
-Grazie di tutto, Niall. Ti voglio davvero bene.

Scappo a cercare Louis dove eravamo tutti insieme prima che io mi ritirassi a parlare con Niall, ma là non c’è più nessuno. Così prendo il mio telefono e seleziono ‘Louis’ nella rubrica, premendo il tasto ‘Chiama cellulare’.
-Harry?- La sua voce è atona.
-Louis, devo parlarti.
-Quando e dove?
-Quando e dove vuoi.
-Allora, stasera dopo cena in camera mia, ma solo per dieci minuti.
Attacca. E’ stato così freddo. Forse Niall non aveva ragione, probabilmente avrei fatto meglio a starmene zitto e fermo.

In hotel è l’ora di cena, ma Louis non si presenta. Mangio poco e non ho affatto fame, così me ne vado subito, dirigendomi verso la porta della sua camera.
-Louis?
-Puoi entrare.
Entro nella camera e trovo Louis seduto sul letto con il cellulare in mano; probabilmente stava parlando con Eleanor.
-Allora, cosa dovevi dirmi?
-Louis, io voglio delle spiegazioni a ciò che mi hai detto questa mattina. In più, ultimamente ti vedo davvero triste, e vorrei capirne il motivo.- Non mi guarda neanche in faccia, e continua a muovere le dita sullo schermo del telefono, rapidamente. -Puoi almeno guardarmi mentre ti parlo?
Louis alza la testa con aria scocciata, ma che lascia trapelare l’insicurezza che ormai accompagna la sua vita da anni.
-Io non devo dare spiegazioni a nessuno. Ti ho detto che abbiamo chiuso definitivamente i rapporti, e devi accettarlo. Devi smetterla di venirmi a cercare e tentare di riconquistarmi, con gli sguardi e tutto il resto!
-Louis, ma sei stato tu il primo a guardarmi! Oggi non hai fatto altro se non fissarmi! Mi dici qual è il tuo fottuto problema?
-Sei tu, Harry. Tra poco arriverà Eleanor, vattene.
La delusione che ristagnava nel mio corpo prende di nuovo vita e cresce sempre di più, fino a trasformarsi in rabbia; così, mi dirigo immediatamente verso la porta e non mi volto neanche una volta fino a che non sono fuori dalla sua stanza.
Ma giuro di aver sentito un sussurro, qualcosa, poco prima di chiudere la porta, sbattendola. Soltanto due parole, che sono certo siano arrivate alle mie orecchie: ‘Perdonami.’ Sono talmente arrabbiato che non mi importa se è pentito; l’amore non è far soffrire le persone a cui tieni, è renderle felici con tutto te stesso, a costo di soffrire tu, in prima persona. Evidentemente Louis non la vedeva così. O forse quello che aveva detto era solo un’altra delle sue bugie, l’ennesima.
Torno nella mia stanza, deluso. Ancora. Mi stendo sul letto, ma non riesco a prendere sonno. Nella mia mente si affollano immagini di Louis che bacia Eleanor, di Louis e Eleanor che fanno l’amore, di Louis che tra poco sposerà Eleanor. E, così, per me non ci sarà neanche più una minima speranza, la più piccola e insignificante. Verrà distrutta, per sempre.
Ed è con questa consapevolezza che mi addormento, in una serata che è in assoluto la peggiore della mia vita.
   
 
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