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Autore: Miranh    01/12/2014    2 recensioni
Ciao a tutti! Ecco qui come promesso il terzo libro della saga, che continua la storia da dove l'avevamo lasciata! Qui vedremo i nostri protagonisti alle prese con forse le loro più grandi e difficoltose sfide della vita. Vi saranno difficoltà, ma anche nuove grandi meraviglie. Buona lettura! ^^
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 6. “ Il giuramento ”

 

 

Zozo tornò svelta alla Rupe, accompagnata da Rafiki. Ciò che lui vide, una volta arrivato, lo fece sorridere: Mohatu riunito finalmente con la sua amata figlia, che tanto aveva atteso. Ma la meraviglia più grande fu quella di poter vedere di nuovo Ahadi.

Uru corse svelta ad abbracciare affettuosamente il caro mandrillo. Anche Ahadi gli si avvicinò contento di rivederlo. Tra i due ci fu uno sguardo ricco di complicità: << Vedo che finalmente sei tornato >> disse Rafiki << Sono fiero di questa tua scelta >>

Ahadi lo abbracciò, lasciando l'amico leggermente sbigottito da quel gesto inaspettato: << I consigli, di cui mi hai fatto dono tempo fa, sono serviti per molte cose, Rafiki. Grazie di cuore >>

Il mandrillo sorrise ancora, felice di aver sentito l'animo di Ahadi ricolmo di una nuova luce e ricambiò l'abbraccio. Dopodiché si fece accompagnare nella grotta dove si erano rintanati i nuovi arrivati. Si presentò a loro gentilmente e offrì il proprio aiuto al giovane Laio. Il resto delle leonesse si era allontanato per una battuta di caccia, con lo scopo di procurare il cibo per i viaggiatori tornati.

Le mani esperte del mandrillo operarono a dovere la zampa ferita. Trovò i punti più dolorosi e vi cosparse sopra una serie di rametti ed erbe per immobilizzarla. Tuttavia non sarebbe mai stato possibile per il giovane recuperare completamente l'uso dell'arto. Le ossa si erano molto ingrossate per riaggiustarsi da sole ma il continuo movimento del viaggio aveva peggiorato il tutto. L'unica cosa che Laio poteva fare era di restare fermo il più possibile fino ad un possibile miglioramento.

Kesi e i suoi figli si sorpresero. Mai avrebbero pensato che un branco di leoni potesse condividere la propria amicizia con altre specie differenti. Ciò contribuì ad alimentare ancora l'opinione positiva che si erano fatti nei confronti del re.

Laio rimase alquanto incuriosito dalle capacità curative del mandrillo. Le sue mani gli avevano donato sollievo dai dolori lancinanti che lo perseguitavano. Continuando ad osservarlo per bene, il giovane leone si fece sfuggire una domanda: << E' incredibile... Come hai imparato tutte queste cose? >>

Rafichi sorrise e dopo qualche secondo gli rispose: << In passato sono stato allevato da una tribù di esseri umani. Ho vissuto con loro abbastanza a lungo da poter osservare molte delle loro conoscenze. Ma drammatiche circostanze mi separarono da loro. Da allora ho appreso come sopravvivere nella giungla, cercando di mettere in pratica ciò che ho imparato e col tempo sono diventato esperto >>

Elvira sussultò: << Sorprendente! Vero, mamma? >>

Kesi annuì: << Siamo capitati davvero in un bel posto. Grazie davvero per l'aiuto prestato a mio figlio >>

<< Era mio dovere >> rispose Rafiki << E, qualsiasi cosa abbiate bisogno, non esitate a farmi chiamare. Mi raccomando per te, giovane Laio. Devi rimanere in assoluto riposo per un po' di tempo >>

<< D'accordo. Grazie mille >> rispose il giovane riconoscente.

Rafiki li salutò e usci dalla grotta, dove lo aspettavano il re con la figlia e Ahadi, assieme ad Hydo con i suoi cuccioli. Il mandrillo disse loro che le condizioni di Laio erano abbastanza stabili, ma bisognava prevenire ulteriori danni all'arto. Uru, vedendolo in procinto di andare via, gli chiese di restare un altro po' con loro, ma Rafiki fece no con la testa e aggiunse sorridendo: << Tanto ci rivedremo molto più presto di quanto pensiate >> e fece l'occhiolino rivolto a lei e ad Ahadi prima di andarsene, lasciando i due un attimo di stucco.

Kesi uscì fuori dalla grotta intenta a ringraziare ancora una volta Mohatu per l'ospitalità: << Maestà, non so proprio come ringraziarvi per la vostra generosità. E' la prima volta che un intero branco ci rivolge tanta gentilezza. Vi sono davvero grata per tutto >>

Mohatu le sorrise affabilmente: << Non deve essere stato facile per te allevare due figli sena la minima protezione di un branco. Spero che finalmente qui possiate trovare un po' di riposo e sopratutto una famiglia su cui contare >>

Kesi sentì una lacrima solcarle una guancia e chinò il capo in segno di rispetto. Uru le andò incontro contenta, sfiorandole il muso con il proprio.

Le altre leonesse tornarono dalla caccia con una grossa preda e tutti insieme si misero a consumare il pasto.

Il Sole pomeridiano aveva scaldato con cura ogni roccia della Rupe facendone comodi posti per riposare. Mohatu si era momentaneamente ritirato verso l'apice della rupe ad ammirare dall'alto la figlia bene accolta dai suoi amici. Athena stava sdraiata ad allattare i suoi piccoli accanto ad Hydo ed Helya. Iinsieme agli altri membri del branco stavano riuniti attorno ad Uru ed ad Ahadi per ascoltare le avventure che avevano vissuto durante il lungo viaggio. Anche Zozo si fermò ad ascoltare, accovacciata sul ramo di un alberello. I due raccontarono di come si erano rincontrati e di come da allora operavano insieme per portare aiuto agli altri. Preferirono evitare di parlare delle esperienze più pericolose e dolorose. Non era bene per l'atmosfera gioiosa che si era creata. Fra le leonesse ve ne era una dagli occhi celestini che si avvicinò ad Ahadi. Lui la riconobbe: << Rina? >>

<< Quanto tempo, Ahadi >> disse lei << Mi fa piacere rivederti >>

<< E' un piacere anche per me. Ti trovo bene >>

<< Grazie >>

Dietro di lei si avvicinò una giovane adolescente: << Questa è mia figlia Laika. Ha un anno di età >>

<< Piacere di conoscerti >> disse lui gentilmente;

La giovinetta arrossì e sorrise timidamente, colpita dal bell'aspetto del leone: << Piacere mio, signore... >>

Rina tornò al discorso: << Sono davvero contenta che entrambi siate tornati sani e salvi, e sopratutto che il fato abbia deciso di riunirvi come era bene che fosse. C'è sempre stato un legame indissolubile tra voi due, un legame che mai nessuno sarà in grado di spezzare. E lo sbocciare dell'amore era inevitabile. Vi auguro di essere felici >>

Uru e Ahadi sorrisero contenti e la ringraziarono di buon cuore. Era davvero una splendida giornata per loro. Ma Uru notò presto l'assenza di un suo caro amico e si rivolse ad Hydo: << E Khendo? Dov'è? Ci sono tutti tranne lui >>

Lo sguardo di Hydo si ammutolì, così come quello di Helya ed Athena. Uru e Ahadi li osservavano con occhi interrogativi cercando di capire. Hydo iniziò a parlare: << Purtroppo non so dove sia. E' qualche mese che è sparito senza preavviso. L'ultima volta che lo vidi fu poco tempo prima che Athena partorisse. Era andato a far visita a suo padre, ma al ritorno lo avevo trovato molto turbato. E il giorno dopo non era più da queste parti >>

Uru si rattristò: << E' forse successo qualcosa? >>

Hydo scosse la testa: << Non ne ho idea. Ho provato a cercarlo, ma quando sono nati i cuccioli ho preferito restare momentaneamente qui >>

<< Capisco... >> Uru chinò il capo pensierosa. Moriva dalla voglia di vederlo, ma dentro di sé albergava anche il desiderio di accertarsi se lui fosse stato veramente a conoscenza dei piani di Zhymu attuati per uccidere Ahadi...

A rompere l'atmosfera rigida fu Helya, che spronò tutti a sorridere comunque, visto che quello era un giorno di festa per loro. Bisognava goderselo. Il resto poteva aspettare.

Intanto Mohatu era sceso giù dalla grande roccia e andò incontro ai giovani. Invitò Ahadi ad andare a fare una passeggiata con lui: << In questo momento gradirei molto conversare un po' con te. Mi accompagneresti a fare due passi? >>

Ahadi ebbe la sensazione che la conversazione si sarebbe incentrata su argomenti molto seri. Ci fu un attimo di esitazione, ma accettò l'invito del re e lo seguì.

Uru li osservò mentre si allontanavano in direzione della savana. Il suo cuore si riempì di apprensione e di speranza. La loro relazione non sarebbe rimasta nascosta ancora a lungo all'intuito del padre.

 

Ahadi camminava al fianco di Mohatu, mantenendo lo sguardo fisso a terra, mentre il re volgeva gli occhi verso il lontano orizzonte. Si alzò una brezza che scompigliò le criniere di entrambi. Fu allora che Ahadi si ricordò di una cosa e cominciò a parlare: << Quasi dimenticavo... Durante il mio viaggio solitario ho incontrato un numeroso branco di leoni. Il loro capobranco si chiama Kaius. Mi ha ospitato per qualche tempo >>

Mohatu si voltò a guardarlo stupefatto: << Kaius? >>

<< Esatto. Ti rivolge i propri saluti. Mi ha raccontato un po' del vostro passato >>

Mohatu per un po' rimase senza parole. Erano anni che non sentiva nominare Kaius e nella sua mente si riaccesero numerosi ricordi della sua infanzia.

Ahadi continuò a parlare: << Sai, in un primo momento mi stupii della somiglianza che aveva con te. Ho perfino pensato che poteste essere imparentati >>

<< In un certo senso è vero... >> commentò Mohatu << ...io e lui siamo cugini >>

<< Sul serio?! >> Ahadi si sorprese << Kaius non ne aveva fatto parola... >>

<< Invece è così >> affermò il re sorridendo << Sono contento di sapere che stia bene. Cos'altro ti ha raccontato? >>

Ahadi riordinò le parole nella sua mente e continuò: << Ho scoperto che conosceva mia madre. Anche lei era stata ospitata nel branco tempo prima della mia nascita >>

<< Davvero? Questa sì che deve essere stata una bella sorpresa per te >> commentò Mohatu;

Ahadi annuì: << Già. Ha anche detto di avere un fratello minore, ma non aveva più avuto sue notizie da molto tempo >>

<< ..... >> l'espressione di Mohatu si rabbuiò. Voltò la testa dall'altra parte per nascondere le forti emozioni che imperversavano dentro di lui.

<< Va tutto bene? >> si preoccupò Ahadi.

Il re sussultò e tornò in sé: << Ah...Sì, sto bene >> e tornò a guardarlo in volto per cambiare argomento << ...a dir la verità volevo parlarti di una cosa importante, Ahadi >>

Ahadi acconsentì: << Dimmi pure >>

<< Uru ormai è cresciuta ed è diventata una leonessa responsabile. Presto toccherà a lei proteggere la savana al mio posto. Ma non voglio che resti sola... Ed ora che sei tornato non hai idea di quanto io mi senta appagato al pensiero che possa esserci tu con lei >>

Ahadi spalancò gli occhi sorpreso e decise di non nascondere più i suoi sentimenti: << A proposito di questo...! Finora io ed Uru abbiamo taciuto per timore. Mi considero già molto fortunato ad essere stato riaccolto nel vostro branco. Ma ora vorrei dirtelo sinceramente: ciò che mi ha spinto a tornare non è stata solo la mancanza di questo posto. Io...sono innamorato di Uru. La amo più di ogni altra cosa al mondo. E vorrei essere un compagno degno di lei...e degno di te >>

Mohatu sorrise felice. Quest'affermazione era ciò che sperava di sentire:

<< Chi meglio di te potrebbe restare al fianco di mia figlia? Sei stato come un figlio per me, e lo sei tutt'ora. Uru non aveva mai smesso di pensare a te. Ancora non riesco a credere che tu sia tornato... Il fatto che vi siate ritrovati è stato certamente una benedizione >>

Il cuore di Ahadi sussultò per la gioia. Era troppo bello per essere vero...

<< Stai parlando sul serio...? Mi permetterai davvero di restare al fianco di Uru? >>

Il re annuì. A quel punto Ahadi non riuscì più a trattenersi e lo abbracciò affettuosamente. Non trovava le parole per esprimergli gratitudine. Non esistevano parole per dire quanto fosse infinitamente grande la sua felicità in quel momento.

Dopo l'abbraccio, Mohatu tornò a guardarlo seriamente: << Però sappi che la vita qui sarà molto impegnativa e piena di responsabilità. Gestire un intero regno è arduo. Devi sempre guardare con occhi disinvolti ciò che ti circonda e agire di conseguenza per il bene dell'equilibrio della vita. Sei consapevole di questo? >>

Ahadì annuì serio.

<< Sei disposto a condividere questo enorme peso assieme a mia figlia? >>

Annuì di nuovo: << Sì, per quanto arduo possa essere, sono pronto ad apprendere il ruolo che mi spetta >>

Mohatu tornò a sorridere: << Molto bene >>

 

La giovane Uru, ignara di tutto, continuava a camminare in cerchio con la testa tempestata di pensieri. Era tesa, molto tesa. E preoccupata. Gli amici cercavano di farla rilassare, ma non servì a molto. Tutta l'attenzione fu poi rivolta verso le sagome lontane dei due leoni che rientravano a casa. Lei non riuscì a resistere e corse loro incontro. Gli si fermò davanti, col fiatone che fuoriusciva dai suoi polmoni: << Allora... >> disse << Tutto bene...? Di...di cosa avete parlato? >>

I due leoni fecero un risolino: << Rilassati, figlia mia. Non hai motivo di preoccuparti >>

<< Vorresti dire che... >>

<< Sì. Tu e Ahadi avete la mia benedizione >>

La giovane saltò di gioia e abbracciò il padre: << Oh, papà... Grazie! Grazie di cuore >> e si rivolse ad Ahadi strofinando dolcemente il capo con il suo << Sono così felice >> disse lei;

<< Anch'io >> rispose lui.

Mohatu li osservò teneramente. Era davvero contento.

<< Mi dispiace interrompervi, ma... >>

I due si voltarono e Mohatu continuò:

<< ...vi avverto però che le prossime due settimane le trascorrerete con me a prepararvi. Dovrete imparare bene ad affrontare questo grande passo. Poi sarà il momento propizio per il vostro giuramento >>

 

E andò così. Ogni giorno della settimana Mohatu portava con sé la figlia ed il futuro genero. Addestrò sopratutto Ahadi ai doveri di un buon sovrano. Restavano fuori anche fino a tarda notte pur di completare l'istruzione. La pratica era importante quanto la morale. Ascoltare, osservare, annusare divennero i principi di ogni azione consecutiva. Il rispetto verso le altre creature era fondamentale, ma nei casi critici bisognava dimostrare determinazione ed intraprendenza. Lezioni di vita da portare sempre dentro di sé. E due settimane passarono...

 

Il Sole aveva raggiunto il punto più alto del cielo ed irradiava tutto ciò che capitava sotto ai suoi caldi raggi. Zozo compieva ampie virate in volo, ammirando la grande folla composta dagli abitanti del regno riuniti ai piedi della Rupe in attesa dell'affacciarsi del re.

Il branco era riunito in cerchio difronte alla grotta più alta. Al centro di quel cerchio si trovava Ahadi con accanto Rafiki, che aspettavano l'uscita di Mohatu e di Uru dalla grotta. Il leone era più emozionato che mai. Rafiki si sentiva davvero fiero: << Alla fine ci siamo, figliolo. Chi l'avrebbe mai detto? >>

<< Già >> rispose Ahadi << Fino a poco tempo fa non avrei mai pensato che potesse accadermi una cosa tanto bella >>

<< Tua madre è di certo molto orgogliosa di te, come lo è anche la regina Aura. Finalmente si prospetta un buon futuro per te. Una rinascita. Però ammettiamolo...è stata proprio dura ragionare con te! >>

Ahadi rise: << Ah, ah... Hai ragione. Vedrò di farmi perdonare per questo >>

<< Ne sono certo, ragazzo mio >>

Poi tutti fecero silenzio. Il re e sua figlia erano pronti a venir fuori. Una volta usciti, la loro grazia fu incorniciata dalla luce dorata del giorno. Dopo pochi passi si fermarono difronte a Rafiki e ad Ahadi. Tutti erano più emozionati che mai. Ci un lungo periodo di sguardi comprensivi, dopodiché Mohatu rivolse il proprio discorso ad Ahadi: << Sei pronto ad assumerti le tue responsabilità? >>

<< Sì, mio re >>

<< Giuri di restare per sempre accanto a mia figlia, di amarla e proteggerla, coltivando il vostro reciproco rispetto? >>

<< Lo giuro >>

<< E tu, figlia mia, sei pronta a condividere con lui la tua vita e la tua reggenza? >>

<< Sì, lo sono >>

Mohatu fece un respiro profondo: << Bene. Ahadi, te la affido. Da oggi in poi lei sarà tua moglie >>

Uru scambiò un tenero sguardo col padre. Poi lasciò il suo fianco per andare a sedersi accanto al suo Ahadi.

Rafiki si piazzò davanti a loro e posò le proprie mani sui loro capi:

<< Siate benedetti. Abbiate coraggio e proseguite verso il vostro cammino. Giurate senza indugio di mantenere la prosperità e l'equilibrio in questo regno? >>

I due risposero insieme: << Lo giuriamo >>

<< Allora siete pronti ad affacciarvi in direzione del vostro avvenire? >>

Annuirono. Rafiki si scostò ed indicò loro l'apice della grande roccia. Mohatu andò avanti e i due lo seguirono dietro, mentre i membri del branco chinavano rispettosamente le proprie teste al loro passaggio.

Giunti alla sommità l'aria fu tagliata da un fiero ruggito da parte del re. Alla sua voce possente si unirono quelle dei due sposi e quelle di tutto il branco. La folla attorno alla rupe sollevò un gran clamore composto da centinaia di versi che insieme davano vita ad un glorioso coro, come mai si era udito in precedenza.

Una volta finita la cerimonia, Mohatu guardò con orgoglio i suoi figli. Era così fiero di loro...

<< Andate pure >> disse loro << Questa giornata è vostra. Godetevela più che potete >>

I due lo abbracciarono commossi e salutarono il resto del branco. Poi insieme si avviarono giù dalla rupe e corsero verso la valle, continuando ad ascoltare le felici grida di acclamazione dei loro amici. Mohatu li guardò dalla grande roccia finché non si furono allontanati. Poi chiuse gli occhi sollevò il muso verso il cielo. Fece un altro profondo respiro, lasciandosi accarezzare dalla brezza. Per un attimo gli parve di sentire l'odore della sua amata Aura.

<< Oh, Aura... Nostra figlia è cresciuta splendidamente. Ormai è pronta per affrontare il suo futuro. E' quello che ho sempre desiderato... Eppure sento ancora uno struggente desiderio di tenerla sempre stretta a me e proteggerla. Ma sono così felice per lei... >> sentì un dolce dolore nel petto ed un nodo alla gola. Le lacrime scesero giù calde e veloci. Le zampe gli cedettero ed ebbe un crollo. Rafiki gli corse vicino sorreggendogli il capo con le braccia:
<< Mohatu! Rispondimi! Tutto bene? >>

Kesi si avvicinò preoccupata assieme agli altri amici. Il re riaprì gli occhi ed appoggiò la testa sul petto di Rafiki.

<< Sto bene...non preoccupatevi. E' solo che in questo momento sono così felice, ma anche pieno di emozioni contrastanti...Ho bisogno di sfogarmi un po' >>

Rafiki gli accarezzò la criniera: << Ti comprendo. Sei libero di sfogarti quanto vuoi >>

<< Grazie... >> Le lacrime ripresero a scorrere e continuò a singhiozzare sul petto del mandrillo sotto sguardo intenerito e commosso del suo branco.

 

Col vento che sfiorava con forza i loro corpi in corsa verso l'orizzonte, Ahadi ed Uru andavano avanti senza fermarsi, totalmente pervasi dalla loro felicità.

  
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