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Autore: LilyOok_    01/12/2014    8 recensioni
2929 T.E. - Ered Lûin.
Emyrin è una giovane cameriera dai capelli ribelli color carota.
In una serata come le altre, si presentano alla locanda della vecchia Dhelia Thorin, Fili e Kili e...
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kili, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2. Capitolo due.
 
 Il martedì era il giorno peggiore della settimana per Emyrin poiché Dhelia la faceva sgobbare sempre il doppio essendo quello dopo il suo giorno libero.
Quella mattina l’aveva buttata giù dal letto con la forza. Non aveva avuto nemmeno il tempo di fare colazione che si era ritrovata già con il foulard intesta e lo straccio in mano.
Sbadigliò sonoramente, mentre usava l’olio di gomito per far venir via la robaccia dai vetri della locanda.
“Erin!”
“Emyrin, Emyrin, Emyrin! Per Mahal, non è difficile da pronunciare!”
“Non imprecare e vieni subito qui!” La rimbeccò Dhelia.
Scesa dallo sgabelletto con un balzo e andò dalla Nana.
Quella la stava aspettando a braccia conserte con la sua solita espressione da cane al quale hanno tolto l’osso.
E a proposito di cane, dalla porta fece capolino la testa di Rhor.
Emyrin tranne il respiro.
“Quante volte ti ho già detto che questo cane deve sparire?” Si lamentò la vecchia.
“Non ha un posto dove stare. Ho chiesto un po’ in giro in città, ma nessuno sembra volerlo prendere con sé.” Si giustificò lei.
“Allora portalo nel bosco e lascialo lì!”
“No! Ma scusa, che fastidio ti da se ne sta buono nel vicolo?”
“Non ci deve stare e basta. Non lo voglio qui, né sulla porta principale né nel nostro retrobottega, intesi? Vedi di farlo sparire o lo farò io stessa.” Le disse, battendole un indice sul petto per poi superarla.
La giovane guardò il tenero musetto di Rhor e sospirò sconsolata.
“Aspettami qui, Rhor, non muoverti. Intesi?”
 
 
Tornò con tanto di mantella beige e sciarpetta rossa.
“Andiamo piccolino...” Gli disse, e Rhor la seguì.
Uscì dal vicolo entrando nel pieno della vita cittadina di Gabilgathol. Erano poche le volte che accadeva. Non usciva quasi mai dalla locanda se non per delle rare commissioni che Dhelia le affidava.
Non voleva che andasse girando per le vie della città, ma non le aveva mai detto il perché.
Il mercoledì la osservava dalla porta finché non spariva tra gli alberi del piccolo bosco di fianco al locale.
Non sopportava di essere controllata a vista, ma almeno quando era nella radura era sola e in pace con sé stessa. Quando pioveva e non poteva recarvisi, passava anche il suo giorno libero a lavorare senza ricevere un mero centesimo.
“Sta attenta.” Le disse un Nano su un carro che per poco non la investì. Assorta nei suoi pensieri non si era accorta di essere già sulla strada principale.
Prima di attraversare guardò a destra e a sinistra e finalmente fu al mercato.
Era una bella giornata e la maggior parte delle Nane era in giro con i figli per le bancarelle della piazza centrale.
Emyrin inspirò l’aria fresca che le solleticava la pelle. La neve ai bordi della strada, la fontana ghiacciata, e i bambini che giocavano a rincorrersi imbacuccati fino al midollo dalle madri premurose; tutto quello le metteva gioia nel cuore.
Rhor abbaiò e riportò la ragazza alla realtà.
“Dove ti porto io, eh?” Chiese la cagnolino, che la guardò piegando il capo di lato. Poi tirò fuori la lingua e le leccò la mano con la quale lo stava accarezzando.
Sospirò.“Vieni, Rhor, andiamo.”
Si guardava in torno mentre passava fra le varie bancarelle. Si fermò davanti a una che vendeva dei bellissimi gioielli. Li osservava ammaliata. Quanto le sarebbe piaciuto potersene permettere uno.
“Osserva questi, mia cara, si intonano ai tuoi occhi color nocciola.”
La voce delle vecchia Nana dietro il bancone le fece alzare lo sguardo.
Le stava mostrando due cerchi dorati, non troppo grandi, da mettere al posto dei piccoli orecchini che portava.
“Sono molto belli, avete ragione, e la ringrazio ma non posso permetterli.” Le disse, sorridendole.
La vecchietta scese dalla seggiola e le andò accanto con uno specchio.
Le mise un cerchio vicino l’orecchio e la fece specchiare.
“Guarda come ti donano.” Le disse.
“Già...” Scappò alla giovane.
“Si vede che ti piacciono molto. Prendili, te li regalo.”
Emyrin si scostò subito dallo specchio.
“Oh no, non posso accettare.” Disse, mettendo le mani in avanti.
“Perché no? Questi gioielli li faccio con le mie mani; ne farò degli altri. Prendili.” Le disse ancora la vecchietta.
“No, davvero... io non-”
Ehi, giovane Nana, guarda dove vai.”
Indietreggiando, Emyrin era finita contro una Nana. La sua voce limpida suonò melodiosa alle sue orecchie.
Si voltò per chiedere scusa ma rimase a bocca aperta.
“Principessa... Valar, chiedo scusa, non vi avevo visto.” La ragazza chinò il capo in segno di rispetto e sperò con quel gesto di non far notare come fosse diventata rossa in viso.
‘Ma perché faccio tutte queste figuracce...’
“Alza il viso.” Le disse Dìs, sorridendo.
Emyrin lo fece e incontrò gli occhi azzurri della Principessa.
Quella la scrutò attentamente, dalla testa ai piedi e la Nana si sentì improvvisamente nuda sotto il suo sguardo.
Vergogna, ecco cosa provava in quel momento.
Il suo vestito arancione era sbiadito e leggermente macchiato ai bordi finali. La mantella era rovinata. Per non parlare dei suoi capelli orribilmente disordinati. L’unica cosa decente in lei era forse la sua sciarpa.
“Tu devi essere la ragazza della locanda infondo alla strada, dico bene?” Le chiese Dìs, facendola sobbalzare.
“S-si, sono io.”
“Puoi per piacere rammentarmi il tuo nome?”
“Mi chiamo Emyrin, Altezza.”
“Emyrin... davvero un bel nome.” Sorrise la Nana.
“Vostra Altezza, ditele anche voi quanto le donano questi orecchini dorati.” La vecchia della bancarella si intromise nella conversazione.
“Le ho già detto che non posso permettermeli.”
“E io ti ho anche già detto che te li voglio regalare.”
“Non potrei mai accettare, davvero.”
“Perché no?” Chiese curiosa Dìs.
Emyrin fece un sospiro e abbassò lo sguardo.
Il perché era Dhelia. Quella strega maledetta le avrebbe strappato le orecchie pur di evitare di farle avere qualcosa di prezioso indosso. E sicuramente ne avrebbe tratto profitto lei.
“Prendili.” Le disse la Principessa.
“Ma, Vostra Altezza, io-”
“Non esigo obbiezioni.” La bloccò lei.
“Grazie, grazie mille, Altezza.” Si inchinò di nuovo e di nuovo Dìs le ordinò di rialzarsi.
Da dietro l’ampia gonna blu della Principessa sbucò fuori la testolina del cucciolo.
“Rhor, cosa ci fai lì?! Vieni subito qui!” Intimò e il cagnolino zampettò al suo fianco. “Chiedo scusa, Principessa.”
“È tuo?”
“In verità sto cercando qualcuno a cui affidarlo. La mia padrona non vuole che stia nel nostro retrobottega. Ma nessuno vuole prenderlo sotto il proprio tetto.” Sospirò Emyrin.
“Si chiama Rhor, giusto?”
“Sì.”
“Lirys.” Chiamò Dìs, e una delle sue damigelle si fece avanti.
“Si, mia Signora?”
“Porta a casa il piccolo Rhor e assicurati che abbia tutto ciò di cui ha bisogno un cucciolo di cane.”
“Altezza... non so come ringraziarvi. Avete fatto molto per me oggi.” Emyrin era ammirata. Non aveva mai avuto una conversazione così lunga con un reale, tanto meno con la Principessa di Erebor. E quello che aveva fatto...
‘Oggi i Valar sembrano volermi bene!”
“Saluta il tuo piccolo amico, Emyrin.”
La giovane accarezzò il musetto di Rhor.
“Fai il bravo, eh? Mi raccomando.”
Quando si rialzò, incontrò ancora il cielo che Dìs aveva negli occhi e il suo sorriso.
 
 
Emyrin salutò la sorella di Thorin con un lieve inchino e poi si voltò verso la vecchia. Quella le porse un sacchetto con gli orecchini e le sorrise.
Quando rimise piede nella locanda, Dhelia le gridò contro per il tempo che aveva impiegato con quella stupida bestia e le tolse il pranzo.
Si gettò sul suo letto e nascose gli orecchini sotto il materasso.
                           
 
Quel pomeriggio sembrò infinito.
Le ore passavano estremamente lente e le cose da fare sembravano ancora un’infinità.
Aveva lavato i panni, lavato i piatti, rifatto i letti, pulito la cucina, i bagni e le sale, spazzato ovunque, finito di lavare i vetri e messo a posto le sedie e i tavoli.
“Erin.” La chiamò Dhelia, di nuovo.
“Cosa devo fare ancora?” Domandò la giovane esausta, entrando in cucina.
La vecchia le mise in mano un piatto strabordante di brodaglia verde. “La tua cena.”
“Ehm... non ho molta fame.” Commentò lei, poggiandolo sul lavandino. Anche se aveva i crampi allo stomaco si rifiutava di mangiare quella roba.
Ingrata.” Sputò la Nana, andando ad aprire il locale.
Emyrin sospirò e si allacciò il grembiule in vita.
‘Forza, Emy, tanto prima o poi dovrà schiattare.’
 
 
A dispetto di quell’infernale pomeriggio, la serata fu tranquilla e passò in fretta.
Dopo la chiusura, decise di concedersi un bel bagno caldo rilassante.
Tolse il foulard e liberò i ricci color carota. Si guardò al vecchio specchio ingiallito e sorrise.
L’indomani avrebbe incontrato Kili alla radura.
Era eccitata ma anche un po’ impaurita. Cosa gli avrebbe detto? E lui cos’avrebbe fatto?
Infine decise che ci avrebbe pensato l’indomani stesso e affondò nel catino ricolmo di acqua bollente.
“Finalmente, un po’ di puro e sano relax...” Mormorò chiudendo gli occhi.
L’acqua le era sempre piaciuta, ma mai quanto il fuoco. Adorava osservare le fiamme del camino ardere e sollevarsi in aria. Le era sempre sembrato che danzassero.
Uscì dal catino che l’acqua ormai era diventata semifredda.
Si avvolse l’asciugamano intorno al corpo e andò nella sua stanza.
Asciugò i capelli, massaggiandoli bene e cercò di pettinarli, invano.
Mise la sua camicia da notte e si infilò sotto le coperte. Quella sera si gelava.
Guardò la luna e si chiese cosa stesse facendo in quel momento il secondogenito di Dìs.





















 
-Angolino autrice-
Salve, buonasera, ciao.
Ho appena finito di vedere la première de Lo Hobbit e sono tipo su di giri :3
Anyway, ecco il capitolo.
Vi avverto stubito che non ho intenzione di fare Dìs come tutti la tendono: crudele. 
La mia Dìs sarà una principessa dolce, buttata giù dalle disgrazie che ha subito, ma mai cattiva o meschina.
Ebbene, Emyrin fa sempre figire di m****, un po' come me XD
Kili... :3 Mi manca hahahah non parlo di lui per un capitolo e *MUORO*
Ebbene, spero vi sia piaciuto ^^
E a proposito di questo (poi mi dileguo) , non vorrei dire niente eh ._. però... insomma... un parerino me lo preste anche dare.. 
Anyway, vi amo tutti u.u
Saluti!
Your Lily :D
   
 
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