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Autore: softkitty    02/12/2014    1 recensioni
La protagonista di questa storia è Nicky, neolaureata in lettere e barista per necessità.
Accanto a lei vedremo Noah, il suo fidanzato dalla famiglia ingombrante, Diane, la sua amica di una vita e Oneweek, metodico giovane incontrato in metro.
Attorno a loro ruoteranno vari personaggi, dalla ex fidanzata decisamente poco "ex" alla suocera molto "suocera", passando per genitori amorevoli e amici privi di tatto.
SOSPESA.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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In metro con amore

 

Capitolo 10

 

«Non ci credo! Piove!».

Nicky osservò Daniel entrare da Missy come un fulmine, con la sua ventiquattrore sulla testa.

«Daniel, siamo in primavera, gli acquazzoni sono normali».

Il giovane la guardò fintamente scocciato. «Scommetto che in quella borsa da Mary Poppins che ti porti sempre dietro c'è un ombrello»

«Certo che c'è». Gli fece un sorriso ironico. «Ma non credo possa tenere al riparo una persona così piena di sarcasmo come te»

«Dooom!». Daniel sporse il labbro inferiore. «Non ti faccio pena?».

Nicky scoppiò a ridere. «Il tuo tentativo di corrompermi fa pena». Sospirò, fingendosi sconsolata. «Però, siccome sono una persona buona, altruista, gentile, educata e magnanima ti ospiterò sotto il mio ombrello»

«Quanta gentilezza vostra grazia!»

«Lo so, lo so! Sono troppo buona!». I due uscirono dal locale, schiacciati sotto l'ombrello di Nicky.

«Certo che potevi prendere un ombrello più gran...». Daniel non riuscì a finire la frase, perché si trovò sotto l'acquazzone: Nicky aveva spostato l'ombrello. «Hey!»

«Scusa – disse la giovane con sarcasmo e gli occhi che le brillavano di divertimento – ma il mio ombrellino è talmente piccolo che non riusciamo a ripararci entrambi!»

«Andiamo! Ho gli occhiali! Davvero lasceresti sotto la pioggia una persona che porta gli occhiali?»

«Coraggio lagna, vieni a ripararti!». Raggiunsero l'entrata della metropolitana a braccetto. «Se hai un'auto, perché vieni al lavoro in metro? Ti eviteresti la pioggia»

«Ma rimarrei imbottigliato nel traffico. Non ci penso neppure ad usare l'automobile nelle ore di punta! Impiegherei il doppio del tempo». Nicky si ritrovò ad annuire. «E tu?»

«Io non ho la patente». Daniel avrebbe voluto approfondire l'argomento, ma l'arrivo della metro li interruppe, facendo scivolare la conversazione su argomenti più leggeri.

***

In effetti, il rapporto che i due avevano era evoluto con il passare dei giorni e delle settimane.

«Allora, dove passerai le vacanze? Vai a trovare i tuoi?».

Quella domanda aveva spiazzato Nicky, che si era trovata ad irrigidirsi. «No, non credo proprio. I miei genitori sono morti».

Daniel era rimasto di sasso per un istante, dandosi dell'idiota per quell'affermazione. «Perdonami, non lo sapevo».

La ragazza si era stretta nelle spalle. «Non potevi saperlo, non te ne avevo mai parlato. Mia madre è morta in un incidente stradale quando avevo 6 anni. Mio padre invece è morto per un cancro quando ne avevo quasi 18».

«Deve essere stato terribile»

«Quando è morta mia madre ero piccola, non capivo cosa stesse succedendo. Mio padre e la famiglia della mia migliore amica mi sono stati vicino in ogni momento. Loro sono diventati la nostra famiglia. Poi quando si è ammalato anche mio padre... è stata dura. Fortunatamente, quando è morto, i genitori di Diane si sono offerti come miei tutori legali, così non sono dovuta finire in riformatorio. Quando ho compiuto 18 anni ho lasciato la loro casa e sono tornata nella mia. Vivo tutt'ora lì»

«Allora abiti accanto ai tuoi genitori adottivi?»

«No, loro si sono comprati una villetta poco fuori città quando Diane li ha lasciati per frequentare il college». Fece un piccolo sorriso. «Tu invece che farai nelle vacanze?»

«Colin e Finn hanno organizzato un viaggio in Brasile. Poi passerò qualche giorno a farmi strapazzare dal mio nipotino»

«Da come ne parli, lo adori».

Daniel si aprì in un sorriso molto dolce. «Come potrei non adorarlo?». La fissò per un lungo istante. «Sai, mi sembri molto più felice di prima». Esitò un istante prima di parlare. «Ti manca il tuo ex?».

Nicky piegò leggermente il capo verso destra, squadrando il suo interlocutore, prima di rispondere. «Se ci fossimo lasciati pacificamente, probabilmente mi mancherebbe. Ma per tutte le stronzate che ha fatto nell'ultimo periodo, decisamente no, non mi manca. Come potrebbe mancarmi un essere del genere?»

«Sei forte»

«Non è questione di forza. Solo che...». Sospirò. «Non sono queste le vere tragedie della vita. È solo un coglione che non merita il mio tempo e i miei sentimenti. Non è stata una grossa perdita».

Daniel si perse ad osservarla. «Sai, ti ammiro».

Nicky si alzò dalla panchina, fuori da Missy. «Ora però basta stronzate!». Gli fece l'occhiolino. «Io devo lavorare e credo anche tu».

Daniel guardò l'orologio e annuì. «Tra mezz'ora ho appuntamento con un nuovo cliente»

«Allora faresti bene ad andare! La prima impressione è molto importante»

«Agli ordini, mademoiselle». Le fece un pomposissimo inchino con annesso baciamano e si allontanò, lasciandola stordita e sorridente.

***

«E così sei una persona metodica». Nicky sorrise ed annuì, mentre Daniel, seduto di fronte a lei, ghignava. «Non l'avrei mai detto»

«Anche tu sei metodico».

Il giovane sgranò gli occhi. «Io? Metodico? Non è vero!»

«Ma se – e lo scrutò attentamente – hai un completo per ogni giorno della settimana!».

Daniel spalancò la bocca e la fissò allibito. «Te ne sei accorta? Allora – e le lanciò un sorriso malizioso – mi osservavi da un bel po'»

«Certo!». Nicky lo ammise candidamente. «Come osservo tutte le persone che prendono la metro con noi il mattino. Ci sono il nonnino, la tacchettina e Mrs Mondo».

Daniel scoppiò a ridere seguito da Nicky, annuendo convinto. Senza bisogno che gli spiegasse chi fossero, era riuscito a ricollegare i soprannomi ai personaggi. «E quale sarebbe il mio soprannome?».

La risata di Nicky si bloccò all'istante. «Soprannome?»

«Andiamo! Hai dato un soprannome a tutti, ce ne sarà stato uno anche per me»

«Assolutamente no!».

L'espressione di ostentata innocenza di Nicky non lo convinse. «Non mi freghi, sputa il nome»

«Neppure sotto tortura. Mi porterò il soprannome nella tomba!».

Nella mente di Daniel passarono molte immagini di lui che torturava Nicky. Si riscosse immediatamente, sperando che la ragazza non si fosse accorta di nulla.

«Confesso, anche io sono un metodico di prim'ordine»

«Finalmente ammetti la tua colpa!». Nicky gli diede un calcetto e scoppiò a ridere. «Ogni tanto fa piacere trovare qualcuno con il mio stesso problema!»

«Dovremmo formare un gruppo di sostegno»

«Come gli alcolisti anonimi?»

«Sì, una cosa simile». Si schiarì la voce. «Ciao, sono Daniel e sono un metodico compulsivo». Nicky scoppiò a ridere, appoggiandosi allo schienale e passandosi una mano sulla pancia.

Quanto era bella mentre rideva?

La prese per mano ed insieme scesero dalla metro. «Ci vediamo domani»

«Certo! A domani, Daniel! Buona serata». Nicky si allontanò sorridente, mentre Daniel lottava contro l'impulso di inseguirla, raggiungerla e baciarla.

***

Daniel passava ogni istante libero da Missy, seduto al bancone per approfittare di ogni secondo per parlare con Nicky.

«Invece i tuoi genitori?».

Quella domanda l'aveva un po' spiazzato. «Sono sposati da 36 anni»

«Wow, devono essere un bell'esempio per te e tuo fratello»

«Sì, sono molto innamorati. La prima volta che Terry ha pranzato con noi, ha detto che sembravamo una famiglia da pubblicità di biscotti». Rise, ricordando il suo tono shockato. «Dopo il pranzo si corresse. Non sembravamo una famiglia così, lo eravamo davvero». Inclinò il capo. «In effetti lo siamo ancora»

«Si vede. Ti brillano gli occhi quando parli di loro. E anche del tuo lavoro».

Nicky si allontanò un istante per prendere un ordine, poi tornò da Daniel che riprese a parlare. «Ho la fortuna di fare il lavoro che ho sempre sognato, come potrei non essere felice?». La ragazza portò al tavolo i tre aperitivi. «Stasera c'è la partita. Credo che io, Colin e Finn passeremo di qui»

«Credo che sarò da queste parti, questa sera! Almeno fino a mezzanotte se non voglio essere licenziata». Daniel rise e poi le si avvicinò per darle un bacio sulla guancia e voltarle le spalle per andare nel suo ufficio.

***

Nicky rientrò nel locale sospirando. Cosa c'era di sbagliato in lei?

Senza che se ne potesse rendere conto, Daniel era diventato per lei qualcosa di importante. I loro incontri alla fermata della metro, le chiacchierate seduti l'uno accanto all'altra... Perfino le battute che si scambiavano mentre lei vagava per il locale per pulire i tavoli e lui, seduto al bancone, la prendeva in giro, definendola La Cenerentola del pub.

E poi... Non poteva negare quanto Daniel fosse bello.

Si era accorta di come la fissava, ogni tanto. Non era lo sguardo di un amico, quello. E allora perché non riusciva a lasciarsi andare? Sapeva, era sicura, che Daniel non volesse una semplice amicizia da lei.

No, è da quando sono entrato che muoio dalla voglia di scioglierti i capelli e baciarti

E allora perché non riuscivano a togliersi da quella situazione di stallo?

Ma la domanda vera a cui doveva dare una risposta era: davvero voleva uscire da quella situazione di stallo?

Prese il cellulare e digitò il messaggio, inviandolo prima di pentirsene.

-L'invito per il caffè è ancora valido?-

Con quel messaggio, per Daniel si aprì una nuova situazione.

Era la richiesta di un appuntamento?

Nicky si sentiva realmente pronta ad uscire con lui? O era ancora confusa?

Nonostante tra di loro si fosse instaurato un rapporto decisamente stretto, tra lui e Nicky c'era un muro che impediva loro di iniziare una storia d'amore.

Daniel voleva abbattere quel muro, ma non sapeva come fare. Voleva smontarlo, mattone dopo mattone, con gentilezza, ma Nicky sembrava avere una scorta di cemento per evitare che il muro si indebolisse. Aveva anche pensato di bombardarlo, ma non voleva che Nicky rimanesse ferita dall'esplosione.

Come diavolo doveva comportarsi?

«Daniel, tesoro, che c'è che ti preoccupa? È un caso?».

Il giovane fece un breve sorriso a sua madre che si era presentata nel suo ufficio per un saluto. «No, mamma. Il lavoro è a posto»

«Allora si tratta di una donna?»

«Mamma, non...».

La signora Fisher Morris bloccò il figlio. «Ho capito! Sei troppo grande per parlarmi di queste cose»

«Non è quello. È solo che è complicato. Lei ha appena chiuso una storia importante perché lui l'ha tradita»

«Non saresti mio figlio se non ti impelagassi in queste storie difficili!». Gli accarezzò i capelli. «Pensa che quella pettegola di Teena Bryce mi ha detto che il figlio di Emily Parker è appena stato mollato da...». Quando vide lo sguardo del figlio, Miranda Fisher in Morris ammutolì. «È lei?». Daniel annuì, senza dire una parola. «Daniel...»

«No, fermati. Non dirmi che non è adatta a me, che...».

Miranda lo interruppe. «Non lo farei mai, lo sai che non interessano stronzate come il conto in banca. Volevo solo dirti di essere sincero e onesto con lei. Deve aver già sofferto molto». Quella frase gettò Daniel, se possibile, ancora più nello sconforto. Voleva che Nicky si aprisse con lui, ma era davvero una mossa saggia? Dopotutto neppure lui le aveva detto proprio tutto riguardo se stesso.

Doveva vederla e parlarle, immediatamente.

***

-Certo, passo a prenderti domani per le 9, ti va?-

Nicky lesse il messaggio e sorrise. Forse non era la sola a volere che le cose si evolvessero.

-Perfetto! A domani ;-)-

Poggiò il telefono e si lasciò andare ad un sospiro, che Benny intercettò subito. «Cosa ti tormenta, giovane amica?»

«Nulla. Domani vedo Daniel»

«Sai che novità! Vi vedete tutti i giorni»

«No, domani ci vediamo per un caffè».

Benny spalancò la bocca. «Un appuntamento? Dannazione! Ha vinto Diane!».

Nicky la fissò confusa. «Diane? Vinto?»

«Abbiamo fatto una scommessa! Secondo lei il vostro primo appuntamento sarebbe stato dopo meno di un mese dal suo discorso sulla friendzone, mentre secondo me sarebbe avvenuto molto più tardi! Ha vinto lei! Devo pagarle un massaggio da Jacques!».

La giovane guardò la collega allibita. «Voi due scommettete sulla mia vita privata?». Si finse profondamente offesa. «Che cazzo di amiche che ho!». Nicky sbuffò, ignara che qualcun altro, poco distante da lei, stava avendo la stessa conversazione.

«Fatemi capire!». Daniel lanciò uno sguardo truce ai suoi amici. «Voi due avete scommesso sull'andamento della mia storia con Dom?». I due annuirono con nonchalance. «Siete due...»

«Grandi amici!». Colin si alzò e abbracciò Daniel. «Ti voglio bene, amico! Mi hai fatto vincere 4 domeniche di cene gratis davanti alla partita!».

Finn sospirò tragicamente. «Bell'amico di merda! Sei sempre stato una lumaca quando si trattava di muoverti con le ragazze, proprio ora ti dovevi svegliare? Andrò in rovina»

«Così impari a scommettere contro di me!». Risero insieme. «E comunque, è stata lei a chiedermi di uscire».

Nel salotto calò il silenzio più totale.

«Scusa?»

«Dom mi ha invitato a prendere un caffè insieme».

Colin si sedette di fianco a Daniel e gli passò una mano attorno alle spalle. «Daniel, amico mio. Va bene che siamo nel XXI secolo, c'è la parità dei sessi e tutte quelle stronzate.. Però tu ti sei fatto tagliare le palle!».

Finn scoppiò a ridere sguaiatamente, mentre Colin scuoteva il capo con rassegnazione e Daniel passava con lo sguardo dall'uno all'altro e viceversa.

«Avete finito di ridere di me?». Si alzò dal divano. «La prima volta che ci siamo parlati le ho proposto di andarci a bere un caffè insieme, ma poi è successo tutto il casino con il lampione e l'idea è stata accantonata. Poco fa mi ha chiesto se l'invito fosse ancora valido».

Colin sospirò sollevato. «Allora le hai ancora le palle! Non le hai tagliate, imbustate ed inviate a lei!».

Daniel si tastò il cavallo dei pantaloni. «No, sono ancora qui».

Finn ridacchiò. «Per fortuna!». Guardò l'orologio. «Tra poco devo iniziare il turno! Ci sentiamo domani, dopo il tuo appuntamento, Casanova! Vai e colpisci! Salutami Nicky!». Guardò Colin. «E tu, stronzo, vedi di non metterti a stecchetto per rimpinzarti la domenica, chiaro?».

 

 

Il mio angolo.

Bonsoir! Come state? ;)

Finalmente, arriviamo al tanto sospirato primo appuntamento ufficiale tra i due. O meglio, siamo alle porte del primo appuntamento. Evidentemente, il discorso di Diane sulla friendzone ha funzionato! Lei ha vinto un massaggio ;) e Colin 4 cene gratis! XD

Non ho note da aggiungere, ringrazio solo chi legge la storia, chi la inserisce tra preferite/ricordate/seguite e chiunque voglia dedicarmi 5 minuti del suo tempo per una recensione!
Spero non ci siano errori, in caso, sorry!

Abraçada,

Softkitty

  
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