Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: StarFighter    02/12/2014    5 recensioni
Un anno di Frozen. Un anno di intossicanti fanfiction e superbe fanart, che hanno scatenato le nostre fantasie. Un anno per decidere quale coppia shippare e se fosse giusto o meno shipparla. Un anno di questo fandom pieno di talento.
E quale modo migliore di festeggiare quest'anno d'intensa attività creativa, se non scrivendo qualcosa sulla mia otp preferita?
Per chi mi conosce, sa che quei due idioti di Anna e Kristoff (Kristanna per gli amici) mi sono entrati dentro e ad un anno di distanza, non sembrano intenzionati a voler togliere ancora le tende dalla mia mente. Per questo, carissime/i adepte/i Kristanna (per quei pochi rimasti) beccatevi questa carrellata di one-shot ispirate ad headcanon trovati in giro per la rete, che vanno dal fluff allo steam(che sarebbe un qualcosina in meno dello smut, per chi bazzica ff.net).
Detto questo, vi auguro buona lettura!
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Capitolo 1- First Impressions: “Ora chiudi la bocca e dormi, principessa. L’alba è vicina, ci aspetta una lunga e faticosa marcia e non ho intenzione di trascinarti incosciente su per la montagna.”
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Kristoff, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Movieverse, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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                                              -I owe you a kiss-

 

La prima nevicata arrivò prima quell’anno, ad Arendelle, sorprendendo tutti. Per quanto non volessero darlo a vedere, gli abitanti sussurravano tra loro la stranezza di quella prima neve, arrivata appena a metà Ottobre, ad imbiancare il fiordo, preoccupati che la regina avesse di nuovo a che fare con quel freddo assaggio d’inverno. Solo i bambini, nella loro pura innocenza, gioivano di tutto quel soffice candore, che da ore ormai cadeva instancabile sul piccolo regno. Per le strade, si potevano già vedere omini di neve o bande di piccoli furfantelli, che si facevano la guerra a colpi di palle di neve.

Elsa non aveva nulla a che vedere con quel semplice fenomeno atmosferico, questo Anna lo sapeva bene. Infatti, poco dopo che la neve aveva cominciato a cadere dal cielo, quella stessa mattina, aveva fatto irruzione, come una furia, nello studio della sorella, preoccupata che le fosse accaduto qualcosa.

-“Questa volta, non sono stata io.”- le aveva confessato in tono sollevato la regina, e lei aveva tirato un sospiro di sollievo.

Poi, cogliendo al volo l’occasione le aveva chiesto: “Lo facciamo un pupazzo di neve?”

-“Anna, sai che lo vorrei tanto, ma oggi ho davvero tanto da fare, sarà per la prossima volta.”-

 La sorella le era sembrata davvero dispiaciuta e abbastanza indaffarata, per questo aveva lasciato cadere il discorso per quel giorno, sicura che la volta successiva Elsa non le avrebbe detto di no.

Gettarsi tra le stradine piene di vita di Arendelle, poi, le era sembrata la scelta migliore per passare il tempo, in quel tardo mattino autunnale.

La vitalità e la gentilezza del suo popolo, non smettevano mai di sorprenderla, facendole rimpiangere tutti gli anni sprecati rinchiusa nel castello, quando avrebbe potuto trovare conforto ad un tiro di schioppo dalle porte del palazzo: i sorrisi dei bambini, la carezza che le aveva fatto la vecchia fioraia, i biscotti offertigli dal fornaio, tutte piccole cose che qualche mese addietro, avrebbero potuto porre fine alla fame d’amore e d’attenzione, che l’aveva logorata dentro per così tanto tempo.

Per fortuna, ora aveva tutto quello di cui avrebbe mai potuto aver bisogno, una piccola famiglia, ancora un po’ fragile e tormentata, ma pur sempre una famiglia.

Un chiacchiericcio sommesso attirò la sua attenzione, mentre si faceva più vicina alla zona del mercato, come sempre affollata da una calca energica e vibrante, nonostante la neve. Non fu tanto il vociare della gente ad attirare la sua attenzione, quanto la tensione che appesantiva l’aria, così reale da poterla quasi toccare.

-“Questa neve è proprio strana.”- fu la prima cosa che sentì quando raggiunse le prime bancarelle.

-“L’estate non è finita nemmeno da un mese e qui sembra di stare già in inverno inoltrato.”- borbottò sottovoce un vecchio.

-“Non esistono più le mezze stagioni.”- si lamentò una donna, mentre stringeva la casacca di lana, sulle spalle minute del figlio.

-“E se la regina avesse maledetto di nuovo Arendelle?”- chiese un uomo al suo interlocutore, proprio accanto a lei.

La gente sembrava non essersi accorta della sua presenza, e continuava a fare supposizioni su supposizioni, circa quella prima nevicata, arrivata con così largo anticipo. Non poteva dare torto ai timori degli arendelliani, erano fondati su avvenimenti accaduti pochi mesi prima e il ricordo era ancora impresso a fuoco nelle loro menti. Ciò nonostante, le sembrò quasi di annaspare tra le chiacchiere della gente, che continuavano a ripetere ancora e ancora il nome di Elsa, accusandola di qualcosa che non aveva fatto.

Guardandosi attorno, si rese conto di come il flusso della folla, avesse cominciato a convogliare in un sol punto, al lato est della piazza del mercato. Lì sembrava che le voci si facessero più concitate e spaventate.

-“Dicci, la regina è capace di tenere sotto controllo i suoi poteri?”- sentì chiedere un uomo.

-“È colpa sua questa neve?”-

-“Non è che dobbiamo di nuovo rinchiuderci in casa, per colpa delle sue crisi di nervi?”- continuavano imperterrite le voci, ma non sapeva a chi stessero ponendo tutte quelle domande.

-“Ora basta.”- rispose una voce sulle altre. Anna si fece largo tra la folla, senza farsi notare e un verso strozzato le sfuggì dalle labbra, quando scoprì a chi apparteneva la voce che aveva zittito le altre. Kristoff.

-“La regina è più che capace di dominare la sua magia e i suoi nervi, e no, stavolta lei non c’entra nulla con la neve.”- rispose secco, sbalordendo il nutrito gruppo di uomini e donne che si erano raccolti attorno alla sua slitta, per metà ancora carica di ghiaccio- “E, per l’amor del cielo, smettetela di incolparla ogni volta che un fiocco di neve vi si posa sulla punta del naso. La regina Elsa, non metterebbe mai di nuovo in pericolo tutto il regno. La neve arriva e se ne va quando pare a lei, vuol dire che quest’anno avremo un autunno più freddo che negli ultimi anni. Basta, niente magia, niente maledizioni, solo banale e stupidissima neve.”- esclamò alla fine, diradando la folla ammutolita.

La stessa Anna era rimasta in silenzio, sorpresa dal significato e dall’enorme quantità di parole uscite dalla sua bocca. Da quando, era diventato così loquace?

Anche lei, come il resto delle persone presenti, tolse le tende, lasciandolo al suo lavoro, non prima d’avergli lanciato un’ultima occhiata.

Doveva, in qualche modo, ringraziarlo per aver preso le difese di Elsa. Forse era arrivato il caso di restituirgli quello che gli doveva, l’aveva tenuto fin troppo sulle spine da quel giorno al ruscello.

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Quella sera, quando Kristoff tornò nelle scuderie del castello, per concedere una meritata notte di buon riposo a Sven, trovò Anna ad attenderlo, poggiata con la schiena al muro di legno.

-“Furia scatenata, che ci fai da queste parti? Di solito le principesse non dormono a quest’ora?”- scherzò lanciandole uno sguardo divertito, mentre liberava Sven dai finimenti.

Anna gli sorrise di rimando, senza rispondergli. Si staccò dal muro e lui la guardò avvicinarsi con un’espressione interrogativa: “Anna, ma che ti pren…”- non riuscì a concludere la frase, perché lei strinse la fronte della sua casacca e alzatasi sulle punte dei piedi, accostò le sue labbra morbide e rosa alle sue. La sorpresa lo face arretrare di un passo, mandandolo a sbattere contro la porta della stalla di Sven.

Quando Anna si staccò da lui, l’unica cosa che riuscì a leggere negli occhi di Kristoff, oltre alla sorpresa, fu amore.

-“Q-questo per cos’era?”- riuscì a dire, quando recuperò un po’ di lucidità.

-“Per aver difeso Elsa.”- gli rispose, lisciando le sgualciture che avevano lasciato le sue mani, sulla sua casacca.

Kristoff ridacchiò felice: “Beh, se la ricompensa è questa, devo farlo più spesso.”-

Anna, allora, gli allacciò le braccia al collo e lo tirò di nuovo a sé, baciandolo con più fervore di prima, con il risultato che, dopo il primo momento di sconcerto, Kristoff la strinse di più a sé, approfondendo quel contatto idilliaco.

-“E questo?”- le chiese ad un soffio dalle sue labbra, quando si divisero per riprendere fiato.

Lei lo guardò dritto negli occhi e sorridendo gli rispose: “Ti dovevo un bacio.”

 

 

 

NdA: salve! Non mi maledite per il mio ritardo, dovreste averci fatto l’abitudine ormai XD La pubblicazione giornaliera è una cosa moooolto stressante e per me che non so rispettare le scadenze, lo è ancora di più. Ma, prometto che anche se non pubblicherò tutti i giorni, avrete comunque 30 shot da gustare, entro fine anno ;) Questa in particolare non mi dice niente di che, ma spero comunque che vi piaccia. Come di consuetudine, ringrazio chi segue e preferisce: Amberly_1, ihavediedeveryday_, Martinastory11, Queen Elsa, sangallo, weepingangel, Hendy , MaJo_KiaChan_, mintheart…ragazze mie, sentitevi libere di commentare!! *-*

Ci si legge domani! E mi raccomando R&R!

   
 
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