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Autore: TheSlayer    02/12/2014    4 recensioni
Mary Jane Watson ha un nome che la rende il bersaglio di battutacce da parte di tutte le persone che conosce. E la gente non sa nemmeno il vero motivo per cui si chiama così (fortunatamente, perché le battute orribili potrebbero solo peggiorare). Frequenta la Washington University a St. Louis, nel Missouri, e ha una cotta enorme per il suo professore di Scrittura Creativa: Harry Styles.
E se anche il professore mostrasse un interesse particolare nei suoi confronti? Oppure Mary si sta immaginando tutto?
***
Dalla storia:
"Che vita difficile. Avevo un professore che, nella migliore delle ipotesi, era un idiota e non si rendeva conto dell'effetto che faceva sulla gente. E, nella peggiore, era un maledetto diavolo tentatore e faceva apposta a torturarmi in quel modo."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 19 – Problem
 
Dopo che mi aveva riaccompagnata a casa, ero riuscita ad evitare Harry per giorni. Non volevo più vederlo e non volevo più parlare con lui, perché non avevo ancora deciso a chi credere.
Le cose, però, si erano complicate verso metà gennaio, quando le lezioni erano ricominciate in università ed io mi ero ritrovata nella sua classe, in prima fila di fianco a Carmen. Ero pronta a rivederlo in pubblico, davanti a persone che non sospettavano nemmeno che fosse successo qualcosa tra di noi? No, la risposta era ovviamente no.
“Ehi, è da tanto tempo che non ci vediamo!” Esclamai, sorridendo alla ragazza di fianco a me. Harry non era ancora arrivato e una parte di me sperava che non si presentasse, perché non volevo guardarlo negli occhi.
“Già.” Replicò lei, sorridendo timidamente. “Non so se Valentina ti ha detto qualcosa, ma diciamo che la situazione è complicata al momento.” Aggiunse.
Scossi la testa senza dire nulla. Certo, Val mi aveva raccontato tutto, ma mi aveva anche chiesto di non dire a Carmen che l’avesse fatto, quindi dovevo negare. E non volevo mentire ad alta voce. Avevo già superato la mia dose annuale di menzogne e non mi piaceva per niente.
“Okay, allora se ti va possiamo pranzare insieme dopo la lezione e parlarne? So che non ho risposto ai tuoi messaggi e alle tue chiamate per tutte le vacanze, ma non ero pronta a vedere o sentire nessuno.” Continuò la ragazza.
“Nessun problema, Carmen. Mi farebbe piacere pranzare insieme e parlare un po’.” Risposi. Poi Harry entrò nell’aula e mi bloccai, completamente incapace di continuare a parlare o a muovermi. Perché doveva fare quell’effetto su di me?
Lui evitò con cura di guardarmi, poi rivolse un sorriso a tutti gli studenti.
“Bentornati in università! Spero che le vostre vacanze invernali siano andate bene. Ma quello che mi interessa davvero è: siete riusciti a scrivere un racconto breve con la traccia che vi ho lasciato?” Domandò.
I miei compagni cominciarono a parlare tutti uno sopra l’altro ed io trovai un ulteriore motivo per rimanere immobile e in silenzio. Non avevo scritto il racconto breve che aveva chiesto, perché non riuscivo più a scrivere nulla da quando avevo scoperto che era sposato. Non riuscivo più a concentrarmi su niente e, anche quando riuscivo a scrivere due o tre righe, le cancellavo immediatamente perché non volevo che lui le leggesse. Non volevo più esporre i miei pensieri e i miei sentimenti davanti a lui.
 
Alla fine di una lezione particolarmente difficile – non per i contenuti, ma perché non riuscii a smettere di guardare Harry per un solo secondo, nonostante non volessi farlo – il professore controllò il suo indirizzo e-mail per assicurarsi che tutti gli studenti gli avessero inviato i racconti scritti durante le vacanze invernali.
“Mary Jane, puoi fermarti un secondo?” Mi chiese. Quando sentii la sua voce pronunciare il mio nome rimasi immobile per qualche istante, poi mi ripresi e annuii.
“Sì.” Mi costrinsi a rispondere. Carmen mi salutò e mi diede appuntamento alla caffetteria del campus per pranzare insieme. Guardai tutti gli altri studenti lasciare l’aula e mi fermai davanti alla cattedra di Harry. Avevo bisogno che ci fosse qualcosa tra di noi, perché non volevo che lui riuscisse ad allungare un braccio e toccarmi. Non potevo permettere che succedesse, anche perché erano giorni che lo sognavo, oltre a pensare a lui durante tutta la giornata.
“Mary, come stai?” Mi domandò Harry quando non ci fu più nessuno. Abbassai lo sguardo sulla cattedra e scossi la testa.
“Sto bene.” Mentii.
“Ho visto che non hai consegnato il racconto che avevo assegnato prima delle vacanze.” Disse dopo qualche secondo di silenzio imbarazzato.
“Non sono riuscita a scriverlo.” Ammisi, decidendomi finalmente a guardarlo negli occhi. Desiderai non avere avuto quell’idea e tornai a fissare la cattedra. L’espressione di Harry – un misto tra tristezza, colpevolezza, aspettativa e agitazione – mi faceva venire il mal di stomaco.
“Vuoi parlarne? Magari pranziamo insieme nel mio ufficio, così riusciamo ad avere una conversazione come si deve su tutto.” Propose il professore.
“No.” Risposi velocemente. “Devo pranzare con Carmen, le ho promesso che sarei andata con lei.” Aggiunsi. Dovevo ammettere di essere felice di avere una vera e propria scusa e di non dover mentire. L’avevo fatto troppo in quegli ultimi mesi e forse era stato proprio il karma negativo che era tornato a prendermi a calci nel didietro. Forse era proprio per il mio comportamento scorretto che ora stava succedendo tutto quel casino.
“Allora possiamo vederci dopo pranzo? Sempre nel mio ufficio. Non abbiamo più parlato da quando ci siamo visti a casa di Louis e… volevo sapere cosa pensi, come stai e volevo parlare con te delle ultime cose che stanno succedendo. Insomma, vorrei passare del tempo insieme.” Harry aveva abbassato il tono di voce e aveva cominciato a parlare molto più lentamente del solito. “Mi manchi.” Mormorò, allungando una mano sulla cattedra per prendere la mia. Mi allontanai di qualche passo e infilai le mani in tasca.
“D’accordo, verrò nel tuo ufficio dopo pranzo.” Acconsentii. Perché doveva essere tutto così difficile? Per quale motivo non potevo semplicemente dire ‘no’ e smettere di pensare a lui e al tempo che avevamo passato insieme? Ero stanca di passare notti insonni a fissare il soffitto e a cercare di non chiudere gli occhi, perché altrimenti avrei visto il suo viso. Ero stanca di passare ogni istante a pensare a lui, ad analizzare la nostra storia, a cercare di ricordare se, nei mesi che avevamo passato insieme, avesse detto o fatto qualcosa per farmi capire che era sposato. Ero stanca di continuare a rivivere nella mia mente il momento in cui Courtney mi aveva detto di essere sua moglie.
“Grazie.” Disse semplicemente lui. Annuii senza guardarlo e poi uscii velocemente da quell’aula.
 
***
 
Carmen mi aveva mandato un messaggio per dirmi che era riuscita a trovare un tavolo libero alla caffetteria, quindi mi stava aspettando lì. Dopo essere uscita dall’aula di Harry cominciai a camminare velocemente per raggiungerla, ma mi fermai quando vidi Jasper dall’altra parte della strada.
“Ehi!” Esclamai, salutandolo con la mano. Lui smise di parlare con i suoi amici e mi raggiunse.
“Ciao, Mary.” Rispose.
“Uhm, ehi, come va?” Domandai. Forse il motivo per cui ero così incapace di avere rapporti con altri esseri umani era perché mia madre aveva fatto la mia insegnante a casa fino alle medie. O forse ero proprio un caso disperato. Conversare del più e del meno con le persone – soprattutto quelle da cui stavo aspettando una risposta – mi riusciva proprio difficile.
“Tutto bene, grazie. Tu?” Replicò Jasper. Sembrava particolarmente amichevole, il che non poteva essere negativo, giusto?
“Oh, non c’è male.” Dissi. “Stavo andando a pranzo con una mia compagna di corso.” Aggiunsi, rendendomi perfettamente conto del fatto che lui non mi avesse mai chiesto dove stessi andando.
“Ehi, ho pensato a quello che mi hai detto quella sera.” Disse improvvisamente Jasper.
“Sì?”
“Sì.” Confermò lui. “Mi dispiace per tutto quello che ho fatto. Avrei dovuto crederti subito quando mi avevi detto che non c’era nessun altro. E mi dispiace anche per la tua… condizione.” Aggiunse, abbassando la voce prima di pronunciare l’ultima parola.
“Condizione?” Domandai.
“Sì, beh, non so come chiamarla. Quello che mi hai detto è un po’ preoccupante. Il fatto che non riesci a innamorarti e cose così… hai mai pensato di andare da qualcuno per farti aiutare?” Suggerì Jasper. E, per la prima volta da quando l’avevo lasciato, il suo tono non era sprezzante e ironico. Mi stava seriamente proponendo di andare da uno psicologo per risolvere il problema che avevo inventato di avere. Forse avrei dovuto andare sul serio a farmi vedere da qualcuno, ma non perché non riuscivo a innamorarmi. Non era sano continuare a mentire a tutti in quel modo.
“Uhm sì, dovrei.” Dissi. “Grazie per il suggerimento.” Aggiunsi.
“Di niente.” Replicò Jasper. “E Mary, so che non riesci a innamorarti e cose varie, ma se qualche sera hai voglia di divertirti senza ulteriore complicazioni… sai dove trovarmi.” Aggiunse e poi mi fece l’occhiolino.
“O-okay.” Mormorai, abbassando lo sguardo e arrossendo. Ero sicura che non avrei mai approfittato di quell’offerta, ma il fatto che mi avesse creduto mi aveva resa leggermente più tranquilla.
“Ah, e ovviamente da questo momento puoi ricominciare a venire alle nostre feste. Mi sembra giusto, visto che adesso la tua amica sta con Liam e tutto. Così siete insieme.”
“Grazie.” Dissi mentre lo guardavo correre per raggiungere i suoi amici. Mi sembrava tutto troppo strano e facile, ma decisi di non pensarci più. Jasper mi aveva perdonata e almeno quel problema era risolto.
 
***
 
A pranzo Carmen mi raccontò quello che era successo con Valentina e cercai di consolarla. Non cercai di convincerla a tornare a uscire con noi prima che si sentisse pronta, perché sapevo che non ce l’avrebbe fatta.
Poi, mentre stavo tornando verso l’ufficio di Harry, incontrai Liam e Laurel, che stavano passeggiando mano nella mano nella piazza del campus.
“Mary!” Esclamò la mia amica. Raggiunsi la coppia e li salutai entrambi.
“Ehi!” Rispose Liam, leggermente imbarazzato. Non ci eravamo più parlati da quando i compagni di confraternita di Jasper mi avevano umiliata e lui non aveva fatto nulla per difendermi.
“Cosa fai ancora qui? Oggi non hai lezioni.” Mi domandò Laurel.
“Ho pranzato con Carmen.” Risposi. “E adesso ho appuntamento con il professor Styles nel suo ufficio.” Aggiunsi.
“Mary…”
“Lo so.” Dissi. Non volevo che finisse la frase davanti a Liam. Non volevo che scoprisse che avevo avuto una storia con un professore e che era anche finita male. “Non ho scritto il racconto che ci aveva chiesto prima delle vacanze e mi vuole vedere nel suo ufficio.” Aggiunsi.
“Okay.” Rispose la mia amica, trattenendosi a stento dal roteare gli occhi al cielo. “Se hai bisogno mandami un messaggio.”
“D’accordo, grazie.”
“Perché, Styles è un serial killer?” Sentii Liam domandare a Laurel mentre mi allontanavo.
“Sei proprio scemo!” Rispose la mia amica.
 
Tornare nell’ufficio di Harry mi fece provare una stretta allo stomaco, perché tutto era esattamente come l’ultima volta che ci eravamo visti lì. Le tende abbassate, il divano di pelle nera con il tavolino davanti. La grande scrivania di legno scuro, le librerie colme di libri. Provai un brivido lungo la schiena mentre mi sedevo di fronte a Harry. Una parte di me avrebbe voluto distruggere quello che mi circondava, perché non mi sembrava giusto che tutto fosse ancora al suo posto, mentre io mi sentivo così confusa e ferita.
“So che probabilmente sono l’ultima persona che vuoi vedere in questo periodo.” Cominciò a dire.
Scossi la testa.
“Non è proprio vero.” Dissi, distraendomi dai miei pensieri di distruzione. “Ho voglia di vederti. Tantissima. Solo che vorrei che… vorrei non aver mai scoperto che sei sposato. Oppure vorrei tornare indietro nel tempo e non aver mai scelto di frequentare il tuo corso, così non ti avrei mai incontrato. Dipende dai giorni.” Aggiunsi.
Harry abbassò lo sguardo sulla scrivania e sospirò.
“Beh, me lo merito.” Mormorò, prima di spostare dei fogli davanti a sé. “Sono preoccupato per te.”
“Perché?” Domandai.
“Perché so che scrivere è qualcosa che ti aiuta a sfogarti quando non sai come esprimerti ad alta voce. È qualcosa che ami fare, la tua passione. Non ti ho mai vista bloccata in questi mesi e non è da te, ecco.” Spiegò lui. “E poi sono anche preoccupato per quello che ho sentito dire in giro.”
“Oh, non preoccuparti per quello. Non ho malattie veneree o cose del genere. Quelle sono solo voci che ha messo in giro Jasper, ma credo di aver risolto.”
“No, non è quello. Ho sentito dire che hai cercato di rimorchiare qualcuno al pub qualche settimana fa.”
“Ah, quindi è quello che ti preoccupa? Il fatto che io abbia cercato di andare a letto con qualcun altro?” Domandai, alzando improvvisamente la voce. “Perché non stiamo più insieme, Harry. E l’ultima volta che ho controllato tu sei stato sposato per tutto il tempo che sei stato con me, quindi non voglio nemmeno immaginare quante volte sei andato a letto con tua moglie dopo che io e te avevamo…” Cominciai a dire, ma mi interruppi e scoppiai in lacrime. Quelli erano pensieri che giravano nella mia mente da quando avevo scoperto di Courtney ed ero riuscita a tenerli nascosti fino a quel momento. Mi vergognavo, perché non avrei dovuto essere gelosa di Courtney, ma non riuscivo a smettere di pensare che lei era sua moglie, la persona che l’aveva fatto innamorare al punto di decidere di sposarla dopo sette mesi.
“Mary.” Richiamò la mia attenzione Harry. Sentii la sua mano chiudersi intorno alla mia e la scossa elettrica fu ancora più intensa del solito. “Mary, ascoltami. Courtney ed io non viviamo più insieme da mesi. Lei sta dai suoi genitori e non l’ho più vista da quando mi ha detto di volersi prendere una pausa.” Aggiunse. “Non vado a letto con lei da più di un anno.” Concluse.
“Perché?” Domandai, asciugandomi gli occhi. “So che non mi stai dicendo qualcosa.”
Vidi Harry fare qualche respiro profondo, come se si stesse preparando a parlare di qualcosa di doloroso e mi sentii istintivamente in colpa, anche se non avrei dovuto. Era lui quello che aveva sbagliato.
“Dopo la laurea Courtney è stata fortunata e ha subito trovato un lavoro a tempo indeterminato. Io ero a casa e stavo cercando di scrivere il mio secondo libro e le cose sembravano essersi calmate un po’. Abbiamo parlato ed entrambi ci siamo accorti che il nostro matrimonio non stava funzionando come avrebbe dovuto, così abbiamo pensato che… che ci mancasse qualcosa. Un bambino ci avrebbe aiutati a tornare uniti come prima, ci avrebbe fatti innamorare di nuovo e avrebbe sistemato tutto.” Cominciò a spiegare, parlando lentamente e fissando un punto sopra la mia spalla. “Abbiamo cominciato a provarci e ci abbiamo provato per due anni, ma non siamo mai riusciti. Courtney si è rifiutata di andare a vedere uno specialista e penso che quello sia in gran parte il motivo per cui è caduta in depressione, anche se non ha mai voluto ammetterlo.” Continuò lui.
“Mi dispiace.” Mormorai. Lui scosse la testa.
“Non ti sto dicendo queste cose per farti sentire in colpa o per farti pena.” Disse Harry. “Voglio solo che tu sappia tutta la verità. E probabilmente queste sono cose che non vuoi sentire, ma è quello che è successo nella mia vita. Provare ad avere un bambino e non riuscirci ha solo fatto aumentare lo stress e ha messo irrimediabilmente fine al nostro matrimonio. Ci siamo entrambi rifugiati nei nostri piccoli mondi e ci siamo rifiutati di parlare del fatto che lei non riusciva a rimanere incinta per un anno intero, finché a tutto quello che è successo si è aggiunto il peso della perdita del lavoro e lei è crollata.”
Cercai di non immaginare la vita di Harry e Courtney in quel periodo. Sapevo che cercare di avere un bambino non era facile. Laurel mi aveva raccontato che il matrimonio di una delle sue zie si era quasi distrutto per quel motivo. Mi aveva raccontato di rapporti sessuali in giorni e ore prestabilite e tutta una serie di procedure che avevano alienato il marito, che pensava non ci fosse più nulla di romantico in quel modo e voleva smettere di provare.
Immaginai come si doveva sentire Courtney in quel momento. Aveva perso il lavoro, non era riuscita a rimanere incinta e aveva scoperto che suo marito la stava tradendo. Per quanto fossero forti i miei sentimenti per lui, non potevo sopportare di essere una sfasciafamiglie.
“Vorrei solo aver saputo tutto questo prima.” Sussurrai. “Almeno avrei evitato di innamorarmi di te e ti sarei stata lontana da subito.”
“Mary…” Mormorò Harry, alzandosi e avvicinandosi a me. Mi alzai anch’io, perché era arrivato il momento di andare via.
“No.” Lo bloccai.
“Mary, il nostro matrimonio era già finito da un pezzo, prima che ti incontrassi. Non è stata colpa tua.” Mormorò nel mio orecchio. Sentirlo di nuovo così vicino a me provocò un brivido che percorse tutta la spina dorsale. Chiusi gli occhi e voltai il viso dall’altra parte.
“Il matrimonio sarà anche finito, ma siete ancora sposati. Non ho nessuna intenzione di essere l’amante di nessuno e quello che stai facendo è sbagliato.” Dissi. Poi aprii gli occhi e fissai lo sguardo sul suo. “Non importa quanto ci amiamo, Harry. La nostra relazione è sbagliata.” Aggiunsi, prima di prendere la borsa che avevo abbandonato sul pavimento e uscire dal suo ufficio.
 
***
 
“Com’è andata da Styles?” Mi domandò Laurel quella sera. Eravamo entrambe in pigiama ed io non vedevo l’ora di rifugiarmi sotto le coperte calde.
“Prossima domanda?” Dissi, cercando di scherzare.
“Così male?” Laurel mi conosceva davvero bene.
“Avrebbe potuto andare sicuramente peggio.” Dissi dopo averle raccontato gli ultimi sviluppi. “Harry mi ha raccontato quello che è successo tra lui e sua moglie e… non lo so, non è giusto.”
“Cosa non è giusto?” Mi chiese la mia amica. Sapevo che il mio discorso non aveva senso. I miei pensieri facevano fatica a seguire un filo logico in quelle settimane.
“Non è giusto che siano ancora sposati e che lui abbia un’amante. Che io sia la sua amante.” Risposi.
“Ma tu lo ami, giusto?” Chiese ancora Laurel.
“Sì.” Sussurrai a voce talmente bassa che, per poco, non mi sentii nemmeno io.
“E vorresti stare con lui.”
“Sì.” Ripetei.
“Vorresti che lasciasse sua moglie per te.” Continuò Laurel.
“No. Non voglio che lui lasci nessuno per me. Non voglio essere una sfasciafamiglie. Non voglio che nessuno soffra per colpa mia.”
“Oh, andiamo, Mary!” Esclamò la ragazza, agitandosi. “Da quello che mi hai raccontato sembra che il loro matrimonio non sia mai nemmeno iniziato. Si sono sposati giovani, hanno scoperto di non essere compatibili e hanno litigato per anni. Poi hanno cercato di avere un bambino, pensando che quello avrebbe risolto tutti i loro problemi e non ci sono riusciti. Volevano solo mettersi la coscienza a posto, ma sai cosa ti dico? È un bene per quel bambino se non sono riusciti ad averlo. Perché un figlio avrebbe solo ritardato l’inevitabile. Avrebbero divorziato in ogni caso e quel povero bambino sarebbe cresciuto in una casa in cui i genitori avrebbero litigato ogni dannatissima sera.”
“Laurel!” Esclamai, sconcertata.
“Non fare quella faccia sconvolta. È la verità. Sai anche tu che sarebbe successo esattamente quello che ho descritto.”
Scossi la testa.
“Ma lei è caduta in depressione, Laurel. È una cosa seria e…”
“E cosa?”
“E non voglio peggiorare la situazione perché non sono riuscita a stare lontana da una persona da cui avrei dovuto stare lontana in ogni caso. Anzi, sai una cosa? Credo proprio che abbandonerò il corso di Scrittura Creativa.” Conclusi.
Sentii Laurel sbuffare e decisi di terminare la conversazione. Quello che aveva fatto Harry era sbagliato. Non avrebbe dovuto cominciare a uscire con me e tenermi nascosta la verità. E anche quello che avevo fatto io era sbagliato. Non avrei dovuto andare a letto con un mio professore e, forse, avrei dovuto assicurarmi di conoscerlo meglio prima di innamorarmi di lui.

 


Ehiii! Finalmente sono riuscita a pubblicare il nuovo capitolo! Scusate, ma in questo periodo non sono veramente mai a casa.
Comunque, tornando a noi: Harry aveva omesso una parte della storia quando aveva raccontato a Mary Jane di lui e Courtney e oggi scopriamo cosa non le aveva detto. Solo che per MJ si complicano ulteriormente le cose, perché lei non vuole essere una sfasciafamiglie e le dispiace per la moglie di Harry. Cosa farà la nostra protagonista? Smetterà di frequentare il corso di Harry? Troverà un nuovo ragazzo con cui dimenticare il professore?
Parlando di ragazzi, Jasper si è finalmente deciso a perdonarla, quindi potrebbe riaccendersi la passione tra quei due?
Nel prossimo capitolo, che posterò martedì, scopriremo le risposte a queste domande e vi anticipo che ci sarà anche una scena con tutti e quattro i professori e lasciatemi dire che per qualcuno sarà molto imbarazzante.
Grazie a tutte le persone che hanno letto! Vi mando un abbraccio e vi aspetto martedì prossimo!

 

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