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Autore: StayWeird01    02/12/2014    0 recensioni
'Ho la dannata voglia di scappare da qui, ma non posso'
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La ragazza seduta accanto a me davanti l’altare ha un brufolo dietro l’orecchio. È orribile, per essere un brufolo.
Ho la dannata voglia di scappare da qui, ma non posso. Quel vestito è molto bello, non le sta male, ma questa ragazza è brutta. Lily mi sorride, e fingo anch’io un sorriso. Non voglio sposare lei, la donna della mia vita è la fuori da qualche parte a spassarsela con un ragazzo. Lei non mi ama, mi ha spezzato il cuore, ma non riesco a dimenticarla. La amo, la amo come non ho mai amato nessuno. E allora perché sono qui, a sposarmi con un’altra persona? Per non spezzare il cuore di mia madre, per vedere il suo primogenito sposarsi. Ha dovuto aspettare 30 anni per vedermi con uno smoking e con una donna vestita di bianco accanto a me.
Tutto è successo quando stavo con Lily. A quei tempi era lei la mia ragazza: la conoscevo da quando ero piccolo, la conosceva anche mia madre, e pensavo fosse lei la donna della mia vita, dato che avevamo già parlato di matrimonio. Poi ho conosciuto Sam.
Sam era tutto il contrario di Lily. Era una ribelle nata, faceva quello che le passava per la testa, non seguiva minimamente le tradizioni di famiglia, e adorava fare casino. Quando le feci cadere il drink sul vestito, e mi minacciò di picchiarmi, squadrai i suoi occhi completamenti scuri e profondi. La conobbi meglio col tempo, cercando di batterla con le sue stesse battute. Ero proprio cotto, ma non volevo ammetterlo a me stesso.  Fu una sera quando scoprii che aveva perso il padre quando era molto piccola.
Piangeva agli angoli della strada, cercando di reprimere le lacrime, senza successo, finché non crollò del tutto, urlando e sfogandosi. Mi sedetti accanto a lei, e mi guardò furiosa, ma non fece nulla per mandarmi via. Avrei voluto dirgli ‘Mi dispiace’ ma dalle mie labbra uscì solo un:
-Vuoi un abbraccio?-. Rimasi scioccato anch’io. Mi guardò perplessa, poi aprii le braccia, e mi abbracciò. In quel momento provai un’emozione diversa da tutte le altre, qualcosa che non avevo mai sentito prima. Tutto sparì, e l’unica cosa che avevo nella mente era Sam.
Sam, Sam, Sam!
Da quel momento mi parlò in modo diverso, sembrava più gentile, più socievole, più una ragazza dolce cha spaccona. Anche se era ancora fuori di testa, e adorava ancora fare baccano.
Non sapeva che ero fidanzato, dato che mi fece ubriacare portandomi a letto.
Stare con lei era fantastico, nulla in confronto a Lily. Stare con Sam era come stare con una migliore amica, solo più attraente e più tenera. Nel frattempo evitavo Lily, così mi lasciò, dicendo che non voleva un ragazzo che se ne fregasse di lei, mi finsi dispiaciuto, ma sparì il senso di colpa. Mia madre era contraria a tutto questo, non le piaceva Sam, così finii per litigare con lei. Non le parlai per mesi, e per lei fu massacrante. Lottie mi disse che era quasi sempre in lacrime. Inoltre, a complicare le cose, Sam mi tradì con un tizio, mandando me in depressione. L’unica soluzione era ritornare con Lily, e far finalmente fiera mia madre.
Il prete agita la mano per aria, bofonchia qualcosa di incomprensibile. Mi girò, vedo la folla: chi fissa il velo della sposa, chi fissa il prete; mia madre fissa me, compiaciuta e felice, con le lacrime agli occhi. Le sorrido, e torno a fissare il prete.
-Chi è contrario a questa unione, parli o taccia per sempre- esprime il prete, alzando le mani al cielo.
Nessuno parla.
Tutto tace.
L’ultima speranza di salvarmi la vita è svanita.
Ad un tratto si sente il portone della chiesa aprirsi, e un urlo fa girare tutti i presenti.
-NO!- urla Sam , col fiatone.
-Io dico NO alle scale davanti alle chiese. Uno che corre perché è in ritardo deve arrivare qui senza fiato. Ma come ha fatto la sposa a camminare, e tutte voi con questi tacchi assurdi? Ho le converse, e credetemi, sto per svenire- urla lei col fiatone, poggiando le mani sulle ginocchia e respirando a fatica. Il prete e l’intera chiesa sono sconvolti. Io no. Sam se ne sbatte le ovaie delle chiese.
-E comunque, io dico di NO anche al matrimonio, sia chiaro- dice prendendo fiato. Adesso sono sconvolto anch’io. La gente comincia a mormorare frasi sconnesse, mentre Lily mi guarda male.
-Non guardarmi male, non l’ho chiamata io- mi difendo io.
-No, sono stata io a venire, per scusarmi. L’ho già fatto tante volte, ma non sembravano mai delle vere scuse- dice Sam contorcendosi le mani.
Indossa una maglietta rossa, la sua giacca di pelle marrone e i suoi jeans. I capelli biondi completamente pieni di boccoli, completamente incasinati. Quando la conobbi era bagnata fradicia per colpa della pioggia,  le si vedeva il reggiseno in pizzo nero. Una visione niente male, rovinata da lei che prende a schiaffi un tizio perché le fissava la scollatura. Ho subito tolto lo sguardo per paura di essere schiaffeggiato.
-Louis, ti sto rovinando il matrimonio, e ne sono consapevole, è solo che dovevo scusarmi. Devo chiederti scusa per aver spezzato il tuo cuore, di averti tradito con un tizio. Ero ubriaca però! E poi quel tizio è uguale a te… Cioè, non di carattere, non so nemmeno come si chiama è solo che aveva gli occhi azzurri, e i capelli castani lunghi. Ero completamente ubriaca- continua a giustificarsi lei.
-Mi hai comunque spezzato il cuore Sam- dico con la voce spezzata. Una parte di me vorrebbe correre da lei per portarmela via, un’altra mi urla di rimanere dove sono e di farla sentire in colpa. Mi guarda triste, con uno sguardo quasi rotto. Odio vederla così. Annuisce lentamente.
-Hai ragione, irrompere al tuo matrimonio è abbastanza sgradevole, e vedo che non sei nemmeno dell’umore di stare con me-. Queste parole mi lacerano il petto.
Io HO BISOGNO di stare con lei, c’è differenza. Io ho bisogno di sapere che sta bene, che è felice, che un paio di volte in tutta la giornata ha sorriso. Ho bisogno di sapere che è accanto a me, che è felice, che oggi combinerà qualche altro guaio e che cercherà di nascondermelo. È orribile svegliarsi ogni mattina sapendo che non ho quello di cui ho bisogno.
-Beh, lo so che mi odi, e che in questa chiesa mi stanno fulminando con lo sguardo, ma volevo solo sapere che mi perdoni. Non mi importa come, voglio solo sapere che posso stare senza il senso di colpa. Andrò via dal paese, scapperò da qui, non mi farò più vedere da te e da nessuno dei presenti, ma ti prego perdonami- dice unendo le mani a mo’ di preghiera. Non so nemmeno cosa dire. Non l’ho mai vista supplicare, e ricordo quando me lo disse in faccia “Io non supplico le persone Tomlinson, sono loro che supplicano me di lasciarli vivere”. Cazzate.
-Guardami, mi hai trasformato in un pasticcino. Prima picchiavo la gente per ottenere qualcosa, era dura con tutto e tutti… Poi arrivi tu, con quegli occhi da pesce lesso imbalsamato, azzurri come il cielo, il mare, il ghiaccio, ogni cosa azzurra sulla faccia della terra, e mi fai diventare una nuvola di panna caramellata al sapore di cioccolata e fragola. Tu mi hai fatto impazzire, letteralmente; cercavo di fare la spaccona, di non farti capire, ma io mi scioglievo alle tue parole dolci, ci rimanevo secca. Louis, se non ti avessi conosciuto sarei entrata in questa chiesa a cavallo di un toro, avrei fatto un casino totale, non avrei fatto altro che punzecchiare Lily, ma tu mi hai cambiato. Adesso sono pronta addirittura a sposarmi. Ma ci credi?! Io un anno fa nemmeno pensavo a queste cose. E lo sai una cosa? Ho fatto un sogno, non i tipici incubi che facevo, ma quei sogni che sembrano così veri ma così impossibili. C’ero io, in una casa enorme, con le poltrone comode, il camino acceso, e poi c’eri tu, che mi toccavi il pancione. LO SO, IL PANCIONE, LOUIS!- dice di nuovo lei. Li conosco i suoi occhi, e sta dicendo la verità. Sorride, come se stesse ancora pensando al sogno. Il suo sguardo si trasforma. Ha le lacrime agli occhi.
-Come ti ho già detto, mi hai trasformato in un orsacchiotto piagnucolone. So che non mi crederai, ma…-.
-Ti credo- dico io. In chiesa tutti mormorano. Mi guarda con la bocca semi-chiusa.
-Davvero?- esclama lei incredula. Le sue labbra mi fanno venire in mente cose sconce per una chiesa. Mi giro per guardare mia madre: fissa Sam con uno sguardo dolce, con un mezzo sorriso, come se capisse tutta quella situazione.
-Louis, davvero?- mi richiama Sam alla realtà. Mi guardo intorno di nuovo: la gente mormora, Lily ha lo sguardo stufo e arrabbiato, Sam aspetta impaziente in mezzo alla navata.
-Sì, ti credo Sam, ma quello che sogni tu, io ora lo sogno con qualcun altro. Lily- dico indicando la ragazza col brufolo. Il viso di Sam si spegne, come il mio cuore. È come una morsa che mi stringe la gola, che mi impedisce di dire la verità.
‘Lo stai facendo per tua madre, ricorda, solo per tua madre’.
-Ti perdono, potremmo parlare come due semplici amici, non devi cambiare vita solo per me- dico di nuovo.
-L’ho già fatto, e non me ne pento- dice con un filo di voce. Lily si mette una mano sul petto, mia madre prende un fazzoletto e inizia ad asciugarsi le lacrime. Abbasso gli occhi cercando di reprimere un urlo.
-Beh, penso di aver fatto abbastanza casino per oggi!- esclama d’un tratto allargando le braccia colpevole.
-Però, qui c’è un sacco di gente ricca, quella sciarpa a Burberry costa più di casa mia!- dice indicando una sciarpa di una zia di Lily. La signora arrossisce. È un vizio, non vuole farsi vedere debole, vuole far capire che non le importa più di tanto. Eppure le importa.
Mi urlava che non aveva bisogno del mio aiuto, sbatteva le palpebre in continuazione, respirava a fatica. Poi mi avvicinavo a lei e lentamente la stringevo a me, e lei crollava tra le mie braccia in lacrime, singhiozzando tra i miei vestiti.
’Ti conosco troppo bene Sam, non mi sfuggi. Puoi stare tranquilla, sarò sempre qui’ le sussurravo nelle orecchie, accarezzandole dolcemente i capelli.
-Beh, Louis, ti faccio tanti tanti auguri, spero tanto che alla tua mogliettina vada via quel fastidioso brufolo dietro l’orecchio, e ti auguro una vita lunga e felice, mentre io mi abbufferò fino a diventare la donna più grassa del mondo, e sarò più famosa di te!- dice inchinandosi. Mi scappa un sorriso. Lily lo nota e mi gela con lo sguardo. Mia madre si alza e si avvicina al mio orecchio.
‘Fa quel che ti dice il cuore’ mi sussurra all’orecchio.
Sento Sam attraversare la navata, muove la manica della giacca di pelle. Si starà asciugando le lacrime. Guardo di nuovo il prete. Inizia a blaterare qualcosa, ma non lo ascolto. Il mio cervello non mi dice di stare con Lily, mi urla proprio di darmela a gambe. Il mio cuore invece mi sta sganasciando il petto.
Cosa amo di Lily? Nulla, non amo una beata mazza di Lily, mi sta proprio sulle palle. Non posso lasciarla appena dopo il matrimonio, mia madre ci rimarrebbe non di merda, peggio. Devo fare quello che mi dice il cuore.
-No, non posso farlo- esclamo alzandomi di scatto. Il prete mi guarda esterrefatto, Lily mi uccide con lo sguardo e mia madre sorride. Sam si gira dietro di se e mi fissa.
-Sentite, io non posso sposarla, questa ragazza mi sta sulle palle, e russa come un elefante- esclamo indicando Lily. Mia madre ride di sottecchi, il prete sviene, Lily butta il bouquet a terra. Sam sorride divertita, e sussurra ‘L’allievo supera il maestro’. Sorrido. Mia madre mi fa un cenno con la testa, segno che indica ‘fai quello che cazzo vuoi, figlio mio’.
Tolgo la stramaledetta cravatta che mi ha quasi strozzato e cammino spedito. I parenti mi seguono con lo sguardo, si sporgono per vedere meglio cosa farò, iniziano a sbuffare, si lamentano di avere fame. Sam mi aspetta con la bocca semi-chiusa, sorpresa del mio coraggio. Dopodiché la bacio. Sento di nuovo le sue labbra sulle mie, quelle labbra che mi sono mancate, quelle bollenti. 
  
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