Anime & Manga > Lupin III
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Autore: ThiefOfVoid    02/12/2014    3 recensioni
"Cinque giorni di coma e due arresti cardiaci più tardi mi risvegliai e il mio caro zio, arrivato alla velocità della luce da Tokyo per starmi vicino, mi convinse in qualche strana maniera a lasciare la mia brillante carriera da diagnosta per arruolarmi nell’Interpol. Tre mesi dopo essere stata dimessa lasciai il camice bianco per una divisa. [...] Ho le idee chiare, devo e voglio lasciare l'Interpol"
Un'hacker alle prese con la sua prima missione sotto copertura per conto dell'ICPO. Saprà rimanere distaccata o si lascerà trasportare?
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jigen Daisuke, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Diversamente da quello che avevo previsto rimangono tre giorni tutti per noi, visto che il file di protezione era già pronto il primo giorno che siamo arrivati. Siamo all’inizio del terzo giorno, e oggi ci divideremo. Ieri, visto che ancora non conoscevo bene la città, abbiamo pensato dei possibili percorsi di fuga insieme, ma visto che ieri sera mi sono studiata bene la mappa della città possiamo dividerci, così da rendere le cose più veloci. Non faccio esattamente i salti di gioia, ancora non ho tolto i punti dalla ferita di Jigen, e conoscendolo ne combinerà senz’altro qualcuna delle sue, e visto che non sarò con lui non potrò trattenerlo. Ma è necessario, si tratta di lavoro infondo. Devo solo sperare che nessuno abbia voglia di farlo fuori oggi. Jigen perlustrerà la zona a nord dalla banca, mentre io quella a sud. Girando per vicoli mi imbatto in un gruppo di uomini armati, probabilmente lavorano per quel famoso alleato di Gavez di cui Jigen mi ha parlato. Mi accerchiano lentamente, tentando di intimorirmi, e mi puntano contro le pistole.

“Allora sei tu quella che ha mandato Gavez in un breve coma” inizia uno di loro, probabilmente il braccio destro del boss

“Niente applausi, mi mettereste in imbarazzo”

“Sai, sei sfortunata, si è risvegliato e ha chiesto un favore al nostro capo. Ha saputo che tu e il tuo amico saresti venuti a Chicago, vi vuole morti entrambi. Altri di noi sono già andati a cercarlo, e stai certa che non hanno fallito. Ora però tocca a te”

Nonostante io sappia che mi sta solo mentendo sono un po’ preoccupata per Jigen, ma di certo non mostro il mio nervosismo “Sai, nessuno di noi due muore tanto facilmente” porto la mano destra all’impugnatura della mia magnum. In realtà non sono ancora sicura di poter sparare senza dolore, ma non ho altra scelta.

Cominciano a colpire, e mi rifugio momentaneamente dietro ad un’auto. Al momento buono sparo a sei di loro, ricarico velocemente e ne neutralizzo altri sei. Infine disarmo anche quello che è il loro capo e sparisco nel nulla, ignorando le sue imprecazioni e i suoi avvertimenti intimidatori. Mi rifugio in un angolo più tranquillo della città, tolgo il blocco schermo del mio cellulare e tento ripetutamente di chiamare Jigen, senza mai ottenere una risposta. Finisco velocemente il mio lavoro, ignorando le numerose chiamate di Lupin e poi mi dirigo verso la zona sud della città. Mentre sono sul taxi studio la mappa, controllando quali strade e vie potrebbero esserci utili per la fuga, facendo così mente locale su dove potrebbe essere. Scendo dal taxi e impazzisco per perlustrare tutta la zona, tentando di nuovo di chiamarlo, ma sembra sparito nel nulla. Sento come una specie di nodo in gola, mi sembra che il cuore debba esplodermi da un momento all’altro per la preoccupazione. Nessuna consapevolezza sul fatto che se la cava sempre sembra potermi tranquillizzare. Vago ancora per un po’, anche se ho già controllato dovunque, è come se non volessi rassegnarmi. Torno in hotel verso le ventidue, e non è nemmeno lì. Avremmo dovuto trovarci un’ora fa. Verso e un quarto mi squilla il cellulare e mi si accende un bagliore di speranza, che svanisce appena vedo che è Lupin. Rispondo, non avendo altro da fare.

“Alexis, sono ore che tento di chiamarti, perché non hai risposto?”

“Sì lo so che mi hai chiamato un’infinità di volte maledizione!”

“Tutto bene?”

“No, non va tutto bene! Jigen è sparito, non l’ho trovato da nessuna parte, e non mi ha mai risposto al cellulare”

“Credi che l’abbiano arrestato?”

“No, o almeno credo. Prima gli uomini di un clan alleato con quello di Gavez mi hanno attaccata. Per intimorirmi hanno detto che avevano già trovato Jigen, da qualche parte a sud della banca. Da allora ho provato a chiamarlo più volte senza successo”

“Non ti devi preoccupare, se la caverà come sempre”

“Sì ma se gli sono saltati i punti forse non se la caverà così bene come dici! La sua ferita è potenzialmente mortale. Non si è ancora cicatrizzata completamente, se dovesse riaprirsi c’è ancora una buona probabilità che inizi una grave emoraggia, che se non presa in tempo potrebbe ucciderlo come se niente fosse. E visto che la mafia attacca solamente in zone isolate il rischio è alto. Potrebbe aver neutralizzato quei simpaticoni, ma potrebbe non avercela fatta per colpa di quei fottutissimi…” smetto improvvisamente di parlare, sentendo che potrei piangere da un momento all’altro, e sinceramente è una cosa che vorrei evitare.

“Ascoltami, anche se questo fosse accaduto davvero se la caverà sicuramente, è un osso duro e sa sempre come comportarsi in queste circostanze. Cerca di stare tranquilla ok?”

“Non sei tu ad amarlo! Io senza di lui non sono niente ormai! Se lui muore che cosa diavolo faccio io!?” mi blocco per un momento, rendendomi conto che Lupin sta solo cercando di aiutarmi “Scusami…grazie per aver sopportato la mia bomba atomica di emozioni, è solo che…non voglio che muoia, è l’ultima delle cose che deve accadere”

“Non importa, comunque, come ti ho detto prima, Jigen è sempre preparato ad ogni cosa, e conoscendolo farà di tutto pur di rivederti. Abbi fiducia in lui, e tornerà da te”

Interrompo la chiamata, un po’ più tranquilla rispetto a prima. Passano ancora vari minuti prima che succeda qualcosa, poi all’improvviso sento bussare alla porta. Apro e per poco non svengo, è Jigen, ma non ha esattamente una bella cera. La spalla sinistra probabilmente è lussata, e la manica destra è sporca di sangue, spero non suo, ma quasi sicuramente la mia speranza è vana. Il lato positivo di tutto questo? Non gli sono saltai i punti, ma darò un’occhiata anche a quelli.

La mia razionalità viene compromessa dalla rabbia e dalla preoccupazione, così mi sfugge uno schiaffo “Cos’è successo? Dov’eri? E perché diamine non mi hai chiamata!?”

Si forma un leggero sorriso soddisfatto sul suo viso, che in quest’occasione mi rende ancora più nervosa “Ti sono mancato?”

“Va al diavolo, credevo che fossi morto, o quasi!”

“Me la cavo sempre”

Non do alcuna risposta alla sua considerazione, prima di dire cose che non penso. Gli esamino la spalla e confermo la mia teoria della lussazione“Oltre alla spalla fuori posto e alla ferita di striscio c’è qualcos’altro di cui dovrei sapere?”

“No, nient’altro”

Prendo tutto quello di cui ho bisogno. E’ si una ferita di striscio, più o meno, ma gli sono rimasti due proiettili nel braccio “Come hai passato la giornata?” si lo so, a quanto pare non ci tiene alla sua vita. Mai farmi domande del genere quando sono nervosa, gli esiti potrebbero non essere piacevoli

“Chiudi il becco”

“Io tutto sommato bene”

“Questo per te è bene!? Sei uno stronzo lo sai? Mi hai fatto prendere un colpo maledizione. E poi neanche una pallottola, ma due!”rimuovo i proiettili, cercando di mantenere la calma che caratterizza quella che era la mia professione e poi gli faccio la medicazione. Non so per quale ragione, ma continua a fissarmi mentre lavoro. Mi lascia a malapena il tempo di togliere i guanti di lattice e di chiuderli in una busta di plastica (sono pur sempre rifiuti ospedalieri, e per deformazione professionale li tratto in un certo modo…non dovrebbe essere questo, ma si fa quel che si può) che mi ritrovo distesa sul letto, con lui sopra di me e le sua labbra sulle mie. Sento una forte tachicardia e un forte calore irradiarmi tutto il corpo. Normalmente mi lascerei andare, cosa che faccio anche ora solo per qualche momento, ma poi lo allontano, ricordandomi di un fastidioso particolare “C-che diavolo stai facendo!? Hai ancora la spalla fuori posto, rischi di far saltare i punti e stai rovinando anche le-“

Non mi lascia finire la frase, e mi bacia ancora, anche se stavolta si tratta di qualcosa di più breve “Mi piace quando fai il medico”

“Strano, a me non piace quando fai l’incosciente” mi rialzo, e finalmente gli rimetto a posto la spalla…nel modo meno delicato possibile ma che, allo stesso tempo, non peggiori le sue condizioni

“Si vede che ce l’hai con me”

“E te ne sei accorto adesso? Sai sei un po’ in ritardo”

Tolgo il blocco schermo del cellulare e scrivo a Lupin, dicendogli che è tutto a posto, e poi rimetto in funzione il pc dopo l’ibernazione e finisco di sviluppare un particolare GPS che ci permetterà di sapere dove sono gli altri componenti del nostro gruppo nel caso in cui le cose si complichino e ci sia il bisogno di separarci. Come passatempo ho abbinato ad ogni localizzatore, che poi darò ad ognuno di noi, un simbolo che ci rappresenti, che corrisponda alla nostra personalità. Ecco cosa succede quando mi annoio. L’ultimo passo è quello di installarlo sui nostri cellulari. Ho definito questo sistema particolare perché nessuno oltre noi potrà vedere la posizione dei localizzatori, non c’è modo di entrare di nascosto nel sistema e localizzare le nostre posizioni. Devo ammettere che non è stato un lavoro facile.
Ormai mancano poche ore prima che Lupin e Goemon arrivino in città. Esattamente, è già passata una settimana da quando siamo qui. E se ve lo state chiedendo…sì, ho perdonato Jigen, come se poi mi fosse possibile riuscire ad essere arrabbiata con lui a lungo. Bisogna anche ammettere che ha fatto del suo meglio per farsi perdonare. Mi ha dato ascolto riguardo alla sua situazione clinica e non ha combinato altri casini, e poi è stato ancora più premuroso nei miei confronti. Ma insieme a tutto questo ci sono stati momenti in cui i suoi demoni sono tornati a galla, sempre a fine giornata e sempre al Jazz Club. Ho saputo di alcuni dei peggiori omicidi che Gavez gli ha commissionato. Mi ha fatto incredibilmente male rendermi conto di quanto si sentisse in colpa per quello che ha dovuto fare. Ma la colpa non è sua, è Gavez che gli ha reso la vita un vero e proprio inferno. E ha anche avuto da ridire quello stronzo. Tutto quello che mi ha raccontato fa solamente salire l’odio e il rancore per quel vecchio decrepito capo mafia, e questo aumenta la mia determinazione, la mia voglia di toglierlo di mezzo una volta per tutte. Non mi importa in che modo, ma deve lasci are questo mondo, che sia per mano mia o per mano della giustizia americana. Con tutto quello che ha fatto la pena di morte è una delle opzioni più gettonate. Ma sarei soddisfatta anche se dovesse passare il resto della sua vita in carcere, sarebbe umiliante per uno come lui. E lo stesso destino deve ricadere anche su Riez, anzi, deve essere anche più maligno ne suoi confronti. Altrimenti ci penso io a rendergli la vita un inferno. Lo so che posso sembrare molto dura, ma quei due bastardi devono soffrire quanto ho sofferto io. Sono troppi anni che mi porto dietro tutta questa rabbia, voglio solo liberarmene, e la vendetta sembra essere l’unico modo per raggiungere il mio scopo. Lo ammetto, non è la migliore delle prospettive, ma è l’unica. Comunque ho avuto alcuni problemi tecnici durante l’installazione del sistema GPS, sia sul mio cellulare che su quello di Jigen. Occupava troppa memoria, e sono impazzita per trovare il modo per renderlo più leggero senza però compromettere le funzionalità. E’ stato una specie di incubo, ma alla fine ci sono riuscita. Ora devo solo sperare che il problema non si ripeti con Lupin e Goemon. Se così dovesse essere sarebbe un vero problema. La procedura che ho dovuto usare è abbastanza lunga, e ritarderebbe di molto i nostri piani. Come minimo, se non avessi il tempo di risolvere eventuali problemi tecnici, dovremmo girare separati in due gruppi da due. Ma questa non può essere una certezza in un caso di emergenza. L’aereo da Tokyo arriva con alcuni minuti di ritardo e quando arriviamo in hotel non riscontro alcun problema tecnico nell’installazione e funzionamento del mio sistema GPS fantasma. E’ tutto pronto, non ci resta che aspettare il momento per entrare in azione. 

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Angolo autrice

Bene,sono di nuovo qua...e di nuovo in un ritardo mostruoso. E' incredibile il modo in cui ti esauriscono in seconda liceo...ma almeno ho quasi portato alla sufficienza latino, che è una delle mie croci c: il problema è che la mia prof di italiano è stata così simpatica da darci miliardi di libri da leggere, e il primo fra questi, "Il lupo della steppa" di Herman Hesse, mi è risultato incomprensibile c: E in più ho riscoperto anche un altro degli anime della mia vita, One Piece. E per vedere gli episodi dal venti al trenta, in cui Sanji finalmente si unisce alla ciurma di Luffy ho usato pomeriggi interi...in più Elsword mi ha stregata con un personaggio che non avevo mai provato e con uno dei classaggi del mio personaggio preferito. Diciamo che l'essere sfruttata (?) dalla scuola ha anche abbassato i livelli di ispirazione,e siccome ho passato molti pomeriggi a sfogarmi in tutti i modi tranne che scrivendo e sere intere a leggere libri di cui non mi importa assolutamente un fico secco è passato un altro mese...che cosa carina c: E adesso devo strutturare una parte considerevole, che voglio descrivere al meglio, non come ho fatto con il colpo a casa di Gavez, che è stato troppo dispersivo per i miei gusti. Voglio dedicare un capitolo intero al colpo di Chicago. E dopo questo verranno altre parti un po' toste perciò...credo che finirò per aggiornare una volta al mese. Di questo passo finisco di scrivere la storia nel 2024 (?). 
Bene,credo di avervi stufato abbastanza con queste chiacchere inutili perciò...adios, e possa la buona sorte essere sempre a vostro favore. *vola via*
  
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