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Autore: A lexie s    02/12/2014    4 recensioni
CaptainSwan spelling:
Scrivere flashfic o oneshot partendo dai seguenti prompt, la pubblicazione può avvenire in qualsiasi momento, l’unica regola consiste nel rispettare la sequenza senza saltare lettere.
-Chocolate&Comfort: Lui spostò la mano dalla sua schiena, facendole sentire la mancanza di quel calore, le toccò leggermente il labbro inferiore catturando una scia di cioccolata che era sfuggita al suo controllo e se la portò alle labbra.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Never give up


Captainswan – [Wood&Warmth; 1266 parole.]

La situazione a Storybrooke era calma da qualche giorno. La SnowQueen aveva avuto il ben servito ed a malincuore Elsa ed Anna erano tornate ad Arendelle. Anche Killian era riuscito a riprendersi il cuore, ovviamente con l’aiuto della sua salvatrice e di Belle che una volta scoperto l’inganno del marito aveva deciso di rendersi utile. Ed Emma di fronte alla possibilità reale di perderlo lo aveva perdonato più velocemente del previsto.
Insomma, tutto stava procedendo per il meglio, ma allora perché quella sera si ritrovavano nel bel mezzo del bosco?
Emma non seppe rispondersi e Killian si ostinava a tacere mentre percorrevano il terriccio umido dopo la giornata piovosa che si era abbattuta sulla cittadina.
“Mi spieghi che ci facciamo qui?” Lo interrogò, abbassandosi il cappello di lana sulle orecchie e stringendosi di più nella giacca di pelle.
“Swan, lo sai che queste escursioni tengono vivo il nostro rapporto.” Rispose Killian, mentre le sue labbra si allargavano in un sorriso sghembo e con l’uncino spostava delle foglie davanti alla donna per evitare che le colpissero il viso.
“Di giorno e non con questo freddo” asserì lei, velocizzando il passo per superarlo. Non sapeva dove stessero andando e tanto meno cosa stessero cercando, ma questo non le impediva di voler condurre, quello era un tratto peculiare del suo essere.
“Se quello che vuoi è calore basta chiedere, tesoro!” Le afferrò il braccio con la mano, costringendola a voltarsi e poi scese giù in una lenta carezza fino ad intrecciare le loro dita. Quelle di Emma si chiusero automaticamente intorno alla sua mano e rallentò il passo per adeguarsi a quello dell’uomo. Era un contatto che avevano condiviso svariate volte ormai, ed era bello ed intimo e la faceva sentire bene, viva, sicura.
“Allora, mi dici dove andiamo?” Ci riprovò più lentamente, in modo più dolce perché sapeva che lui aveva un debole per quello sguardo che gli aveva riservato anche al loro primo appuntamento ufficiale. D’altro canto, lui rimase abbagliato per un attimo, era sorprendente il modo in cui il loro rapporto si era evoluto nel tempo. Avevano cominciato con l’odiarsi, per poi provare a sopportarsi fino ad arrivare ad una collaborazione, ed infine si erano innamorati. Era stato un percorso difficile, più per Emma che per Killian, lui si era accorto subito che quella pulsione iniziale che sentiva nei suoi confronti avrebbe potuto rappresentare una svolta nella sua vita, mentre lei era riuscita ad accettarlo solo con il tempo ed una grande quantità di prove e sofferenze da parte del pirata.
Alla fine però c’era riuscito dopotutto, a vincere il suo cuore.
“Emma, smettila di fare quello sguardo” l’ammonì, tirandola leggermente per farla arrestare di fronte a lui. Le lasciò la mano e l’avvicinò a sé tenendola stretta per un fianco, quel contatto le provocò un brivido che ignorò deliberatamente mentre gli afferrava il bavero della giacca nera, “andiamo alla ricerca di un po’ di pericolo, okay?” Concluse infine lui, sfregando il naso contro il suo freddo.
“Non c’è bisogno di cercarlo, godiamoci questi giorni di quiete perché tra poco si scateneranno nuovi nemici e nuove maledizioni, e adesso davvero, dove andiamo?”
Killian rise della sua visione ottimistica della vita, d’altronde era normale che la vivesse così, era sempre stata impegnata ad avere qualcuno da fronteggiare piuttosto che qualcuno con cui condividere.
“Voglio solo mostrarti una cosa” sorrise, leggendo la curiosità nei suoi occhi verdi. Sapeva quanto lei non amasse le sorprese, ma la vide annuire comunque mentre si lasciava trascinare verso il luogo che voleva tanto farle vedere.
Camminarono un altro po’ fino a quando si fermarono in prossimità di una piccola radura vicino la cripta di Regina. Lei si guardò intorno aspettandosi di scorgere qualcosa, ma non vide nulla. Tutto era perfettamente normale, nessun tavolo apparecchiato e non si potevano ammirare nemmeno le stelle a causa delle nuvole che coprivano il cielo.
“Siamo nel bosco, vicino la cripta di Regina, al freddo e al gelo.. Non capisco davvero cosa volessi mostrarmi?!” Si voltò a guardarlo con aria interrogativa.
“Sei esilarante, Swan. Ad ogni modo, aspetta e vedrai.” Pronunciò piano, cingendole le spalle con il braccio avvicinandola al suo petto per riscaldarla meglio.
Passarono qualche minuto così, abbracciati a contemplare il buio. Emma aprì la bocca per parlare, ma venne bloccata da lui che le indicò di guardare avanti. Ed all’improvviso, la notte cominciò ad illuminarsi, tanti piccoli sprazzi di luce si propagarono intorno a loro disperdendosi nell’aria. La donna aprì nuovamente la bocca, ma stavolta non per parlare. Era semplicemente stupita ed emozionata davanti a quello spettacolo.
“Non avevo mai visto le lucciole, nemmeno da bambina.” Sorrise, mentre cercava qualcosa nella parte più recondita della sua mente che potesse avvicinarsi a quello spettacolo, ma nulla, non aveva davvero mai visto nulla del genere.
“Prima di diventare il temibile Capitano Uncino, prima di diventare qualsiasi cosa in realtà.. Quando vivevo nella foresta incantata con Liam, andavamo spesso nel bosco da piccoli, dopo la pioggia, per vederle.” Aumentò un po’ la stretta sulle sue spalle girandola verso il suo viso.
“La pioggia..” mormorò lei, “ecco perché hai insistito tanto che fosse oggi” portò le sue braccia intorno alla vita dell’uomo e lo strinse lentamente.
Aveva condiviso un altro momento con lei, un piccolo frammento ma profondo della sua infanzia.
“Grazie” sospirò poi sulla sua bocca, mentre faceva incatenare i loro occhi prima di perdersi in un bacio.
Killian sorrise sulle sue labbra per un attimo, sinceramente felice di aver condiviso qualcosa di così prezioso con lei, i suoi ricordi. Poi, la sua bocca si fece spazio decisa ed affamata mentre il respiro cominciava ad uscire a rantoli e la sua mano le cingeva il collo per non permetterle di spostarsi, non che lei ne avesse intenzione.
In realtà, lei non sentiva più nemmeno freddo, un calore era divampato al centro del suo stomaco propagandosi poi in tutte le altre zone del suo corpo. Il desiderio crebbe nelle sue viscere, intrecciandole in una morsa che le fece perdere un battito tanto era intensa e profonda.
Lo aveva sempre provato, fin dal loro primo incontro ma non era mai stata disposta ad ammetterlo. Invece adesso, quella passione non faceva altro che picchiare contro le sue pareti per uscire rapidamente ed avvolgere entrambi ed era lo stesso per lui e lo aveva dimostrato anche qualche giorno prima quando avevano condiviso la loro prima notte d’amore.
Tutto era stato intenso, passionale e profondo, ma anche tanto dolce. Lui lo era stato, nonostante l’ardore ed il trasporto che provava per lei, perché come aveva detto più volte, lei non rappresentava solo una conquista, lui l’amava.
Continuarono a baciarsi per un po’, poi tutto divenne troppo forte, lui la spinse lentamente costringendola ad indietreggiare senza però staccare le loro labbra ed Emma si ritrovò con le spalle sulla pietra fredda della cripta. L’unica mano di Killian scese dal collo alla schiena e poi sempre più giù.
“Entriamo dentro.” Mormorò lui, indicando la porta della cripta.
“Dove? Nella cripta di Regina? Circondati da cuori lampeggianti ed incantesimi, davvero?” Ansimò la bionda, staccandosi subito dopo e ridendo.
“Perché pensi che lei e Robin non ci abbiano mai fatto nulla?” La schernì lui, la faccia di Emma mutò dal divertito allo scandalizzato.
“Dio, Killian. Se c’era qualche possibilità, hai appena rovinato tutto con questa frase.” Le sue mani si staccarono dalla sua schiena mentre lui continuava a guardarla inebetito e dispiaciuto per aver rovinato quel momento.
Emma sghignazzò davanti alla sua espressione e lo scostò per superarlo, poi si fermò e tornò a voltarsi verso di lui.
“Andiamo a casa, tigre!” Lo esortò, tendendogli la mano.
 
 
 
 
  
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