Bambola
Ti ho trattata come una bambola.
Giacchè tu eri la perfezione, ma non sapevi di esserlo.
Oh mente bianca...coprire ostinatamente quelle membra di porcellana quasi fossero state una croce,
pensare che fossero destinate alle gioie languenti di una contemplazione solo casta, fugace, obbligata...
Io ti ho insegnato a gridare.
Io ho preso le bugie dalle iridi dei tuoi occhi e le ho sciolte
sulla mia lingua che cercava il tuo seno.
Tu piangevi.
E loro ridevano.
Mi dispiace così tanto.
La verità è, che nella foga dell'ennesimo schiaffo
a quella morale tanto perbenista dei nostri tempi,
i tuoi occhi mi hanno atterrato.
Ti ho baciato come non avrei voluto,
ti ho baciato come non avrei dovuto.
Da me si esigeva freddezza e disprezzo:
mi hai estorto devozione e pazzia.
Le loro voci mi tormentano.
Le tue lacrime mi tormentano.
Il colorito cinereo del tuo viso, le tue labbra spente dalla mia passione, la veste che ti ho strappato in un impeto di foga animale
che ti ricadeva mollemente lungo la bianca spalla, quell'aria da ninfa violata che cerca di corrompere con lo sguardo il suo carnefice...
Amore...
E' stato così difficile, per me.
Ma gli anni non lo hanno piegato. La peste non lo ha cancellato.
Il dolore lo ha solo acuito.
Il mio testamento, ora, sono le lacrime sulla tua tomba,
bambola.