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Autore: TheIronMaiden    02/12/2014    3 recensioni
In principio ci furono la guerra, le perdite dolorose, le paure. Poi giunsero la pace e la serenità, ma nel petto di Naruto Uzumaki e Hinata Hyuga è rimasto un vuoto.
Quanto possono dei piccoli e all'apparenza insignificanti momenti essere in grado di far sbocciare qualcosa che è già stato seminato da tempo? Può un singolo germoglio riempire un buco nel cuore?
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Dopo la guerra si erano incrociati qualche volta, avevano scambiato qualche parola, ma Naruto non sembrava ricordarsi della dichiarazione d'amore di Hinata, né delle due volte che si era quasi sacrificata per salvargli la vita. La ragazza si tormentava ogni sera chiedendosi come potesse aver dimenticato qualcosa del genere, ma alla fine la sua voce interiore la mandava a dormire delusa, ricordandole che probabilmente Naruto si comportava così perché non riusciva a vederla come qualcosa di più importante di una semplice amica.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto
Note: Lime | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la serie
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cap 4

EveryMoment
•Chapter 5
Remember


Quando Hanabi si era presentata in camera di Hinata, annunciandole euforica di aver convinto Hiashi a permetterle di utilizzare un'ala della loro tenuta per celebrare l'ultima notte dell'anno tra amici, la ragazza aveva aggrottato la fronte e aveva temuto che una festa del genere potesse trasformarsi in un delirio... In realtà fu molto peggio.
Sakura, Ino e Ten Ten si erano presentate nel tardo pomeriggio con la scusa di aiutare le due Hyuga a preparare la cena, ma dopo pochi minuti avevano rapito Hinata per chiuderla in camera e costringerla a indossare un abito che Hanabi le aveva comprato di nascosto e che sua sorella maggiore non si sarebbe altrimenti mai sognata di indossare. La presenza delle altre ragazze era stata fondamentale per quell'opera di convincimento, e alla fine aveva dovuto accettare, troppo stanca per lottare ulteriormente. Vista l'ora tarda si erano ridotte a ordinare dei piatti già pronti e avevano fatto giusto in tempo a finire di preparare la tavola prima che un folto gruppo di vocianti ragazzi si presentasse all'ingresso, subendosi le raccomandazioni e le occhiate severe di Hiashi Hyuga.

"Basta una mossa sbagliata e questa festa si potrà considerare fin..." "Basta Otou-san, siamo tutti dei bravi ragazzi" s'intromise Hanabi con un gran sorriso, cercando di tranquillizzare il padre, assolutamente non abituato a ospitare così tanta gente. Gente rumorosa e poco educata, oltretutto!
"Mi raccomando." Con quella gelida raccomandazione l'uomo si allontanò, lasciando il gruppetto libero di avanzare verso l'ala dedicata alla festa. "Potevi vestirti un po' meglio" sussurrò stizzita Hanabi a Naruto dopo averlo preso in disparte, notando il suo abbigliamento decisamente poco consono. Il ragazzo aveva indossato un paio di pantaloni scuri e una maglietta arancione sgargiante, sopra alla quale faceva sfoggio una felpa un poco più elegante di quelle che era solito indossare, nera e con bottoni a sostituire la zip, e come tocco finale la sciarpa rossa di lana che Hinata gli aveva regalato a Natale. "Perché? Ho tirato fuori le cose migliori che avevo" si lamentò lui, abbassando lo sguardo per osservare la propria tenuta, che a suo parere era fin troppo elegante... Ma quando alzò gli occhi si rese conto che no, non lo era affatto. Hinata sostava con una spalla poggiata allo stipite della porta d'ingresso alla sala da pranzo, il corpo formoso fasciato in un vestitino di seta nera privo di spalline, stretto sul seno e più morbido sui fianchi. Aveva cercato di coprire la scollatura con i lunghi capelli scuri e osservava il biondo con sguardo timoroso, il solito rossore diffuso sul volto altrimenti pallido. Naruto la trovò stupenda, e si sentì improvvisamente un rozzo barbaro se messo a confronto con l'innata eleganza e bellezza di lei.
Istintivamente portò una mano dietro alla nuca, sorridendole ampiamente come a scusarsi dei propri vestiti, ma dopo aver ricevuto una spintarella da Hanabi si ritrovò proprio di fronte a lei e il profumo di lavanda, delicato ma presente, lo inebriò completamente, portandolo ad attirarla tra le sue braccia e stringerla lievemente, felice di essere lì quella sera.

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"Ma ve lo ricordate quando Sai ha iniziato a dare soprannomi stupidi a tutti quanti? Era davvero offensivo" rise Ino, gli occhi lucidi per le troppe risate e per il troppo sake ingollato, la bevanda proibita che Kiba si era premurato di portare di nascosto e con la quale si erano intrattenuti durante la cena. Hinata cercò di stendere meglio la gonna del vestito sulle gambe nude, sentendo la testa girarle leggermente nonostante si fosse concessa solo un paio di bicchieri, poi diede un'occhiata preoccupata al disordine che regnava sovrano nella stanza e concluse che l'indomani avrebbe pulito tutto quanto prima che suo padre potesse vedere i segni lasciati dalle zampate di Akamaru sul legno pulito del pavimento, i resti di cibo e tovaglioli sparsi a terra e i cuscini sparpagliati per la stanza, dove alcuni suoi amici si erano coricati sostenendo di non riuscire a mangiare ulteriormente. "E quando Hinata continuava a svenire in presenza di Naruto?" aggiunse Sakura, ubriaca quanto Ino, e tutti quanti si voltarono verso la Hyuga, paonazza. Era proprio necessario rivangare certe cose davanti a tutti? Era una questione privata, e poi sveniva ancora in sua presenza, se proprio era necessario essere onesti.
"E quando Shino si è arrabbiato perché nessuno se lo filava?" cambiò argomento Kiba, veloce come la luce, strappando una risata a tutti e distogliendo l'attenzione dalla ragazza intenta a stropicciarsi nervosamente l'orlo del vestito. Le piaceva ricordare il passato, ma odiava passare per l'idiota della situazione semplicemente perché la sua timidezza e il forte sentimento che provava per Naruto le avevano più volte fatto perdere i sensi davanti a lui e agli altri. Non era giusto; lei non aveva mai giudicato nessuno, si era sempre dimostrata gentile e comprensiva e aveva sempre evitato di far sentire a disagio le persone a cui voleva bene... Fu una mano calda che andò a poggiarsi sulla sua spalla a distoglierla da quei pensieri negativi, portandola ad alzare lo sguardo per trovarsi un paio di occhi azzurri come il cielo a pochi centimetri dai propri.
"Hinata, l'altra volta ho dimenticato una cosa in camera tua, mi accompagneresti a riprenderla?" le sorrise gentile, e lei sentì il cuore fermarsi e farle girare la testa. Annuì, senza nemmeno chiedersi cosa avesse potuto dimenticare -se ne sarebbe sicuramente accorta- e gli fece strada fuori dalla sala da pranzo, sentendo le ginocchia diventare molli come budini.
Dal corridoio Hiashi osservò le figure dei due ragazzi salire le scale per raggiungere la camera di sua figlia e si lasciò sfuggire un sospiro tormentato, un sentimento che ben pochi potevano permettersi di scorgere nel suo sguardo in quel momento nascosto nell'oscurità... Eppure non li fermò.

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L'espressione mortificata di Hinata l'aveva convinto a trovare una scusa qualsiasi per portarla via da quella stanza, e così aveva fatto. Non appena la porta della camera della ragazza si fu chiusa alle loro spalle il biondo sospirò e si avvicinò a lei per scostarle una ciocca di capelli dietro all'orecchio con fare tenero, eppure impacciato. Lei arrossì e accennò un piccolo sorriso che scaldò con prepotenza il petto del ninja davanti a lei. "Non preoccuparti per quello che ha detto Sakura... Non è mica una cosa brutta" cercò di rassicurarla, pur conscio di essere tremendamente goffo in certe cose. Lei però annuì comprensiva e lo ringraziò sottovoce, sedendosi sul bordo del letto e lanciando un'occhiata alla neve che cadeva fuori dalla finestra, senza riuscire a far scomparire il rossore dal suo volto. Il ragazzo la seguì, accomodandosi di fianco a lei con naturalezza, sentendo però il cuore battergli con forza nel petto a quella vicinanza che gli provocava piccole scosse elettriche per tutto il corpo. Avrebbe voluto stringerla a sé, ma temeva di imbarazzarla ulteriormente, per cui si limitò a contemplarne il profilo, perdendosi a osservare i riflessi rosati provenienti dall'esterno creare giochi di luci e ombre sulle sue labbra delicate...
"Ricordi quella copiosa nevicata di dieci anni fa? Eravamo solo bambini allora, ma io la ricordo bene. Era Natale, mia mamma non c'era già più. Da quando è morta il Natale è diventato una parentesi forzata nelle nostre vite, qui a casa. Otou-san non ha mai più voluto decorare l'albero o comprare regali agli altri membri della famiglia. Quell'anno ero triste perché a Konoha tutti parteciparono al Festival della Neve, mentre io fui costretta a stare in casa, sola, coi miei ricordi."
Naruto ricordava quella nevicata, perché aveva simboleggiato una grande solitudine anche per lui. Istintivamente allungò una mano verso quella di lei e la coprì con la propria, più calda e grande. Lei abbassò lo sguardo e intrecciò leggermente le dita con quelle di lui, sorridendo appena. "Questa è invece una nevicata felice. Non c'è nessun Festival della Neve, ma ci sei tu, Naruto... E posso condividere i miei ricordi con te, senza la necessità di sentirmi triste."
Quella dichiarazione fu la più sincera e dolce che qualcuno avesse mai fatto a Naruto, che percepì chiaramente il proprio cuore fermarsi nel petto, per poi ricominciare a battere con un impeto tale da ricordargli una tempesta. "Non devi sentirti triste, mai più. Non lo permetterò. Voglio vederti sorridere, sempre."

Hinata sentì la mano di lui scostarle i capelli dal volto e poggiarsi sulla sua guancia, costringendola ad alzare lo sguardo su di lui. I suoi occhi azzurri erano diventati più scuri e brillanti, e le parve di potersi immergere in essi e vedere con limpidezza l'anima di lui, così pura... Era il motivo per cui aveva sempre lottato e per cui si era innamorata di lui in modo così naturale e disarmante.
Il tempo di un battito di ciglia e le loro labbra si scontrarono, schiudendosi per permettere alle lingue di accarezzarsi. Hinata chiuse gli occhi, sospirando in quel bacio fatto di una passione che non aveva mai conosciuto prima, e si aggrappò con entrambe le mani alla maglietta di Naruto, stringendo la stoffa con forza per non svenire. Le dita di lui scivolarono lungo la sua mandibola, poi lungo il collo con una lentezza tale da provocarle brividi per tutto il corpo e darle al tempo stesso modo di fermarlo, ma lei non lo fece. Lasciò che la sua mano indugiasse su uno dei suoi seni, attraverso la stoffa sottile del tessuto, per poi accarezzarlo con più decisione mentre il bacio si faceva più frenetico, come i loro respiri.
La schiena di Hinata toccò il materasso senza che potesse rendersene conto, e le mani tremanti che prima si erano agganciate al cotone della maglia di lui afferrarrono istintivamente i lembi della sua felpa, sfilandogliela mentre lui faceva scivolare il vestito di lei giù per la vita e per i fianchi morbidi...

Piangeva, Hinata, le mani bollenti strette a pugno contro il legno freddo del pavimento della palestra di casa sua, ormai vuota. Ancora una volta aveva perso durante l'allenamento contro sua sorella, di fronte agli occhi severi e delusi del padre. Ancora una volta si era dimostrata debole e inetta, nonostante le ore passate ad allenarsi fino a stare male. I suoi singhiozzi risuonavano tra le pareti, la consapevolezza della sua solitudine la fece sentire ancora peggio. "Basta piangere, Hinata-sama" mormorò una voce bassa e controllata, facendola sobbalzare. Alzò lo sguardo e si trovò a fissare quello freddo di Neji, di fronte a lei. "Non riesco a fare niente di buono, Neji-nii-san... Vorrei essere forte" pianse, tremando e sentendosi così piccola di fronte al cugino. Avrebbe voluto essere forte come Naruto-kun, quel bambino solo, eppure sempre sorridente e desideroso di sfidare il mondo per dimostrare le proprie capacità. Sì, avrebbe voluto essere come lui, piccolo ma grande, solo ma forte. "Per esserlo bisogna allenarsi... Ma ci sono qua io per questo" le promise il ragazzo, aiutandola ad alzarsi.

Naruto osservò con ammirazione il corpo nudo sotto di lui, quelle forme femminili, la pelle nivea profumata e tiepida, e si sentì avvampare, la propria eccitazione tangibile e pressante contro la gamba di lei. Hinata era rossa in volto e terribilmente rigida, ma le sue mani sfioravano il petto del biondo come a invitarlo a non fermarsi, a restarle vicino, a non abbandonarla. E Naruto ne era certo, non lo avrebbe mai fatto. Affondò il viso nell'incavo del suo collo, inebriandosi di quel profumo fiorito che sapeva di perenne primavera e chiuse gli occhi, le mani strette sui fianchi della ragazza che, ne era certo, gli aveva rubato il cuore. "N-Naruto..." sussurrò lei, inarcando la schiena a quel contatto e aggrappandosi alle sue spalle muscolose, provocandogli un brivido di piacere che lo fece sospirare sulla pelle di lei. La sentì annuire leggermente, quasi fosse stata in grado di leggergli nella mente, di comprendere il bisogno che aveva di lei e del suo corpo, ma anche la paura di ferirla, di essere troppo frettoloso. Scivolò in lei trattenendo il fiato e rilasciandolo poi in un caldo respiro sulla mandibola di lei, mentre scostava il volto per cercare le sue labbra.

"Non è vero, N-Naruto-kun... Tu sei forte, e non d-devi permettere a nessuno di a-affermare il contrario!"
Hinata, così graziosa coi suoi capelli corti e quella frangetta sbarazzina su un viso così dolce e rosa di timidezza gli porse la nuova maglietta che aveva acquistato per lui come regalo di Natale dopo che i bulli che lo avevano preso di mira, lo avevano picchiato, strappandogli e sporcandogli i vestiti. Naruto sorrise, accettando il regalo con gli occhi che brillavano. Nessuno gli aveva mai fatto un regalo prima di allora, e quel gesto lo lasciò col cuore colmo di una gioia mai provata prima. Abbracciò la ragazzina di slancio, e lei gli svenne tra le braccia.

Fu una danza fatta di sospiri e di piacere, i loro corpi goffi e tremanti uniti nell'oscurità di una stanza silenziosa e resa confortevole dal sentimento che riempiva i loro cuori. Nei loro sguardi e nei loro respiri non c'era traccia dei bambini deboli e soli di un tempo.
Hinata chiuse gli occhi tremando ancora di piacere quando lui la trasse a sé, facendole poggiare la testa sul suo petto nudo e sudato. Il mondo vorticava attorno a lei, ma non le importava. Naruto l'aveva resa una donna completa, e finalmente si rese conto che il vuoto dentro di sé, la paura, le perdite affrontate, le battaglie perse e quelle vinte avevano assunto finalmente un sginificato chiaro e pieno di colori, come un arcobaleno che avrebbe reso la sua vita diversa da quel giorno in avanti.
I ricordi non facevano più male, erano solo un modo per ricordare quanto fossero entrambi diventati forti e quanto quell'unione li avesse resi imbattibili.


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Angolo dell'Autrice

I vostri feedback sono importantissimi, e sapere che la storia vi sta emozionando e che sono riuscita a dipingere Naruto e Hinata per quello che sono mi rende felicissima! Scrivere questo capitolo mi ha causato un po' di imbarazzo, ma essendo un rating arancione ed essendo io un'anima piuttosto romantica, mi sono data un contegno! Spero comunque di aver reso bene la mescolanza tra desiderio fisico e amore che lega i due ragazzi... Questo di fatto è l'ultimo capitolo, ma vi attende ancora un epilogo prima che la storia possa dirsi completamente conclusa. Aspetto i vostri pareri!



  
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