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Autore: Felix394    02/12/2014    4 recensioni
Horace Lumacorno appare nel sesto libro della magica saga di Harry Potter: eppure il suo è un personaggio molto importante nello sviluppo della storia, fornendo ad Harry un tassello fondamentale per permettere la definitiva caduta dell'Oscuro Signore.
In questa storia, ambientata nel sesto e nel settimo libro, analizzerò il rapporto tra Horace ed i personaggi della saga, lungo il solco tracciato da zia Row.
BUONA LETTURA!
Genere: Comico, Commedia, Satirico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Horace Lumacorno
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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“L’intervista”
Il treno sussultava dolcemente.
Dai finestrini si poteva scorgere un fitto bosco di pini ed abeti che sembrava estendersi senza fine. Le nuvole coprivano il sole: tra poco sarebbe arrivata la pioggia.
Il professore Horace Lumacorno chiuse la copia della Gazzetta del Profeta che riceveva ogni giorno (il suo direttore era stato uno dei suoi più eccellenti pupilli)e la depose sul tavolino. Il the si stava freddando, e non poteva di certo permetterlo.
Acchiappò un biscotto al limone e lo intinse avidamente nel the; perso nei suoi pensieri, attese troppo: un pezzo cadde nella tazza, emettendo un rumoroso “plof”.
<< Oh cielo, Horace! Dove hai la testa, vecchio tricheco… >>
Estrasse la bacchetta, toccò delicatamente la tazza ed il pezzo di biscotto inzuppato svanì nel nulla, non lasciando tracce di sé.
Sorseggiò pacatamente il the e, nel frattempo, scoccò uno sguardo al grande orologio a pendolo che troneggiava accanto al finestrino.
<< William, ragazzo mio! Sei la perfetta incarnazione del ritardo… >>pensò tra sé e sé, ridendo sotto i baffi.
William Lodge era il vice-direttore de “Il fatto magico” ed era stato, naturalmente, suo allievo.
Di certo, non uno dei suoi migliori!
Durante la sua permanenza ad Hogwarts aveva fatto scoppiare non meno di una cinquantina di calderoni (con grande disappunto delle casse della scuola), appiccato il fuoco nel cortile durante le esercitazioni dei G.U.F.O e, durante questi ultimi, era riuscito a produrre un liquame così maleodorante da bucare (l’ennesimo) calderone, il tavolo sul quale era appoggiato, e costringere a spostare gli esami di pozioni alla settimana successiva ( il commissario era stato ricoverato al San Mungo, mentre il Preside fu costretto a interdire il passaggio in un’ala del castello).
Eppure aveva un dono: era sempre al corrente di tutti i fatti ( e pettegolezzi) che avevano come oggetto studenti e docenti.
Era un abile scrittore, fondò il giornalino scolastico (“Hognews”) e, Lumacorno aveva sempre sospettato, sapeva come utilizzare queste informazioni a suo vantaggio: a riprova di questa sua teoria, il giovane, appena diplomato, venne prontamente assunto dalla Gazzetta del Profeta, che in seguito abbandonò per fondare un suo giornale, “Il fatto magico”, che ogni dipendente del Ministero della Magia evitava accuratamente di leggere (tra questi, Horace stesso).
La casa Grifondoro aveva certamente un abile segugio.
Horace attese altri cinque minuti prima che qualcuno bussò alla porta.
“Avanti”, disse pigramente.
Un mago smilzo, dai capelli ricci e bianchi, con due penetranti occhi verdi entrò. Era vestito elegantemente, ma non all’ultimo grido.
“Professor Lumacorno, mi scuso per il ritardo. Ma sa, il Ministro della Magia si fa attendere…” disse l’uomo, porgendo la mano al professore.
“Ma certamente! Davanti al lavoro, i piaceri cedono il passo” sentenziò Lumacorno, stringendogli la mano ed invitandolo ad accomodarsi.
“Vuoi del thè? Biscotti?”
“Solo del thè, grazie” rispose cortesemente l’uomo, aprendo la valigetta. Una penna d’oca verde smeraldo e un taccuino dello stesso colore uscirono piroettando, per poi adagiarsi pigramente sul tavolo.
Lumacorno agitò la bacchetta e una tazzina, proveniente da un massiccio mobile stile ‘700, planò davanti al giornalista. Subito dopo, una teiera di porcellana bianca con lo stemma della casa Serpeverde (dono della famiglia Malfoy per l’ottantesimo anno del professore) la riempì.
Lumacorno osservava tutto questo senza particolare coinvolgimento.
Dentro la sua testa frullavano le mille domande: perché William gli aveva chiesto una intervista?
Ufficialmente era per celebrare il ritorno dei una istituzione della docenza ad Hogwarts,si. Ma il suo stomaco percepiva altro. Sentiva puzza di domande scomode. Ma oramai era lì, e non poteva cacciarlo via.
“Come vanno le cose al Fatto?” chiese, con il tono più conciliante possibile.
“Discretamente, la ringrazio. Iniziamo l’intervista?”
“Oooh, dritto al sodo! Un vero giornalista” scherzò Lumacorno.
Il dubbio si insinuava sempre di più tra i suoi pensieri.
“Il mestiere del giornalista è duro e richiede sempre tempi contingentati, ahimè! Purtroppo dopo devo scappare, sembra che il nuovo direttore del museo della Magia sia in realtà un mangiamorte”
Il giornalista disse ciò senza particolare enfasi, quasi stesse ripetendo cose già note a tutti.
<< Horace, stai calmo…non accadrà nulla di pericoloso >> si sforzò di pensare Lumacorno, sentendo il dubbio ( e la paura) avere la meglio sul suo solito essere allegro.
“Prima, se non le dispiace, ripercorreremo la sua intensa vita.”
“Spero di non annoiare i lettori con la mia pigra esistenza” tentò di sdrammatizzare Lumacorno, il quale si sentiva sempre più in pericolo.
<< Dovevo gettarmi dal finestrino quando potevo… >> << Non saresti passato, vecchio mio >> pensò tra sé e sé.
“Ma cosa dice, professore…vedrà che domani moltissimi acquisteranno il quotidiano con la sua intervista in prima pagina! Naturalmente, riceverà una copia gratis” Tossì.
“Bene, cominciamo. Horace Lumacorno, nato a Londra il 30/11/1914. Figlio di Leonard Lumacorno, funzionario del Ministero della Magia (1890-1988) e di Clementine Hurquart (1893-1989), fondatrice e direttrice per sessant’anni de “La strega”, noto quotidiano di gossip. Nessun fratello, una zia, Gertrude, di 109 anni, ancora in vita. Ammesso ad Hogwarts nel 1925, è smistato nella Casa Serpeverde. Alunno modello, primeggia incontrastato nella materia di Pozioni dove, per sette anni di fila, ha il voto più alto di tutta la scuola. Ottimi G.U.F.O…M.A.G.O sbalorditivi nel 1932. Viene subito assunto dal Ministero della Magia ma, nel 1936, viene chiamato dall’allora Preside Armando Dippet a ricoprire la carica di Professore di Pozioni. Cattedra che terrà fino al 1981, anno del suo pensionamento. Gli succederà un suo allievo, il professore Severus Piton. Durante questa lunga carriera, riceverà premi a cascata che non elencheremo per il loro notevole numero: la loro lista sarà allegata in nota sotto l’intervista. Iniziamo con le domande: Com’è ritornare all’insegnamento?”
<< Dai, questa è facile >>
“Ritornare all’insegnamento è stato un grandissimo piacere. Ho ricevuto molte lettere da parte di ex studenti, che ora hanno figli o nipoti ad Hogwarts, che si sono professati entusiasti di un mio ritorno all’insegnamento, in ricordo dei bei vecchi tempi.”
<< Ottimo, risposta sublime >>
“Affascinante, professore. Ora, una domanda che ci rivolge una nostra accanita lettrice:” Professore Horace Lumacorno. Sono Augusta Paciock, assidua lettrice di questo quotidiano, l’unico che dice la verità in questi tempi di bugie! Mio nipote, Neville Paciock, sarà tra i suoi alunni: un ragazzo bravissimo, degno figlio dei suoi genitori! La mia domanda è questa: cosa pensa di quel miserabile covo di incompetenti che viene comunicato “Ministero della Magia? E pensa che possano contrastare Voldemort? Sua affezionata lettrice, Augusta Paciock”
Per un momento, Lumacorno ebbe il cervello spento. Non sapeva cosa rispondere.
<< Rimane sempre l’idea del finestrino >> disse una vocina.
“Io…l’intervista verteva su di me…non sulla attuale situazione politico-istituzionale…” tentò di rispondere, con la bocca asciutta. Sembrava che la sua saliva avesse fatto le valigie e preso il primo espresso direzione nessuna.
“Professore, la invito a rispondere a questa domanda. Capisce che è importante che una istituzione come lei si schieri a favore del bene, contro il male che avanza inesorabile. Il suo “datore di lavoro” è l’attuale capo di questa lotta.”. Aveva sottolineano le parole “datore di lavoro” con sprezzante sarcasmo. I rapporti tra Lodge e Silente non erano dei migliori. Sembrava che sapesse qualcosa sul passato di Silente…una terribile verità che avrebbe causato non pochi guai al vecchio Preside.
“Io non intendo rispondere a questa domanda. Ne a nessun’altra domanda. L’intervista è finita” disse calmo, ma deciso, Lumacorno.
D’altronde, Silente era sempre suo amico. E non avrebbe permesso che un insulso giornalista da strapazzo gli rovinasse la vita.
“Professor Lumacorno…lei deve…” disse Lodge, diventando tutto rosso dalla rabbia. Non permetteva a nessuno di troncargli un intervista. “Io non devo nulla a nessuno. ORA FUORI” rispose, alzandosi, Lumacorno, con i baffi che fremevano.
“Molto bene. Scriverò che si è rifiutato di rispondere ad una domanda…”
“Scriva tutto quello che vuole. FUORI, HO DETTO!”
Il giornalista si alzò, ripose taccuino e penna d’oca nella valigetta ed uscì senza dire nulla. Lumacorno stramazzò sulla sedia, che scricchiolò minacciosamente. << Mi aspetta un anno molto complicato… >> pensò, addentando un biscotto al limone
  
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