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Autore: SashaJohnson    02/12/2014    4 recensioni
-Mi dispiace.- sussurra Louis affiancandomi. Rimaniamo in silenzio per un po’ mentre io rimugino sulle sue parole, sulla sua promessa, il respiro che pian piano ritorna calmo e le lacrime che smetteono di scendere.
-E va bene.- dico. Louis si gira a guardarmi. -Terrai tu il bambino, ma a delle condizioni.- gli dico severa guardandolo dritto negli occhi, senza nemmeno sapere di avere la forza per farlo. Lui annuisce con gli occhi che brillano.
[...]
–Te lo giuro.- sussurra dolcemente. Io calo la testa e prendo un profondo respiro.
–Bene.- dico per poi ritornare a guardare il paesaggio di fronte a noi. –Tu ed Harry sarete dei genitori perfetti.- dico poi, piano, ma so che lui mi ha sentito. Si fa più vicino a me, poi mi volta e mi stringe forte, cullandomi tra le sue braccia. Io scoppio di nuovo a piangere. –Non ce la faccio, non ce la faccio.- continuo a sussurrare.
Ho fatto la scelta più importante della mia vita
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
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Londra, 14 Settembre 2014
Il mio sguardo è fisso sul finestrino dell'auto, mentre il paesaggio fuori sfuma sempre di più, in un miscuglio di luci e colori. Faccio finta di guardare, ma non vedo niente: il mio sguardo è perso nel vuoto, nel baratro di quella che è diventata la mia vita.Le mie dite sfiorano leggere il mio ventre e la mia pancia, coperti dalla camicia blu, e trasalisco ogni volta che toccano quella parte di pelle ruvida, una cicatrice indelebile.

Sento Kate, seduta al mio fianco, al posto di guida, lanciarmi degli sguardi preoccupati, ma io faccio finta di niente. Non parlo, nessuna di noi ha il coraggio di proferire parola. Il silenzio, che altrimenti alegerebbe nell'aria, è riempito dai mugugni della neonata sul seggiolone nei sedili posteriori. Cerco in tutti i modi di tapparmi le orecchie, di non sentire quei versi, quasi come se così potessi cancellare quella creatura. Ma non ci riesco.

I suoi suoni conitnuano a riempirmi le orecchie. Chiudo gli occhi, appoggiandomi allo schienale del sedile, e subito mi tornano in mente le mie urla di dolore, quella stanza bianca, piena di dottori in camice verde. Riapro gli occhi, sollevata nel constatare che non sono più in quella sala operatoria dell'ospedale, ma sempre nella macchina della mia amica. Ma il sollievo dura solo pochi secondi, perchè poi vengo schiacciata dall'importanza della scelta che ho fatto.

Sono ancora in tempo per cambiare idea. So che potrei dire a Kate di tornare indietro, di fare retromarcia e di ritronare a casa, ma... so che non sarebbe la scelta giusta. So che se stesse con me non vivrebbe mai una vita degna di essere chiamata tale. Con lui, invece, starà meglio. La macchina si ferma bruscamente davanti alla sua casa e la bambina inizia a piangere. Io mi irrigidisco mentre Kate mi guarda supplichevole.

-Scusa.- mi dice, e mi sembra di leggere anche compassione nel suo sguardo. Odio la compassione, soprattutto in questa situazione. Io faccio un cenno con la testa e con le spalle: dovrebbe significare un "Non fa niente", ma non so nemmeno io cosa è sembrato agli occhi della mia amica. Esco dalla macchina e una leggera brezza mi scompiglia i capelli scuri. Apro lo sportello dei sedili posteriori e a fatica prendo il seggiolone con la bambina urlante.

Non la guardo nemmeno, vedo solo ciò che mi sta davanti. Faccio il giro dell'auto e salgo gli scalini del grande palazzo davanti al quale ci siamo fermate. 
-Vengo con te?- mi urla Kate dall'auto. Io faccio segno di diniego con la testa e trova il coraggio di parlare.
-No, è una cosa che devo fare da sola.- rispondo, e so di aver detto la verità.

Capisco la mia amica: vorrebbe essere il mio bastone, il mio punto d'appoggio, ma nessuno in questo momento potrebbe aiutarmi e so che solo il tempo allevierà le mie ferite. Arrivo nell'atrio e entro dentro l'ascensore mentre la bambina continua a strillare. Cerco di controllare il mio disagio e il mio fastidio, mentre l'ascensore raggiunge l'ultimo piano, l'attico in cui sono andati ad abitare. Le porte dell'ascensore si aprono e la bambina non ha ancora smesso di piangere.

Raggiungo la porta di nero lucido, poso il seggiolone davanti ad essa e mi protendo per suonare il campanello, ma mi blocco. Sento di non star facendo le cose per bene. Abbasso lo sguardo sulla bambina, che continua a strillare e a dimenarsi. Automaticamente, in modo naturale, come se lo avessi fatto molte altre volte, mi abbasso, slaccio la cintura del seggiolone e prendo la bambina in braccio, iniziando a cullarla. 

E, lentamente, la bimba smette di piangere e muoversi, e un'espressione beata le si dipinge sul volto. Ha gli occhietti chiusi. Sollevata, mi chino e poggio delicatamente la neonata sul seggiolone. Mentre sono intenta nel fissare le cinture, la bimba apre piano gli occhi. Sono i suoi occhi. E così, incapace di controllarmi, inizio a piangere, straziata dal dolore. Le guance vengono bagnate dalle lacrime, lacrime che non mi curo di asciugare.

Prendo con mani tremanti quelle piccoline e morbide di lei e le bacio. "Ho perso tutto: il mio migliore amico, il ragazzo che amavo, e adesso pure te." penso, continuando a stringerle le manine. Ma, nel momento in cui i suoi occhi azzurri si incatenano ai miei verdi, capisco di aver pensato qualcosa di falso. E questa consapevolezza mi dà la forza di alzarmi, suonare il campanello e correre giù per le scale.

Non l'ho abbandonata. Ritornerò.





Note dell'autrice
Buonasera!
Allora, per chi non mi conoscesse, mi presento, sono SashaJohnson, e questa è la terza FF con cui mi sto cimentando. Ne ho altre tre in fase di scrittura sempre qua su EFP (di cui una non mia), ma non sono in grado di mettere a tacere la mia ispirazione, e quindi ho deciso di pubblicare questa FF, che, a parere mio, è la FF più strana che mi è venuta in mente.
Non so nemmeno io come definirla, a dire il vero. E'... particolare. Per riassumere un pò il concetto io l'ho definita una "Larry ma non Larry". Perchè è una Larry, ma allo stesso tempo non lo è. Lo so, non è facile capire il mio ragionamento, ma se avrete voglia di leggere ancora la storia piano piano comprenderete. Poi, un'ulteriore chiarimento. La storia parte col prologo, ambientato nel 2014, poi dal primo capitolo all'ultimo sarà ambientata nel 2012, fatta eccezione per l'epilogo, che sarà ambientato 8 anni dopo il prologo. Anche queste informazioni sono importanti per capire meglio la storia. Ok, che devo dire di più? E' una FF che va bene per tutte quelle persone aperte di mente, né solo per le Larry nè solo per le Non Larry.
Va bene, adesso scappo che mi sto per addormentare sulla tastiera. 
Baci,
SashaJohnson.

 
  
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