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Autore: MiaBlack    03/12/2014    23 recensioni
Seguito di "Carpe diem tutto accade per una ragione"
La storia si colloca nella seconda stagione, Felicity conosce già Oliver. ma Oliver non se lo ricorda, non ha riconosciuta la bella informatica e lei non si prodiga a farsi riconoscere anzi cercherà di evitare che lui lo scopra, ma Felicity nasconde un segrete un grosso segreto. Cosa accadrà quando il suo segreto sarà sul punto di essere rivelato, quanto sarà disposta a fare perchè Oliver non venga a sapere quello che nasconde.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, Nuovo personaggio, Oliver Queen, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Buongiorno a tutti, prima di lasciarvi al capitolo ho deciso di specificare una cosa, mi è stato domandato come Oliver avesse potuto scambiare Felicity per Sara in quanto Felicity al tempo era nera e Sara invece è bionda... quando ho avuto l'idea il colore dei capelli di Felicity era ancora un mistero sapevamo che era tinta ma non che fosse nera, io l'ho sempre immaginata castana, non corvina. Sara invece nella prima stagione era castana (cambio attrice).
Okay? bene Buona lettura

Capitolo 20

 

Oliver uscì dalla stanza infuriato, mentre i tre fissavano la porta chiudersi rumorosamente. Sara si mosse per raggiungerlo e calmarlo, ma Felicity la fermò.

-Perchè no? E' arrabbiato potrebbe fare qualcosa di stupido. - intervenne Sara preoccupata.

-E' arrabbiato, ma non farà niente di stupido.- rispose calma Felicity alzandosi dal letto, voleva tornare a casa e farsi una doccia per togliersi di dosso l'odore di quei giorni passati chiusa in quella stanza.

-Cosa ti fa essere così sicura? -

-Perchè mi fido di lui. - ripose senza scomporsi, si fidava totalmente di Oliver e sapeva che non avrebbe fatto nulla di stupido se non andare a fare un giro in moto a tutta velocità.

-Dovete parlare, devi digli dei bambini... - si intromise Diggle.

-Sono... Sono di Oliver? - chiese Sara sorpresa, l'idea che potessero essere di Oliver gli era passata per la mente, Robert era praticamente identico a Oliver, ma l'aveva scartata, con la scusa che i due non si conoscevano a quel tempo.

-Non ci posso credere, Oliver ha tradito Laurel con te, ti ha messo incinta e poi è partito per la Cina con me.... - commentò Sara ora aveva una sequenza temporale degli eventi, si sentiva uno schifo, non solo aveva tradito sua sorella, ma era anche responsabile della mancanza di un padre per quei due bambini. Felicity si avvicinò a Sara prendendo le mani tra le sue.

-Sara non è colpa tua, non ebbi il coraggio di dirlo a Oliver tua sorella mi liquidò prima che potessi parlarne con lui... - la rassicurò lei, non si era mai sentita tradita e nonostante molte persone avrebbero odiato Sara per quello che era successo, lei per Sara provava solo una profonda amicizia, aveva imparato a conoscerla e a volerle bene e nonostante lei stesse con Oliver, non provava gelosia o fastidio nei suoi confronti.

-Tu sai vero che Oliver ti ama, ma è solo troppo stupido per capirlo. - ammise sorridendole, Felicity sorrise con lei, Oliver era veramente stupido quando si parlava di sentimenti, ma forse tutti volevano vedere qualcosa che non c'era.

-Tu dici? Io non credo, non si è fatto tanti scrupoli a dimenticarmi Sara, non ha, anzi, non aveva idea di chi io fossi, non si dimentica qualcuno che si ama... - Felicity si allontanò da Sara prendendo la busta che Diggle le aveva portato con il cambio, Oliver non l'amava ormai l'aveva capito da tempo e aveva imparato a convivere con questa verità, appena si fosse calmato gli avrebbe detto dei bambini senza aspettarsi niente, avere basse aspettative avrebbe evitato molta sofferenza.

-Non so perché Oliver ti abbia dimenticato in questo modo, nemmeno gli avessero fatto il lavaggio del cervello, ma ti posso assicurare che ti ama, si vede benissimo. - la determinazione di Sara non si fece abbattere dalle parole di Felicity che al contrario di Sara sembrava rassegnata.

-Mi cambio e andiamo a casa... -

 

***

 

A casa Felicity si fece una doccia rilassante per poi indossare qualcosa di comodo.
Dig e Sara erano in cucina e parlavano tra di loro di Walter.

-Che ci fare ancora qui? - chiese Felicity vedendo i due seduti al tavolo.

-Dove dovremmo essere? - le rispose Diggle curioso.

-Boh dove volete: a lavoro, a casa, a fare compere... - rispose lei alzando le spalle e andando a prendere una tazza di caffè.

-Felicity ti hanno rapita e potrebbe farlo di nuovo, non ti lasciamo qui da sola. - Diggle le parlava come lei parlava ai suoi figli: lentamente, così che potesse capire il concetto.

-Hanno emesso un mandato di cattura per Walter non si farà vedere tanto presto... -

-Oliver stava per uccidermi perché non ti avevo accompagnato fino dentro casa, non rischio la vita un altra volta... casa tua è accogliente! - spiegò Diggle sorridendole, Felicity decise di non ribattere.

-Fate come volete. Se avete fame servitevi pure...- borbottò prima di chiudersi in camera sua a riposare.
Chiusa in camera aveva provato a contattare la madre, ma il cellulare risultava irraggiungibile, si erano accordate che si sarebbe fatta viva lei una volta che avesse trovato un posto sicuro dove stare con i bambini, erano passati tre giorni e ancora non si era fatta viva e questo iniziava a preoccuparla.

 

 

Dig bussò alla camera di Felicity, la ragazza si era chiusa li dentro e non era più uscita.

-Felicity?- la chiamò Dig, visto che la giovane non gli rispondeva decise di entrare. Felicity dormiva profondamente, decise così di lasciarla dormire, sarebbe andato lui a prendere i due pestiferi pargoli a scuola, le scrisse un biglietto e lo lasciò sul tavolo per avvertirla e se ne andò.

Felicity ignara di essere rimasta sola continuò a dormire come se nulla fosse, fino a che l'insistere del campanello la svegliò e la costrinse ad alzarsi. Camminando per casa scalza trovò il biglietto di Diggle dove le diceva che era uscito per andare a prendere i bambini.

-Certo che potevi anche prendere le chiavi... - borbottò lei aprendo la porta convinta che ci fosse l'uomo con le due pesti dall'altra parte, quando spalancò la porta rimase immobile sul posto rendendosi conto che non era Diggle ad aver suonato.

-Entra... - disse Felicity dopo un attimo di silenzio, si fece da parte lasciando entrare il nuovo arrivato che entrò senza dire nulla.

Fermi davanti alla porta i due si guardavano in silenzio, lei lo guardava con le braccia incrociate in attesa che parlasse, mentre lui le lanciava piccole occhiate per poi distogliere la sua attenzione da lei facendo vagare lo sguardo per la casa.

-Ti sei calmato Oliver? - chiese tranquillamente, Oliver non rispose stava fermo in mezzo alla stanza e guardarla con il suo solito sguardo triste.

-Possiamo parlare o continuiamo a fare il gioco del silenzio? - senza ottenere risposta Felicity si mosse verso la cucina, le serviva caffeina, le serviva sempre del caffè per poter carburare, ma in quel momento appena svegliata e con Oliver che la guardava e non parlava ne aveva estremamente bisogno. Versò il caffè in due tazze tenendone una per se e posando l'altra sul tavolo poco distante da Oliver, il quale la prese facendo un mezzo sorriso.

-Avevi detto che non mi avresti mai portato il caffè. - commentò lui tenendo la tazza tra le mani.

-Non te l'ho portato. - rispose lei.

-Non mi chiedi dove sono stato o cosa ho fatto? -

-No... - rispose tranquillamente.

-Non ti interessa sapere se sono andato a cercare Walter, se lui è sempre vivo o se è da qualche parte con qualche freccia conficcata nel corpo? - la presa sulla tazza si fece più forte, l'indifferenza di Felicity lo stava ferendo.

-No, perché so che non gli hai fatto nulla... - rispose lei posando la tazza sul tavolo e avvinandosi a lui.

-Felicity... -

-Oliver, mi fido di te. - le mani ancora calde per aver tenuto la tazza si posarono sulle guance di Oliver che al contatto con le sue mani risultavano fredde.

-Sei stato a fare un giro in moto per calmarti, come fai sempre quando sei arrabbiato. - gli rispose lei tranquillamente.

-Felicity... -

-Io mi fido di te, vorrei che tu facessi lo stesso con me. - continuò interrompendolo, lasciò che le mani scivolassero lungo i suoi fianchi e si allontanò da lui.

-Io mi fido di te. Ma non capisco perché tu mi abbia mentito. - Oliver aveva fatto un passo avanti accorciando la distanza che Felicity stava mettendo tra di loro.

-Io non ti ho mentito. -

-Dannazione Felicity! - ringhiò, si sentiva ferito e come un animale ferito attaccava per difendersi.

-Tutti sapevano che avevi due figli, tutti tranne me! Ci conoscevamo già, perché non me lo hai detto?-

-Come facevo a dirtelo? Ti devo ricordare il nostro primo incontro? - Oliver la guardò e gli sfuggì un sorriso ricordandosi di come aveva balbettato quando l'aveva visto, ma i suoi ricordi non erano uguali a quelli di Felicity.

-Sei entrato e mi hai chiamato per nome e cognome, quando ti ho visto il mio cuore è impazzito di gioia tu eri li davanti a me e chiedevi di me! Ma poi ti sei presentato e ho capito che tu non avevi idea di chi io fossi, non ti ricordavi minimamente di me, di tutti i mesi passati chiusi in camera tua a studiare. -

-Io... Dannazione non assomigli per niente a quella ragazza, ti sei guardata allo specchio? Come pretendi che io potessi riconoscerti? -

-Oliver mi hai chiamato per nome e cognome, ti sei dimenticato di me, mi hai completamente cancellata dalla tua mente, sapevo di non contare molto per te, che ti servivo solo per passare l'anno. ma dannazione se ha fatto male e poi non volevo peggiorare la situazione, se non ti ricordavi di me non era importante, ti avrei aiutato e poi te ne saresti andato e non ti avrei più rivisto, sarebbe stato difficile, ma avrei provato ad andare avanti con la mia vita. - quando aveva capito che lui non si ricordava di lei e che non era li perché sapeva chi era, il suo cuore si era spezzato in mille pezzi, ma aveva ingoiato il dolore e aveva deciso di aiutarlo, prima risolveva sul suo problema, prima se lo sarebbe levato di torno e sarebbe potuta andare in un angolino a leccarsi le ferite.

-Non è assolutamente vero che non eri importante per me! - ribatté deciso Oliver.

-Certo come no... -

-Felicity credimi... - la supplicò lui afferrandole le mani e stringendole tra le sue.

-Vorrei farlo, ma è difficile... - rispose lei, voleva credergli con tutto il cuore, voleva essere tanto coraggiosa da fidarsi ciecamente di lui, ma non ce la faceva aveva troppa paura.

-Perchè sei venuta al homecoming? - chiese Oliver lasciandole le mani, Felicity tornò ad appoggiarsi al bancone e prese nuovamente la tazza in mano.

-Non volevo venire inizialmente.. avevo paura che qualcuno potesse riconoscermi. -

-Qualcuno tipo me o Laurel? -

-Più Laurel che te... una parte di me sperava che tu mi riconoscessi che ti ricordassi di me a scuola e che associassi quella ragazza a quella che sono ora, ma hai battuto ogni previsione, non hai riconosciuto nessuna delle due. - la stupidità di Oliver in quel momento aveva toccato livelli mai visti prima.

-Beh la mia attenzione l'hai attirata lo stesso. - commentò lui ricordando quello che stavano per fare in biblioteca.

-Già e ancora una volta hai mostrato che non ti interesso... - replicò.

-Non è assolutamente vero... io ti guardavo e cercavo di capire perché mi risultassi così famigliare, tutto di te mi era famigliare... però ogni volta che parlavi non riconoscevo la voce era come se quella voce stonasse col tuo aspetto. Cosa hai fatto? -

-Ho usato un modificatore vocale preso nel covo. - spiegò lei.

-Non sembrava...- iniziò lui.

-Ho cambiato alcuni parametri ho reso la voce più normale... - spiegò, le ci era voluto un po' per sistemare il modificatore in modo che non creasse una voce da oltretomba gracchiante, ma alla fine la voce era risultata umana, femminile e al contempo diversa dalla sua.

-Ti sei messa lo stesso vestito della festa a casa mia perché speravi che io ti riconoscessi? - lei lo guardò sorpresa.

-Ti.. ti ricordi? - si leccò piano le labbra sorpresa che lui se lo ricordasse, lei era sicura che nessuno potesse averglielo detto, doveva esserselo ricordato, quindi poteva essersi ricordato anche cosa era successo quel giorno.

-Non tutto, alcuni ricordi sono tornati alla mente da soli. - spiegò lui sperando che in tutto quello che non ricordava non ci fosse niente di importante.

-Cosa ti ricordi? - chiese cauta, non voleva illudersi.

-Mi ricordo di quando mia sorella ti ha invitata alla festa prima che potessi farlo io... e poi, ricordo quando ci siamo scontrati fuori dalla biblioteca. - ammise.

-Ricordi... - iniziò speranzosa.

-Si ricordo... - confermò lui.

-Tu non avevi idea che fossi io... - disse Felicity, non era una vera domanda era più una costatazione di cui però temeva la risposta, non sapeva se volesse sentirsi dire che lui l'aveva scambiata per qualcun altra, perché avrebbe fatto male, ma sapere che lui sapeva esattamente chi era e che poi l'aveva ignorata, che era stata una delle tante avrebbe fatto molto più male.

-Quando ci siamo scontrati... - iniziò lui, chiuse gli occhi come se quella ammissione gli facesse male.

-Pensavo fossi Sara... - ammise stringendo le labbra in una riga sottile.

-Sara? - Felicity chiuse gli occhi accusando il colpo, lo sapeva, l'aveva sempre saputo che lui non aveva la minima idea di chi lei fosse. Sentiva come se qualcuno le avesse tirato un calcio nello stomaco e l'avesse costretta a mangiare sassi, provava un dolore così intenso da sentire un male fisico. Le lacrime che aveva cercato di trattenere fino a quel momento scivolarono lungo le guance.

-Aspetta, ascoltami! - vedendola piangere Oliver si fece avanti, cercando di afferrarle il viso perché lo guardasse.

-Sono rimasta incinta e tu pensavi che fossi Sara... - disse con un filo di voce, c'era dolore in quelle parole, tutta la sofferenza che provava era espressa in quella frase. Oliver rimase come folgorato, fece un passo indietro continuando però a tenerle il viso tra le mani, le parole di Felicity continuavano a rimbombargli in testa come se qualcuno continuasse a ripeterle nella sua mente.

-Non è possibile... - bisbigliò lasciando scivolare le mani dal viso della ragazza.

-Cosa? Sono... veramente? Miei... - scosse la testa allontanandosi di qualche passo.

-Oliver... - Felicity cercò di avvicinarsi, si era accorta troppo tardi di quello che aveva detto, aveva sbagliato tutto: il modo e le parole, aveva sempre saputo che quando gli avesse detto la verità avrebbe fatto un disastro, ma mai nelle suoi più catastrofici previsioni aveva immaginato una cosa del genere.

-No... Robert e Hope sono i miei figli... - Oliver si voltò e si allontanò verso la porta, stava andando via, stava scappando da lei e dalla verità, con la mano sulla porta Felicity tentò il tutto per tutto.

-Bravo scappa! Vattene! Tanto sei bravo solo a fare questo: ad andartene! Non ho bisogno di una persona che scappa e non ne hanno bisogno nemmeno i miei figli! - urlò lei marcando le ultime parole, aveva anche avuto una qualche importanza nel concepimento dei bambini, ma i bambini erano di lei, Oliver non poteva reclamare nessun diritto su di loro.

Oliver l'aveva guardata un ultima volta prima di aprire la porta ed andarsene, tutte le scoperte di quel giorno gli stavano martellando in testa, gli ci era voluto tempo per rendersi conto che Felicity valeva di più dei suoi segreti: che non voleva perderla e che doveva ascoltare quello che aveva da dirgli, che doveva ascoltare le sue motivazioni, ma in quel momento non riusciva a credere che gli avesse tenuto segreto il fatto che lui fosse il padre dei bambini, non era sicuro di poterla perdonare per questo.

 

Felicity fissò la porta chiusa per alcuni istanti, sperando con tutto il cuore che la porta si riaprisse e lui tornasse da lei anche urlandole contro, dicendole quanto la odiava, ma voleva che lui combattesse che le facesse capire che ci teneva. La sua speranza si spense lasciandole dentro una sensazione di vuoto e di nausea, scosse la testa scoraggiata, aveva sempre saputo che sarebbe finita in quel modo, aveva perso Oliver: come amico, come capo e come qualsiasi altra cosa poteva essere. Si lasciò cadere sul divano, ora che Oliver sapeva la verità era arrivato il momento di dirla anche ai bambini.

Sentì l'arrivo di Diggle con i figli ancora prima che i tre entrassero in casa, ancora scombussolata dalla discussione avuta con Oliver, Felicity si trascinò nel corridoio così da essere vista appena la porta si fosse aperta.

-Fate piano vostra madre dorme... - disse Diggle aprendo la porta.

-Mamma! - urlarono vedendola in piedi davanti a loro, le corsero in contro e le buttarono le braccia al collo, Felicity si era abbassata così da poter abbracciare i suoi figli, le erano mancati così tanto, non aveva avuto paura di non rivederli, ma aveva comunque temuto per la loro incolumità.

-Tesori miei... - li baciò e li strinse.

-Andate in salotto ora arrivo subito... -

-Mamma stai bene? - le chiese Robert preoccupato.

-Si amore, andate di la, devo parlare con lo zio... - i due bambini fecero come gli era stato detto, Dig la guardava preoccupato.

-Che cosa è successo? -

-Solo l'inevitabile... Dig, ho bisogno di restare sola con i miei figli...-

-Non vado da nessuna parte se non mi dici cosa è successo? Che vuol dire l'inevitabile?- Diggle la guarda, il viso era ancora più bianco di quando l'avevano trovata nell'edificio e sembrava che stare in piedi le costasse una fatica immensa.

-E' passato Oliver... - ammise distrutta.

-E? -

-Non ha preso bene il fatto di avere due figli...-

-Io... - iniziò Diggle, sapeva che Oliver non avrebbe preso bene la situazione, ma non pensava che se ne sarebbe andato senza chiarire tutto con Felicity.

-Tu nulla... Farai quello che vuoi, ma non discuterai di questo con Oliver... - gli vietò categoricamente di impicciarsi di quel discorso, sapeva che l'amico la voleva aiutare, ma non voleva che le azioni di Oliver fossero pilotate.

-Ma... -

-Ma nulla... Oliver è abbastanza grande da usare la sua testa, voglio che sia una decisione sua al cento per cento... ti prego...-

-Come vuoi, ma sei sicura che vuoi restare sola? Potrei rimanere con te mentre spieghi la situazione alle due pesti.-

-No, ti ringrazio, è un problema mio... grazie di tutto. - gli diede un bacio sulla guancia, Dig era stato una colonna portante insieme a Stesy, senza loro due Felicity sarebbe crollata sotto il peso di tutto quello che aveva passato. Diggle se ne andò di malavoglia, aveva promesso che non avrebbe parlato con Oliver, ma non le aveva mai promesso che non sarebbe andato da lui, sicuramente anche Oliver non se la passava bene.

 

Robert e Hope erano seduti sul divano stranamente calmi e tranquilli, con un sospiro cercò di farsi coraggio e si avvicinò ai due.

-Ho bisogno di parlavi è una cosa importante... - iniziò sedendosi sul tavolino così da avere entrambi i bambini davanti a lei.

-Che cosa è successo mamma? - chiese Robert, lui al contrario della sorella non aveva preso la sua intelligenza, ma era comunque un ottimo osservatore quando voleva.

-Vi devo dire una cosa.. Vedete, non vi ho detto proprio tutta la verità su vostro padre... - non aveva idea da dove iniziare, non poteva permettersi di sbagliare anche con loro.

-E' tornato? - chiese Robert eccitato.

-Si... da un po'...- ammise.

-Che vuoi dire? -

-Che è mr Queen nostro padre, vero? - Hope come sempre era un passo avanti a tutti.

-No, non può essere lui nostro padre! - si impuntò Robert agitando energicamente la testa.

-E perché no? - chiese invece Hope tranquillissima, la tranquillità con cui la bambina perorava la sua causa era inversamente proporzionale alla furia con Robert negava ogni possibilità.

-Bambini calmatevi! Robert, Hope ha ragione, Oliver è vostro padre. - ammise Felicity, Dig gli aveva accennato qualcosa sul fatto che Robert non avesse legato molto con Oliver, ma non credeva di doversi scontrare con la cocciutaggine del padre.

-Tu avevi detto che nostro padre era via! -

-No, ho detto che aveva da fare, che stava facendo una cosa importante e la sta facendo, era pericoloso dirgli di voi... -

-Ora non lo è più? - chiese Hope preoccupata che il padre potesse essere in pericolo.

-Ho dovuto dirglielo per altri motivi.. e ho deciso di dirlo anche a voi... -

-Non mi piace quello! Io non lo voglio come padre! - Robert incrociò le braccia al petto impuntandosi.

-Robert...-

-Non mi piace, ti ha fatto piangere! - commentò ostinato.

-Non puoi decidere chi è tuo padre: lo è e basta! - rispose Hope alla quale la notizia piaceva molto.

-Io non lo voglio! - Robert si alzò dal divano correndo via.

-Robert aspetta! - cercò di fermarlo Felicity, ma il bambino si era chiuso in camera sbattendo la porta.

-Come l'ha presa la notizia? - chiese Hope.

-Vi adora ed è contentissimo... - rispose sorridendole, non poteva dirle la verità, Oliver era solo arrabbiato con lei, avrebbe adorato i bambini ne era sicura.

-Ma è arrabbiato con te? -

-Si, avrei dovuto dirglielo subito invece ho aspettato troppo. Vado da tuo fratello... -

-Va bene.. - Hope abbracciò la madre, aspettò che la donna si fosse chiusa in camera prima di andare a prendere il telefono, si nascose dietro il divano e compose il numero che ormai conosceva a memoria.

 

Diggle era arrivato al covo e aveva trovato Oliver che si allenava: stava spaccando tutti i manichini, sulle scale aveva incrociato Roy che scappava, chiaramente Oliver si stava sfogando con qualunque cosa trovasse a portata di mano.

Oliver aveva ignorato Dig e Dig si era limitato a guardarlo, lo stava ancora guardando quando il cellulare si era messo a squillare, si accigliò quando vide che a chiamarlo era qualcuno da casa Smoak, sicuro che fosse Felicity rispose preoccupato.

-Felicity? -

“No zio, sono io...” rispose una vocina dall'altra parte del telefono.

-Hope? - chiese, non che la bambina non l'avesse mai chiamato, ma la cosa iniziava a preoccuparlo.

-Stai bene? - chiese subito.

“Si.”

-Robert?-

“E' di la...”

-La mamma?-

“E' di la...”

-E' successo qualcosa?-

“No...” quella chiamata era decisamente una delle più strane che avesse mai fatto.

-Allora...-

“Sei con papà?” chiese svelando finalmente il motivo per cui lo aveva chiamato.

-La mamma te l'ha detto?-

“Che mr Queen è mio padre? Si... sei con lui? Me lo passi?” chiese lei con insistenza.

-Aspetta... - Dig si voltò a guardare Oliver che stava massacrando un povero manichino.

-Oliver. - il ragazzo smise di allenarsi e guardò l'amico che gli passava il telefono.

-Pronto?-

“Ciao...” fece imbarazzata, ora che era riuscita a parlarci non sapeva più cosa dirgli.

-Hope? Stai bene?-

“Si...La mamma ci ha detto la verità...” spiegò lei esitante.

-Hope...- iniziò lui chiedendosi cosa Felicity avesse detto.

“Sei il nostro papà...” continuò lei, nella voce c'era la presenza di un sorriso, Hope era felice di sapere che lui era suo padre.

-La mamma dove è? - chiese, dopo la discussione trovava difficile credere che Felicity le avesse dato il telefono per chiamarlo.

“E' di la... sta piangendo...” ammise lei triste.

-Cosa? Arrivo subito!- Oliver restituii il telefono a Diggle e uscì di corsa dal covo.

“Zio! Zio ci sei sempre?” l'uomo che si era incantato a guardare Oliver uscire si portò il telefono all'orecchio, chiedendosi cosa stesse succedendo.

“E' andato via?” chiese curiosa.

-Si, ma cosa gli hai detto?-

“Che la mamma piangeva...” rispose lei semplicemente.

-Piange? -

“No...” gli rispose ridacchiando facendo ridere anche lui, quella piccoletta aveva trovato il modo perché Oliver tornasse a casa a finire di parlare con Felicity, un giorno quella bambina avrebbe potuto conquistare il mondo senza fare il minimo sforzo.

Continua...

eccoci alla fine del capitolo, l'avevo detto più volte che la discussione tra Oliver e Felicity si sarebbe divisa su più capitoli quindi non arrabbiatevi troppo.
_Sara che vuole rincorrere Oliver e fermarlo come è dolce e coccolosa, si sente anche incolpa per essere partita con Oliver 6 anni prima AMOREEE! <3 . <3
_Ora Oliver sa che i bambini sono suoi e cosa fa? se ne va! ahahahah tipico di Oliver ha bisogno di tempo per metabolizzare la situazione.
_Robert che non vuole Oliver come papà ahaha che ne pensate?
_Hope ormai è prossima a conquistare il mondo e noi l'amiamo sempre di più! v.v  Io ve l'avevo detto che Hope avrebbe fatto qualcosa di estremamente furbo!
che altro dire a voi i commenti io mi ritiro in palestra!

AH SI un ultima cosa, questa è diretta a persone precise:
KIA_SKA, BRUNA, ILARIA, MARIAROSARIA
cosa dicevate ieri su FB? che Oliver non sapeva che i figli erano suoi?  SI scaglia sulle labbra di Felicity? dichiarazione d'amore?
NAHH!! Oliver se ne va e basta!! xD

*me scappa prima che quelle quattro si mettano d'accordo e vengano a cercarmi a casa*

 un bacione
Mia

   
 
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