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Autore: G RAFFA uwetta    03/12/2014    0 recensioni
Crescere è un cammino lungo e tortuoso, venire a patti con una realtà diversa da quella immaginata, uno degli ostacoli.
Dal testo: "Viviamo tutti sotto degli strati di cerone. La gioia sta nello sciogliersi poco a poco e riscoprire se stessi attraverso la genuinità di uno sguardo sincero non più adombrato."
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Luna Lovegood, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
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La maschera dietro il volto

 

“ Ogni falsità è una maschera, e, per quanto la maschera sarà ben fatta, si arriva sempre, con un po' di attenzione, a distinguerla dal volto."                                                                       ( Alexander Dumas - padre )

“ Imparerai, a tue spese, che, nel lungo tragitto della vita, incontrerai tante maschere e pochi volti."                                                                                                    ( Luigi Pirandello )

 

Camminare lungo le sponde frastagliate del lago è diventata un'abitudine. Un rifugio dagli sguardi indiscreti e apprensivi degli amici.

La piovra gigante emerge a scatti dallo specchio d'acqua, stiracchiando i tentacoli, come un grosso gatto che fa le fusa amoreggiando con il fuoco del camino. Lascia dietro di se spruzzi multicolori, che si librano nell'aria fresca ancora intonsa. I cerchi concentrici, del suo passaggio, accarezzano languidi la sponda, come fossero dei vecchi amanti.

Ti stagli immobile sul dirupo a strapiombo. Scuro di capelli, non molto alto, gracile di fisionomia, nascosta sotto strati di vecchi abiti enormi e deformi. Un viso comune, arricchito da uno sguardo verde ed intelligente, munito, suo malgrado, dall'inconfondibile saetta stampata in fronte, come un marchio di fabbrica. La frangia scomposta, inutilmente protesa a coprirla, faceva da cornice al volto dall'ambrata carnagione.

La mano, intenta a tirare l'indomabile chioma corvina, quasi a voler far uscire i pensieri turbinosi, che vorticano, incessantemente, nella testa.

Poco più in la, in una rada erbosa, che degrada dolcemente nell'acqua, un gruppo di ragazzi schiamazza attorno al loro anfitrione. Inconfondibili la chioma, color della luna, e le membra pallide, gesticolare nel chiarore liquido di un pomeriggio autunnale.

Fin da lassù, ben visibile, il riverbero di luce della spilla da prefetto. Una fitta di gelosia impregna il cuore.

Occhi attenti si cibano di ogni movimento, risvegliando inopportune nostalgie, subito soffocate dal dolore, ancora vivo, sulla spalla. Stupido furetto, pensi arrabbiato, massaggiandoti lieve con i polpastrelli.

Deciso ti volti, scendendo dalla rupe, per inoltrarti nella selvaggia foresta. Preso da futili tormenti, non ti accorgi dello sguardo cauto e trasparente che ti viene rivolto. Una nitida luce curiosa ad ingentilire l'espressione, spezzandone l'aria sprezzante.

Rumori ovattati ti accolgono. Fruscii indistinti, scricchiolii soffocati, vagiti di creature fantastiche e amabilmente pericolose.

Il calore soffocante della vegetazione ti aderisce alla pelle, confortevole come una coperta. Sospiri appagato, socchiudendo gli occhi, al riflesso argentino della luce, che filtra indisturbata tra le verdi fronde.

Prendi dalla tasca la mela trafugata dalle cucine, mordendola goloso, producendo un croccante crepitio.

Cammini senza meta, guidato dal desiderio di rimanere solo.

Improvvisamente, in una radura baciata dal sole morente, si affaccia una creatura sgraziata. Un bizzarro cavallo rossastro, dotato di enormi ali da pipistrello, scarnificato fino all'osso. Muovendo a ventaglio le ali, si avvicina, sulle lunghe zampe, annusando l'aria circospetto. Impreparato alla bizzarra vista, istintivamente, allunghi il braccio porgendo il torsolo della mela.

Spalancando le fauci, accoglie remissivo il succoso frutto, per poi sputarlo, oltraggiato.

- Ehi - esclami saltando di lato.

Cristallina giunge una risata, una figura eterea emerge dalle ombre porgendo la mano colma di grondante carne cruda.

- Mangiano solo carne - si appresta a chiarire divertita - ma non quella umana. -

Affascinato osservi la mano della ragazza sparire nella scarna bocca, per poi essere lambita dalla rigida lingua vischiosa.

- Vedi non fanno nulla - continua ridendo, accarezzando il dorso del muso.

Nell'aria statica, immobili, guardate il grosso animale rovistare tra le prime foglie, cadute ad adornare le radici dei vetusti alberi.

- Ti chiami Luna, vero? - Chiedi. Ad un suo assenso prosegui.

- Come fai ... Scusa è una domanda inopportuna. - Mortificato dalla tua stupida curiosità, ti ritiri in un imbarazzante silenzio.

- Mia madre - spiega serafica, con voce distratta - ho visto mia madre morire. Stava sperimentando un nuovo prodotto quando qualcosa andò storto. -

- Mi spiace, scusa non volevo farti ricordare quei momenti dolorosi. - Avvilito ti gratti il retro del capo.

- Non fa nulla. E' successo molto tempo fa. Il ricordo è vivo e mi manca, però il dolore si è attenuato. - Ti guarda con un'espressione attenta.

- Invece tu hai visto morire il giovane Tassorosso alla fine del torneo. - Continua contemplativa - Non siamo gli unici, non dare retta al tuo amico dai capelli rossi. I Thestral sono creature docili e affettuose, bisognose d'affetto, come ogni essere vivente. -

Hai ben presente la discussione avvenuta davanti alle carrozze. Quando, stralunato, hai visto per la prima volta queste straordinarie e bizzarre creature. L'orrore evidente negli occhi slavati di Ron; l'accondiscendenza in quelli marroni di Hermione; il cauto incoraggiamento di Neville.

Scuotendo infastidito la testa, cacci in fondo alle memorie il ricordo dei tuoi migliori amici, che ti hanno fatto sentire, ancora una volta, diverso.

Titubante avvicini la mano. Tocchi la pelle rugosa e morbida, stranamente calda al tatto.

Rivolgi un sorriso radioso alla ragazza, solo allora ti accorgi dei suoi capelli di un giallo brillante. Orecchini formati da sughero penzolano dai lobi. La spalle snelle avvolte in uno scialle azzurrino. Strabuzzi gli occhi nel vedere che è senza scarpe.

Apri la bocca per farle notare la mancanza ma vieni fermato da un movimento a lato. Una lieve pressione sulla guancia, leggero come un battito di ali, un'impronta umida.

Schifato ti passi la mano sulla guancia, umida di saliva vischiosa.

Imbronciato volti le spalle cercando di allontanarti.

Braccia gracili ti avvolgono. Una risata argentina ti allieva il cuore, da giorni troppo stretto. Cascate di brividi percorrono la schiena. Labbra morbide ripetono il gesto del Thestral e, stavolta, non ti sottrai. Rimani estasiato, avvolto in quel calore, semplice e pulito.

Frastornato dalle emozioni provate, inclini il capo, socchiudendo, appagato, gli occhi.

- Grazie - dici con un filo di voce, stringendole dolcemente le mani legate in vita.

Lo spezzarsi di un ramo interrompe la piacevole atmosfera.

Guardingo e con la bacchetta alzata, prendi per mano Luna osservando il fondo, ormai imbrunito, della foresta. Dal rado fogliame, nella nebbia sopraggiunta, appare la spettrale figura del giovane Serpeverde.

Gli occhi chiari, trasparenti come l'acqua montana, sono fissi alle vostre mani intrecciate. Le labbra serrate, in una morsa stretta, le rendono pallide ed evanescenti sul marmoreo viso. I capelli, leggermente mossi dalla frizzante aria, diafani fili gracili come steli di ragnatela.

Lo guardi assorto mentre volge il capo intorno.

- Non è permesso addentrarsi nella foresta - la voce chiara e altezzosamente strascicata - dovrei fare rapporto per la vostra insubordinazione. -

Luna, per nulla impressionata, si avvicina al biondo, con il suo passo saltellante. Allunga la mano, ingioiellata di steli d'erba fresca, e, scompiglia, sorridendo, l'impeccabile piega dei capelli. Un forte braccio la stringe a se mormorando parole gentili di saluto.

Abbagliato osservi impotente le scena, schiudendo, inconsapevolmente, le labbra.

- Chiudi la bocca sfregiato - insinua - o la sua lingua prenderà vie inesplorate - accenna al massiccio animale che ti sovrasta, indisturbato, ansimando il fiato caldo sulla tua nuca.

Le serri con un rumore secco, inghiottendo a vuoto, per l'improvviso imbarazzo.

- Ahi - esclama Malfoy massaggiandosi la nuca.

- Smettila di fare il sostenuto con Harry. Chiedi scusa altrimenti i Nargilli che hai sul capo non ti lasceranno in pace. - Gli dice Luna con la sua voce sempre colma di stupore infantile.

Draco, dal canto suo, borbotta svogliatamente delle strozzate parole, all'indirizzo di un sempre più spaesato Grifondoro.

- Luna ... - esiti, frastornato - conosci Malfoy? -

- Certo che mi conosce - si sbraccia indignato - chiunque in questa scuola sa chi sono. Solo tu e i tuoi patetici amichetti sembrate ignorarlo ... -

- Draco, abbiamo già discusso del tuo ego smisurato. Non dona alla tua immagine di prode cavaliere. - Lo interrompe Luna, per poi rivolgersi ad Harry, ignorando l'espressione scioccata del Serpeverde - Al mio primo anno ha sorpreso degli studenti lanciarmi delle fatture urticanti mentre osservavo le Fate birichine di Cornovaglia. Con parole decise li ha dispersi e poi mi ha accompagnato da Madama Chips. E' successo quella sera che hai trovato la gatta del custode. -

Un imbarazzato Malfoy, dalle guance deliziosamente rosate, trascina il piede creando arabeschi tra il fogliame.

Una folata di vento diaccio risveglia dal pesante silenzio. La pelle, intirizzita, si arrossa sulle gote, mentre lo sfregamento delle mani la scalda.

- E' meglio rientrare. Se cala completamente il buio rischiamo di non trovare il sentiero. - Si avvia, preoccupato il Serpeverde, prendendo sottobraccio Luna.

- Non preoccuparti, prode eroe di giovani pulzelle - dici ironico - non temere, conosco la foresta quasi come le mie tasche. -

- E' quel quasi, invece, che mi preoccupa - ribatte infastidito.

- Finitela entrambi. Harry uno stuolo di Narvali siberiani è sulla tua scia. Sono particolarmente dispettosi verso i viandanti. Li confondono facendogli perdere l'orientamento. -

Con un'alzata di occhi al cielo, sconsolato, li osservi, mentre a braccetto si dirigono verso il castello.

Il volto sereno di Luna, che indica vari punti nelle boscaglia, raccontando di creature fantastiche. Appesa leggera alla piega galante del braccio di Malfoy. Una farfalla rosa vola indisturbata tra le ciocche dei capelli.

Piegato su di lei, il ragazzo, beve avido dalle sue labbra, un sorriso bonario illumina lo sguardo, solitamente indisponente. Non si gira, per osservare i luoghi indicati, ma dedica tutta l'attenzione alla contemplazione del volto di lei.

Un dardo al cuore nell'apprendere l'intimità con cui si muovono. La familiarità dei gesti che donano unicità e sincronia. La perfezione.

Ti senti uno Schiopodo per aver pensato, di poterti inserire, invidioso, nel quadro.

Qualcosa ti sospinge dolce, toccandoti la schiena. Il Therstral, imperturbabile, allunga il muso verso il sentiero che ormai ha inghiottito gli altri due.

- Credi che avrò mai un posto di rilievo nel loro cuore? - Chiedi sconsolato, accarezzandone il muso. Per risposta ti incita ad andare, sbuffando un risentito basso nitrito.

Sorridendo alla scena di te che chiedi consigli ad un animale ritenuto portafortuna, ti giri, giusto in tempo per sentirti chiamare, dal folto della vegetazione. Rincuorato, ti appresti a seguirli.

Cala velocemente il buio tra le fronde. Il freddo punge attraverso la maglia leggera. Il fiato condensa in spire di fumo che si infrange sulla frangia scomposta. Goccioline di nebbia scivolano lungo la pelle per morire al di sotto della camicia.

In lontananza, senti il brusio indistinto dei tuoi improvvisati compagni. Il sentiero impervio e la verzura abbondante ne impediscono la vista. Felice, come da tempo immemore non lo eri, aumenti il passo per raggiungerli.

Finalmente sbuchi fuori sul pianale antistante il Platano Picchiatore. La luce abbagliante, dopo tanta penombra, offusca leggermente la visuale. Sbatti gli occhi stordito e, nel momento in cui tutto si mette a fuoco, ti si gela il sangue nelle vene.

Hermione, e la piccola di casa Weasley, abbracciano Luna cercando di allontanarla.

Un capannello di persone racchiude Ron con la bacchetta puntata verso Malfoy, strattonato da Finnigam e Thomas.

Dal labbro inferiore un leggero rivolo di sangue ne imbratta il pallore. Gli occhi, due lamine di ghiaccio bollente, non perdono di vista l'avversario. Ai piedi un mazzetto di fiori, ormai sgualcito. Le margherite, profumate, giacciono, schiuse, in un letto d'edera. Il candore del biancospino macchiato dai blu violacei del fiordaliso. La postura rigida freme, in attesa della prossima mossa.

Corri con il fiato in gola. Non distogliendo gli occhi da Ron, preoccupato che possa colpire ancora. Afferri sicuro la bacchetta e, attraversando il cerchio degli spettatori, lo affronti.

- Cosa stai facendo? - chiedi con voce dura.

- Togliti da li Harry, deve pagare quel brutto bastardo. Stava importunando l'amica di Ginny. - Inveisce il rosso agitando a vuoto la bacchetta.

- Davvero? - Continui ora più calmo - e con cosa la minacciava - indichi in terra un punto ben preciso - con dei fiori al posto della frusta? - Un risolino soffocato giunge da dietro, subito trasformato in un lamento, per un colpo datogli da Thomas.

- Lasciatelo andare - intimi ai due alle tue spalle, senza nemmeno voltarti.

Ora la voce è alterata dalla rabbia.

- Sapete, pensavo fossero i Serpeverde quelli che aggrediscono in gruppo le persone inermi e disarmate - continui mellifluo - non i pavidi grifoni estimatori di giustizia. -

- Harry, ma che ti prende - domanda incredulo Ron - lui è lo stronzo che per anni ci ha insultato, ridicolizzato, messo nei guai, fatto togliere un'infinità di punti ... - Si ferma un attimo - è Malfoy il male, un mangiamorte in carriera ... - Continua risoluto.

- Sai Ron, comincio a credere che tu voglia solo vendicarti ora che puoi, grazie alla spilla appuntata al petto -

Intorno gli astanti ammutoliscono.

- Cosa c'è, per una volta che ti sono superiore muori d'invidia? - Sputa rancoroso il grifone.

- Ah ah ah - ridi sincero - sai detto da uno che per mesi non mi ha rivolto la parola perché, a suo dire, non l'avevo aiutato ad essere uno dei Campioni del Torneo Tre Maghi, fa proprio ridere. Ahahahah -

Le sue guance assumono un colorito simile ai capelli.

Cogliendo di sorpresa le due ragazze, Luna, riesce a divincolarsi e correre ad abbracciare stretto il corpo teso di Malfoy. Nell'impatto lo sbilancia leggermente, costringendo i carcerieri, ad allentare la presa. Subito l'avvolge nel suo calore, accarezzandogli piano la bionda chioma. Dalle sue labbra fuoriesco parole di conforto. La platea, impressionata, arretra di qualche passo.

- Malfoy, per favore, accompagneresti Luna in infermeria? E' molto scossa. - Per un lungo istante vi guardate negli occhi.

Poi, lentamente, si allontana, lungo il pendio, portando, tra le braccia, il suo prezioso carico.

- Ma quanta sorpresa nei vostri occhi - esclami cinico - non è così che si comportano gli amici? Confortandosi a vicenda? -

- Amici? - Esclama sconvolto Ron - Amici? Loro non hanno amici, miseriaccia Harry, ti sei bevuto il cervello? Sono degli schifosi doppiogiochisti. Sicuramente sta tramando qualcosa! -

- Hai mai sentito uno di loro ridere di Luna? Li hai mai sentiti chiamarla ‘Luna lunatica’, come gentilmente ha provveduto, tua sorella, a presentarcela? Nomignolo, tra l'altro, coniato da quelli della sua casa? - Lo inciti a rispondere - No, vero? -

- Harry però devi ammettere che ... - Finalmente interviene Hermione.

- Mi chiedevo quando saresti intervenuta - la guardi - mi sembra di rivedere alcune scene dell'anno scorso, quando prendevi sempre le difese di Ron. Tanto poi, il tonto Harry, ti perdona sempre perchè capisce tutto. - Le dici con rammarico.

- Non è questo - ti risponde infastidita - con me ci vanno giù pesante, quindi è logico pensare che ... - La interrompi, di nuovo.

- Oh - stupito - noto una leggera invidia. Ahahah - scoppi a ridere - ti da fastidio che tengano più in considerazione Luna. Ahahahah. Tu, che per tua stessa ammissione, la ritieni indegna della sua stessa casa. Ahahahah. Quanta ipocrisia. -

Con occhi umidi ti volta le spalle.

- Lasciala stare, non ti riconosco più. Che fine ha fatto il mio amico? - Ti chiede sconcertato.

- Ha aperto gli occhi, Ron - lo guardi impassibile - il tuo amico, come gentilmente hai sottolineato, ha capito che non esiste un confine netto tra Bene e Male. -

- Ma che dici - esclama confuso Ron - noi siamo il Bene, le brave persone che difendono i più deboli. -

- Sicuro? - Obbietti - quindi i punti tolti ai primini, ieri, e le punizioni date, per cosa erano? -

- Ma sono Serpeverde - dice come se bastasse a giustificarsi.

- Che sbadato - ti schiaffi una mano in fronte - eppure mi sembrava che fossero solo intenti ad attraversare il corridoio per dirigersi a trasfigurazione. - Un attimo di pausa - ma certo - il tuo viso si illumina - è stato quando ti hanno chiesto, gentilmente, se li facevi passare perché erano in ritardo. -

Sorridi sprezzante al rossore delle sue orecchie.

- Ancora convinti che basti essere un grifone per essere il migliore? -

- Pensa al tuo amico Crosta e cosa ha fatto, eppure era stato smistato nella nostra casa. Tuo fratello Percy, hai presente rosso di capelli stampo Weasley? Anche lui ha tradito schierandosi contro i Buoni, un vero leccapiedi. -

- Lo stesso Silente, che lascia il compito a dei ragazzini di risolvere i casini degli adulti, tutto per un fine superiore. -

- Ma Harry - interviene scandalizzata Hermione - tutto quello che ha fatto l'ha fatto per il tuo bene! -

- Farmi vivere con i miei zii lo ritieni un bene? Per chi? Per un bambino solo, malnutrito e denigrato o invece per la Comunità Magica? -

Sorridi stanco davanti alla loro evidente perplessità.

- Non esiste un confine netto tra Bene e Male. In ognuno di noi sono presenti entrambi. All'occorrenza li gestiamo secondo le esigenze del momento. Ho visto persone dalla parte del Bene, cadere in tentazione, perché ammaliate dal potere. Istituzioni, sorte per proteggere la comunità, nascoste dietro paraventi di ipocrisia. Pilastri di fede crollati, per rancore e invidia. Maestri di vita cedere davanti alle proprie necessità. -

- Ho una cicatrice - mostri indifferente il polso deturpato - inflittami da quelle stesse istituzioni che dovrebbero difenderci. Non trovi ironico tutto questo? La mia stessa casa che mi da del bugiardo mentre i Serpeverde, sornioni, sorridono. Non lo trovate anche voi ridicolo? -

- Loro sorridono perché sanno. - Sputa cattivo Ron.

- Certo. Quindi perché non credermi allora? Perché è più facile ignorare il pericolo, così ci si convince che non esista. - Ti passi stancamente una mano tra gli arruffati capelli.

- Sentite anche tra di loro ci sono persone in gamba che farebbero di tutto per proteggere gli amici ... -

La risata sguaiata dei tuoi compagni ti interrompe.

- E' una barzelletta vero? Ahahahah. -

Ora sei arrabbiato. Vorresti dargli un pugno in faccia per farli smettere. Scuoti la testa, sconsolato, sarebbe una perdita di tempo. Però hai ancora qualcosa da aggiungere.

- Vi siete chiesti perché Neville, ultimamente, fa meno disastri in pozioni? No? Ve lo dico io. Zabini si è preso la briga di spiegargli alcune basilari regole per essere un bravo pozionista. Notevole se si considera che è un cattivo Serpeverde. -

- Tiger e Goyle, i due bestioni sempre a fianco di Malfoy, passano alcuni pomeriggi con Hagrid ad aiutarlo nell'accudire il suo personale serraglio. -

- Malfoy, lo spocchioso arrivista, insieme alla Parkinson, ha dato il via ad un progetto con l'intento di aiutare i compagni in difficoltà. La Sprite ha loro riservato una saletta nella biblioteca. -

- Marcus Flint, tutte le domeniche, organizza partitelle di Quidditch tra i primini dell'intera scuola. -

- Perché tutta questa meraviglia? Perché sono dei Serpeverde? Perché sono dei bastardi senza cuore? Perché vi credevate al di sopra degli altri? - Allarghi le braccia avvilito.

Li osservi da sotto le ciglia scure mentre, perplessi, si guardano l'un l'altro. Senza indugiare oltre li sorpassi e ti avvii verso il castello.

Ti senti svuotato. Una piccola barca, in balia delle correnti, che viene strattonata contro gli aguzzi scogli del conformismo. Una barriera invalicabile di pregiudizi.

Cammini lento, assaporando la fredda notte autunnale. Gli odori speziati, che giungono della foresta, solleticano i sensi. Un sorriso sincero increspa le labbra sottili. Gli occhi, accesi da una luce intensa, smarriti nel ricordo di due teste bionde.

Perso nel tuo fantasticare, sobbalzi allarmato. Dalle colonne, di uno dei cortili interni, fa capolino la testa bionda di Malfoy.

Dopo interminabili minuti, si avvicina lentamente. Una strana atmosfera di aspettativa vi avvolge. Tenete gli sguardi concentrati negli abissi dei vostri occhi. Sono entrambi limpidi, privi di quelle maschere che finora, avete indossato.

- Dov'è Luna? - Chiedi per spezzare il silenzio.

- Mi sono assicurato che una compagna la portasse nel suo dormitorio. Poi sono tornato indietro. - Si blocca, indeciso se proseguire.

Aspetti con ansia, senza muovere un muscolo, timoroso di spezzare questa nuova intesa raggiunta. La sua voce, solitamente caustica, vibra di note sincere, in armonia con il tuo cuore in tumulto.

- Grazie - soffia timido, prima di piegare il capo per depositare un lieve bacio sulla tua guancia. Si scosta per osservare meglio il delizioso rossore che sale, indisturbato, a colorirti le gote. Gli occhi birichini illuminati come il sole del mattino.

Tiri una boccata di ossigeno, solo ora ti accorgi di aver trattenuto il fiato. Con mano tremante ti sfiori la guancia mentre la bocca si schiude in un abbagliate sorriso.

- Ci si vede in giro, sfregiato - ti dice, allontanandosi sorridente.

Non puoi far a meno di scoppiare a ridere. Felice, assapori questa nuova realtà.

Viviamo tutti sotto degli strati di cerone. La gioia sta nello sciogliersi poco a poco e riscoprire se stessi attraverso la genuinità di uno sguardo sincero non più adombrato.

Hai un nuovo cammino da percorrere, ora che conosci la maschera che si cela dietro il volto dei tuoi amici.

 

 

 

 
   
 
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