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Autore: Ali_di_pagine    03/12/2014    0 recensioni
Spesso mi guardo allo specchio, e osservo il mio riflesso come se non fossi io, ma un'altra persona. Non mi ci vuole molto. Addirittura, dopo un po', mi aspetto quasi che quella persona si tradisca, anche con un semplice battito di ciglia, dimostrando che non sono io. Eppure resta sempre lì, a sfidarmi con lo sguardo e a copiarmi in tutto e per tutto.
Come l'acqua riflette, così lo fa uno specchio.
Ma, se ci si pensa, quella persona, che fa ciò che facciamo, che muove le labbra mentre noi ci occupiamo di parlare, non é e non sarà mai noi.
Così come un pittore dipinge un paesaggio ma non potrà mai catturarlo del tutto nella tela, il riflesso della nostra persona racconta solo una parte di ciò che siamo. L'aspetto esteriore é tutto ciò che il nostro doppio ha di noi eppure, cosa ci dice che é davvero così?
E se fossimo noi il vero riflesso?
Dal testo:
"Gli aveva raccontato la sua storia, dicendo di chiamarsi Nives e di essere molto potente, quanto lo specchio stesso. [...] gli aveva intimato di proferire al suo villaggio di non provare più a intromettersi, o la sua pazienza sarebbe finita presto"
Genere: Generale, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PROLOGO
La regina Nives


 Molto tempo prima della storia che segue, esisteva uno specchio, il primo tra tutti, che aveva un potere enorme. Era custodito da una regina, che viveva in un castello in cima a una montagna e conservava quell'oggetto come un tesoro.
Le dicerie che circolavano sulla regina e la sua storia erano le più misteriose.
Il popolo era incuriosito ma anche spaventato: sembrava che la regina non fosse mai uscita da quel nascondiglio, e non si sapeva come faceva a sopravvivere. Niente e nessuno entrava o usciva mai. Si diceva e affermava che era immortale, che lo specchio fosse il potere più grande del mondo e che fosse proprio quello a renderla talmente potente. 
La gente non sapeva che pensare. Il mistero era calato su quella storia come un velo, e nessuno seppe mai come fece, un giorno, un bambino a scoprire tutto.
Era entrato nel castello dopo aver trovato un passaggio. Non era il primo ad aver tentato, e nemmeno il primo ad essere riuscito nell'impresa. 
Gli uomini più valorosi e forti avevano varcato la soglia, ma tutti non erano più tornati. 
Il bambino, invece, quando tornò di corsa al suo villaggio, spaventato e trafelato, era vivo e vegeto.
Raccontò di aver visto una donna bellissima, dai capelli lunghi e neri e gli occhi di ghiaccio, che sedeva su un trono d'oro. Ad un certo punto la regina si era alzata ed era andata in una stanza da letto, dove c'era uno specchio. 
Il bambino la aveva seguita e la regina si era accorta della sua presenza. Aveva mosso appena un dito, che lui si era ritrovato al suo cospetto, immobilizzato da una forza invisibile.
La regina, tuttavia, non lo aveva ucciso perché era troppo piccolo e, a suo avviso, aveva avuto pietà di un bimbo di soli otto anni.
Gli aveva raccontato la sua storia, dicendo di chiamarsi Nives e di essere molto potente, quanto lo specchio stesso. Lo aveva lasciato libero e gli aveva intimato di proferire al suo villaggio di non provare più a intromettersi, o la sua pazienza sarebbe finita presto.




   
 
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