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Autore: Atlantide08    03/12/2014    4 recensioni
Storia prettamente DELENA. Attraversa i diversi step del rapporto tra Damon ed Elena, raccontando piccoli attimi di vita quotidiana. Ambientazione: New York. Spero vi piacciano e vi emozionino almeno un po’. Punto di vista: Elena. Nota:sono tutti umani.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: AU, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Un forte odore di caffè invade le mie narici, la voglia di prendere la tazza, che deve essere qui da qualche parte di fianco al mio letto in cui sono ancora sdraiata e fino a pochi istanti fa in cui stavo ancora profondamente dormendo, diventa sempre più forte.
Ma come fa ad esserci una tazza di caffè nella mia stanza, se io sono ancora a letto?? Sto sognando? Per essere un sogno è molto veritiero, forse un po’ troppo realistico in effetti.

Con ancora gli occhi chiusi sento un qualcosa di leggero e delicato che mi accarezza piano la guancia, su e giù lentamente, causandomi una bellissima sensazione di benessere e tranquillità; sono quasi tentata di tornare a dormire cullata da quel tocco, ma l’odore di caffè è sempre più intenso e mi induce quindi ad aprire gli occhi di scatto.

Due zaffiri azzurro chiarissimo a distanza di una decina di centimetri: ecco con cosa si sono scontrati i miei occhi appena aperti.
Mi manca il respiro per un attimo per lo stupore.
“Cosa..?” biascico, incapace di formulare qualsiasi altro pensiero, un po’ per il sonno che ho ancora addosso e un po’ per l’effetto che quegli zaffiri hanno su di me.

“Ben svegliata!” mi sussurra piano il mio coinquilino, nei suoi occhi adesso mi sembra di vedere una punta di dolcezza. Sono troppo assonnata per poterlo asserire con certezza.

“Caffè?” mi domanda pieno di energia.

“Damon…” strizzo gli occhi in attesa che il mio cervello ricominci a funzionare.
 “Mfmfff… cosa…? Perché mi hai svegliata?” riesco finalmente a domandargli.

“Sono le 06:30! E’ ora di alzarsi Gilbert!” mi risponde Damon indietreggiando quel tanto che basta per mostrarmi il caffè con la brioche appoggiati sul mio comodino.

Vedendo che non mi muovo nemmeno di un millimetro il mio coinquilino cerca di spiegarmi il perché lui mi abbia svegliata così presto, con una pazienza che sta per finire (lo capisco dal lampo ironico che gli passa nello sguardo).
“E’ Sabato Elena!Io e te abbiamo un impegno… Long Island, Fire Island, weekend al mare… ti ricorda nulla?!? Dai piccolina! Non vorrai fare tardi ad un appuntamento col sottoscritto?!?” mi chiede alla fine spazientito e sicuro di sé, vedendo che non do’ alcun segno di reazione.

Passano altri secondi senza che né io né lui facciamo qualcosa.
All’improvviso poi Damon prende il lenzuolo col quale sono coperta e lo tira indietro con un gesto secco, scoprendomi, leggo tutta la soddisfazione sul suo viso per quel suo gesto.

Il cambio brusco di temperatura mi fa finalmente realizzare il significato delle parole che Damon mi ha appena rivolto.  Mi torna in mente la conversazione di circa un mese prima sulla monotonia della mia vita e la sua conseguente proposta di passare insieme il weekend al mare (il tutto per non fargli sgarrare la regola del numero massimo di ragazze che era autorizzato a portare nell’appartamento in una settimana, che abbiamo stabilito di comune accordo per una buona convivenza, poiché quella settimana era già al limite. Il mio cervello finalmente è ripartito!).

“In verità avremmo dovuto andarci un bel po’ di tempo fa al mare… e poi avevamo detto per le 07:00!” gli dico decisa mettendomi a sedere sul letto ed obbligandolo ad allontanarsi da me.

Solo in quel momento realizzo che fino a pochi istanti prima Damon era inginocchiato di fianco al mio letto, che mi ha preparato e portato la colazione a letto e che mi ha svegliata delicatamente probabilmente accarezzando la mia guancia con la punta delle sue dita (ecco cos’era quel qualcosa di morbido che mi solleticava il viso! Non è stato un gesto molto tenero  e carino da parte sua Elenuccia? Sì che lo è stato! Non si merita un grande abbraccio “stritolatore”? Sì, la vocina nella mia testa ha ragione e la voglia di stringerlo forte a me è tanta, ma non sono autorizzata a farlo! Faccio tacere la vocina all’istante e con lei i miei ormoni che al pensiero del possibile contatto con Damon sono letteralmente impazziti…).

Fissando la brioche ed il caffè sul mio comodino semplicemente arrossisco perché è un gesto che non sono abituata a ricevere, tantomeno dal mio coinquilino (sexy coinquilino – aggiunge la vocina nella mia testa).

A Damon questo repentino rossore sulle mie guance non sfugge, ma piuttosto che sbeffeggiarmi come suo solito, rimane in silenzio, sorridendo appena, tenendo fisso su di me il suo sguardo indecifrabile; di contro io non schiodo il mio sguardo dalla tazzina di caffè, diventata improvvisamente molto interessante, ma provo la netta sensazione di avere i suoi occhi scrutatori addosso, come se lui mi stesse scavando fin nel profondo dell’anima per trovare una risposta ad una domanda precisa che però non è stata fatta ad alta voce.

Sento l’atmosfera intorno a noi carica di elettricità, così per spezzare quell’attesa indefinita, afferro la brioches e l’addento, la finisco in pochi bocconi, poi prendo la tazzina di caffè e bevo il primo sorso, il tutto sempre sotto lo sguardo attento del mio coinquilino.
E’ molto strano, essere lì in camera mia, seduta sul bordo del mio letto, a fare colazione con Damon che mi osserva in un religioso silenzio.

“Cosa c’è? Dovevo chiederti se volevi un po’ della mia colazione?” gli chiedo rompendo il silenzio,  ritrovando una certa sicurezza e una certa vena di sarcasmo, guardandolo negli occhi.

Damon è un po’ stupito dalla mia uscita, glielo leggo chiaramente negli occhi (ma da quando sono diventata così brava a capire quello che passa per la testa a Damon guardandolo semplicemente nei suoi magnifici occhi?!? O è lui che non si sa per quale strana ragione ha deciso di “mostrare” i suoi sentimenti?!? Forse dopo la festa di Caroline voi avete aperto un nuovo “canale” di comunicazione col quale vi mostrate l’uno all’altra senza “veli” mi fa eco la vocina ormai ampiamente familiare nella testa… già, la festa di compleanno di Caroline è passata da una settimana esatta e il fatidico “confronto” fra di noi, non c’è ancora stato, ma è cambiato sicuramente il nostro modo di “interagire”).

E’ solo un attimo, Damon si riprende subito.
“Sei insopportabile quando fai così!” sbuffa spazientito, alzando gli occhi al cielo “Secondo quale tuo strano principio un ragazzo dovrebbe portare la colazione a letto ad una ragazza e pretendere che lei gli ceda almeno la metà di ciò che le è stato portato?!?”, addolcisce la sua espressione, è divertito e questo fa svanire il senso di irrequietezza che mi ha sopraffatto non appena mi è sembrato che lui si fosse arrabbiato con me.

“Scusa… Il risveglio è piuttosto difficile per me…” cerco di giustificarmi prendendo il risveglio come scusa, cercando di essere il più convincente possibile buttando giù l’ultimo sorso di caffè.

Lui mi sorride leggero.
“Hai quindici minuti per vestirti, ti aspetto di là”, dicendo questo si alza prende la tazzina ed il piattino sul quale c’era la brioche ormai vuoti ed esce dalla mia stanza.

Resto ancora qualche secondo seduta sul bordo del letto.
Mi sembra tutto irreale.
Essere svegliata dolcemente dal proprio coinquilino (sul quale, nonostante i tuoi ripetuti sforzi per evitarlo, continui a fare pensieri non proprio casti), vedere che ti ha portato la colazione a letto e avere la certezza che ti ha svegliata perché sta realmente tenendo fede al programma che ti ha proposto inaspettatamente circa un mese prima e che tu, trascorse le prime ventiquattro ore agitata come non mai (perché Elenuccia eri elettrizzata all’idea di passare il weekend col tuo inquilino sciupa femmine? Sarà mica che già allora eri “interessata” a lui? Mi sbaglio? Vorrei zittire la vocina ribattendo che si sbaglia, ma la consapevolezza che Damon non è mai stato sempre e solo la persona con la quale divido le spese dell’affitto dell’appartamento diventa sempre più insistente), hai poi ridimensionato il tutto a “è stata solo una proposta fatta al momento, ma se ne sarà già dimenticato” e ti rendi effettivamente conto che nelle prossime 48 ore tu e lui passerete il tempo a stretto contatto, perdipiù su una spiaggia al mare e fuori c’è il sole: vuol dire che dovrai “sorbirti” il tuo coinquilino in costume per la maggior parte del tempo (Già… una gran brutta seccatura! Mi prende in giro la vocina).

Mi tiro un pizzicotto e caccio un piccolo urlo, che soffoco prontamente con la mano, per accertarmi di essere effettivamente sveglia, di stare vivendo il momento e non sognando.

Sospiro e guardo l’ora: i minuti che mi restano a disposizione per prepararmi sono tredici, non uno di più né uno di meno. Damon, tra i tanti difetti che ha, ha il pregio di essere sempre puntuale e tra tredici minuti esatti, se non mi affaccerò nel nostro salotto, lui verrà a bussare alla porta della mia stanza.

Mi fiondo in bagno, mi do una sciacquata veloce al viso, mi lavo i denti, raccolgo i capelli in una veloce coda di cavallo, infilo il primo costume che trovo nel cassettone dell’armadio, torno in camera e lo abbino ad un vestitino corto, che arriva appena sopra al ginocchio, spallato e senza pretese (un vestitino da tutti i giorni semplice, ma che slancia bene la mia figura, in fondo devo presentarmi in pubblico a fianco della perfezione fatta a persona del mio coinquilino, meglio ridurre le possibilità di sfigurare – ma chi vuoi prendere in giro Elena?? Tu vuoi “colpire” almeno un pochino il tuo coinquilino, fargli vedere che ha una certa “dose” di bellezza in casa propria, senza andare a cercarla nella prima sciacquetta di turno! Mi fa eco la vocina nella mia testa, che prontamente reprimo poiché non è con questa vocina che riuscirò a trascorrere indenne tutte le quarantotto ore che mi si prospettano).

Butto un telo mare, una crema protettiva e una spazzola nella borsa da spiaggia, mi metto un grosso cappello di paglia bianco in testa, affranco un paio di occhiali da sole alla scollatura del vestito, afferro il borsone e vado verso la porta dell’appartamento, per infilarmi delle comode infradito, canzonando il mio coinquilino
“Allora, andiamo?! Sto già uscendo! Sei sempre l’ultimo!”.

Damon si alza dallo sgabello della cucina e prima che io riesca ad aprire la porta d’ingresso mi si piazza davanti bloccandomi la via di fuga con aria di sfida.
“Chi è che è sempre in ritardo?! Attenta che potrei proporti una scommessa, che perderesti, sulla puntualità degli abitanti di questo appartamento”.

“Per quanto sia tentata di scommettere con te, ho di meglio da fare per passare il mio tempo, come ad esempio adesso… andiamo al mare o no Mr. Salvatore?!? Mi stai facendo fare ritardo sulla tabella di marcia. Ricordi? Ore 08:00 footing sulla spiaggia?”gli domando reggendo il suo sguardo di sfida, riallacciandomi a quel famoso giorno in cui mi aveva fatto la proposta del weekend al mare.

Vedo Damon tentennare un secondo, poi però scrolla il capo.
“Ci sono quasi cascato! E brava la mia Elena! Non abbiamo mai detto cosa avremmo fatto in spiaggia nei due giorni!” i suoi occhi si sono illuminati, si gira ed apre la porta, recupera il suo zaino per la gita fuoriporta e mi fa cenno di seguirlo.

Esco e chiudo la porta dell’appartamento. Ci incamminiamo fuori dal palazzo ed istintivamente mi dirigo verso sinistra per andare a raggiungere la fermata della metropolitana.
“Non crederai davvero che andiamo al mare con la metropolitana?!? Ci impiegheremmo il doppio del tempo! E come hai detto tu: io ho qualcosa di meglio da fare per trascorrere il mio tempo.”

Mi strizza l’occhio ed indica la sua macchina, parcheggiata dall’altro lato della strada.
“Lei. La mia bambina. La macchina per eccellenza”.

“Davvero mi permetti di salire sulla tua Camaro?” gli chiedo scettica, da quando dividiamo lo stesso appartamento, non passa giorno che lui non elogi la sua “bambina” e più volte ha ribadito che per salire sulla sua macchina bisogna meritarselo (o assicurargli che avrà in cambio un paio d’ore di sesso sfrenato, gli ho più volte risposto io, beccandomi un “Non proprio…” detto con voce maliziosa e molto allusiva come risposta da lui).
L’unica eccezione è stata il giorno in cui ci siamo trasferiti nell’appartamento che condividiamo: quel giorno lui è passato inaspettatamente a prendermi a casa di Caroline e mi ha offerto un passaggio fino al ns. appartamento per facilitarmi il trasloco.

Damon mi scruta con uno sguardo che questa volta non riesco a decifrare, uno sguardo molto intenso per una decina di secondi, poi indica nuovamente la macchina.
“Muoviti, non sei tu quella che alle 08:00 deve già essere nel pieno del suo footing in spiaggia?!?” mi domanda ironico.

Mi dirigo verso la Camaro azzurra e mentre gli passo di fianco puntualizzo la mia posizione, tanto per non creare equivoci.
“Non ho intenzione di pagarti nessun dazio per essere salita sulla tua bambina, né tantomeno mi considero in debito nei tuoi confronti per questo passaggio, siamo intesi?” il mio tono di voce è allegro, ma la domanda trattandosi di Damon è seria.

“Nessun debito Signorina Gilbert. Appurato ciò, possiamo andare?” mi risponde col mio stesso tono di voce.

“Andiamo! Il mare mi aspetta!” gli dico felice aprendo la portiera e salendo sulla sua Camaro.

Lui mi imita, ma prima di dare gas si gira verso di me e mi regala uno dei suoi sorrisi più radiosi e sinceri che io gli abbia mai visto fare. Ringrazio di essere già seduta, perché il mio cuore perde un battito e sento le gambe molli, non mi avrebbero retto se fossi stata in piedi.


Angolo dell'Autore
Rieccomi! Questa volta ho fatto presto ad aggiornare, non credete? Vi piace la scena del risveglio? Io l'ho adorata! Cosa pensate succederà in spiaggia? Cambierà finalmente qualcosa o no tra i due? Lasciate le Vostre recensioni, ne aspetto tante tante! Alla prossima! Atlantide08
  
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