Prologue.

Era una delle tante serate estive, e io non avevo voglia di uscire con i miei amici. Decisi, quindi, di andare al porto della mia città, dove passavo la maggior parte del mio tempo libero. Il mio, più che città, è un piccolo paesino, che raccoglie molti segreti. Il porto, a parer mio, è uno dei posti più belli.Non è un granchè, piuttosto piccolo, ma non da tutte le prospettiva: dalla mia, per esempio, quella di una ragazza di sedici anni, con molti sogni che, purtroppo, non poteva coltivare, il porto appariva enorme. Solitamente, salivo i scalini che portavano nella parte più alta, dove mi sedevo e lasciavo penzolare le gambe al di fuori, così da avere il mare di fronte. E' una bella sensazione, quella di respirare aria pura, non inquinata dalle brutte persone che mi circondano, e scrivevo. Scrivevo di me, del mio passato, delle emozioni che provavo in quel preciso istante, e di ciò che invece avrei preferito sentire. Mentre lo facevo, scorsi una sagoma da lontano. Era sera e il porto era illuminato da qualche lampione e dalla luce del faro, quindi non si vedeva molto, ma comunque non gli diedi molta importanza e continuai a scrivere. Qualche minuto dopo, un ragazzo più o meno alto, biondo, dagli occhi chiari, si avvicino e si sedette accanto a me.
« E' davvero bello qui. »
Prese un piccolo libro dalla tasca della giacca e lo aprì.
« Io ci vengo ogni tanto per leggere, o per suonare la chitarra. »
« Io per scrivere, cioè, non scrivo opere o niente del genere, faccio qualche schizzo di ciò che mi passa per la testa. »
« Ancora non ti ho detto il mio nome, sono Niall, Niall Horan se mi volessi cercare su facebook. » Sorrise, mentre il suo volto veniva illuminato dalla luce del faro, una luce verde, che si alternava a quella rossa di quello che stava dall'altra parte. Notai che i suoi occhi erano azzurri. Ma non del colore intenso, del colore del mare..erano azzurri come le sfumature del cielo quando vi è qualche nuvola, un celeste chiaro, con dei contorni scuri che lo risaltano. Erano davvero belli.
« Io sono Debora, ma preferisco essere chiamata Deb e, anche se non credo che tu voglia cercarmi su qualche social network, il mio cognome è Brown. »
Si mise a ridere e si girò, guardandomi negli occhi.
« Se non ti cercherò è perchè sono sicuro che tu abbia già un ragazzo. »
« Io e i ragazzi non abbiamo un buon rapporto.» Fece per rispondere ma lo fermai, e gli dissi che non avevo mai avuto un ragazzo. Era una cosa strana per una sedicenne, ma non gli davo molto peso. Penso di non aver mai incontrato un ragazzo che mi prendesse a tal punto da innamorarmene e starci insieme.
« Una bella ragazza come te non ha mai amato o non è mai stata amata? Assurdo. »
« Assurdo? No Nick, se mi conoscessi capiresti che sono spesso antipatica, non tollero molti comportamenti e in più ho gusti difficili in fatto di bellezza maschile. »
« Nick è un bel nome, ma non è il mio »
Scoppiammo entrambi a ridere, e mi scusai dell'errore, poi ricominciammo il discorso.
« Voglio sapere qualcosa di te allora, dimmi cosa ti piace e cosa non sopporti »
« Mi piacciono le persone intelligenti, non i caproni. Non sopporto la possessività, la cattiveria e l'orgoglio. Inoltre sono una persona molto gelosa, moltissimo. E questo è più un difetto. »
« A me piacciono le persone gelose, quindi ora mi dai il tuo numero e più tardi ti scrivo, ora devo tornare a lavoro. »
Credo che a quell'affermazione le mie guance assunsero un colore rosato, acceso. Arrossivo spesso, ma quello era il momento meno opportuno. Gli diedi il mio numero e se ne andò. Dopo qualche ora, decisi di tornare a casa e aspettare un messaggio dal ragazzo dagli occhi color cielo.