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Autore: My fair lady    03/12/2014    0 recensioni
1722: Quattro famiglie dotate di grandi poteri magici sanciscono tra loro un patto di alleanza reciproca, per far fronte ai cacciatori di streghe e gli spiriti malvagi.
Per garantire la pace e la serenità, fu stabilito che le quattro famiglie dovessero venire guidate da un'unica strega o stregone, che sarebbe stato scelto per capacità e volontà, tramite una serie di prove.
2014: I discendenti delle quattro famiglie hanno spezzato l’antico patto di alleanza da molto tempo, e ognuna vive per se. Solo una antica e potente minaccia potrà riunire di nuovo i discendenti sotto un’unica e forte autorità.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Allora è per questo che non ti sei fatto sentire in questi giorni – sorrise Alex, con un tono di voce ironicamente burbero, quasi da rimprovero.
Lui e Michael si erano fermati in un bar per prendersi un caffè.
Il bibliotecario gli aveva raccontato tutta l’esperienza del sogno guidato da Brianna, dalle poche cose che aveva scoperto e dalle tante cose che doveva ancora scoprire.
Alex si sporse e accarezzò la testa di Michael con fare affettuoso – Sempre il solito, vero? Non smette mai di lavorare questa testa –
Michael apprezzò molto quel delicato atto di tenerezza e sorrise malizioso osando – C’è una sola cosa che la fa stare zitta e buona per un po’ –
Alex sorrise.
Michael proseguì – La cosa più strana, è che nessuno a parte me sembra riconoscere la somiglianza tra me e il mio antenato. Nessuno –
Alex suggerì – Se hai l’immagine con te potrei darti il mio parere –
Michael imprecò per non essersi portato la copia del ritratto che aveva trovato.
Poi però ricordò che gli aveva scattato una foto con il cellulare, e quello lo aveva con se.
Sorrise e cercò nella tasca della giacca per qualche secondo. Poi estrasse il cellulare e mentre cercava la foto sospirò – Tieni presente che però non è di qualità altissima, magari non riuscirai a vedere niente… –
E poi glielo porse.
Alex allargò l’immagine con il pollice e l’indice e dopo qualche secondo di osservazione rispose – A me sembra che sia la tua copia sputata –
La mente di Michael martellò a sentire quella risposta. Finalmente un’altra persona che vedeva ciò che vedeva lui. In quel momento sentì di amare Alex ancora di più per quello, però voleva essere sicuro.
Davvero?? Cioè, da cosa lo deduci? – chiese insicuro.
Alex girò lo schermo e sorrise – Sei tu. Semplicemente. Cioè, ci sono magari delle differenze, ma lo sguardo è il tuo, anche se il suo è più…duro. Gli zigomi sono un po’ più pronunciati, ma avete la stessa bocca. Anche la fronte. Mi sembra di vedere te, magari tra qualche anno e con i capelli lunghi –
Michael si rilassò e sorrise – Finalmente qualcuno che lo vede. Pensavo di essere pazzo –
Ecco che dopo un breve momento di euforia, la sua mente tornò alla carica “Ma perché solo te e lui vedete questa somiglianza”?
Michael decise di occuparsi di questa cosa solo più avanti. Oggi doveva essere il giorno libero anche dalle sue congetture.
Alex guardò l’ora dal cellulare di Michael e sbuffò – Adesso devo andare. Devo cominciare a cucinare per la cena di stasera. Noi ci vediamo però presto, okay? –
Michael annuì. Anche lui sentiva la mancanza del suo fidanzato.
I due si salutarono con un bacio più o meno casto, e poi Alex prese la sua busta e se andò.
 
Poco più in la, un ragazzo coetaneo di Michael, si godeva il sole timido di quella giornata di fine ottobre insieme ad una ragazza sui vent’anni circa. Lunghi capelli biondi lisci, un paio di occhiali e una corporatura esile, anche se aveva le spalle leggermente ampie. Un tipico fisico da ginnasta o da nuotatrice.
Il ragazzo invece era alto, fisico atletico, capelli corti ma alti, con un piccolo ciuffo dritto, nel complesso assomigliava a sua sorella gemella, anche se i capelli di Erik Cromwell erano più chiari.
 
Sorrise alla ragazza vicino a lui, che gli piaceva molto e lo faceva sentire bene, nonostante fosse molto diversa dalle ragazze con cui di solito usciva.
Infatti non ci teneva molto a farsi vedere con lei in giro.
La ragazza sbuffò – Erik, la vuoi finire di guardarti intorno? Non c’è nessuno dei tuoi amici. E poi tanto lo puoi anche dire che ti vergogni di farti vedere con me –
Erik cercò di dissimulare, ma in realtà la sua ragazza, ancora una volta, aveva saputo leggergli dentro come nessuna ci era riuscita, a parte sua sorella.
Rispose – Guarda che non è come pensi Marnie. E’ solo che sai che quando sono con te, mi piace avere la nostra intimità –
Gestendola in questo modo, il ragazzo era convinto di averla scampata, ma Marnie non demordeva.
Ad un certo punto Erik assistette ad una scena che fece uscire dalla sua bocca una sola parola – Zitta –
Inutile a dirlo, questo non fece altro che gettare altra benzina sul fuoco, ma Erik era momentaneamente sconvolto per pensarci.
Aveva appena visto un suo caro amico baciarsi con un ragazzo. Che lui tra l’altro conosceva.
Non poteva proprio sbagliarsi. Non era un affettuoso bacio sulla guancia, che comunque sarebbe strano lo stesso, pensò Erik.
Era proprio un vero bacio. Il ragazzo non riusciva a pensarci.
Aveva appena scoperto che un suo amico, con cui aveva passato l’infanzia e gran parte dell’adolescenza era…GAY.
E se la faceva con nientemeno che Alex Gardiner.
Marnie riportò il suo ragazzo alla terra minacciandolo – O mi ascolti, o faccio sciopero del sesso per un mese –
Di fronte a quella minaccia, Erik si destò dal suo stato di trance momentanea e poi istintivamente si nascose dietro una siepe, trascinando anche la sua ragazza. Disse, abbassando la voce, come se i due ragazzi potessero sentirli, nonostante fossero dall’altra parte della strada – Scusami, ma lo vedi quel ragazzo? Quello che si è baciato con quell’altro? –
Marnie alzò gli occhi e guardò in direzione del dito di Erik. Annuì – Sì lo vedo. Non dirmi che la cosa ti stupisce. Cioè… non pensavo fossi di idee ristrette –
Erik rispose – Sì. Cioè no. Cioè… ascolta, in squadra con me c’è un gay, e non mi faccio problemi a spogliarmi di fronte a lui, ma quel ragazzo… Lo conosco da quando abbiamo quattro anni. Cavolo. Ci ho passato le notti a casa sua –
Marnie rise – Tranquillo, non è una cosa che si attacca. E poi so per certo che non sei gay –
Il ragazzo dai capelli rossi si sporse fuori dalla siepe con la testa e vide che ormai Alex se ne era andato. Anche Michael si stava alzando dalla sedia e stava andando via con il cane.
Poi tornò con lo sguardo verso Marnie e spiegò – Lo so, è che non ne avevo idea. Non mi aveva mai detto nulla –
Marnie commentò sarcastica, con una punta di acidità – Parla quello che ogni volta che usciamo sembra in missione segreta per la CIA –
Erik sbuffò. Certe volte la lingua lunga della sua ragazza gli dava fastidio, ma in fondo gli piacevano i suoi modi diretti, e la preferiva di molto alle cheerleader scialbe che gli venivano dietro.
Ripensò alla sua scoperta e gli venne in mente un grosso problema.
Un problema chiamato Elettra.
Tra lui e la sua gemella c’era un rapporto telepatico, e se lui per un motivo o per un altro avesse pensato a Michael ed Alex, l’avrebbe scoperto anche sua sorella.
E grazie a lei l’avrebbero scoperto tutti.
Sentiva il peso di questo segreto come un macigno, ma non poteva spiegarlo a Marnie, dal momento che non aveva una sorella che quando erano adolescenti, capiva sempre quando il fratello si stava masturbando.
Però non voleva neanche rovinare il suo appuntamento con Marnie, così decise di cacciare questa cosa nel profondo del suo subconscio. Lì dove forse nemmeno Elettra sarebbe riuscita a entrare.
Sorrise alla sua ragazza e indicò un vestito in una vetrina – Perché non lo provi? Scommetto che ti starebbe bene –
Marnie lo guardò e rispose – Mi sembra troppo scollato –
Erik rise – Appunto –
 
**
 Michael non avrebbe mai immaginato che quella giornata iniziata così bene sarebbe potuta peggiorare in un modo che neanche immaginava.
Era nella sua stanza, a leggere un libro, cercando di rilassarsi nonostante la scoperta recente che erano almeno in due a notare la somiglianza con il suo antenato, quando il suo cellulare segnò l’arrivo di un messaggio.
Il cellulare stava sulla sua scrivania e lui sul letto. Non gli andava di alzarsi per rispondere, ora che aveva trovato una posizione comoda, e il suo libro diventava avvincente.
Decise di dare retta alla sua pigrizia e ignorò il messaggio. Se fosse stato urgente, l’avrebbero chiamato, pensò Michael.
Ripensandoci, avrebbe fatto molto meglio a leggere quel messaggio.
Mezz’ora dopo sentì la porta di casa che veniva aperta e una voce conosciuta, anzi due.
Si avvicinò e sentì sua sorella e suo padre salutare Erik ed Elettra Cromwell.
Michael si chiese il motivo di quella visita.
Elettra salì di gran fretta le scale e quando si trovò davanti Michael, emise un profondo sorriso e lo abbracciò. Con un calore che non gli aveva mai dimostrato prima – Michael!! Ho saputo! E in effetti ripensandoci i segnali c’erano tutti. Sono sempre stata dalla vostra parte! Credo che dobbiate avere tutti i diritti degli altri. Sono stata anche ad un Gay Pride, sai? –
Michael assunse un espressione che mostrava un misto di emozioni, come irritazione, sorpresa, paura.
La sua lucidità mentale lo salutò, e lui non sapeva che cosa dire, se negare fino alla morte od essere sincero.
Ma prima di tutto, come diavolo faceva Elettra Cromwell a sapere di lui? E sapeva solo di lui, o anche di Alex?
Troppe domande. Il suo cervello era in tilt.
Elettra, che cosa…vuoi dire? – chiese Michael, sciogliendosi dall’abbraccio, sperando con tutte le sue forze di aver compreso male.
Elettra mise le mani in aria, con un gesto istrionico e sorrise – Tranquillo, non devi più fingere. So, anzi, sappiamo tutto –
Da oltre le spalle di Elettra, Michael vide Erik, che aveva scritto in faccia “COLPEVOLE”.
La rabbia montò in lui, si sentiva violato nella sua intimità, la sua sessualità sbattuta davanti ai suoi occhi.
Ma non c’è limite al peggio. Michael sapeva che i componenti della sua famiglia avevano un udito sviluppato, quindi non poteva permettere che quella pazza disse altro.
Già tutto quello che aveva detto era potenzialmente compromettente.
Cercò di mantenere la calma, almeno apparente e disse solo – Possiamo parlarne da un’altra parte ragazzi? –
Erik annuì – Sì, è meglio. Andiamo Elettra –
Prese la sorella per il braccio e la trascinò giù dalle scale. Michael fece per seguirli, quando il suo occhio cadde sul cellulare. Lo afferrò e lesse un messaggio di Brianna
“Elettra sa. Preparati o nasconditi, sta venendo da te”
Okay. Era troppo.
Michael scoppiò in una sorta di risata isterica. Maledì se stesso e la sua fottuta pigrizia e lasciò la stanza. Almeno ci provò. Si trovò davanti Edward Crowley che lo guardò.
Michael studiò il padre, che lo stava guardando con occhi diversi.
Tentò di spiegare – Papà, vedi…Elettra non sa… –
Edward scosse la testa – E’…vero? –
Ecco arrivato il momento che si era ritrovato a immaginare da mesi a questa parte. E lo temeva come la strega dell’ovest teme l’acqua.
Era sempre stato una delusione per suo padre.
Non era uno sportivo, non sapeva mutarsi, non era mai andato a vederli correre sotto la luna.
Non voleva che questa fosse la delusione delle delusioni, ma probabilmente prima o poi, questo momento sarebbe arrivato.
A modo suo e ai suoi tempi però. Non per colpa di un’altra persona che non era fatta gli affari suoi.
Non se la sentiva di affrontare quel discorso, non adesso. Come una anguilla svicolò di lato e lasciò la casa in tutta fretta, per non subire lo stesso trattamento da altri familiari.
Appena fuori dal cancello c’erano i due Cromwell.
Michael non si riconosceva più, ma nel suo corpo scorreva una rabbia che raramente aveva percepito.
La sua rabbia si sfogò tramite la sua magia.
Il terreno sotto di loro tremò, sotto effetto di una piccola scossa.
Niente di preoccupante, ma, non era certo un bello spettacolo.
Erik si fece avanti e cercò un modo per difendersi – Ascolta Michael… Io non volevo –
Michael si girò verso Erik e chiese serio – Come avete fatto a scoprirlo? –
  
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