SALT
IN OUR WOUNDS
Love
is insane and baby
We
are too
It’s
our hearts little grave
And
the salt in our wounds
Salt
In Our Wounds, HIM
“Si
può sapere cos’è questo casino? – chiese Draco Malfoy alzando un sopracciglio,
irritato – Sembra che abbiano liberato un branco inferocito di
troll!”
Il
suo collega ridacchiò.
“Niente
troll, Draco, sono solo Weasley e sua moglie; stanno passando per tutti i
Dipartimenti per mostrare il loro ultimo pargolo. Mi sembra che si chiami Hugo”
gli rispose.
Il
sopracciglio di Draco si abbassò immediatamente.
“I
Weasley, eh? Allora è qualcosa di peggio dei troll. Molto
peggio”
***
“Ehy,
ehy, piano! Non mi vorrete mica rovinare il figlio, eh?” esclamò Ron Weasley
stringendo con delicatezza il piccolo Hugo tra le braccia. Amici e colleghi lo
circondavano ridendo e congratulandosi.
“Finalmente
pari, Ron!” disse qualcuno dandogli una pacca sulla
spalla.
“Finalmente!
Vivere con due donne è una tortura, davvero; io e Hugo ci divertiremo
sicuramente, adesso!” rispose Ron facendo l’occhiolino alla moglie. Hermione, in
disparte, alzò gli occhi al cielo, pregando che il tour al Ministero finisse il
prima possibile. Era stato Ron ad insistere, ovviamente: vogliono vedere il
piccolo, davvero, andiamo a fare un giro, giusto un salutino… erano lì da almeno
un’ora e mezza, e non erano nemmeno a metà strada. Sembrava quasi che non
avessero mai visto un bambino!
Hermione
osservò con apprensione il marito mentre si lasciava quasi scivolare il bambino
dalle braccia, sospirando quando vide che Hugo si era miracolosamente salvato.
Massaggiandosi lentamente le tempie si allontanò ulteriormente dal gruppo, alla
ricerca di un po’ di silenzio.
Era
così stanca, così maledettamente stanca… e molto probabilmente lui sapeva della sua presenza. Anzi,
sicuramente lui sapeva, dato il baccano che stava facendo
Ron.
“Ciao”
disse una voce fin troppo conosciuta.
“Lupus
in fabula” sospirò Hermione voltandosi verso l’uomo che aveva
parlato.
“Lupus
in che? Vedo che non hai perso la tua brutta abitudine di dire stupidate,
Weasley” replicò Draco.
“Lupus
in fabula – ripetè Hermione – Ciao anche a te, comunque”
“Ho
visto il piccoletto; è ancora troppo presto per dirlo, ovviamente, ma temo che
somigli di più a tuo marito. Sono sinceramente addolorato, credimi – disse Draco
con espressione triste. Hermione si limitò a scuotere la testa – Credevi forse
che fossi venuto a farti le congratulazioni?”
“Credevo…
anzi, speravo, che non saresti proprio venuto qui”
“Credevi
davvero che non sarei venuto a dare un’occhiata a mio figlio?” chiese
ancora.
“Draco!”
“Ops,
al mio probabile figlio, perdonami”
“Hugo
è di Ron, Mi sembrava di avertelo già detto, Draco. Un centinaio di volte,
almeno” ribattè Hermione.
“Be’,
effettivamente, ora che l’ho visto posso dire con sicurezza che non è figlio
mio. Peccato, però, perché io avrei sicuramente dato a quel bambino un nome
decente – disse Draco facendo spallucce – Pensa se fosse stato mio, però. Pensa
alla sorpresa di tuo marito nel ritrovarsi un bambino biondo!” aggiunse
ridacchiando.
“Preferisco
non pensarci” replicò Hermione.
“Preferisci
dimenticare tutto, allora?”
“Sì”
Draco
sospirò, guardando in lontananza l’allegro gruppo riunito intorno a Ron crescere
sempre di più.
“Io
non ci riesco, invece. Non ho dimenticato nulla, Hermione, nulla. Nulla dei tuoi
capelli, dei tuoi occhi…”
“Smettila”
“…
delle tue braccia e del tuo respiro…”
“Smettila!”
“…
del tuo corpo nel buio…”
“Basta!”
Draco
tacque, sospirando.
“Puoi
dimenticare il passato, Hermione, ma non puoi comunque cancellarlo” disse dopo
un po’. Hermione ridacchiò.
“Oh,
lo so, lo so fin troppo bene… -
rispose mordendosi il labbro inferiore - ogni volta che parliamo, Draco, ogni
volta che ci vediamo, ed ogni volta che sento il tuo nome sulle labbra di
qualcuno… ogni volta è come se gettassi sale sulle mie, sulle nostre ferite. E brucia” aggiunse
lentamente.
Draco
le prese una mano.
“Hermione…”
disse piano, alzando l’altra mano per accarezzarle una guancia. Lei si scostò,
togliendo la propria mano dalla sua stretta.
“Questo
è solo altro sale, Draco” disse prima di allontanarsi.
***
“Draco…”
Scorpius
aveva capelli biondi sottili, ed occhi grigi; esattamente come il padre.
Inizialmente Draco era stato orgoglioso di questa somiglianza; indicava che il
piccolo era un vero Malfoy, dopotutto.
“Draco…”
Ma
adesso, pensandoci meglio, sarebbe stato bello passare le mani tra soffici
riccioli castani, ed anche un paio di occhi scuri non sarebbero stati così male.
Dei ricci come i suoi,
ovviamente…
“Draco!”
Draco
si riscosse con un sussulto, voltandosi verso la moglie.
“Mi
hai chiamato?”
“Una
decina di volte, più o meno. Oggi sei strano, tesoro; è tutto a posto?” rispose
Astoria un espressione preoccupata.
“Oh,
certo, certo… sono solo un po’ sovrappensiero”
“Va
bene… - annuì la donna sorridendo – Comunque, volevo chiederti se puoi passarmi
il sale”
“Il
sale?”
“Il
sale. Quello” rispose Astoria indicando la saliera. Draco guardò a sua volta
l’oggetto, immobile sulla tavola, in mezzo a loro.
Questo
è solo altro sale, Draco.
“Il
sale… - disse Draco passando alla moglie la saliera – Il sale…” ripetè iniziando
a ridere. Rise fino alle lacrime.
Ehm,
l’ennesima shot a caso, lo so. Era solo per tenermi un po’ in allenamento,
diciamo. xD
Ringrazio
gli HIM per l’ispirazione, e le mie professoresse di Storia Medievale e Storia
Moderna per avermi permesso di scrivere questa ff durante le loro lezioni:
grazie a tutti! J
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