Film > The Avengers
Segui la storia  |       
Autore: Blackmoody    04/12/2014    5 recensioni
La schiena gli doleva e aveva della polvere in bocca: non era esattamente quello che si aspettava per il proprio risveglio a Helheim, sempre che la Regina dei Morti lo avesse accolto tra le sue schiere. Di qualunque regno d’oltretomba si trattasse, tuttavia, nessuno mai aveva narrato che i defunti potessero essere preda d’indolenzimenti e contusioni, il che significava che le leggende mentivano o che lui non era defunto affatto. […] In quella udì dei passi e un clic, e una voce alle sue spalle intimò: – Voltati con calma, amico, ora che ti sei ripreso.
Lui, sorpreso e ancora disorientato, obbedì trattenendo un rinnovato grugnito di dolore. Vivo o meno che fosse, tutto lasciava intendere che avesse già attirato l’attenzione di qualcuno.


Sette sono le Città e i Mari di Rhye, tre gli individui poco raccomandabili che vogliono attraversarli, uno il dio sconfitto che si ritrova sulla loro strada: a unirli sarà soltanto l’assenza di buone intenzioni.
Pre-Avengers, eventuali lievi spoilers su Guardians of the Galaxy, nove capitoli.
Genere: Avventura, Azione, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Loki, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

2

(sea II)

 

 

 

 

Save grace for leap day

No room for tears

Outside this door

– Blaudzun, Promises of no man’s land

 

 

 

 

 

 

 

– Dunque questo Danto vi ha traditi?

L’interrogativo studiatamente pacato che Loki aveva buttato lì con noncuranza galleggiò per un attimo nell’aria immobile della notte prima di confondersi con il mormorìo delle onde.

Fouh, che montava la guardia assieme a lui, alzò di scatto il mento:

– Cosa intendi dire? – nicchiò con voce gutturale.

L’asgardiano fece spallucce e guardò altrove, verso l’orizzonte sopra cui s’infrangeva la fitta scia di stelle che illuminava il cielo: – Ho sentito quel che dicevate tu e il procione parlante, due giorni fa. Se il vostro amico è riuscito a fuggire col bottino proprio mentre arrivavano le guardie e voi tre no... Mi sembra una strana coincidenza, tutto qui.

– Danto può essere un idiota, ma non è un infame.

– Talvolta, seppur di rado, le due cose possono andare di pari passo. – soffiò lui.

La donna dalla pelle scura se ne uscì con una secca risata e si appoggiò mollemente al parapetto della piccola imbarcazione: – Cosa stai cercando di fare, amico? Vuoi mettere zizzania tra di noi con i tuoi paroloni da intellettuale?

– Che motivo ne avrei? – rilanciò l’Ingannatore avvicinandolesi; – Però conosco il tradimento mio malgrado e temo i guai in cui potremmo cacciarci, quando arriveremo a Dex.

– Premuroso, da parte tua. Puoi sempre mollarci, amico. Tu con questa storia non c’entri un beato frell.

Il principe le fece eco con una risata altrettanto asciutta: – Mollarvi? Per andare dove?

– Se non lo sai tu. – motteggiò lei in tono quasi seducente.

Gli scivolò accanto per raggiungere il banco dei comandi e si mise a controllare la rotta in silenzio, attenta a non svegliare D’Al e Yudd che dormivano profondamente sotto coperta. Loki rimase seduto sul bordo, irritato e incupito: la leggerezza di Fouh lo infastidiva, soprattutto se unita alla consapevolezza di non riuscire ancora a discernere una meta o un progetto che fossero suoi soltanto, un barlume di tornaconto personale. A differenza della navicella acquatica che filava sicura attraverso il Primo Mare di Rhye per condurli alla Seconda Città, il dio si stava facendo trascinare dagli eventi come un legno alla deriva, e ben sapendolo detestava quella situazione con ogni fibra di sé.

Le costellazioni misteriose e le due Lune del pianeta ruotarono sulle loro teste portandosi dietro un nuovo mattino, limpido e assolato come i precedenti. Sembrava che le nubi si concentrassero interamente sul Deserto Notturno, pensò Loki nel fissare il disco bronzeo del sole che spuntava innanzi a loro, e al contempo notò il profilo di una costa che andava comparendo in lontananza.

– Vedi la terraferma laggiù, amico? Quella è Dex. – annunciò la criminale indicandola.

– La vedo.

– Dex è un’isola, ed è una delle città più ricche di Rhye. Non è un caso che Danto sia pieno di soldi fino al buco del culo.

Sogghignando all’ennesimo turpiloquio, l’asgardiano chiese: – Se è tanto ricco come mai commette reati assieme a voi?

– Diamine, Ikol, ma in che mondo vivi? Lo fa per diventare ancora più ricco. Inoltre è il nostro infiltrato, l’informatore, quello che ci apre le porte di banche e ville se necessario. Non si ruba, dalle tue parti?

– Dalle mie parti ben altri sono i delitti. – fu la fredda replica.

– Allora stando con noi imparerai qualcosa. – tagliò corto la donna.

Premendo un pulsante diede maggiore energia ai motori e la barca acquistò velocità così di repente che Loki dovette aggrapparsi alla sponda di tribordo per non cadere. Dalla botola sul ponte salirono i grugniti di protesta di Guercio e Tatuato, destati malamente dalla manovra del loro capo:

– Fouh, fottetevi tu e le tue doti di pilota! – ululò il secondo mentre il primo si affacciava dall’apertura con espressione torva.

– ‘Giorno, femminucce. – li salutò lei compiaciuta.

Impiegarono meno di mezza giornata per giungere a circa due miglia dagli approdi occidentali di Dex, e quivi Fouh spense i propulsori principali per mantenere il mezzo in perfetta stasi sui flutti.

– Dobbiamo elaborare un piano per entrare in città senza farci riconoscere. Possiamo attraccare al porto a nord, l’unico frequentato da nostri colleghi, ma dopo non avremo modo di nasconderci. E penetrare in casa di Danto sarà ancora più difficile.

– Credevo che lo aveste già concepito, il piano. – ironizzò il Dio degli Inganni.

Yudd fece schioccare la lingua: – Taci, tu. Nel nostro lavoro si improvvisa.

– Improvvisare per voi equivale a farvi arrestare?

– Ehi, Palliduccio, vuoi ripetere? – sbottò D’Al mostrando i pugni.

– Non avevamo improvvisato, quel giorno. – mugugnò la donna a denti stretti.

Il Guercio rovistò nella propria bisaccia e ne estrasse la logora palandrana che usava anche come letto e coperta: – Facciamola semplice e indossiamo queste con colletti e cappucci tirati su. Se non altro non ci individueranno subito, i Nova.

– E risulterete doppiamente loschi. Se mi permettete di dissentire, amici, – interloquì l’asgardiano, – io potrei avere la soluzione del problema. Dovrete fidarvi di me.

I tre lo squadrarono con aria scettica: – E quale sarebbe la prodigiosa soluzione? – domandò Yudd.

– Non volevate che usassi la mia frell di magia? – disse Loki con un sorrisetto.

– Damerino, se cominci a parlare potabile potresti addirittura piacermi. – fece il Tatuato.

Fouh assentì appena: – In effetti. E come funzionerebbe la faccenda?

– Basterà che tu mi faccia un cenno quando saremo nell’area a rischio.

– Fidarci di te è di per sé abbastanza rischioso.

Il sorrisetto del principe si allargò: – In molti lo dicono. Eppure di solito ne vale la pena.

 

 

Affidarono lo sgangherato battello a un tizio sdentato dalla pelle aranciata e le guance butterate che D’Al presentò come suo compare di lunga data e miglior trafficante d’armi di quel quadrante.

Il paesaggio circostante era piatto e brullo, costellato di agglomerati di massi grigi che ricordavano la roccia aspra delle scogliere di Tuln, e gli edifici che davano asilo a marinai e malfattori nella stretta baia erano cubi spigolosi e spogli e pressoché privi di finestre. La terra era battuta dal vento e di un delicato, sorprendente colore rosato, quasi bella, e al centro dell’isola il suolo pianeggiante si ondulava in basse colline: erano tonde e di forma regolare, e facevano da muraglia naturale alla Seconda Città.

L’Ingannatore se ne avvide quando furono ormai prossimi alle loro pendici e la donna dai capelli di glicine lo trascinò sul ciglio della strada sollecitandolo a compiere la sua frell di magia.

– Stiamo per sconfinare in zona pericolosa. – avvisò, perentoria; gli altri due uomini davano le spalle alla via e gettavano occhiate attente in direzione della più vicina porta d’ingresso a Dex, il cui ancora indistinto panorama urbano era perfettamente incorniciato dall’arco quadrato del passaggio.

Il dio tracciò nel vuoto innanzi a sé un paio di morbidi segni: Fouh avrebbe giurato di aver colto un brevissimo bagliore verdastro e un’impercettibile vibrazione, al gesto di lui, ma all’apparenza niente di sostanziale mutò. Loki riabbassò le mani e i tre briganti inarcarono le sopracciglia simultaneamente.

– E quindi? Tutto qui?

– Come trucchetto fa un po’ schifo, damerino.

L’interpellato non fece una piega: – Possiamo proseguire. – sentenziò solamente.

– Ci hai resi invisibili? – sondò la donna, la fronte aggrottata.

– Ho fatto di meglio. Ma nessuno, né voi per un verso né chi incrociamo per un altro, se ne accorgerà.

La sibillina risposta non piacque troppo ai tre. Tuttavia, ignari del fatto di avere a che fare con il Signore della Menzogna, non dubitarono che fosse la verità – e d’altronde lo era. L’unica cosa che D’Al si premurò di sottolineare fu che al primo accenno di sospetto da parte di un agente non avrebbe esitato a tirare il collo a Palliduccio.

Si avviarono verso la metropoli camminando vicini, come suggerito dal principe. I militari di guardia non li considerarono nemmeno, quando transitarono sotto l’arcata insieme ad altre cinque o sei persone; non li considerarono i passanti che riempivano il corso principale, benché su molti muri campeggiassero grandi schermi olografici che mostravano le effigi di Fouh, Guercio e Tatuato accompagnate dalle diciture “evasi” e “ricercati” e dalla cifra di ricompensa per chi li avesse “individuati e/o consegnati alle autorità”.

– Diecimila unità per il trio al completo? Mi ritengo offeso. – commentò Yudd a mezza voce.

– Quindicimila sarebbe stato più ragionevole. – concordò lei: – Almeno tremila a cranio valiamo!

D’Al scoppiò a ridere e Loki li occhieggiò in tralice: – Vi fidate, adesso?

– Credo di sì. Ma com’è possibile che non ci riconoscano? – indagò ancora Fouh.

– Ciò che la gente vede guardandoci, in questo momento, non è ciò che noi siamo.

– Geniale. – lo gratificò il Tatuato, sinceramente colpito; – Te compreso, damerino?

L’asgardiano strinse le labbra e assentì: – Preferisco essere cauto.

Non temeva che qualcuno scoprisse che l’Ingannatore di Asgard, colui che aveva sfidato Odino e Thor e i loro stolti guerrieri, era vivo e si nascondeva in una remota galassia. Voleva semplicemente evitare di esporsi prima del tempo, commettendo bassi atti di dubbia legalità in un luogo e in un contesto a lui estranei e senza aver escogitato uno straccio di obiettivo.

Sentendosi più tranquillo, con l’incanto d’illusione andato a buon fine, osservò la tanto decantata Dex: le strade erano pulite, lastricate di un materiale simile al marmo, roseo come la terra dell’isola e tirato a lucido come uno specchio; i palazzi, di altezze e dimensioni variabili, erano composti da moduli cubici di pietra gridellina e vetro, impilati gli uni sugli altri a formare torri asimmetriche, e la folla era variopinta e variegata, dai volti pacifici e abiti e sembianti d’ogni foggia e genere. La verde corona di colli che cingeva l’intera area si snodava, sinuosa e netta, contro il cielo turchese.

La casa di Danto Zyr si trovava nel quartiere amministrativo ed era un tripudio di linee pulite e finestre scintillanti. L’atrio immacolato era presidiato da un’incantevole fanciulla dall’incarnato bianchissimo e iridi e capelli color ruggine che, spalleggiata da due omaccioni simili a D’Al, sedeva dietro un banco di metallo scuro munito di schermi. Indugiando nei pressi del cancello che delimitava il giardino estremamente curato del complesso, Fouh sollevò una questione importante:

– Amico, vuoi che ci presentiamo a quella sottospecie di segretaria come se nulla fosse?

– Sorprendimi, donna. Manterrò il mio incantesimo finché non saremo da soli con il vostro complice, ma sta a te inventare una scusa credibile perché ci consentano l’accesso. Io ignoro quali siano i giusti raggiri da compiere in questo vostro mondo. – la illuminò il dio.

L’appellativo le fece storcere la bocca, e ciononostante la sua interlocutrice si concentrò sul resto e infilò decisa il viale d’accesso, l’andatura ancheggiante come di consueto.

– Sarei proprio curioso di vederci come ci vedono all’esterno, adesso. – borbottò Yudd, divertito.

La ragazza candida li accolse con un gran sorriso professionale:

– Signora, signori, benvenuti. Avete un appuntamento con il signor Zyr?

Fouh sorrise di rimando con invidiabile scioltezza: – Salve. Sì, ne avevamo uno fissato per i prossimi giorni e siamo stati costretti ad anticiparlo per motivi di lavoro. So che non è un imprevisto ottimale, però le saremmo assai grati se convincesse il signor Zyr a incontrarci quest’oggi.

– Lasciatemi controllare. – si schermì la giovane armeggiando su uno dei monitor; Tatuato e Guercio scoccarono un’occhiata ai gorilla e Loki si mantenne impassibile. Fouh era l’immagine della flemma.

– Ho qui segnato un incontro per domani con la signora Yo...

– Yonai. – concluse per lei la donna dalla pelle scura senza tradire alcun nervosismo. Si era sovvenuta di aver sentito nominare la tizia in questione da Danto in persona e pregava che la ragazza bianca non avesse mai visto in faccia la vera signora Yonai.

La serenità della segretaria non si scalfì minimamente: – Vi annuncio al signor Zyr.

Una porta scorrevole si spalancò frusciando sulla parete alla loro sinistra e i quattro la varcarono a passi misurati, sghignazzando in sordina non appena furono lontani dagli sguardi dell’ingresso.

– Hai talento nel mentire. – si complimentò l’asgardiano con Fouh.

– Ho avuto fortuna. Se la bamboccia color latte avesse già incontrato quella Yonai adesso staremmo tirando calci in bocca ai due bestioni là fuori.

– Forse glieli tireremo dopo. – pronosticò D’Al, già assaporando un po’ d’azione.

– Devo rompere l’illusione? – s’informò l’Ingannatore. In fondo al corridoio a vetrata che stavano percorrendo c’era una seconda porta di liscissimo acciaio.

Fouh gli dedicò un breve cenno di diniego: – Aspetta che Danto ci abbia aperto l’uscio. Nel suo studio non c’è un sistema di videocontrollo e dobbiamo giocare subito sull’effetto sorpresa, altrimenti lui farà scattare l’allarme.

Il principe preferì sorvolare sulle implicazioni tecnologiche del responso e si attenne alla richiesta. E quando Danto Zyr, un gioviale Kryloriano biondo, li accolse privo di sospetti, fu assai divertente vederlo strabuzzare gli occhi e impallidire a causa della repentina metamorfosi dei suoi ospiti.

Frell! – boccheggiò: – Voi...!

– Yudd, sbarra la porta. D’Al, tienimelo fermo. – ordinò soavemente la criminale ai compari.

Il Tatuato placcò il malcapitato e gli imprigionò il collo nella ferrea morsa del proprio nerboruto braccio destro; Loki si apprestò a gustarsi la scena con una vena di caustica curiosità.

– Amici, è bello avervi qui. Il Kyln non è riuscito a battervi. – farfugliò l’uomo, il cui volto rosa acceso si era fatto di un triste, spento color cipria.

– Tu invece ci sei quasi riuscito. – esordì Fouh, ed estraendo una delle pistole gliela puntò contro: – Quesito numero uno, senzapalle. Perché hai avvertito i Nova?

Danto tremò come una lepre in trappola: – Non ho avvertito nessuno. – squittì.

– Non prendermi per il culo con le tue doppie negazioni, senzapalle. Perché hai avvertito i Nova?

– Oh frell, Fouh! Non potevo fare altrimenti, mi hanno obbligato!

Il Dio degli Inganni non poté esimersi dall’intervenire: – Ti hanno obbligato i Nova Corps?

Zyr parve mettere a fuoco la sua presenza per la prima volta: – E tu chi sei, amico?

– Rispondi alla domanda di Ikol, stronzo. Poi semmai facciamo le presentazioni. – abbaiò il Guercio.

La donna fece scattare la sicura della propria arma e il Kryloriano si agitò penosamente:

– D’accordo, d’accordo! Avevo dei debiti da pagare e mi serviva il bottino per me. Per quello ho fatto una soffiata anonima ai Nova. Ma non volevo che vi arrestassero, volevo soltanto creare scompiglio per filarmela con i soldi! – strillò.

– Li hai spesi tutti, brutto coglione decerebrato e infame? – tuonò D’Al stringendo la presa.

– Non lo strozzare adesso. – lo bloccò Fouh con voce catacombale; – Quesito numero due. Dove sono le unità che ci spettano?

Danto deglutì a fatica: – Se vi racconto ogni cosa non mi ucciderai?

– Tu parla e valuterò.

– Oh merda. Merda! Della refurtiva è avanzato un quarto. Gli altri tre li ho usati per i debiti che vi dicevo. – ammise, e come la donna pose il dito sul grilletto riprese a ululare angosciato: – Aspetta, aspetta! Il quarto rimasto è vostro, se lo volete! Vostro e di Run, se è vivo!

Lei premette la canna della pistola in mezzo alle sopracciglia di lui: – Lui è vivo. Tu ancora per poco.

– No! Ho un grosso affare in ballo! Se mi risparmi lo cedo interamente a voi! – propose Danto d’un fiato e alla disperata.

I tre si ringalluzzirono all’istante: – Un affare? – ripeterono all’unisono, e l’istinto suggerì al dio che la faccenda prometteva di prendere una piega interessante.

– Posso mostrarvi di cosa si tratta? Ho il documento sulla scrivania.

Fouh annuì e il Tatuato lo scortò fino al grande tavolo di marmo cinereo che occupava metà della stanza. Qui il Kryloriano spinse un paio di minuscoli pulsanti e uno schermo olografico di dimensioni notevoli si disegnò a mezz’aria, scintillando di scritte bluastre e argentee. Con le mani che correvano sulla proiezione, Danto selezionò una cartella criptata e digitò una sequenza di cifre: il display si riempì di una serie di riquadri che raffiguravano un grosso, bizzarro uovo traslucido che pulsava di luce azzurrina.

Loki si avvicinò: – Cos’è? – sibilò.

– Una pietra preziosa, credo. C’è una ricompensa enorme per chi la trova. – spiegò Zyr.

– Enorme quanto? – saltarono su D’Al e Yudd.

– Chi ha emesso l’annuncio? – interloquì contemporaneamente la donna.

– Un certo Tivan. Offre tre milioni per quel coso.

Un silenzio attonito cadde nella sala e i tre evasi s’illuminarono in viso, inebriati dal suono di quelle due parole magiche: tre milioni di unità equivalevano a un milione ciascuno, o settecentocinquantamila se il Palliduccio avesse reclamato la sua fetta, ed era comunque una somma fantasmagorica.

– Dove la troviamo, questa pietra? – incalzò Fouh, febbrile.

– Conosco un tipo a Eret che commercia illegalmente in reliquie strane. Sindu, si chiama. È da lui che sarei andato per iniziare la ricerca. – disse Danto con una scrollata di spalle.

Il Guercio storse il naso: – Eret la eviterei volentieri, visto che è lì che abbiamo compiuto la rapina.

– Avete pur sempre la mia frell di magia, dalla vostra. – osservò l’asgardiano.

– Hai ragione, amico. E questo Sindu, – chiese ancora lei all’ex complice, – dove lo possiamo incontrare?

– Al Kosh, il quartiere dei ricettatori e dei trafficanti. Nemmeno i Nova osano metterci piede spesso.

Fouh sogghignò soddisfatta e rinfoderò la pistola: – Magnifico. Per stavolta sei salvo, senzapalle, e se questa caccia darà buoni frutti magari torneremo a considerarti qualcosa di più di una merda traditrice. E guai a te se avverti i tuoi gorilla prima che usciamo dal palazzo, perché in tal caso farò dietrofront e ti pianterò un proiettile in testa davanti alla tua adorabile segretaria.

Il Kryloriano si irrigidì: – Sono troppo contento di non essere morto per gettare al cesso la cosa. Voi come farete a passare inosservati?

– Come abbiamo fatto finora. – glissò Loki; – Come saremmo altresì giunti fino a te?

Danto lo fissò con genuino stupore e innegabile perplessità: – Già. Vi serve altro, amici? – gracchiò.

La donna dai capelli di glicine finse di rifletterci su, si allungò con il busto sopra la scrivania e gli sorrise, languida e letale: – Il nostro quarto di bottino, senzapalle.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note

Scrivere l’ultima parte di questo capitolo ascoltando le canzoni presenti in True detective è stata una combinazione interessante.

Salve, intergalattici lettori! Mi scuso nuovamente per il ritardo, ma come ho sottolineato anche sul mio profilo novembre e dicembre sono per me mesi di fuoco, perché lavoro un sacco, la sera sono sempre fuori e quando sto a casa ho altro da fare – tra consorte, faccende, studio e doveroso relax.

Intanto il nostro asgardiano scoglionato e i suoi assurdi compagni di viaggio si sono imbattuti (non fisicamente) in qualcosa di misterioso... I Kryloriani, per la cronaca, sono i tizi dalla pelle fucsia che si vedono in Guardians: Carina, l’assistente del Collezionista, è una Kryloriana.

Grazie mille a chi segue e a chi legge, soprattutto a Ragdoll Cat, Hermione, la complice Frau Blücher e Sheep che recensiscono puntualmente: adorovi!

Non garantisco un aggiornamento entro Natale, però abbiate fede: l’ispirazione-berserk colpisce quando meno me l’aspetto ;)

Alla prossima!

  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > The Avengers / Vai alla pagina dell'autore: Blackmoody