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Autore: Kaliy    04/12/2014    2 recensioni
Non ho la forza di ribellarmi.
Non ho la forza di combattere.
Né di protestare, Né di dire di no.
Lui è l'incarnazione di tutto ciò da cui io ho sempre cercato di scappare.
Lui mi sta distruggendo piano piano, parola dopo parola,bacio dopo bacio.
Sono stanca e voglio che questa situazione finisca eppure non faccio nulla perché ciò accada.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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                                     Tutto è Finito




Un leggero profumo di dopobarba, la sua mano sulla coscia e una canzone di sottofondo.

Sono così i nostri viaggi in auto, tranquilli e silenziosi.

La calma prima della tempesta.

In questi momenti sto bene, in questi momenti non penso ,sono in pace con il mondo, sono in pace con me stessa.

Il veicolo si ferma lentamente, Axen scende elegantemente e da perfetto gentiluomo qual'è apre lo sportello porgendomi la mano e aiutandomi a scendere.

Siamo davanti ad un magnifico ristorante ricoperto di vetrate «Dai piccola entriamo » dice dandomi un veloce bacio e trascinandomi all'interno.

 

Il locale è molto lussuoso, ci sono lampadari di cristallo che scendono dal soffitto, i tavoli sono ricoperti da tovaglie di un candido bianco e i camerieri in uniforme si aggirano sicuri e sinuosi per il locale accogliente. Tutto è studiato per trasmettere sicurezza e tranquillità, per regalare un atmosfera rilassante accentuata dalla dolcissima melodia di un pianoforte. Uno scenario fiabesco, uno di quei luoghi in cui le bambine immaginano Cenerentola e il principe.

Uno di quei luoghi in cui si ha l'illusione che la vita è perfetta, che nulla può andare male, che nulla può ferirci.

È tutto perfetto, tutto tranne me. Mi sento sbagliata, inadatta a qualsiasi situazione, non riesco ad accettare ciò che mi accade. Osservo tutto con diffidenza, odio non avere il controllo, odio non avere una via di fuga ma quando sono con lui è così.

Mi sento vulnerabile, impotente, senza speranza di potermi opporre.

 

C'è qualcosa di diverso in lui, oggi è diverso. Ci accomodiamo al centro della sala, lui fa un cenno al cameriere che si avvicina,dopo aver scrutato distrattamente il menù ordina per entrambi e il ragazzo si defila velocemente.

Restiamo lì , uno difronte all'altra, in silenzio mi scruta come se mi vedesse per la prima volta, come se cercasse di capire cosa penso. Non ha ancora perso quest'abitudine, ogni volta che ci incontriamo mi sento sotto esame.

«May, cosa ti succede? C'è qualcosa che non va?» lo guardo interrogativa.

Davvero ha il coraggio di farmi una simile domanda?

È serio?

Come può non averlo ancora capto, glielo detto, dimostrato e ridetto che è lui, è lui il problema e, che se sparisse starei bene.

Ma con un semplice movimento del capo nego, oggi non riuscirei a contraddirlo.

Lui non sembra soddisfatto, pare stia cercando qualcosa nei miei occhi ma non troverà nulla.

Sono vuoti, spenti, indifferenti.

Distoglie lo sguardo,come se avesse timore di qualcosa. Si passa una mano tra i capelli setosi e guarda un punto fisso alle mie spalle.

È combattuto, indeciso.

Non l'ho mai visto così,non è il solito Axen.

Non so cosa lo tormenti e sinceramente non m'interessa, non voglio pensare anche ai suoi problemi, non ho la forza di affrontare anche quelli.

Il cameriere torna con due piatti di carne. Lui inizia a mangiare ma io non ci riesco, bevo un paio di bicchieri d'acqua e guardo il mio piatto. Una nausea improvvisa mi assale, mi alzo dirigendomi in bagno.

Non vomito, non ci riesco. Rimango lì seduta con quella orribile sensazione ,priva di qualsiasi pensiero razionale. Orfeo sembra ammaliarmi con una dolce melodia proveniente dalle ingannevoli labbra di una sirena, quei attimi sembrano eterni e le mie palpebre si chiudono per assaporare meglio quel canto celestiale.

Delle calde e possenti braccia mi sollevano, mi sembra di volare.

Vorrei volare, librarmi tra le bianche nuvole, in un cielo limpido priva di qualsiasi preoccupazione. Ma quelle braccia che mi stringono possessivamente mi costringono a rimanere lì, vincolata alla realtà, a quel mondo così diverso dal mio. Chiudo gli occhi, sognando un mondo perfetto, fatto da persone perfette. Mi piacerebbe tornare bambina per poter continuare a credere nelle fiabe, in quelle storie a lieto fine dove tutti vivono in armonia.

 

 

Piccoli e delicati baci accarezzano la mia fronte.

Braccia rassicuranti mi tengono stretta ad un corpo possente.

Cerco di aprire gli occhi, ma la luce mi scalfisce e istintivamente mi rannicchio nascondendo il volto.

«Finalmente ti sei svegliata» sospira«piccola, mi hai fatto preoccupare» sussurra al mio orecchio.

Pian piano mi abituo alla luce e punto i miei occhi nei suoi.

Non sono brava a capire le persone e non so leggere le espressioni ma per la prima volta da quando lo conosco penso che sia sincero, forse si è preoccupato davvero.

Neanche il tempo di formulare quel pensiero ed ecco che comincia ad sbottonarmi la camicetta.

Sì, si è preoccupato di perdere il suo giocattolo. Sorrido tristemente.

«Piccola, cosa ti è successo? » chiede calmo gettando a terra l'indumento.

Volto la testa dalla parte opposta e chiudo nuovamente gli occhi.

« Sei dimagrita tantissimo» constata sfiorandomi l'addome «Quando hai mangiato l'ultima volta».

Silenzio.

Non ho intenzione di rispondere. Anche perché non saprei cosa dire, non ricordo l'ultima volta che ho messo qualcosa in bocca. Prende il mio volto e lentamente mi costringe a girarmi nella sua direzione« Guardami» ordina. Ma i miei occhi rimangono serrati come se così potessi sfuggirli.

«May, apri gli occhi e guardami » dice alzando il tono di voce e io lo faccio.«Ora rispondi» insiste « quand'è l'ultima volta che hai mangiato?» resto per un attimo interdetta e poi scrollo le spalle. Lui mi guarda « perché ?» attende secondi interminabili « Perché non mangi?»scrollo nuovamente le spalle.

Mi afferra per le braccia scuotendomi «May parla. Non mi piace questo gioco. Rispondi , voglio capire perché non mangi. Perché cazzo non mangi? »urla. «Non ci riesco»sussurro intimorita, alche mi riappoggia sul letto ed esce dalla stanza dicendo «Ora mangerai».

Pochi attimi dopo entra con un cesto di frutta, prende un mandarino privandolo della buccia e si avvicina a me. La nausea mi assale nuovamente e quando Axen mi porge il frutto giro la testa schifata.«May mangia»intima porgendomi uno spicchio« Non c'è la faccio mi viene da vomitare»cerco di protestare ma nulla, lui è impassibile così apro la bocca e mangio.

Appena ho finito Axen mi bacia, mi accarezza la schiena e pian piano mi toglie il reggiseno, «Ti voglio» sussurra tra un bacio e l'altro.

Quelle parole mi fanno tornare in me «No, fermo. Non voglio» protesto con voce flebile, lui come al solito non mi ascolta e scende baciandomi tutto il collo,per poi soffermarsi sui seni e percorrere tutto l'addome. Posa alcuni baci sul bordo degli slip e poi me li sfila risalendo per riappropriarsi della mia bocca. Mi sento totalmente indifesa e vulnerabile perciò cerco di coprirmi ma lui prontamente me lo impedisce bloccandomi le mani sopra la testa«May ti voglio, oggi sarai mia» sussurra con voce roca .

E così fa. Per tutto il tempo mi bacia dolcemente,mi accarezza ma il mio cervello è spento e non registra sensazioni.

Mi ritrovo stretta tra le sue braccia, cerco di alzarmi ma inutilmente perché mi stringe più forte.

«Lasciami andare»

«No, tu resti qui » dice sorridendo.

«Axen , sono stanca. Lasciami andare.»

«May, lo sai che non mi piace ripetere le cose. Tu resti qui. Punto »

Non posso più sopportarlo«Basta. Non c'è la faccio più. In queste settimane mi hai reso la vita un inferno. Non mi ascolti, non mi consideri. Fai tutto ciò che vuoi di me come...come se io fossi un oggetto. Sono stanca del tuo modo di fare, tu non sei superiore a nessuno. Pensi di poter fare tutto solo perché hai i soldi. Usi le persone solo per divertirti , senza considerarle degne di essere ascoltate»gli urlo.«May stai esagerando» mi avverte serio«non m'importa nulla, voglio solo che questo inferno finisca. Voglio sentirmi di nuovo libera, padrona di me. Ti sei già preso tutto di me cos'altro vuoi?» in un secondo mi ritrovo stretta tra le sue braccia, la mia schiena contro il suo torace «Ti ho detto che rimani qui. Ora dormi prima che mi incazzi sul serio »ringhia al mio orecchio intensificando la stretta. Ero stanca e stremata, non avevo più forze per contrastarlo o per replicare,mi abbandonai tra le sue braccia addormentandomi poco dopo.

 

 

 

Sentendo freddo, ad occhi chiusi cerco le coperte, mi giro e rigiro ma non le trovo. Apro gli occhi e scopro che erano finite sul pavimento. Cerco con lo sguardo Axen ma lui non c'è.

La camera è totalmente vuota,su un tavolino lì vicino ci sono degli abiti nuovi. Mi alzo e cerco un bagno e lo trovo quasi immediatamente. Faccio una doccia veloce prendo uno degli acapatoi che trovo lì e corro in camera a vestirmi, quando improvisamente la porta si apre lasciando entrare una signora in uniforme « Questa è la sua colazione. Averta la recepsion quando se ne va, dobbiamo ripulire la camera»dice con tono sgarbato e allo stesso tempo schifato per poi uscire dalla camera. Solo ora mi accorgo di essere in un albergo. mi ha preso per una poco di buono,crede che io sia venuta qui di mia sopntanea volontà. Non sa niente eppure mi giudica. Le lacrime scendono copiose, la consapevolezza che mi abbia usata pesa ancora di più delle considerazioni di quella donna. Non riesco a credere che mi abbia trattato come una troia. Non riesco a credere che se ne sia andato senza dirmi nulla. Ma cosa mi aspettavo? Infondo lo sapevo che per lui non ero nessuno e che non mi ha mai considerata degna di essere ascotata.

Fa male sentirsi un oggetto di così poco valore.

Mi vesto fretolosemente senza neanche badare a ciò che metto, percorro le scale rischiando di rompermi l'osso del collo ed esco con la vista annebiata dalle lacrime.

Ero il suo giocattolo.

Mi ha usato.

Si è divertito.

Si è stancato e se ne è andato.

Nulla di più nulla di meno.

Sono distrutta, non so dove andare.

Comincio a camminare, da qualche parte arriverò.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

May,

 

ti scrivo perché so che a voce non riuscirei a dirti tutto ciò, non riuscirei a vedere i tuoi occhi pieni d'odio, ne morirei.

 

So di essere degno del tuo disprezzo.

 

So di essere stato un egoista.

 

So anche che questa lettera non potrà cancellare nulla di ciò che ti ho fatto, ma voglio almeno spiegarti il perché.

 

 

È iniziato tutto come un gioco ma più ti stavo vicino e più ti desideravo.

 

Volevo il tuo corpo.

 

Volevo che tu ti fidassi di me.

 

Volevo che tu mi capissi.

 

Volevo che tu mi amassi.

 

Mi sono illuso di poterti avere tutta per me.

 

 

Ti ho rubato tutte le tue prime volte sperando così di diventare qualcuno di importante nella tua vita ma non ci sono riuscito.

 

 

I tuoi occhi sono cambiati, sono sempre più vuoti, il tuo sorriso è completamente sparito, la tua costante apatia, il rifiuto del cibo, ma soprattutto il tuo silenzio mi hanno fatto capire la più dura delle verità.

 

Io sono il tuo veleno e anche se tu sei la mia linfa vitale preferisco morire pur di non farti più del male.

 

Forse non sono riuscito a dimostrartelo ma finalmente, grazie a te,ho capito cosa significa amare un'altra persona.

 

Piccola mia, anche se me ne vado io non ti lascerò mai sola , veglierò su di te da lontano per non farti ancora del male. Ricorda che per te ci sarò sempre basterà che tu mi chiami ed io mi precipiterò da te.

 

 

Amore mio ti auguro di vivere una vita costellata di successi, felice ,piena d'amore, piena di quel amore che io non riesco a trasmetterti.

 

Ti chiedo solamente una cosa: se puoi perdonami, perdonami per tutto il male che ti ho fatto .

 

 

Axen.

 

 

 

 

 

 

Un piccolo foglietto posato sul cuscino, caduto sul pavimento di quella stanza d'hotel.

 

Quel piccolo foglietto che racchiude il cuore di un uomo, che racchiude la verità è stato gettato via.

 

Quel foglietto non verrà mai letto.

 

   
 
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