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Autore: LucyImhome    04/12/2014    4 recensioni
Avviso per chi avesse appena iniziato a guardare la serie:
ci potrebbero essere spoiler sia sulla terza, sia, in futuro, sulle stagioni successive.
Dal primo capitolo:
"Un passo, un altro e un altro ancora.
E Sam Winchester comparve sulla soglia. Giacca beige, semi aperta sopra ad una camicia a quadri giallognola e jeans.
Si fermò. I capelli spostati all'indietro e divisi circa a metà da un’improbabile riga in mezzo, ricadevano in due ciuffi ai lati della fronte alta e spaziosa, solcata da due profonde rughe d’espressione.
Un’espressione dura. Forte. Inarrestabile. L’espressione di chi ha smesso di giocare, perché non ha più niente da perdere. Perché ormai ha già perso tutto."
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bobby, Dean Winchester, Sam Winchester, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Terza stagione
Capitoli:
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Capitolo 4-

Titolo: Something Else

Fandom: Supernatural

Rating: giallo

Genere: angst, introspettivo.

Pairing: (a leggere bene e con tanta fantasia) potrebbe contenere tracce di Wincest e frutta a guscio

Personaggi: Sam Winchester, Dean Winchester, Bobby Singer, Ruby.

Contesto: 3x16

Note: in questo momento non mi viene in mente niente di significativo da mettere come note, quindi niente. Spero che il capitolo vi piaccia, per quanto riconosco sia un po’ sconnesso. Il resto nelle Nda ;)

 

Ok… Hey Dean, ascolta…

Sam gli si era avvicinato, l’aveva guardato, il volto a un palmo da quello del fratello, che però evitava il suo sguardo.

Lo so che il tempo stringe, gli aveva detto, ma vedrai che ci riusciremo.

Tu non finirai all’inferno.

Te lo giuro.

Io non lo permetterò.

Sam ci aveva provato. Dio, se ci aveva provato! Aveva fatto centinaia di ricerche, spremuto demoni fino all’osso per trovare una soluzione… per riuscire a salvare suo fratello.

Ma quando si erano trovati da Bobby, con il vecchio cacciatore quasi più deciso di lui a stanare quel fottuto demone, Lilith sembrava si chiamasse, che stando agli ultimi fatti deteneva il patto di suo fratello, Sam non era riuscito a percepire in Dean la loro stessa determinazione. Non percepiva la stessa urgenza sua e di Bobby di trovare il demone, intrappolarlo, costringerlo a sciogliere il patto e rispedirlo a calci all’inferno. Sembrava quasi che a Dean non importasse l’incombenza che quel patto faceva gravare sul suo collo, come una spada di Damocle, sembrava che non gli importasse essere salvato, vivere o morire.

***

“New Armony, Indiana.” Grugnì Bobby: “È lì che si trova.”

Al centro bizzarra impalcatura era fissato un pendolo da medium assurdamente inclinato di una manciata di gradi, a indicare una piccola cittadina sulla carta geografica.

Sam annuì, risoluto: “Bene. Andiamo.”

“Hey hey, aspettate…” la voce di suo fratello era  ferma e affatto convinta della decisione presa dagli altri due cacciatori: “… cerchiamo di ragionare un attimo.”

Sam fu sorpreso: perché tentennava? Avevano una ragione –un’ottima ragione, peraltro-, un nome e delle coordinate… avevano una pista. Che era molto più di quanto potessero sperare di avere in mano in quel momento.

“Qual è il problema?”

Qual è il problema?” Dean scandì le parole, con una nota d’incredulità nella voce: “Adesso te lo dico io. Primo, non siamo sicuri che sia Lilith a controllare il mio patto, visto che ce l’ha detto Bela.” Sputò quel nome quasi con disgusto: “Io non mi fido di quella stronza, è soltanto una bugiarda.” Dopotutto Bela aveva mentito loro sulla Colt, cosa rendeva Sam tanto sicuro che non avesse fatto lo stesso con la storia di Lilith?, pensava Dean: “Secondo…” proseguì: “ammesso che troviamo Lilith, non riusciremo a farla fuori e per finire…” terminò di esporre rivolto a Sam: “…non è lei che vorrebbe vederti con le budella stese al sole?”

Sam restò in silenzio per un attimo, interdetto dalle parole del fratello. Dean aveva fatto di tutto per salvarlo. Quando Sam era morto, Dean aveva stretto un patto con un demone per riportarlo indietro. Aveva venduto la sua anima per la sua vita. Perché non gli permetteva di fare lo stesso? Perché non voleva nemmeno lasciare che provasse a salvarlo?

Credeva che non l’avrebbe fatto comunque?

 “Ah, tu sì che sai come tirarci su il morale.” commentò Bobby, la voce roca macchiata da una cupa ironia.

“È un dono di natura!” replicò il maggiore dei Winchester.

“E allora cosa dovremmo fare, secondo te?” intervenne Sam, interrompendo sul nascere quella stupida guerriglia di sarcasmo e toni canzonatori.

“Sono io che devo morire, non voi! Trovare un sistema migliore o non ci muoviamo.” Dean era categorico e niente lo avrebbe smosso da quella presa di posizione.

E Sam lo sapeva.

“Perfetto.” Asserì: “ Io ho un’altra soluzione.”

I toni caldi, categorici e a tratti marcati da una violenta ironia, tipici delle discussioni familiari, trovarono un muro invalicabile contro lo scetticismo di Dean.

“Davvero?”

“…che ci dirà con certezza se si tratta di Lilith…” Affermò con un tono che non ammetteva repliche: “…e poi ci aiuterà anche a trovare un modo per ucciderla.”

Dean capì all’istante cosa il fratello avesse in mente. E all’istante trovò di che obiettare.

Levatelo dalla testa, Sam!” suo fratello alzò la voce, irritato.

“Non c’è molto tempo per discutere.” Tentò Sam, la voce dura tradiva una certa timidezza di fronte all’autoritarietà e determinazione di Dean: “Adesso evocherò Ruby.” Affermò, come se ci fosse bisogno di specificarlo.

Voleva suonare come una sorta di minaccia, o almeno come una salda decisione, ma nonostante la sua stazza, Sam scompariva di fronte alla fermezza del fratello.

“Abbiamo già abbastanza problemi anche senza di lei!”

“Esatto.” confermò Sam: “E non abbiamo né il tempo e nemmeno un'altra scelta.”

“Ci ha sempre raccontato un mare di bugie, quella, e tu lo sai!” Dean non faceva che creare nuovi problemi, senza arrivare a nessuna conclusione, cercando solo di smentire Sam. Alzò la voce: “Ti ha detto che poteva salvarmi! O sbaglio? Diceva di sapere tutto su Lilith, ma si è dimenticata di dirci che è lei che ha il mio patto!”

Sam ascoltò il fratello urlare la verità con voce rauca e furibonda e, per un istante, il dubbio che lo tormentava fu più grande della sua sicurezza. Non sapeva che fare, era vero. Ma avevano uno sbiadito barlume di speranza, non potevano lasciare che si spegnesse. Avevano un nome e una pista. E avevano bisogno di aiuto. Avevano bisogno di qualcuno che li aiutasse a seguire quella pista e, una volta raggiunta la destinazione…  uccidere quella figlia di puttana. Ruby era l’unica soluzione.

E loro avevano disperatamente bisogno di una soluzione.

“E va bene è una bugiarda.” Concesse: “Ma ha ancora quel coltello.” Tentò di nuovo Sam: la lama ammazza-demoni poteva rappresentare una soluzione… se non di Ruby, almeno del coltello avevano bisogno.

“Per quel che sappiamo lavora per Lilith.” Dean non domandava. Continuava ad opporsi, ad obiettare, a contrastare in ogni modo le possibilità che Sam proponeva.

“Allora dammi tu una soluzione!” esclamò disperato Sam: “Che altro ci resta?”

“Sam ha ragione…” Bobby finalmente intervenne, la voce rude e gutturale aveva una nuova impronta, più stanca e scoraggiata, mentre cercava di porre fine a quella discussione.

“NO!” sbottò Dean: “Maledizione.”

E poi, nessuno sentì più ragioni.

I toni si scaldarono ancora di più, le voci si fecero più roche e più alte. Nessuno urlò.

Bobby discusse con Dean.

Dean discusse con Sam.

Vi dico di no!” si impose di nuovo il maggiore dei Winchester: “Non possiamo ripetere sempre lo stesso errore!”

Gli occhi di Bobby si ridussero a due fessure sottili, come se attraverso le palpebre socchiuse e le ciglia chiare, il vecchio cacciatore potesse, con asettica scientificità, scrutare nel profondo di Dean.

Se volete salvarmi, trovate qualcos’altro.”

Suonò come una minaccia, come una sorta di ultimatum.

Dean andò a sedersi dietro a un vecchio tavolo di legno, sommerso da libri, più o meno grossi e più o meno antichi.

Sam lo seguì con lo sguardo.

E Sam capì.

“Se volete salvarmi…”

Dean non voleva alcun aiuto.

Quella consapevolezza lo colpì come se gli avessero sparato.

“Se volete salvarmi…” Uno sparo. Dean non voleva essere salvato. Un colpo al cuore, dritto al centro del petto.

Suo fratello era stanco. Stanco di cacciare, di lottare, fare l’eroe. Stanco di sopravvivere e stanco di rischiare la vita senza ricevere mia niente in cambio.

Dean voleva riposare. Non voleva essere salvato.

Dean voleva morire.

Sam rimase immobile, sentì le orecchie tapparsi, le gambe molli, le mani formicolanti e la testa vuota e leggera.

La stanza oscillò, si piegò, si contorse.

Dean sedeva al tavolo, lo sguardo contrito, la camicia di jeans e il petto ampio che si alzava e si abbassava ad ogni respiro. Sam poteva quasi sentire quei polmoni dilatarsi e comprimersi, poteva quasi sentire quel cuore battere.

Se volete salvarmi…

-è una perdita di tempo.

-lasciatemi morire in pace

Se volete salvarmi

La stanza continuava ad accartocciarglisi addosso, l’impalcatura del pendolo era ancora fissata al tavolo sopra alla cartina, Dean continuava a sedere dietro alla grossa scrivania, gli occhi terribilmente verdi che non lo guardavano, i polmoni, come un mantice da fabbro, si dilatavano ritmicamente al suono lento e regolare del respiro stanco, il cuore che pulsava lento ma ossessivo, martellando e producendo un eco assordante nella sua testa vuota.

Qualcosa si mosse alle sue spalle, Bobby aveva afferrato la giacca.

“Dove vai, Bobby?” si sentì dire, senza nemmeno voltarsi, la sua stessa voce gli arrivò attutita ed estranea.

“Vado…” il vecchio cacciatore infilò il piumino senza maniche marrone: “…a trovare qualcos’altro.”

 

Nda

Aka… l’angolo dello sclero e della richiesta di misericordia.

*Si scava una fossa per non uscirne mai più*

No, non sono morta.

Sì, sono una persona orribile.

Non solo sono sparita per settimane, ma ho pubblicato un capitolo tutto sommato mediocre, non completo (la conclusione della vicenda sarà probabilmente nel capitolo 5)  e, come se non bastasse, come mi ha fatto amorevolmente notare la mia Beta… prometto wincest e non compare, prometto fluff e scrivo angst.

Non vi biasimo se mi odiate >.<

Chiedo umilmente perdono *piange* ma sono state delle settimane  veramente, veramente allucinanti, non sono riuscita a scrivere una riga per giorni e questo capitolo in particolare mi ha creato non pochi problemi (tant’è vero che fa schifo *si ritira nella sopracitata fossa e si vergogna*)

Per farmi perdonare, posso dire che ho in mente un paio di one-shot davvero carine (almeno,  l’idea è carina) e nient’affatto angst (tanto ce lo metterò comunque in qualche modo *muahaha*) e appena avrò un po’ più di tempo le scriverò!

Contando sulla vostra misericordia, grazie a tutti quelli che seguono/leggono/recensiscono/sopportano ancora la storia e, come sempre alla mia beta, che fa il lavoro sporco <3 In questo capitolo poi, non ne parliamo…

Baci e cioccolatini a tutti. <3

Hope you enjoyed,

-Lu<3

   
 
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