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Autore: Kveykva    04/12/2014    1 recensioni

A quel punto scattai indietro.
Ma cosa stavo facendo?
Cosa diavolo stavo per fare?
Scesi dal divano, presi la mia borsa e mi diressi verso la porta.
-Em. Em!- mi chiamó Dave.
Aprii la porta ma lui mi prese per un braccio e mi costrinse a girarmi.
-Cosa stai facendo?-
-Me ne sto andando.- gli risposi.
-E perchč te ne stai andando, maledizione!?- mi chiese lui sconvolto.
Non avevo una vera risposta da dargli. Sapevo solo che quello che era quasi successo non sarebbe dovuto succedere mai pił.
Lui mi fissó, e mi sorpresi ancora una volta di quanto fosse bello, anche da arrabbiato com'era.
Era dannatamente bello.
-Non sei tu, Dave, ma...-
-Vuoi sapere una cosa, Emma Bennet? - mi interruppe. -Sei una maledetta stronza.-
Aprii la bocca e rimasi cosģ, scioccata.
L'aveva detto davvero?
-Tu hai bisogno di me.- mi disse.
Riuscii solo a fissarlo.
-Sai che č vero.-
Non seppi dire nulla, mi limitai a stringere i pugni tanto che si sbiancarono le nocche.
Se c'era una cosa che mi mandava in bestia era dare ragione a Dave.
E purtroppo, anche se non ero ancora completamente consapevole, aveva ragione.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
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Fissavo il soffitto della stanza con gli occhi spalancati e vigili, dopo i due caffč macchiati che ci eravamo fatte portare in camera io e 
Andrea.
-Rosso o blu?- chiese la mia migliore amica.
-Mmm..- risposi io, mugugnando.
Alzai la testa e vidi che Andrea aveva in mano due abiti che si faceva aderire al corpo davanti allo specchio per vedere quale le stava meglio.
Ricaddi sul letto con un tonfo: qualunque cosa si fosse messa sarebbe stata uno schianto.
-Hai ragione, rosso.- sentenzió, anche se non avevo detto nulla.
E poi ero io quella strana. 
Presi un respiro e mi misi diritta sul letto, stropicciandomi gli occhi.
-Mi infilo un paio di jeans intanto.- annunciai alzandomi per raggiungere il bagno ma..
-Non ci provare!!- strilló Andrea, girandosi verso di me e facendomi ricadere sul letto per la seconda volta.
-A fare cosa?- chiesi non sapendo se essere confusa o ridacchiare.
-Stasera ti vesto io. E non protestare.- alzó una mano quando stavo per replicare e si giró nuovamente verso lo specchio.
-Ti renderó cosģ bella che Dave non ti toglierą gli occhi di dosso per nemmeno un istante.- 
Strabuzzai gli occhi pronta a replicare ma qualcosa mi fermó.
Non seppi esattamente cosa ma forse, per una volta, Andrea poteva non avere tutti i torti.
Una sola sera, eravamo a Londra, stavamo per uscire tutti assieme..
-Va bene.- risposi.
Questa volta fu Andrea che quasi si infiló lo scovolino del mascara in un occhio.
-Coooosa? Non ti stai lamentando, ne' mi stai dicendo che sono pazza o fissata? Cara mia, Londra ha un'influenza decisamente positiva su di te.- concluse con un sorrisetto di chi la sa lunga.
-Fa' svelta prima che cambi idea.- ridacchiai.
Lei sbuffó, chiaramente infastidita mentre apriva la mia valigia e tirava fuori qualsiasi cosa contenesse.
-Dio, ma cos'hai qui dentro? Hai pił maglioni di mia nonna!-
-Ehi!- protestai ma ormai aveva preso il via.
-E cosa sono questi? Pantaloni? E quello da che parte si guarda?- 
Feci un lamento, e mi pentii di essermi offerta per quella tortura. 
Mai, e ripeto mai, chiedere aiuto ad Andrea Johnson in fatto di vestiti. Potrebbe decidere di buttarti l'intero guardaroba da qualche parte.
-Cambio di programma. Ti tocca.- sospiró e si diresse verso il suo armadio nella stanza, dove aveva gią inserito tutti i suoi vestiti.
"Oh no..no no no." pensai.
Per trenta, terrificanti secondi l'unico rumore fu quello delle grucce e degli appendiabiti spostati, che emettevano una specie di sibilo.
Al trentesimo mi fece voglia di prendere a pugni una delle pareti.
Alla fine, Andrea emise un gridolino e si giró saltellando.
Le vidi in mano un abito cosģ cosģ corto da farmi venire voglia di sotterrarmi.
Era di un colore stupefacente, verso l'acquamarina: aveva uno scollo non troppo profondo, probabilmente per compensare la sua lunghezza, e dai fianchi si allargava leggermente facendo delle piccole onde.
Battč le mani, e mi guardó con un sorrisino.
-Cominciamo!- 
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Dopo quella che mi parve un'eternitą, qualcuno bussó alla porta, mentre io me ne stavo ferma immobile lasciando che quella pazza furiosa di Andrea mi truccasse.
-Chi č?- domandó lei, senza muoversi e senza staccare gli occhi da me.
Fuori dalla porta, si sentivano delle voci fra le quali quella di Mike, e Robin.
-Siamo noi.- ci arrivó la voce dolce e morbida di Lindsday.
-Siete pronte?- chiese Robin.
Stavo per replicare di sģ, ma Andrea esclamó:
-Assolutamente no!- e io alzai gli occhi al cielo.
-Come no?!- fece Mike.
Andrea sbuffó e mi lasció andare, dirigendosi verso la porta e socchiudendola, in modo che si vedesse solo la sua faccia.
Probabilmente ero ancora troppo struccata per essere vista da altre persone.
-Quanto vi manca?- chiese impaziente Mike.
-Moolto tempo.- replicó Andrea.
-Gesł, siete lģ dentro da tre ore!- esclamó.
-Non si mette fretta all'arte.- 
-Comunque arriviamo fra pochissimo. Lind, entra con noi!- la invitó Andrea.
Poi sentii che parlottava ancora un po' con Robin e Mike e alla fine ritornó, e con lei c'era Lindsday.
Appena mi vide sorrise.
-Sei bellissima, Em.- disse sinceramente.
Le sorrisi e mi alzai per abbracciarla ma Andrea mi fissó con due occhi che lanciavano lampi.
-Non.ti.muovere.da.lģ.- sillabó.
Ritornai seduta come un cane.
Alla fine, mi opposi al fondotinta e a tutto ció che Andrea voleva mettermi in faccia, e mi arresi solamente al mascara, all'eye-liner e a poco lucidalabbra.
Mi alzai, instabile sui tacchi, e guardai le mie due amiche.
-Fai una piroetta!- rise Lindsday.
-Non ci penso nemmeno, come minimo cadrei in un attimo!- 
Prendemmo su dei giubbini e li cacciamo alla bell'e  meglio nelle borse.
Dopo essere scese con l'ascensore, girammo a sinistra lungo il corridoio, e ci trovammo nell'atrio. Erano gią tutti lģ. E c'era anche Dave.
Appena i suoi occhi si posarono su di me, sbarró gli occhi e io arrossii: ecco, ero riuscita a far la figura della scema. 
Lindsday e Andrea corsero dai rispettivi fidanzati, lasciandomi lģ in piedi da sola.
Dave si incamminó verso di me.
Oddio.
Quando mi arrivó davanti si chinó sul mio viso, spostandomi una ciocca di capelli e sussurró al mio orecchio:
-Non penso di aver mai visto qualcuno di pił bello e sexy di te, stasera.- 
Le mie guance andarono in fiamme.
Lo fissai e mi ritrovai a pensare al bacio rubato in corridoio, qualche giorno prima.
-Non č vero..- mormorai.
Lui si rigiró il cappellino in testa, spostando la visiera dietra la testa: avevo proprio un debole per i ragazzi con i capellini.
-Te lo giuro.- disse piano.
-Anche tu non sei male.- scrollai le spalle. Dire che 'non era male' era un eufemismo. Era la cosa pił bella in quella stanza. In quella cittą. In tutta l'America! 
-Sģ, come no.- sorrise.
-Vieni.- fece un cenno col capo, e quando ci passai in parte, mi prese e mi mise un braccio attorno alle spalle mentre teneva l'altra mano in tasca.
Non riuscii a non sorridere e a non rabbrividire. La punta delle sue dita mi sfiorava la pelle, involontariamente.
Quando Andrea si giró e ci vide cosģ le spunto un sorriso che le andava da un orecchio all'altro.
Alzai gli occhi al cielo, ma dentro di me stavo  esultando come una bambina davanti al suo regalo di Natale nonostante sapessi che dovevo vivere alla giornata. Anzi, all'ora conoscendo Dave.
Mike mi stava fissando da troppo tempo: mi faceva scorrere febbrilmente il suo sguardo dalla testa ai piedi e sentii Dave irrigidirsi al mio fianco.
-Se ti guarda un'altra volta le gambe giuro che lo prendo a cazzotti.- irridigģ la mascella Dave.
Gli diedi una gomitata nelle costole.
-Piantala.- 
-Appena lo fa anche lui.- replicó ancora teso.
Dio, era possessivo in un modo assurdo. 
Eppure cos'ero io per lui? Nulla. Semplicemente era geloso verso le cose che gli interessavano momentaneamente.
Non verso le sue cose. Perchč io non ero sua. Ma non ero intenzionata a rimuginare su quei pensieri per quella serata, quando finalmente Dave era cosģ..COSĢ.
Piano piano, mi accorsi che anche gli altri ragazzi del college che erano partiti con noi erano arrivati nella sala.
Mi sentivo gli occhi di cento persone addosso.
-Ehi ragazzi,non siete un po' troppo...- cominció Mike, ma Robin troncó il suo commento sul nascere.
-Perchč non vai a prendere qualcosa da bere, Mike?- 
Ringraziai Robin nella mia testa: aveva appena evitato che la faccia di Mike non assomigliasse pił nemmeno lontanamente ad una faccia.
Lui sembró quasi che fosse sul punto di rifiutare, ma poi annuģ lentamente e si diresse verso il bar.
Solo in quel momento rilassai le spalle: non mi ero nemmeno accorta di essere cosģ in tensione. 
-Dio, se mi dą i nervi quel ragazzo.- disse stringendo i denti.
-Anche tu mi dai sui nervi ma non ti prendo a pugni ogni volta.- replicai e lui sogghignó.
-Anzi, qualche volta mi viene davvero voglia.- aggiunsi.
Lui mi fissó.
-Davvero? E di cos'altro ti viene voglia?- 
Sbarrai gli occhi e rimasi completamente immobile. 
In quel momento arrivó Andrea con un drink in mano, accompagnata da Chase.
-Allora, cosa ci fate ancora qui? Sono tutti di la'.- esclamó.
I miei occhi non avevano lasciato Dave nemmeno un momento, e nemmeno i suoi. 
Presi un respiro profondo.
-Arriviamo.- e mi girai, camminando dietro di loro.
Sentii che Dave mi seguiva.
-Finalmente! Pensavamo ti fossi persa.- esclamó Mike, mettendomi un braccio sulle spalle appena arrivai.
Mi immobilizzai: non era come era successo con Dave.
Prima rabbrividivo ogni singola volta che mi sfiorava o toccava inavvertitamente: ora riuscivo solamente a pensare ad andarmene da quelle braccia che non si adattavano a me.
Lo sguardo di fuoco che Dave lanció a Mike mi fece voglia di rintanarmi sotto qualsiasi tavolo, ma lui non se ne accorse e continuó a tenermi stretta. 
Mi divincolai: lui mi guardó stranito e poi fece un'espressione da perfetto deficiente.
-Eeehi, perchč te ne sei andata? Non ti piace la mia nuova 'acqua di colonia'?- 
-Sei un idiota, Mike.- alzai gli occhi al cielo.
-Mm..mi piaci cosģ aggressiva.-
Quasi non credevo alle mie orecchie.
"Adesso lo ammazza" pensai guardando Dave, ma prima che potesse fare alcunchč la voce di Jay mi raggiunse, quasi da lontano.
-Perchč non la lasci un po' in pace, eh Mike? - chiese.
Lui scrolló le spalle e io mi girai a guardare Dave.
"Perfavore" sillabai. 
Lui era ancora rigido ma rilassó leggermente le spalle.
Sapevo che quella situazione non avrebbe retto a lungo: Mike stava gią dando troppi problemi e non eravamo nemmeno a metą serata.
Fino a quel momento c'erano sempre stati Jay, oppure Robin che avevano fermato per un pelo una rissa.
Ma sarebbe arrivato il momento in cui non ci sarebbe stato nessuno a parare quel culo fortunato di Mike, e per allora prevedevo parecchi guai.
Accettai di buon grado il drink che mi stava offrendo Jay, sperando che ci fosse qualcosa di forte dentro.
Buttai gił un sorso degno di un ubriacone in crisi di astinenza.
-Peró..- disse Dave, con un espressione colpita.
-Non pensavo ti avrei mai potuto veder bere cosģ.- sogghignó.
-Cosģ come?- chiesi alzando un sopracciglio, e portandomi il bicchiere alle labbra.
-Sembra quasi che tu non tocchi alcol da anni.- replicņ.
-Hai ragione...be', se non l'alcol, qualcosa devo aver pur toccato in questi anni.- dissi.
Oh signore del Cielo. Erano veramente uscite quelle parole dalla mia bocca? 
Forse in quel drink c'era davvero tanto alcol quanto avevo sperato.
La sua espressione stupita, e con gli occhi che quasi gli cadevano dalle orbite, mi fece esultare.
'Ora siamo pari, tesoro' pensai.
Non gli diedi nemmeno il tempo di rispondere perchč, sempre tenendomi il drink in mano lo sorpassai.
-Andrea! Andiamo a ballare!- urlai in direzione della mia migliore amica.
Quella sera avevo proprio intenzione di divertirmi e se la mia intenzione era quella di far impazzire Dave, ci sarei riuscita. 
Dall'altra parte del cervello, i miei neuroni mi stavamo gridando che ero una pazza furiosa ma in quanto ad auto convincimento non mi poteva battere nessuno.
Misi a tacere quelle vocine.
Andrea colse la palla al ballo.
-Siiii!- squittģ.
Avvisammo tutti e ci dirigemmo verso l'unico locale che ci era stato consigliato anche perchč era esattamente davanti al nostro hotel.
-Ma cosa stai facendo?- mi chiese Andrea, prendendomi per un braccio, quando stavamo per entrare nel locale e gli altri erano rimasti indietro. 
-Cosa?- ripetei io.
Fece un'espressione spazientita.
-Avanti! L'hai visto come ti guarda Dave? Sembra che si stia trattenendo dal saltarti addosso il prima possibile!-
Avrei voluto crederci ma sapevo bene che Andrea rendeva a esagerare le cose solo un pochino, giusto poco poco.
-Ma ti prego!-
-Ma ti prego lo dico io! Numero uno stai sorridendo quindi non veniamoci a raccontare balle. Secondo, Gesł, ti fissa da quando sei scesa! E forse non te ne sei accorta ma ti tiene sempre d'occhio. E di sicuro tiene d'occhio Mike. Penso si stia trattenendo, perchč l'avrebbe voluto uccidere gią una decina di volte.-
-Č tutta nella tua testa. E comunque non č quello che volevi tu? Prima hai detto che 'mi avresti resa cosģ bella da..'-
-Sģ sģ, lo so e sono veramente orgogliosa. Di me, sia chiaro. I miei piani funzionano sempre a meraviglia.-
Scoppiamo a ridere.
-Sei completamente pazza.- ridacchiai.
-Cosa ci fate ancora qui, al freddo? Dai, entrate!- esclamó la voce di Jay, e in quel momento capii che io e Andrea non eravamo pił sole.
-Ne parliamo dopo.- mi sussurró Andrea, ed entrammo nel locale.
Era piuttosto grande, aveva le vetrate scure, la sala piena di gente e un grande bar con una lastra di marmo sulla quale venivano serviti i cocktail.
La musica era altissima: io e Andrea ci guardammo incredule quando partģ la canzone che ballavamo sempre assieme a casa in Georgia, le volte in cui ci trovavamo da sole a casa.
'A little party never killed nobody..." cominció il ritornello, e a quel punto ci buttammo in pista dimenticando che c'erano anche gli altri.
Andrea agguantó Lindsday strappandola da Robin, e la portó con noi al centro del locale dove cominciammo a ballare e a cantare la canzone come pazze.
I ragazzi si sedettero al bancone, rivolto verso la pista e cominciarono a parlare e a guardarci con i drink in mano.
In quel momento, sinceramente, non me ne fregava NIENTE di Dave.
Okey, forse un pochino ma il ritmo e la danza trascinante mi fecero dimenticare tutte le preoccupazioni che avevo sulle spalle.
Poi la musica sfumó, divenne bassa e vibrante ma pił lenta, non come quella elettrica di prima.
Noi tre ragazze cambiammo modo di ballare: presi la mano di Lindsday e appoggiai il palmo su quella di Andrea e ballammo cosģ, muovendo piano i fianchi.
Le altre persone ballavano allo stesso modo, vedevo capelli che si muovevano, coppie che ballavano strette.
Esattamente dopo qualche minuto, Lindsday ci fu rubata da Robin che probabilmente gią sentiva l'assenza della fidanzata e andarono verso un angolo della pista pił marginale  a ballare.
Rimanemmo io ed Andrea: ci girammo verso il bancone e notammo che gli occhi di Chase  e di Dave erano accessi e brillanti.
Non ci perdevano d'occhio nemmeno un secondo.
Si alzarono. 
-Ommioddio.- balbettai.
-Stai tranquilla.- disse fermamente Andrea girandosi e prendendomi pere braccia.
-Stendilo.- mi diede un bacio sulla guancia e corse incontro a Chase.
Dave si avvicinó.
-Ora che arrivo, smetti di ballare?- mi chiese alzando un sopracciglio.
-Bisogna avere la compagnia giusta per ballare, sai?- lo canzonai, sollevando un angolo della bocca.
-Ma scommetto..- cominció tirandomi vicino a lui per un braccio -che con me ti divertiresti molto di pił.- mi sussurró, vicinissimo per sovrastare la musica.
-Dipende da che tipo di divertimento intendi.- buttai altra carne sul fuoco.
-Quello dipende tutto da te.- 
Cominciammo a muoverci e, cavolo se sapeva ballare! 
Mi teneva stretta, sentivo le sue braccia e i suoi muscoli tendersi mentre ballavamo lentamente, uno contro l'altro.
Dopo poco portó la testa vicino al mio orecchio.
-Non penso di poter andare avanti cosģ.- 
-Cosģ, come?- mi girai scettica guardandolo negli occhi, e aspettandomi il peggio.
-Se continui a ballare in questo modo e cosģ vicino a me non so se ci conviene stare in pubblico.- 
Stavo quasi per ridere sguaiatamente ma la sua frase mi colpģ dritta al petto, facendomi barcollare.
-Forse dovresti imparare a contenerti.-
-Forse dovresti imparare a non provocarmi.-
-Oh, ma io non ti provoco.- replicai angelicamente.
Lui mi fissó, sollevando un angolo della bocca.
-Buona questa.- replicó.
-Penso sia ora di tornare, sono gią le due.- urló Jay sopra la musica.
-Le due? Cosa?!- strilló Andrea avvicinandosi, e io maledissi trenta volta tutti quanti per averci interrotto: per quanto mi riguardava potevano essere anche le sei di mattina.
-Va bene, rientriamo. Se no White ci fa un culo cosģ.- annunció Chase con la sua voce profonda.
Annuii e in meno di trenta secondi ci ritrovammo nuovamente nel gelo della strada, per poi ritornare subito ad una hall dell'hotel praticamente desertica.
-Ci vediamo domattina ragazzi, buona notte.- ci salutarono Robin e Lindsday, salendo per le scale diretti verso la loro stanza.
Avevano dovuto faticare non poco per ottenere il permesso della camera assieme ma alla fine l'avevano scampata.
Jay e Mike se ne andarono con dei compagni di confraternita che avevano incontrato lģ nella hall.
C'erano anche quelli della confraternita di Chase e Dave, con i quali condividevano la stanza.
Chase accompagnó su per le scale Andrea.
-Dove stai andando?- mi chiese turbato Dave bloccando le porte una volta che fui nell'ascensore.
-Nella mia stanza a dormire, forse?- ribattei sarcastica.
-Scommetto che la vostra stanza non č come la mia.- replicó.
-Oh sicuro, con altri dieci ragazzi mezzo nudi dentro, no grazie!- esclamai cercando di farlo togliere da lģ, in modo da chiudere le porte dell'ascensore.
-Ti faró cambiare idea, in questi giorni.-
-Contaci.- alzai gli occhi al cielo.
Improvvisamente si chinó su di me, e fu cosģ veloce che nemmeno me ne accorsi: mi posó un bacio all'angolo delle labbra, che mi fece ricordare della straordinaria delicatezza di cui era capace.
-Buonanotte, Yankee.- 
Rimasi immobile: era riuscito a cambiare la direzione del discorso in meno di un secondo.
-'Notte.- riuscii a mormorare prima che le cose si chiudessero, e l'ultima cosa che vidi fu il verde brillante degli occhi di Dave, che mi rimandó indietro di tanto tempo, facendomi pensare.
In cosa mi stavo cacciando?

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Angolo:
Ciao a tuttii,
Ho deciso di aggiornare piuttosto presto perchč ero impaziente di farvi leggere un altro pezzettino della storia.
In questo capitolo Dave e Emma si ritrovano spesso e volentieri molto molto vicini (Mike permettendo!) 
Vi č piaciuto? 
Fatemelo sapere, e tutti i consigli sono ben accetti!
Un bacione grande,
Kveykva.
  
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