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Autore: WingsOfButterfly    04/12/2014    3 recensioni
[...]Silvia tentò ancora una volta di rimproverare Nina, ma quest’ultima non le lasciò finire la frase. Le prese il viso tra le mani e la baciò, con forza e prepotenza. Le infilò la lingua tra le labbra senza attendere che fosse lei ad aprirle e con quel bacio le tolse il fiato. [...]
[...]Silvia rimase seduta dov’era, lasciando che lo sguardo di Nina vagasse su di lei. Le piaceva sentirsi i suoi occhi addosso, veder crescere in lei la voglia di prenderla e possederla. [...]
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
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CAPITOLO 4


Il giorno successivo Nina si svegliò con un feroce mal di testa. Lei e Silvia erano tornate quasi alle due, dopo la loro piccola fuga, e Nina aveva passato il resto della nottata praticamente in bianco, riuscendo a prendere sonno solo all’alba. Piuttosto irritata e stanca caracollò in cucina, bevve un caffè e addentò un biscotto in maniera quasi meccanica, senza nemmeno guardarsi attorno. Per questo trasalì quando sentì una presenza al suo fianco.
«Buongiorno».
Silvia era seduta tranquillamente accanto a lei bevendo il suo caffèlatte e mangiando un cornetto. Nina la guardò accigliata e mugugnò un saluto scorbutico.
«Forse dovremmo parlare di ieri» azzardò Silvia, senza lasciarsi scoraggiare dal pessimo umore di Nina.
«Quello che è successo ieri resta tra me e te».
«Va bene».
«Io vedo anche altre persone».
«Va bene».
«Questo vuol dire che non hai l’esclusiva».
«Va bene».
Nina sbuffò esasperata verso Silvia. La prendeva in giro? La guardò negli occhi, sembrava tranquilla, non si era scomposta di un millimetro ad ogni osservazione che le aveva fatto. Le andava bene sul serio?
«Sei sicura?» la incalzò Nina, osservando attentamente le sue reazioni.
«Sì».
«Ok».
Nina si alzò e con passo incerto si avviò fuori, in parte stupita in parte sollevata che fosse stato così semplice mettere le cose in chiaro.
Silvia rimase seduta a mangiare il suo cornetto. Aveva immaginato, da come Nina l’aveva baciata e da come poi l’aveva presa, che il giorno seguente avrebbero avuto una conversazione del genere, quindi era preparata. La cosa le stava bene davvero, lei aveva desiderato Nina ardentemente in quei giorni e l’aveva avuta. Tutto lì.

Il secondo fine settimana scorse via altrettanto velocemente del primo. I lavori sul cantiere procedevano spediti ed il gruppo lavorava in armonia. Nina e Roberto erano di nuovo una squadra. Dopo giovedì l’umore di Nina era nuovamente migliorato ed era stata disposta ad ascoltare le scuse di Roberto e a fare pace con lui.
Quel giorno il ragazzo sostituiva Luigi che era rimasto in abbazia a causa di un virus intestinale. Stava aiutando Silvia a riempire i secchi con una pala per poi svuotarli più in là, mentre Lorena lavorava su uno strato di ciottoli a qualche metro da loro.
«Allora, come ti trovi?» le domandò Roberto con un sorriso gentile.
«Ehm… bene» Silvia gli rivolse uno sguardo spiazzato, stupita per quella domanda.
«Hai fatto amicizia?».
«Sì, sono tutti molto simpatici».
«Anche i responsabili, no?».
«Sì, anche loro».
«E… Nina. Lei è molto simpatica ed è divertente e intelligente. Sembra burbera, ma è una brava ragazza».
«Te l’ha detto, vero?».
Silvia si fermò puntando la pala a terra e poggiando il corpo il sul manico di legno, fissò Roberto per un lungo istante con aria di rimprovero.
«Sì» ammise lui, chinando lo sguardo imbarazzato.
«E tu stai cercando di accasarmi con la tua amica?» commentò Silvia con una risatina incredula.
«Dico solo che non dovresti fermarti all’apparenza, Nina è molto più di quello che sembra».
«Credimi, la tua amica sa benissimo cosa vuole e non ha bisogno della tua pubblicità».
«Roberto, ti cerca AnnaChiara, sta avendo problemi con la macchina fotografica».
La voce chiara e leggermente gutturale di Nina li distrasse entrambi. La ragazza era in piedi su un gradino di terreno ai limiti dell’aria di scavo con le mani infilate nelle tasche dell’ampia felpa scura che indossava quella mattina. Il cappuccio che le nascondeva parzialmente il viso, lasciando intravedere solo la punta del solito ciuffo riccio e nero che le scendeva sulla fronte.
«Ce la fai da sola?» Roberto si rivolse a Silvia, poggiando a terra i secchi vuoti.
«Vai, l’aiuto io» Nina intervenne prima che l’altra ragazza potesse dire nulla.
Roberto vagò con lo sguardo incerto tra le due ragazze, poi semplicemente annuì e si allontanò.
Nina scese con un saltello a piedi dal gradino e si avvicinò velocemente a Silvia.
«Dammi la pala, faccio io» le disse autoritaria, tendendo la mano perché l’altra le porgesse l’attrezzo.
«No, ce la faccio. Tu svuota i secchi».
«Ok».
Nina si mise di fronte a lei con le braccia incrociate e un sorrisetto metà spiazzato e metà divertito. Osservò Silvia abbassarsi leggermente in avanti per cominciare a spalare e gli occhi le caddero sullo scollo a V della sua maglia. Intravide il bordo del reggiseno e sentì un tuffo allo stomaco, il desiderio la fece deglutire rumorosamente.
«I secchi, Nina» Silvia alzò gli occhi per capire come mai l’altra non avesse ancora preso i secchi ormai colmi fino all’orlo ed intercettò il suo sguardo un bel po’ più in basso del proprio viso«Mi stai fissando, Nina».
«Non è l’abbigliamento più adatto per un cantiere» ritrovando un contegno, Nina aveva riportato lo sguardo sul viso di Silvia e la guardava torva.
Nessuno ha avuto da ridire fino ad ora».
«Beh ora te lo dico io. Da oggi in poi solo maglie con scollo a giro e felpe».
Senza dare il tempo a Silvia di ribattere, afferrò i due secchi e si diresse verso il ciglio di un burrone a pochi passi da lì. Svuotò i secchi e tornò in silenzio verso l’altra.
«Puoi smetterla di fare la stronza, sai? Non ti ho chiesto niente e non voglio niente da te» stavolta fu il turno di Silvia di fissarla con ostilità.
Nina sbatté le palpebre un paio di volte, confusa da quell’affermazione e le rivolse un’occhiata interrogativa e diffidente.
«Sembra che tu stia sempre sul chi va la, aspettandoti da un momento all’altro che io ti getti le braccia al collo e ti confessi il mio amore. Puoi rilassarti, non accadrà» stizzita, Silvia ricominciò a spalare con vigore, concentrandosi su quell’operazione e dichiarando chiuso lì il discorso. Nina non trovò nulla da replicare, così decise di lasciar perdere.

Più tardi quella sera, i responsabili erano come al solito in sala informatica impegnati a scrivere la documentazione di quel giorno al computer, mentre i ragazzi si rilassavano chiacchierando e bevendo una birra.
Silvia si avvicinò a Lorena porgendole una Peroni con un occhiolino.
«Sembra che tu ne abbia bisogno più di me».
«Giornata di merda» Lorena si limitò a ringraziare l’amica alzando la bottiglia verso di lei e poi buttando giù un grosso sorso di birra.
«Che ti succede? Di solito sei così allegra».
«Ho litigato con Marco».
«Marco il tuo ragazzo che sta a Milano?».
«Marco quel coglione che ha accettato un lavoro in Svizzera e vuole che mi trasferisca con lui mollando tutto su due piedi. Sì, proprio lui».
Con un sorriso amaro e forzato Lorena bevve ancora un lungo sorso di birra, restituendo poi la bottiglia a Silvia. Rimase con lo sguardo fisso davanti a sé e la mente immersa nei propri pensieri. Erano sedute sulla balaustra di un finestrone in fondo ad un lungo corridoio, proprio di fronte la sala informatica. Silvia poteva vedere Nina e Roberto che discutevano di qualcosa indicando lo schermo del computer. Lorena si accorse del suo sguardo e la incalzò curiosa.
«Cosa è successo tra voi due?».
«Niente, cosa vuoi che sia successo» Silvia bevve velocemente un sorso di birra, sperando di nascondere il rossore che le era appena comparso sulle guance.
«Vi mangiate con gli occhi, e allo stesso tempo state ben attente a trovarvi nel raggio di diversi metri di distanza l’una dall’altra».
Silvia sospirò. Lorena era davvero un’ottima osservatrice, e tutto quello che aveva detto era vero. Lei e Nina si scambiavano spesso occhiate infuocate, si desideravano ma da lontano. Nessuna delle due osava avvicinarsi più del dovuto all’altra, consapevole che l’aria sarebbe diventata elettrica nel giro pochi secondi.
Nina aveva messo ben in chiaro che ciò che era successo tra loro doveva restare un segreto, ma Lorena era un’amica e Silvia aveva dannatamente bisogno di parlarne con qualcuno.
«Siamo finite a letto insieme».
«Cosa? Ma come? Quando?».
«Giovedì scorso. Eravamo fuori, stavamo discutendo, poi lei mi ha baciata e mi ha chiesto di seguirla in un posto più tranquillo».
Lorena guardava Silvia con espressione stupita e allo stesso tempo eccitata. Sapeva quanto a Silvia piacesse Nina, anche se l’amica non glielo aveva mai confessato apertamente, ma aveva notato certi sguardi e certi sospiri un po’ troppo rumorosi quando Nina era nei paraggi.
«E quindi?».
«E quindi nulla. Lei ha messo bene in chiaro che non sono l’unica che si scopa e a me va bene così. L’unica cosa che non capisco è perché continui a fare la stronza con me».
«Forse perché le piaci e non sa come comportarsi?!».
«Pff… figurati».
Silvia liquidò l’ipotesi di Lorena con un gesto secco di disappunto. Intanto il suo sguardo seguiva meticolosamente tutti i gesti di Nina, che in quel momento stava salutando Roberto e si stava dirigendo verso di loro, probabilmente per raggiungere l’uscita. Quando era quasi davanti a loro volse lo sguardo verso Silvia e la fissò negli occhi, rallentando appena il passo.
«Ciao ragazze» salutò distrattamente, senza distogliere lo sguardo dagli occhi di Silvia e continuando a camminare.
«Nina!» la voce di Lorena colse impreparate tutte e tre le ragazze.
Nina si fermò di scatto davanti a loro con le mani nelle tasche del jeans. Silvia si girò allarmata verso Lorena rivolgendole uno sguardo arrabbiato e interrogativo. E quest’ultima mise su un sorriso sfrontato e assunse un’aria tranquilla.
«Stavo pensando che una di queste sere potremmo uscire tutti insieme per una birra».
«Uhm… sì… suppongo che si potrebbe organizzare».
Nina si accigliò un attimo, interdetta da quella proposta. Cercò lo sguardo di Silvia, ma quella teneva ostinatamente il gli occhi bassi fissi sulle proprie dita intrecciate. Tornò a guardare Lorena che sorrideva contenta e si rilassò anche lei, abbozzando un sorriso cordiale.
«Magari non nel fine settimana, perché ho da fare».
«Certo! Venerdì magari…».
«Venerdì può andar bene. Ora vado. Ciao Silvia».
Silvia alzò di scatto la testa quando la sentì pronunciare il suo nome. Trovò il suo viso disteso e le labbra curvate in un sorriso gentile. Ricambiò il sorriso e la salutò con un cenno incerto del capo.
«Che ti è venuto in mente?» non appena Nina fu abbastanza lontana, Silvia si alzò in piedi troneggiando su Lorena.
«Ho solo pensato di farvi passare un po’ di tempo insieme».
«Lorena, noi praticamente viviamo insieme. Stiamo chiuse qui dentro cinque giorni su sette!».
«Sì e voi due state ben attente a non trovarvi da sole nella stessa stanza» Lorena si alzò a sua volta per fronteggiare Silvia e la guardò con espressione di biasimo «E poi questo è un contesto lavorativo, magari lei qui è rigida perché sente troppi occhi addosso. Può darsi che in un contesto più informale si sciolga un po’» la sua espressione si addolcì e rivolse a Silvia un sorriso incoraggiante.
«Non ho bisogno che si sciolga. A me la cosa va benissimo così com’è».
«Certo, e io non mi scoperei Roberto su ogni superficie di questa dannatissima abbazia!».
Lorena rivolse a Silvia un’occhiata furba scoppiando poi a ridere assieme a lei.




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Come al solito, commenti e critiche sono sempre graditi. Mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate, dal momento che, per la prima volta da quando scrivo, sto pubblicando i capitoli man mano che li scrivo e quindi vado un po' al buio.
Grazie a tutti.


  
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