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Autore: Wild One    05/12/2014    2 recensioni
"Voleva solo andarsene.
Ma lo avrebbe voluto ancora per poco.
I primi accordi di chitarra segnavano l’intro della canzone.
Poi la gran cassa, ed ora stava entrando anche il basso.
Billie cominciò a cantare.
La musica continuava, e continuava. Non si fermava, e cominciava a piacerle.
Le piaceva davvero. "|AGGIORNAMENTO NON REGOLARE.|
Genere: Drammatico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Billie J. Armstrong, Mike Dirnt, Nuovo personaggio, Tré Cool
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Hi Guys! I'm Backk!
Con quale coraggio ancora pubblico non lo so hehehe
Bhu, che dire, pardone per non aver più aggiornato. mancava la voglia di scrivere, ma siccome a scuola ho occupazione ho ripreso e sta sera ho finito il capitolo. (RINGRAZIO ANDERA, COME AL SOLITO.)
Anyway... hem, spero di ricevere qualche recensione di incoraggiamento per continuare... lo so che fa schifo. Scusate. 
Spero vi piaccia, e che a fine lettura non penserete:'Ho sprecato 10 minuti della mia vita.' ahahahah
Buona lettura e scusate ancora.






Trè: Point of view.
 
 
I wanna be your dominated love slave.
 
 
Entrammo in casa.
Billie sbatté forte la porta continuando ad urlarmi contro.
Ma quel ragazzo zitto mai?!
 
“Cazzo Trè! Mi stai ascoltando?! E in più si può sapere che cazzo hai fatto alla faccia?!”
“Parli dell’occhio nero? Ce le ho prese da un tizio. Ma gliele ho restituite.”
“E potresti anche spiegarmi il motivo, dato che ci sei!” Continuava ad urlare, e io avevo la testa che mi scoppiava. Non risposi.
“Va bene che sei permaloso come pochi, ma non mi sembra il caso di fare a botte con tutti quelli che ti capitano a tiro, mister Ho-i-capelli-verdi-suono-la-batteria-e-sono-figo!”
“Non sono permaloso!” Ok, forse lo ero. “E poi sta volta era diverso.” Dissi quasi in un sussurro.
“Per te è sempre diverso. Riesci a trovare sempre una scusa. Oltre al fatto che mi ha fatto girare i coglioni dato che sono dentro casa tua da tutto il giorno e tu non ti sei nemmeno degnato di venire ad avvisarmi che eri ancora vivo.” Sputò tutto ad un fiato. “Ma adesso sentiamo, perché questa volta è diverso?”
Mi buttai apatico sul divano.
“C’entra Lily.”
Alzò un sopracciglio.
“Un tizio cercava di rimorchiarla, e poi pretendeva di sapere come stavano le cose tra me e lei, e non ci ho visto più.”
 
Restò un attimo in silenzio, guardandomi come se fossi l’uomo più pazzo della terra. Cosa che forse ero.
 
“Trè, quando cazzo capirai che sta con Mike e ama lui?” Si sedette vicino a me, sta volta abbassando il tono della voce, grazie a Dio.
“Quando me lo dirà in faccia.” Sputai acido. “Ma tanto non mi parla, quindi…”
“Non ci sei ancora arrivato?” Alzai un sopracciglio. Di che stava parlando?
“Lily fa così per non litigare con Mike! Cristo, ci sono arrivato anche io!” Non risposi.
 
Fra tutte le ipotesi a cui avevo pensato non credevo che il non parlarmi per paura di litigare con Mike fosse fra quelle. Sono, o meglio, ero il suo migliore amico e fa così per non litigare col fidanzato?
Non la credevo tanto ‘bambina’, ma soprattutto non credevo che Mike potesse permetterle di fare una cosa del genere.
 
“io… non ci avevo pensato.” Ammisi per poi ricevere un sorriso sghembo da parte di Billie.
“Per l’appunto, non pensarci, amico.” Mi diede una pacca sulla spalla.
“Per quanto mi costi ammetterlo, hai centinaia di ragazze che ti crollano ai piedi. Non deprimerti per una figa di legno.”
“E sentiamo, chi sarebbero le ragazze che mi muoiono dietro?”
“Bhè, la rossa, per esempio.”
“Non la sopporto. Ok che è la versione rossa di Lily, ma non credevo fosse così… così…”
“Così pazza da saltarti addosso  e baciarti senza indugi?”
“Fosse solo quello! E’ una ninfomane! Te lo dico io. Tu non immagini quante volte ha cercato di infilarmi la lingua in gola o mettermi una mano nelle mutande.”
Billie mi squadrò.
“E hai anche il coraggio di lamentarti?!” Indugiai nel rispondergli.
 
Il motivo era che non volevo che Lily vedesse una scena simile, avevo notato le occhiatacce che tirava alla povera Curly. Per questo avevo provveduto a farla ubriacare e scaricarla ad Alan.
 
“Comunque…” Cominciò notando che non rispondevo. “Perché non sei tornato ieri sera?”
“Dovevo pensare.”
“A che marca di sigarette comprare?” Chiese sarcastico.
“Idiota.” Sbuffai, accennando un sorriso.
“Neanche una battuta si può fare con te he…” Sbuffò a sua volta.  “Dovevi pensare a cosa?”
“A tutta sta situazione di merda. Ne sono davvero stufo.”
“E hai risolto qualcosa alla fine?”
“No.”
“Ti sei preso solo una bella sbronza, ti sei addormentato al 7-11 e poi hai preso a vagare come un coglione, giusto?”
“Sai dirmi anche con quale marca di birra mi sono ubriacato, per caso? Ah, e visto che ci sei, dammi anche i numeri, magari vinco alla schedina.”
“Idiota.” Rise. “Allora, vogliamo mangiare qualcosa?! Cazzo, sto morendo di fame!” Si alzò e aprii il frigorifero.
 
“Hey, da quant’è che non fai la spesa?!”
“4 giorni.”
“Ok, andiamo al Rod’s?”
“Rod’s.”
 
Prendemmo la giacca e uscimmo.
Erano quasi le dieci, ma da quando Billie lavorava li era diventato il cocco del proprietario.
In dieci minuti arrivammo a destinazione.
Entrammo. Solita musichetta country, solite pareti rosse, soliti tavoli. Ci appostammo ad un tavolo in fondo. A quell’ora il locale era vuoto.
Non aspettammo molto che una cameriera venne a prendere gli ordini.
 
“Buonasera ragazzi, cosa posso portarvi? Oh, ciao Billie.” Era molto bella. E probabilmente una possibile conquista andata male di Billie, dal modo in cui l’aveva salutato.
“Estelle!”  La ragazza alzò gli occhi al cielo, appoggiando una mano sul fianco. “Due CheesBurger e due birre.”
“Bene.”  Se ne andò, lasciandoci di nuovo soli.
 
“Odio il country.” Affermai.
“Amico, ci sono cresciuto col country, e fidati che non è una bella esperienza.”
“Immagino. Se mia madre ascoltasse country come la tua mi sarei già suicidato un po.’” Accennai un sorriso sghembo. “Ci scriverò una parodia un giorno.”
“Pf, ma fammi il piacere! Tu che scrivi una canzone che non abbia 4 parole in croce… non ci credo. E magari la canterai anche.” Scoppiai a ridere.
“Se è per questo la suonerò con la chitarra, caro il mio Billie.” Lo rimbeccai, facendolo scoppiare a ridere.
Io che cantavo e suonavo? Era davvero una scena ridicola.
Mi era bastata la mia performance al Gilman con All By Myself.**
“A proposito.” Mi guardò confuso. “La Lookout ti ha più fatto sapere qualcosa?”
"Oh si, si, ho parlato un paio di giorni fa con Larry e ha detto che vuole ascoltare qualche nostro brano."
"Sembrava entusiasta?"
"Più che entusiasta."
"Fantastico! Questa è la volta buona che sfondiamo!”
“Potremmo fargli sentire Welcome to Paradise o Christie Road o One of my lies o..."
"O la canzone che pensavi di scrivere." mi interruppe e con le parole che mi morivano in gola. Lo guardai storto "Non è male come idea, hai mai visto un gruppo punk scrivere una canzone con base country?!" scoppiammo a ridere.
"Quanto tempo abbiamo?" mi chiese e contemporaneamente arrivò quello che avevamo ordinato. Billie fece per toccare il culo ad Estelle ma lei con uno scatto fulmineo gli tirò un ceffone per poi andarsene imprecando contro Billie il quale rise.
"Sei sempre il solito." commentai scrollando la testa
"Fa così perché è pazza di me." ammiccò
"Certo Casanova. Comunque abbiamo parlato di vederci sabato."
"Fra due giorni?!"
"Che problema c'è? E' un amico di famiglia, praticamente il contratto è già firmato!"
"Domani, a casa mia, decidiamo che canzoni portare e come chiamare l'album."
"Hai già qualche nome in mente?"
"Mi piace Kerplunk!"
"Tu sei pazzo" ridemmo all'unisono.
 
Finimmo di mangiare in poco tempo ma ci fermammo a chiacchierare fino a che il proprietario gentilmente non ci cacciò.
 
"...E io gli faccio: Cara, ti chiamano gola profonda, non fare la santa con me!"
"Billie con le donne sei un caso perso." accennai un sorriso rassegnato
"Sono fottutamente simpatico e ho un faccino niente male, chi non mi amerebbe?"
"Ascolta faccia da schiaffi, domani da te allora?"
"Certo, più tardi chiamo Mike."
"All'una di notte?!"
"Tanto o si sta masturbando o si sta fottendo Lily quindi è più che sveglio." A quelle parole sentii lo stomaco rivoltarsi e il cuore perdere un battito, Billie doveva essersene accorto "Trè io no..."
"Fa nulla Bill." lo interruppi "Stanno assieme in fin dei conti, no?"
Annuì.
"A domani."
"A domani."
 
Ci dirigemmo in due direzioni opposte nonostante un tratto di strada fosse comune. Ero intenzionato a trovare un bar e prendermi un'altra sbronza colossale per non pensare alle parole di quel coglione di Billie.
                                                                                            ***
 
 
 
La mattina successiva mi risvegliai con mia grande sorpresa nel mio letto. Le coperte tirate fin sopra al naso e la tapparella abbassata. Mi misi seduto tutto intorpidito e  subito la mia attenzione cadde su una bacinella alla sinistra del letto, una fitta mi partì in testa. Ripensai a quello che poteva essere successo la notte precedente e a parte le parole di Billie il resto era come cancellato.
Mi misi un paio di pantaloni e una felpa che mi stava enorme sopra la maglia che indossavo e scesi in cucina.
"Buon pomeriggio signor vomitello!" mi salutò allegra mia sorella Lori.
"Ma cosa...?" La guardai storto "Quando sei tornata?!" sbottai
"Ieri sera."
"Oh..." dissi solo "Com'era l'Africa?" chiesi notando l'abbronzatura troppo accentuata per essere solo inizio maggio.
 
Lori era partita quasi un anno prima per una missione umanitaria in Africa non appena finito l'università di medicina, ovviamente a pieni voti.
 
"Bellissima, calda, piena di insetti e terra secca, ma bellissima." sorrise "Ma parliamo di te, perché ti ho trovato alle quattro del mattino sulle scale di casa ubriaco marcio che farneticavi su una certa Lily?" Avvampai.
"Ero ridotto così male?" chiesi imbarazzato ma soprattutto per sviare il discorso da Lily.
"Messo male è un complimento, hai rischiato il coma etilico." oh no! Adesso comincia uno dei suoi discorsi medici…
 "Frankie, lo sai che col coma etilico si rischia la vita?" annuii "E perché cazzo ti sei ridotto così se lo sai?!" sbottò.
"Lo sai che se non ti avessi aperto la porta io ma papà, ti avrebbe mandato lui al pronto soccorso?!"
"Si e grazie per non avergli detto nulla. Ma lui e la mamma sono tornati?”
"Si, stamattina. E poi era' già abbastanza incazzato per quello che ha trovato nel suo letto, era meglio non infierire." scosse la testa sospirando "La prossima volta che fai sesso con una ragazza almeno buttalo via il preservativo."
"Cos..?" improvvisamente ricordai che Billie mi aveva raccontato che la sera precedente era andato in camera di mio padre con Angelina "Brutto stronzo." sputai a denti stretti "Non è mio."
"Di chiunque sia sei pregato di dire con i tuoi amici di non fare certe cose in camera di papà, sai quanto odia chi tocca le sue cose."
"Si, lo so." dissi sedendomi al tavolo e accendendomi una sigaretta presa dalla tasca della felpa "Mi prepari un caffè?" chiesi per poi ricevere un sguardo pieno d'astio da Lori.
"Quella roba uccide."
"Non ho mai sentito parlare di uno morto per del caffè."
"Coglione." mi prese la sigaretta di mano e la buttò dentro al lavandino "Il fumo e l'alcool sono la causa maggiore di morte lo sai?!"
"Di qualcosa bisogna pur morire! E per tua informazione quella era l'ultima sigaretta che avevo."
 
Mi alzai di scatto e mi diressi in camera a prendere i soldi e a mettermi le scarpe.
"Io esco." dissi prendendo le chiavi di casa appese al muro vicino alla porta d'ingresso.
"E dove vai?"
"Da Billie" Aprì la porta "E a comprare le sigarette." la chiusi alle mie spalle.
 
Mi avviai prima in tabaccheria a prendere le mie amate Marlboro e poi mi diressi verso casa di Billie che si trovava da tutt'altra parte.
 
 
 
 
"Quindi ora avete le prove?"
"Una specie, dobbiamo concordare un paio di cose per la band, anche se preferirei stare con te, lo sai." la serratura scattò ma non feci in tempo a nascondermi che subito una testa riccia mi si parò davanti a gli occhi. Lily sussultò e Mike si aprì in un sorriso.
"Ciao Tré!" mi salutò.
"Mike." risposi cercando di accennare un sorriso e di non guardare Lily.
 "Ero passato per le prove....no...sai...c'è Billie mi aveva detto..." cominciai a balbettare senza un motivo apparente, o meglio, il motivo c'era: due occhi verdi puntati su di me.
"Ehi tranquillo." mi sorrise "Entra pure." Senza farmelo ripetere due volte corsi in casa per evitare quella situazione imbarazzante.
"Ti chiamo appena finiamo le prove."
"Va bene."
"A dopo piccola." anche se non potevo vederla sapevo bene che Lily era diventata rosso peperone, si imbarazzava sempre per queste piccole cose.
Sentii la porta di casa richiudersi.
Mi diressi verso il divano e mi misi seduto.
 
“Allora, a quando le nozze?” Lo stuzzicai.
“Fanculo, amico.” Rise sotto i baffi.
“Ma Billie non c’è?”
“No, era andato a comprare le sigarette e portare a spasso Rocky circa un’ora fa.”
“Ah, siamo messi bene.”
“Già..” Sospirò.
 
Restammo in un silenzio imbarazzante per qualche secondo.
 
“Allora…”Cominciò lui. “Che hai fatto alla faccia?”
“Cosa?” Mi taccai istintivamente il labbro, sentendo subito dolore. Giusto, mi avevano pestato nemmeno 24 ore prima.
“Ah... penso che tu lo sappia.” Lo rimbeccai accennando una risatina.
“Già, me lo ha detto Lily.” Si sforzò di emettere un suono che doveva assomigliare a quello di una risata.
"Ascolta, volevo parlarti di lei."
 "Oh no, tranquillo, so già tutto." Mi guardò confuso
"Sai che è per me che fa così?" annuii.
 "E che pensa che a me dia fastidio il vostro rapporto di amicizia?" Alzai un sopracciglio.
 "Ma che...?"
 "E che per me va benissimo che voi siate amici ma che lei è una testa dura e non vuole darmi ascolto?"
“Ok, forse mi sono perso qualcosa.”  Appoggiai i gomiti sulle ginocchia inarcando la schiena e sporgendomi in avanti.
“Ho detto più di una volta a Lily che quello che stava facendo con te non era una cosa giusta. Voglio dire, siete amici! Che c’è di male?” Annuii, seguendo con attenzione il suo discorso.
“Ma è testarda come un toro, e non riesco a farle capire che per me va bene che voi ritorniate in rapporti, dato che non ti parla nemmeno.” Si grattò la testa, come se stesse cercando una soluzione a quella faccenda.
Trattenni a stento una risata.
“Fanculo! Ho fatto tardi!” La porta si aprì con un sonoro tonfo.
 
Billie slegò il guinzaglio a Rocky, per poi gettarlo in un angolo.
Subito il cagnolino corse in contro a Mike, continuando ad abbaiare incessantemente.
Quel cane era fastidioso come il padrone.
 
“Allora, vi faccio un breve riassunto.” Iniziò senza nemmeno sedersi.
“Larry della Lookout ha chiamato Trè, mettendosi d’accordo per vederci questo sabato. A quanto pare le canzoni gli suono piaciute molto. Ma quell’idiota del cespuglio avendogli dato appuntamento per sabato non ha calcolato che dovremmo lavorare sulle canzoni tutti i giorni a partire da oggi. Quindi, dite addio entrambi alla vita sociale, perché questa volta ci giochiamo qualcosa di grosso. Chiaro?”  Annuimmo.
“Bene. Qualche proposta per qualche canzone?”
“Going to Pasalaqua?” Proposi. Quella canzone era abbastanza vecchiotta. L’aveva scritta Billie un sacco di tempo prima, e l’avevano registrata quando c’era ancora Al, l’altro batterista, ma mi era sempre piaciuta.
“Accettata.” Billie prese un pezzo di carta, appoggiandosi sul tavolino della cucina per scrivere.
“Ora però dobbiamo introdurre qualche pezzo dell’EP.”
“Io propongo 2000 light years away. E Welcome to Paradise.” Io e Billie annuimmo all’unisono. Se c’era qualcuno che sapeva scegliere bene le canzoni, era Mike. Billie prese nota.
“Anche No one knows spacca.” Segnò anche questo.
“Direi che come singoli possono bastare… Ah, Trè! Il tuo pezzo!”
“…Che pezzo?” Alzai un sopracciglio confuso.
“Quello country! Hai scritto il testo?”
“Oh…hem… Certo!” Mentii. “Domani ve lo porto he!” Ero poco credibile, ma non fecero domande.
“Perché volete portare un pezzo country?” Domandò Mike.
“Storia lunga… Domani proviamo ad arrangiarlo con il testo pronto che ci porterà Trè.” Mi scoccò un’occhiata.
“Va bene… e ora che ne dite di provare qualcosa?” 
“Ci sto.” Mi alzai. Sedendomi dietro la batteria che Billie Joe aveva dentro casa. Quel salone era allestito come una sala prove ormai.
 
 
                                                                             ***
 
 
Le prove si erano dilungate più del previsto, forse anche per via delle canne che avevamo fumato, senza però non c’è ispirazione!
 
Erano le undici passate e il pensiero di quella stupida canzone country non smetteva di navigarmi nella testa. Stupido me che dicevo di voler fare una stupida canzone country.
Stavo camminando per la via di casa, quando abbassando lo sguardo notai una scritta color rosso sul marciapiede.
 
‘I wanna be your dominated love slave.’
 
Ok, chiunque fosse stato a scriverla aveva seriamente problemi. Ridacchia tra me e me.
 
“I wanna be your dominated love slave… and the one who takes the pain.” Ok, per dire certe cose dovevo aver fumato troppo. Però suonava bene. Cazzo se suonava!
 
Entrai in casa ripetendo quella assurda frase, cercando di fare il meno rumore possibile.
speravo con tutto me stesso che in casa tutti dormissero, o meglio, che non ci fosse nessuno.
E le mie aspettative andarono a farsi fottere in tre nano secondi, mio padre e mia sorella erano in cucina che fissavano l'ingresso come se aspettassero qualcuno, o meglio, come se aspettassero me.

"Sera" alzai una mano in segno di saluto
"Siediti" la voce fredda e severa di mio padre mi fece raggelare, era l'unica persona che mi spaventava seriamente sulla faccia della Terra. Feci come mi ordinò e con lo sguardo cercai quello di mia sorella per saperne di più su questa "riunione di famiglia" improvvisata, ma anche lei mi lanciò uno sguardo severo.
"Dove sei stato?"
"Da Billie" scosse la testa facendo schioccare la lingue un paio di volte, odiavo quando lo faceva.
"Non mi piace quel ragazzo" feci spallucce, non mi interessava quello che diceva sui miei amici, erano i miei non i suoi.
"Cosa hai fatto da Billie Joe fino a quest'ora?"
"Abbiamo provato, sabato Larry vuole che gli facciamo sentire un paio di pezzi, molto prob-"
"Larry è un coglione che sponsorizza ragazzini che credono di sfondare nel mondo della musica. Quando capirai che la musica non è il futuro di nessuno?" Non risposi, se lo avessi fatto avrei scaricato tutta la rabbia che avevo in corpo sotto forma di parole per poi pentirmene.
"Guardati, a 17 anni suonati non hai una vera ambizione. Passi le tue giornate a suonare quella maledetta batteria, a bere e fumare erba comprata con i miei soldi, sei ridicolo sai? Sii realista, se non sfondate dove pensi di andare? Devi pensare alla scuola, al tuo futuro!"
"Il mio futuro è la musica!" Sbottai "Il mio futuro è farmi il culo a suonare la batteria e poi esibirmi con i miei amici per gente che ci apprezza veramente!" Lo sentii ridire.  Era una causa persa parlare con lui.
"Non siete i Beatles, non arriverete da nessuna parte."
"Papà..." Lori provo a parlare ma papà la fulminò con lo sguardo
"Sai cosa? Te lo dico io dove arriverete: Billie Joe e quell'altro ragazzo, come si chiama? Ah si, Alan. Billie Joe e Alan finiranno come due drogati ubriaconi a fare a botte nei più squallidi bar e Michael, che ha più testa di voi, finirà la scuola e andrà all'università. E tu farai lo stesso."
"No" affermai deciso
"Come?"
"Ho detto no."
"Osi contraddirmi?"
"Si"
"Bene, quella è la porta." Disse indicando un punto oltre le mie spalle.
"Bene!" Mi alzai di scatto sbattendo la mano sul tavolo per poi dirigermi a grandi passi verso camera mia.
Presi un vecchio zaino logoro e ci ficcai dentro un paio di vestiti, soldi e accendini, quelli non bastano mai. Mi tirai il cappuccio delle mia fedele felpa nera sopra la testa e uscì.
Appena fuori dalla mia porta Lori mi guardava storto
"Dove vai?"
"Via" dissi semplicemente superandola.
"Via dove?!" Sbottò
"Non sono cazzi tuoi!"
"Lascialo andare" la voce al piano inferiore di mio padre mi arrivo alle orecchie, il tono era molto di presa per il culo "Andrà a ubriacarsi e tornerà a casa strisciando come sempre" queste parole furono la goccia che fece traboccare il vaso.
Scesi le scale velocemente e mi fiondai in cucina come una furia
"Qualche problema vecchio?"
"Io nessuno, a parte che ho un disonore come figlio.”
"Sai cosa? Capisco perché mamma ti ha lasciato, sei un grandissimo figlio di puttana." sputai a denti stretti e senza aspettare una risposta uscì velocemente da quella che ormai non potevo più considerare "casa".
"Bravo! Scappa! Sei solo bravo a scappare!" Mi urlò mio padre, di risposta mi voltai continuando a camminare, sorrisi e alzai il dito medio in sua direzione.
Per nulla al mondo sarei più tornato in quella casa, se non per prendere le mie ultime cose.



Vagai per i quartieri di Rodeo, camminare mi aiutava a calmarmi, ma l'unica cosa che volevo fare adesso era andare da una persona cara a cercare un po' di conforto.
Non mi piace esporre i miei sentimenti ma in fin dei conti sono un essere umano pure io.
Chiamare Alan? Nah, non capirebbe.
Mike? Sarà con Lily di sicuro, voglio evitare di fare ancora il terzo in comodo fra quei due.
Billie? Pff, figurati, con quel coso peloso e chiassoso che definisce "cane" si è totalmente rincoglionito e non mi ascolterebbe.
Mh...forse....
Mi avviai alla cabina telefonica più vicina, buttai dentro qualche spiccio e chiamai Billie.
Dopo un paio di squilli rispose.


"Pronto?"
"Billie?"
"Si?"
"Sono Tré"
"Oh dimmi amore!" Rispose imitando una vocina femminile, risi.
"Mi devi fare un favore."
"Spara."


Arrivai davanti alla casa che mi aveva detto Billie, il numero e la via erano giusti, il dubbio che potesse aver sbagliato città era alto.
Non poteva vivere in quella mega villa Carly!
Mal che vada avrei detto di aver sbagliato casa, mi avviai alla porta e suonai il campanello. Dopo pochi secondi la porta si aprì e una massa di capelli rossi ricci mi si parò davanti.
"Tré?!" Senza darmi tempo di rispondere Carly mi prese per la felpa e mi trascinò dentro casa, mi spinse verso le scale e mi trascino fino in camera sua.
"Ma sei impazzito?!"
"Ciao anche a te eh."
"Se ti vedono i miei mi uccidono!"
"Me ne vado se vuoi..."
"No...no, no rimani" si sedette sul letto e io feci lo stesso "Perché sei qua?"
"Mh, così, facevo un giro." feci spallucce e lei sorrise divertita
"Certo, ammetti che ti mancavo." disse, o meglio, miagolò.
"Un po' lo devo ammettere." feci buon viso a cattivo gioco, volevo guadagnarmelo un posto dove dormire sta notte!
"Sembri strano, è successo qualcosa?"
"Nah, nulla di che."
"No dai, racconta, a me puoi dire tutto."
"Hai una decina di minuti e della birra? Ah e un posacenere."


Dopo due ore, tre lattine di birra, dodici sigarette e una canna condivisa le avevo raccontato, involontariamente, tutta la storia della mia vita.
"Che stronzo..."
"Non è mai stato un padre molto affettivo ecco..."
"E tua sorella?"
"Se la caverà, lui la adora, non le succederà nulla."
"Quindi...sta notte non sai dove stare?" Mi chiese
"Già."
"Rimani da me, i miei domani mattina escono presto e non entrano mai in camera mia."
"Oh, grazie mille." sorrisi sincero.
"Ma, scusa la domanda, Lily...voi...non...avete..."
"Cos-? No, ma va la! Nulla di nulla"
"Ti va di..."
"Mh?" In un nano secondo le labbra di Carly erano sulle mie, in ancora meno la sua lingua nella mia bocca.
I vestiti scomparvero in pochi secondi, inutili per quello che stavamo per fare.
Le mie mani vagavano per tutto il suo corpo, esplorando ogni centimetro della sua pelle, anche le parti più nascoste e private. La sentivo fremere sotto i miei tocchi e questa cosa mi eccitava come non mai, mi sentivo potente.
"Sicura?" Domandai e Carly con le gote rosse annuì. Per un secondo quei capelli da rossi mi parvero biondi, scacciai subito via quel pensiero.
Presi un preservativo dal mio zaino.




***

"Tré?"
"Mh..."
"Tré, svegliati."
"Mmmh...no."
"Svegliati pelandrone!" Una sensazione di vuoto mi prese allo stomaco e un dolore lancinante mi colpi alla schiena.
"Ma che cazzo!" Sbottai "Perché vengo sempre svegliato così male?!" Poi mi accorsi di non essere nella mia camera, o in camera di Alan, o di Mike, o di Billie...dove cazzo ero?!
"Buongiorno cespuglio col tronchetto della felicità!" La voce squillante e allegra di Carly mi arrivo subito alle orecchie, poi la sua folta chioma di capelli rossi mi si pari davanti alla faccia e le sue labbra si ritrovarono sulle mie.
"Ehi." la salutai dolcemente, per quanto possa essere dolce il saluto di uno che fino a pochi secondi prima aveva sbottato.
Inutile dire che finimmo a fare quella cosa magica e bellissima chiamata sesso mattutino.

"Cristo, il detto sulle rosse è vero a quanto pare..." Sbuffai soddisfatto e sudato.
"Che detto?"
"Nulla, lascia perdere." mi alzai e cominciai a vestirmi
"Che fai?"
"Mi vesto." mi allacciai la cintura
"L'ho notato genio!" Esclamò allargando le braccia "Ma perché lo fai?"
"Ho le prove con la band." mi infilai la maglia.
"Te ne vai?" Il tono un po' deluso.
"Abbiamo un incontro importante sabato, non posso saltare le prove della band." mi avvicinai per darle un bacio di saluto ma girò il viso dall'altra parte.
 "Ehi" cominciai prendendole il mento fra l'indice e il pollice girando il viso nella mia direzione in modo che potesse guardarmi negli occhi "È stato fantastico, tu sei fantastica, ma la band ha bisogno di me ora."
"Certo...Certo! Vai a fare la figura del cretino mentre ti logori lo stomaco a guardare Mike e Lily che tubano come piccioni in amore e a seguire i consigli di Billie che in fatto di amore non sa un cazzo!"


La guardai sbigottito. Che avesse capito che mi piaceva Lily?

"Che ne sai tu?"
"Di Billie che non sa un cazzo di amore?"
"No, quello lo sapevo pure io. Intendo della cosa che hai detto prima."
"Svegliati, la guardi come se fosse la quantitá d'erba piu grande che tu avessi mai visto. E te la vedi fumare davanti tutta da Mike."
"Bel paragone." Mi chiusi nelle spalle, prendendo il mio zaino e facendo per uscire.
"Eddai, Tré. Rimani."
"No, Carly, devo provare con la band."
"Per favore. Tu mi piaci..."
Abbassó lo sguardo, puntando gli occhi semi lucidi ad un lebo del lenzuolo bianco che la copriva fasciandole dolcemente il corpo.
"Carly, non ti azzardare a piangere." la pregai, forse in un modo un po' rude, ma purtroppo non funzionò. Infatti scoppiò in lacrime.
"Mi piace e-e-e n-non lo ca-apisci!"
"Carly tu mi piaci, e non poco, ma..."
"Allora se ti piaccio rimani." Non mi fece finire la frase che mi disse quelle parole con tono freddo, quasi a minacciarmi.
"Carly, te l'ho detto, ho le prove e..." Non riuscì a finire la frase che mi baciò.
"Ti prego, ti prego, ti prego, ti prego."
"Carly..."
"Ti prego, farò tutto quello che vuoi."
"Non mi abbasso a questi giochetti..."
"Almeno rimani ancora un po', ti prego."
"E va bene" sbuffai e mi rimisi nel letto, Carly tutta felice si accoccolò al mio petto e finimmo a farci le coccole, senza sfociare in altro.
"Almeno rimani ancora un po', ti prego"
Per quanto mi fossi lamentato con Billie di lei devo ammettere che aveva ragione: a cosa serviva andare alle prove e stare male a vedere quei due? Siamo dei grandi, non abbiamo bisogno di prove e sinceramente ero molto più impegnato a pensare ai grattini che mi stava facendo Carly, a quelli non posso resistere.
  
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